PET - il proprietario del mio corpo

di
genere
dominazione

Stiamo lavorando e lui mi telefona con la linea interna "Micia vieni qua" e chiude prima che possa rispondere qualcosa. Nella mia testa tanti pensieri: non mi chiama mai Micia in ufficio, di là ci sono tutti i colleghi, cosa vuole fare?? È più di un'ora che è chiuso nel suo ufficio, non ha nemmeno risposto alle telefonate interne dei colleghi. Prendo dei fogli, una penna, avviso i colleghi che sarò nel suo ufficio e vado. Indosso un vestito molto accollato e con la manica corta, la gonna è leggermente svasata, piuttosto corta, è molto 60's. Ai piedi un paio di stivaletti morbidi con un tacco medio quadrato. Arrivo alla porta del suo ufficio e busso, sento i passi veloci e la chiave della porta girare, evidentemente si era chiuso dentro, molto strano anche questo. Apre e mi tira dentro prendendomi da un braccio, chiude la porta e mi strappa via le cose che ho in mano. È tutto velocissimo, mi spinge contro la porta e mi tira su il vestito fino in vita. Mi tocca spostando le mutandine e mi prende la mano per farsi accarezzare il cazzo duro. I pantaloni sono sbottonati ma tocco il cotone dei suoi boxer, sono umidi e tirati per colpa del cazzo eccitato. Emette suoni indecifrabili, sembrano quasi dei grugniti, ormai scopiamo insieme da tempo ma non l'ho mai sentito così. Cerco di dirgli a bassa voce di calmarsi, ci sono i colleghi di la, aspettiamo di poter andare in casetta ma lui non mi risponde nemmeno, ormai niente lo può fermare e certamente non posso farlo io. Sono appoggiata alla porta con il vestito su e sto in equilibrio su una gamba. Lui mi spinge contro la porta, con una mano mi tiene il culo palpandomi mentre con l'altra mi continua a toccare tenendo le mutandine spostate di lato. Così animale non l'ho mai sentito "sei eccitata anche tu Micia" mi dice all'orecchio "sei bagnata". Gli chiedo cosa vuole fare, provo a dirgli di nuovo di aspettare poche ore per andare in casetta. Questa volta si blocca mi guarda negli occhi a pochissimi centimetri dal mio viso e mi dice "Sono il padrone del tuo corpo Micia. Voglio sentirlo adesso" io provo a ribattere ma rimango ammutolita da questa cosa che mi ha detto, mi sento imbarazzata, mi sento quasi a disagio e non riesco nemmemo a sostenere il suo sguardo. Restiamo fermi così, ma io mi sono raffreddata e credo anche lui, che si stacca da me e mi lascia andare. Io mi sistemo e torno al mio lavoro.
Esce poco dopo, senza nemmeno girarsi a guardarmi. Non rientra, non telefona, non mi manda dei messaggi. A fine giornata decido di tornare a casa.

