PET - sono il Capo

di
genere
dominazione

Stamattina quando sono entrato in ufficio, Micia era al suo posto, io ero al telefono e non l'ho nemmeno guardata. Solo a fine mattinata l'ho chiamata per alcune cose da vedere con lei, devo organizzare la mia agenda per gli impegni della settimana. Quando viene nel mio ufficio cerco di mantenere un certo distacco, alle volte evito di guardarla per non eccitarmi. Ci sono state occasioni in cui sono stato sbrigativo nel liquidarla con le cose di lavoro, ma poi appena sono rimasto da solo ho tirato fuori il cazzo e mi sono dovuto tirare una sega veloce. Mi piace il suo modo di essere remissiva con me, non ho mai avuto una amante così devota ma al tempo stesso maliziosa. Le piace provocarmi con i suoi vestitini, con quel suo modo di guardarmi, con il sorrisetto che ha di tanto in tanto, anche qui in ufficio. A me piace mantenere l'eccitazione alta qui in ufficio e poi andare nel monolocale a sfogarmi, mi piace farla sentire usata, mi piace dirle qualsiasi cosa mi passi per la testa, per lei niente è troppo volgare o morboso. Tutte queste cose che allontanerebbero qualsiasi altra donna, sono i motivi per cui lei torna ancora e ancora per farsi scopare. È una Micia in calore, ingorda del mio cazzo, a cui piace eccitarmi e farmi godere.
Mancano circa 2 ore alla chiusura, esco prima, appuntamento veloce con un cliente e poi vado nella casetta ad aspettarla. Me me vado di corsa, la saluto a stento, ma appena salgo in macchina le mando un messaggio e le dico di venire da me dopo. È un ordine e so che lei ci sarà. Sbrigo tutto velocemente con il cliente ed eccomi di ritorno verso l'ufficio, il monolocale è molto vicino. Salgo, ho giusto il tempo di una doccia veloce e lei dovrebbe arrivare. Quando esco dalla doccia indosso un asciugamano grande in vita e mi affaccio dal balconcino per vedere se arriva. Eccola lì, solo a pensarci mi torna il cazzo di marmo. Ritorno in bagno per togliere l'asciugamano. Non riesco a non toccarmi il cazzo. La sento mentre sale le scale, apre con le chiavi e mi cerca. La chiamo "Micia eccoti". Lei si spoglia con quel sorriso malizioso ed io rimango a guardare accarezzandomi il cazzo lentamente, a distanza senza avvicinarmi. Lei rimane nuda nel piccolissimo atrio, io rimango nudo nel bagno semibuio ad accarezzarmi il cazzo. Sta aspettando un mio cenno, un ordine da me. Mi avvicino, la prendo dalle spalle e la giro, le accarezzola schiena nuda, il culo, le passo la mano in mezzo. Lei ha dei brividi sulla pelle, ci sono molti segni delle scopate con me, io ho il cazzo duro e mi struscio sulle sue cosce, la giro ancora davanti a me, la tocco davanti, il seno, la pancia, arrivo all'inguine. Vorrei scoparmela qui, adesso, in piedi come due animali, mi fermo perché voglio giocare un po' con lei. Con la mano torno su e vado sul collo "non hai messo il collare..." Le dico piano. Lei mi guarda colpevole, senza dirmi niente "voglio che lo indossi" allunga la mano e lo prende, me lo porge, io glielo allaccio al collo e torno ad accarezzarla. Il suo respiro cambia. Mi fermo ad ascoltarlo sempre più eccitato. Ci basta stare vicini per eccitarci, è una sensazione palpabile, vera.
Mi allontano e vado verso il divano, lei mi segue, mi siedo con le gambe larghe e il cazzo dritto davanti a me, lei è in piedi a pochi centimetri, ancora in attesa di un cenno "prendilo in mano, fai piano" si inginocchia davanti e lo afferra saldamente, inizia a muovere la mano. Io la guardo, quando sono così eccitato mi piace ancora di più sentire la sua mano, le afferro le tette con le mani, ci gioco, mi piace toccarle i capezzoli, stringerli. Le faccio male, la pizzico, ma lei continua a segarmi lentamente "vuoi scopare Micia?" Le chiedo lasciandola sorpresa per un attimo "si" "vai sul letto, ti voglio scopare anche io". La guardo mentre si tira su e si allontana, si gira per vedere se io la raggiungo. Senza che le dica niente si mette a pecorina sul letto, io mi avvicino sempre di più e le guardo la figa schiusa, le labbra sono lucide, riesco quasi a il calore avvolgermi. La voglio, salgo sul letto e mi appoggio dietro di lei, passo la mano in mezzo alle labbra, lei hai un piccolo sussulto. Appoggio il cazzo, la cappella è umida e i nostri umori si mischiano. Spingo lentamente, mi godo la sensazione di penetrarla, arrivo in fondo e rimango dentro qualche secondo, tenendo una mano sulla sua schiena per farla inarcare bene. Esco un po' e poi riaffondo, il cazzo è durissimo e molto sensibile. I primi colpi sono cadenzati e profondi, voglio di più. La scopo con tutto il desiderio che ho, le faccio sentire il mio lato animale, sono un toro, sono un porco, sono un leone. Lei è una micia, una cagna, una porca da scopare senza mezze misure. Non ragiono, la mia testa è leggera, il corpo ha bisogno di godere, devo sfogarmi, la sculaccio forte, mi aggrappo ai suoi fianchi, stringo, grido, mi agito. Le mie palle sbattono contro di lei.
Voglio vederla, mi tolgo "girati voglio guardarti negli occhi", lei obbedisce come una gattina ammaestrata, io mi sento potente e appena lei è in posizione riprendo a scoparla, non mi trattengo più. Non voglio trattenermi, lei non vuole che mi trattengo, devo godere. La guardo negli occhi vedo la sua espressione di godimento, mi chiama "Capo... Padrone... Toro... perverso..." Sono sempre io, la chiamo a mia volta "troia... Micia... Bambola...", tiro fuori il cazzo appena in tempo, non ho quasi nemmeno bisogno di prenderlo in mano e le vengo addosso. Godo ancora di più quando la sporco con la mia sborra, grido fortissimo e la imbratto sulla cosce aperte, sulle labbra bagnatissime, sulla pancia morbida. Ho il fiatone, mi butto sul letto affianco a lei, con il cazzo ancora in mano. Lei allunga la mano mi tocca la pelle madida di sudore, sono bollente. Mi giro e la guardo, anche lei si sta riprendendo, tutta sporca di me.
scritto il
2024-06-19
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