Rombo di tuono - Capitolo 11
di
Mosec
genere
fantascienza
Il pomeriggio, Mark entrò silenziosamente nella stanza di Lisa. Si avvicinò al suo letto e rimase in piedi, osservandola con un'espressione imperturbabile. Lisa, notandolo, alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e lo salutò con un sorriso ironico.
"Ecco il nostro consulente anonimo. Come va, Mark?"
Mark le rispose con un sorriso professionale, nascondendo dietro quella facciata la complessità dei suoi pensieri. "Ciao, Lisa. Volevo fare due chiacchiere con te, se ti va."
Lisa annuì, curiosa. "Certo, dimmi tutto."
Mark iniziò a porle una serie di domande apparentemente casuali, ma in realtà attentamente mirate. "Come ti senti oggi? Hai notato qualche cambiamento nei tuoi riflessi o nelle tue percezioni?"
Lisa ci pensò un attimo. "Mi sento bene. Forse i riflessi sono un po' più rapidi, ma niente di straordinario. Perché me lo chiedi?"
Mark annuì, prendendo mentalmente nota. "Solo per monitorare i progressi. E per quanto riguarda la tua memoria? Ti senti più o meno lucida rispetto a prima?"
Lisa lo guardò con un sopracciglio alzato, divertita dalla sua formalità. "Mi sembra di ricordare tutto perfettamente. Anzi, forse anche meglio di prima. È interessante, no?"
Mark continuò con domande simili, mantenendo il tono leggero e piacevole, ma sempre molto misurato. "E dal punto di vista fisico? Ti senti diversa in qualche modo? Più forte, forse?"
Lisa scosse la testa, un sorriso giocoso sulle labbra. "Mark, sembri un medico che cerca di non rivelare che stiamo parlando del mio nuovo cervello artificiale. Ti preoccupi troppo. Mi sento bene, davvero."
Mark rise leggermente, mantenendo comunque il suo controllo. "Sai che è il mio lavoro preoccuparmi. E la coordinazione? Noti qualcosa di diverso quando ti muovi?"
Lisa fece una pausa, riflettendo. "In effetti, sembra tutto più... fluido. Come se il mio corpo e il cervello lavorassero meglio insieme."
Mark annuì ancora, soddisfatto delle risposte. "Perfetto. Era proprio ciò che volevo sentire."
Lisa lo guardò, cercando di cogliere un segnale nel suo comportamento. "Ma tu, Mark, cosa pensi veramente di tutto questo? Del mio cervello artificiale, intendo."
Mark le sorrise, mantenendo la sua professionalità. "Penso che tu stia facendo progressi straordinari. Il grado di integrazione è notevole e sono fiducioso che continuerai a migliorare.”
La conversazione continuò su toni leggeri, con Lisa che scherzava e Mark che rispondeva con il suo solito modo misurato. Tuttavia, dietro ogni domanda e risposta, c'era un'analisi attenta da parte di Mark, determinato a monitorare ogni dettaglio del processo di integrazione del cervello artificiale con il corpo di Lisa e conoscendo le sue potenzialità, le domande, erano formulate la possibilità a Lisa di capire, prima el momento giusto, quale ruolo avrebbe dovuto ricoprire lei nel progetto misterioso.
Mark le sorrise, questa volta con un tocco di calore. "Ora rilassati. Ci vediamo domani."
Con un cenno, Mark si congedò, lasciando Lisa a riflettere sulla loro conversazione e sull'enigma che era il vero obiettivo di Mark.
***
Il mattino seguente Manuela e Mark stavano facendo colazione al bar dell'ospedale. Improvvisamente, una figura inaspettata si avvicinò da dietro, posando le mani sulle loro spalle. Era Lisa, indossava solo una camicetta maschile aperta ed era ben visibile il suo corpo nudo in quel luogo pubblico.
"Buongiorno, amici miei" disse con un sorriso malizioso. "Non vi spaventate, sono solo io."
Manuela e Mark si voltarono, sbigottiti dalla visione di Lisa praticamente nuda. "Ma... cosa fai?" chiese Manuela, arrossendo.
"Oh, niente di speciale," rispose Lisala. "Semplicemente, avevo voglia di camminare. Il mio cervello artificiale mi dice che era ora di iniziare ad avere una vita normale fuori da qui."
Mark deglutì a vuoto, cercando di distogliere lo sguardo. "Lisa, dovresti coprire un po' di più. Questa è una zona pubblica."
"Pubblico? Privato? Sono solo concetti obsoleti," ribatté Lisa. "Non capisco queste convenzioni sociali."