Il giorno dopo lui arriva molto presto, si chiude in ufficio. Non abbiamo quasi parlato, gli ho passato solo qualche telefonata.
A fine giornata mi avvio verso la casetta, lui esce insieme a me e ai miei colleghi, ci avviamo a piedi verso la casetta, facendo attenzione che nessuno noti che siamo insieme. Facciamo tutta la strada in silenzio, non camminiamo vicini, io rimango un paio di passi dietro a lui. Mentre camminiamo gli guardo quei dettagli che non riesco mai a notare: il modo in cui la camicia gli cade sulle spalle, il suo modo di camminare sicuro e rilassato, riesco perfino a sentire perfettamente il suo profumo, fresco ed eccitante. Non posso fare a meno di chiedermi cosa stia pensando lui in questo momento, non si gira nemmeno una volta a vedere se ci sono: lo sa che sono dietro di lui o gli è indifferente? Vuole scopare? Vuole scopare ancora con me? Mi punirà per ieri? E se non volesse che lo seguissi? Siamo molto vicini alla casetta quando si ferma per pochi secondi, per aspettarmi. Riprende a camminare con in mano le chiavi: "Ieri in ufficio ho immaginato che fossi davanti a me e che mi volessi toccare... ti avrei lasciato giocare un po', volevo vederlo nella tua mano...vedere cosa ne avresti fatto...." mi rivela lui. Non so cosa rispondere e siamo al portone, apre e mi fa entrare. Saliamo le scale in silenzio, come se lui aspettasse una risposta da me. Entriamo in casetta, si sente solo il ronzio dell'aria condizionata, senza dirci niente rimaniamo nel piccolo atrio a spogliarci guardandoci. Oggi indosso un vestito che mi arriva alle caviglie con i bottoncini davanti, ci metto un po' a sbottonarli tutti e a sfilarmi il vestito. Quando io rimango con l'intimo lui è già nudo e mi osserva mentre tolgo ogni cosa. Si avvicina e mi tocca i lividi che ho sulle braccia:
"Quando ti lascio i segni addosso lo faccio per un motivo... voglio che guardandoli ti ricordi che mi appartieni, che dipendi da me." Allungo la mano e gli prendo il cazzo che non è ancora del tutto eccitato. Lo sento ingrossarsi nella mia mano. Lui mugugna piano. Appoggio il palmo dell'altra mano sul petto. ' hai le mani piccole' mi dice mentre mi trascina verso il divano. Si siede ed io, senza nemmeno pensarci, mi inginocchio davanti a lui.
Mi prende la mano che poco fa era sul suo petto, la guarda e la tocca, poi la muove verso di me per farmi toccare i suoi segni, è lui che controlla il mio tocco, che è leggero: ho dei lividi sul polso, sono i segni delle sue mani che mi tenevano ferma mentre mi scopava senza sosta sul letto, giorni fa. Ho un paio di segni violacei sul décolleté, mi pare di ricordare che mi aveva morsa mentre si dedicava al mio seno, avevo urlato così forte che si era scusato con me mentre mi stavo rivestendo. Ho anche dei segni sul seno, sono dei piccoli cerchi che mi ha lasciato mentre mi stringeva, gli piace prendermi le tette a piene mani quando sta per venire, alcune volte stringe molto forte e i lividi compaiono quasi immediatamente.
Mi tira la mano, mi alzo e mi tira verso di sé, vuole che mi sieda su di lui. Con una mano tiene il suo cazzo appoggiato sulla sua pancia, è duro. Io mi metto a gambe larghe su di lui, quando siamo così vicini non riesco a resistere ed inizio a baciargli il collo. Quando lo faccio, sento proprio il suo profumo all'essenza, è un concentrato di eccitazione, io lo respiro a pieni polmoni. Gli afferro il cazzo tra le mani e riesco a sentire che i miei baci gli stanno facendo effetto, si muove autonomamente, sobbalza. Passo dall'altra parte del collo, non posso fermarmi. Lui intanto ha le sue mani ben salde sul mio culo, sento proprio le dita nella mia carne. Ha gli occhi chiusi e la testa indietro appoggiata al divano, le sue mani su di me, le mie su di lui, non smetto di baciare e leccare e annusare il suo collo. È un tempo sospeso, cresce l'eccitazione, il desiderio aumenta in modo incontrollabile. Mi sembra di impazzire, mi struscio sulle sue gambe, tutta bagnata. Lo voglio e mi tiro letteralmente su per prendere il suo cazzo ma lui mi ferma. Mi gelo, mi sembra incredibile che lui non voglia scopare, ha il cazzo così duro "ho deciso che tu non puoi godere" mi dice guardandomi. Mi fa alzare, si alza anche lui e si dirige sul letto, dove si sdraia a pancia in su. Piega le gambe e mi dice di avvicinarmi. Salgo sul letto, se non vuole scopare vuole comunque venire con la mia bocca. Mi avvicino al suo cazzo, inizio leccandogli le palle. Quando sono insalivate bene ci soffio leggermente per qualche secondo, lui soffre e gode quando lo faccio. Intanto la mia piccola mano è sul cazzo e si muove, lui alza un po' il bacino e io scendo con la lingua, lui prova piacere, sento come mugola e sento il suo cazzo nella mia mano reagire, al punto che lui mette la mano sopra la mia, stringe di più e la muove più rapidamente.
Mi eccito a sentirlo così, la mano che è libera scivola in mezzo alle mie gambe, sono bagnata. Passo le dita tra le labbra e sento che sono un lago, continuo a leccare lui, la mano sempre più veloce "prendilo in bocca" mi grida, sta per venire. Mi sbrigo a prenderlo in bocca, solo la punta che è bagnata, è tutto molto rapido e la mia bocca viene invasa dalla sborra calda, è tanta. Istintivamente con gli occhi cerco il suo sguardo, sta godendo e mi guarda mentre la mia bocca si riempie. Siamo entrambi stremati, io ho ancora la mano in mezzo alle gambe, vorrei toccarmi...
scritto il
2024-07-11
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