PET - essere sua

di
genere
dominazione

Manca mezz'ora a fine giornata, io sto terminando alcuni lavori urgenti. Lui per tutto il giorno non si è fatto vedere in ufficio, ieri mi aveva avvisato di avere diversi appuntamenti fuori. Mi arrivano 3 messaggi sul telefono, è piuttosto inusuale e quindi mi fermo e controllo: "Micia... Che stai facendo? Ti aspetto in casetta dopo"
gli rispondo"sto lavorando, sai il mio Capo è un tipo molto esigente"
"per quanto ne hai? Riesci a finire in tempo?"
"Si certo una ventina di minuti e ci sono!"
Poso il telefono e riprendo il lavoro, condenso tutto il lavoro per fare il più velocemente possibile. Dopo un quarto d'ora mi arriva un altro messaggio"hai finito"non è una domanda
"Si"
"Ora vai in bagno e togliti le mutandine per me, prima di uscire lasciale nel cassetto della mia scrivania e poi vieni qui."
Gli rispondo "ok" ma rimane solo una spunta, la risposta non serve quando mi manda gli ordini.
Faccio quello che mi dice, il vestito che indosso oggi è una camicia che è anche piuttosto corta, uscendo dal bagno e passando davanti ad alcuni colleghi, temo che si possano accorgere che non indosso più le mutandine. Per non destare alcun sospetto, prima di andare nell'ufficio di lui, passo dalla mia scrivania e prendo un paio di fogli, poi vado verso il suo ufficio, lascio le mie mutandine nel suo cassetto, chiudo e spengo tutto. Mi siedo per qualche minuto nella mia postazione, pessima idea dato che il vestito corto si alza e sono tutta bagnata! Rimarrà di sicuro un segno sulla sedia...
Impaziente ed eccitata, rimango ferma ad aspettare l'orario preciso di chiusura ed esco coi colleghi, li saluto sulla porta e scappo via. Per tutta la strada cammino velocemente e ogni due passi abbasso la gonna, ho paura che si alzi svelando che sono senza mutandine. Arrivo in casetta, non serve nemmeno che io apra con le chiavi, lui è dietro la porta e mi apre appena salgo le scale, mi tira dentro da un braccio e sbatte la porta. Mi mette subito le mani sotto la gonna corta, mi tocca il culo con entrambe le mani "hai lasciato le mutandine nel cassetto come ti ho chiesto... Brava Micia" mentre sono ancora con le sue mani addosso mi sbottono il vestito, rimango con la camicia aperta, indosso ancora le scarpe e il reggiseno. Lui mi bacia la scollatura, passa dal pizzo del reggiseno alla pelle accaldata, sento le sua labbra e la lingua, mi bacia anche un capezzolo nonostante ci sia il tessuto a coprirlo.
Mi sfilo la camicia e senza usare le mani mi tolgo le scarpe e le calcio da un lato. Lui mi tira senza lasciarmi, arriviamo al centro della stanza, vicino al divanetto. Mi piace quando mi chiama in ogni modo, quando non riesce a trattenere i pensieri e si sfoga parlandomi liberamente. Non ha maschere, non ha remore, ogni filtro sarebbe un impedimento al nostro piacere, al suo piacere "è da stamattina che ti penso a cazzo duro" mi dice sedendosi sul divanetto. Questo divano a due posti è piuttosto basso, quando lui si accomoda allarga le gambe tenendo i piedi in fuori, ma soprattutto le ginocchia larghe. Il suo culo rimane quasi in punta alla seduta e appoggia la schiena rimanendo in una posizione semi sdraiata. Quando, come adesso, io rimango in piedi, sembra quasi che io possa dominarlo dall'alto. La cosa che mi eccita più è il suo sguardo, riesco quasi a sentire una sensazione tattile sul mio corpo, come se mi toccasse con il suo sguardo.
Io mi stacco del tutto e metto le mani dietro la schiena per slacciarmi il reggiseno. Non voglio niente addosso. Sfilo le spalline del reggiseno e lo lancio da una parte, mi inginocchio davanti a lui e appoggio i gomiti alle sue gambe, lui mi osserva mentre io poso lo sguardo sul suo cazzo duro. Mi mordo le labbra, gli prendo il cazzo con la mano sinistra, ha un piccolo sussulto "è tutto il giorno che voglio sentire la tua bocca sul mio cazzo" mi tiro un po' su, mi avvicino prendendo il cazzo in bocca dalla punta e scendendo lentamente. Le mie labbra morbide e senza rossetto aderiscono alla pelle morbida e sottile del suo cazzo, la mia lingua riesce a percepire il sapore della sua cappella umida, con la punta della lingua disegno dei cerchi irregolari intorno. Il cazzo è nella mia bocca e lo succhio senza esagerare, siamo nella fase del pompino lento, lo ha desiderato tutto il giorno e cerco di essere all'altezza della sua voglia. Alzo lo sguardo senza smettere di succhiarlo "lo sguardo" mi dice lui abbandonandosi sul divano, non mi tocca, non mi accarezza, si eccita e prova piacere. Ogni movimento che faccio rimane in un livello di piacere rilassato, ma è anche sempre diverso: il modo in cui succhio, il movimento della lingua, se è più o meno nella mia bocca, e lui a tratti è più eccitato, a tratti meno, in alcuni momenti irrigidisce il corpo e le gambe, in altri è rilassato e con gli occhi chiusi. È un gioco di intensità, bassa media e alta. È un modo di prolungare il suo piacere, ogni cosa per accontentare la sua voglia. Questa è la mia devozione nei suoi confronti, questo è il suo desiderio nei miei.
Senza nemmeno spostarsi e senza farmi spostare, di colpo si alza in piedi "metti le mani dietro la schiena" mi ordina mettendosi sopra di me. Spinge un po' il cazzo nella bocca, sento premere con insistenza. "Qualcuno ti ha visto con quel vestitino senza mutandine?" Gli faccio segno di no con la testa "peccato Micia, a volte vorrei raccontare che sei la mia troia, vorrei farlo sapere ai tuoi colleghi, ai clienti dello studio, ai miei amici" spinge ancora il cazzo e mi tiene la testa con entrambe le mani. Riesco a sentire nella mia bocca la sua eccitazione in modo netto, riesco a vedere nei suoi occhi la voglia di godere, non riesce più a resistere. Mi muovo su di lui e lui si muove nella mia bocca. Parla liberamente, sfoga il desiderio su di me. Viene quasi violentemente, il suo corpo è investito dal piacere e non riesce a trattenere un urlo liberatorio. La mia bocca si riempie di lui.
scritto il
2024-06-11
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