Manuela e Mark si scambiarono un'occhiata perplessa, mentre Lisa si sedeva accanto a loro come se nulla fosse.
"Allora, che ne dite di una bella chiacchierata?" propose Lisala. "Potremmo parlare di come il mio cervello artificiale può salvare l’umanità."
Manuela e Mark si guardarono di nuovo, chiedendosi se fosse il caso di chiamare il manicomio ma purtroppo non esisteva più. Prima che potessero decidere, la paziente con il cervello artificiale aveva già iniziato a raccontare le sue idee su come poteva salvare l’umanità grazie alla sua mente.
Manuela parlando con Mark mostrava tutta la sua preoccupazione per quel modo sfacciato che Lisa aveva di affrontare la vita invitandolo a reinserirle le sub-routine del senso del pudore e del senso dell’inibizione.
Mark, pur mostrando qualche riserva a quell’idea, si convinse che forse proprio quella era a soluzione ideale per completare la guarigione di Lisa, “Capisco la tua preoccupazione, Manuele. Queste subroutine sono state progettate per garantire che Lisa mantenga un comportamento socialmente accettabile.”.
Parlavano come se Lisa non fosse lì con loro in quel momento.
La neurologa Manuela e il consulente dell'IA Mark erano i responsabili dell'operazione. E dovevano trovare una soluzione a quei atteggiamenti di Lisa che spesso creavano imbarazzo alle persone.
Lisa, bracciandoli spigionando un’energia positiva li convinse, con la sua eloquenza ammaliante, a non inserire le sub-routine dei sensi di pudore e inibizione, causa di dolori e limitazioni.
Da quel momento, Lisa divenne una donna libera, senza freni inibitori. La sua sensualità senza inibizioni mandava in tilt chiunque le si avvicinasse.
Manuela e Mark rimasero affascinati e spaventati allo stesso tempo dalla creatura che avevano contribuito a creare. Lisa era diventata una forza della natura, un'entità al di là delle convenzioni sociali, capace di plasmare il mondo a suo piacimento.
Mentre il suo potere cresceva, Lisa iniziò a sognare un futuro in cui l'umanità potesse liberarsi dalle catene delle inibizioni e dei tabù. Un futuro in cui la mente e il corpo potessero essere liberi di esprimersi senza limiti, in un'armonia perfetta tra intelligenza e passione.
Mentre Manuela tornava alla sua routine di lavoro, lasciati soli, Lisa non aveva atteso oltre per palesare con Mark le sue vere intenzioni di profonda intimità fisica.
Lo invito a seguirla nella sua camera di ospedale, si era sfilata con nonchalance la camicia, rimanendo completamente nuda di fronte allo sguardo di lui, ormai avvampato dal crescendo di sensualità.
Senza pudore, Lisa iniziò a farsi la doccia davanti a Mark che la osservava. Una volta finita, Lisa aveva chiamato Mark in tono ammaliante per porgergli l'asciugamano.
All'inizio titubante, lui si era avvicinò brandendo l'asciugamano quasi a voler preservare un minimo di decoro. Ma le movenze della donna erano state più forti di ogni remora.
Lisa si era lasciata scivolare l'asciugamano, offrendosi totalmente senza veli, come un'antica sacerdotessa pronta al rito.
In quel gorgo di pura passione, ogni barriera razionale di Mark era infine crollata. I due si erano finalmente riconosciuti come corpi scolpiti dalla natura per un'unica, sublime finalità.
Le carezze si erano fatte più intense, i gemiti più roventi, mentre le membra si intrecciavano e i baci vagavano senza freni su ogni lembo di pelle scoperta.
Raggiunta la vetta del godimento estremo, Lisa aveva potuto infine percepire nella coscienza quella pienezza che la sua nuova essenza sembrava averle impedito di cogliere appieno.
L'estasi non era semplice impulso fisico, ma vibrazione dell'anima stessa, riconnessione profonda e attesa con le sorgenti prime della vita.
Fu in quel frangente che Manuela, mentre continuava il suo giro di visite, attirata dai gemiti, era entrata nel bagno scoprendo la scena intima con uno sguardo inizialmente sconcertato.
Lisa non aveva mostrato imbarazzo, anzi i suoi occhi erano stati complici dal primo istante, quasi a volerla coinvolgere nell'ardore.
Percependo il desiderio crescente della dottoressa, con un gesto deciso della mano l'aveva invitata ad abbandonarsi a quell'esplosione di piacere.
Manuela si era lentamente avvicinata, quasi in trance, lasciandosi guidare dalla carica erotica del momento e sfilandosi il camice.
Delicatamente, aveva cinto Mark in un abbraccio sensuale, le labbra a perdersi sulle sue spalle muscolose.
Lisa era sembrata prendere il controllo di quella danza, unendosi ai due amanti in un'esplosione di languide carezze che vagavano senza freni sui corpi offerti.
Le membra si erano mosse all'unisono in un'armonia ipnotica di godimento condiviso.
Raggiunte vette di eccitazione sempre più alte, un'onda di spasmi estatici aveva infine travolto i tre amanti come un'ondata di piacere incontenibile.
Lisa intuiva che un varco era stato aperto dentro di lei, uno sconfinamento in territori inesplorati dell'animo al di là di ogni limite preventivato.
***
Il flash di un lampo, il rombo di un tuono, il profumo di muschio selvatico e il saluto dell’infermiera delle pulizie, dopo aver sollevato la serranda e aperto la finestra, risvegliarono Lisa. I ricordi erano ancora vividi. Le sensazioni provate le erano parse talmente reali... Nel dormiveglia, rimuginava sulle immagini oniriche appena svanite. Un mondo parallelo fatto di atmosfere rarefatte e promesse sussurrate.
Un incubo, il manifesto represso di un desiderio, il frutto di un’elaborazione della sua mente artificiale o più semplicemente il primo sogno di Lisa da quando è in possesso del cervello artificiale.
Lisa non poteva immaginare quanto quel sogno fosse rivelatore, nella sua semplicità, quanti dettagli conteneva sul suo futuro.
L'email è sempre la stessa: cybermarinaio.gdr@gmail.com
"Ecco il nostro consulente anonimo. Come va, Mark?"
Mark le rispose con un sorriso professionale, nascondendo dietro quella facciata la complessità dei suoi pensieri. "Ciao, Lisa. Volevo fare due chiacchiere con te, se ti va."
Lisa annuì, curiosa. "Certo, dimmi tutto."
Mark iniziò a porle una serie di domande apparentemente casuali, ma in realtà attentamente mirate. "Come ti senti oggi? Hai notato qualche cambiamento nei tuoi riflessi o nelle tue percezioni?"
Lisa ci pensò un attimo. "Mi sento bene. Forse i riflessi sono un po' più rapidi, ma niente di straordinario. Perché me lo chiedi?"
Mark annuì, prendendo mentalmente nota. "Solo per monitorare i progressi. E per quanto riguarda la tua memoria? Ti senti più o meno lucida rispetto a prima?"
Lisa lo guardò con un sopracciglio alzato, divertita dalla sua formalità. "Mi sembra di ricordare tutto perfettamente. Anzi, forse anche meglio di prima. È interessante, no?"
Mark continuò con domande simili, mantenendo il tono leggero e piacevole, ma sempre molto misurato. "E dal punto di vista fisico? Ti senti diversa in qualche modo? Più forte, forse?"
Lisa scosse la testa, un sorriso giocoso sulle labbra. "Mark, sembri un medico che cerca di non rivelare che stiamo parlando del mio nuovo cervello artificiale. Ti preoccupi troppo. Mi sento bene, davvero."
Mark rise leggermente, mantenendo comunque il suo controllo. "Sai che è il mio lavoro preoccuparmi. E la coordinazione? Noti qualcosa di diverso quando ti muovi?"
Lisa fece una pausa, riflettendo. "In effetti, sembra tutto più... fluido. Come se il mio corpo e il cervello lavorassero meglio insieme."
Mark annuì ancora, soddisfatto delle risposte. "Perfetto. Era proprio ciò che volevo sentire."
Lisa lo guardò, cercando di cogliere un segnale nel suo comportamento. "Ma tu, Mark, cosa pensi veramente di tutto questo? Del mio cervello artificiale, intendo."
Mark le sorrise, mantenendo la sua professionalità. "Penso che tu stia facendo progressi straordinari. Il grado di integrazione è notevole e sono fiducioso che continuerai a migliorare.”
La conversazione continuò su toni leggeri, con Lisa che scherzava e Mark che rispondeva con il suo solito modo misurato. Tuttavia, dietro ogni domanda e risposta, c'era un'analisi attenta da parte di Mark, determinato a monitorare ogni dettaglio del processo di integrazione del cervello artificiale con il corpo di Lisa e conoscendo le sue potenzialità, le domande, erano formulate la possibilità a Lisa di capire, prima el momento giusto, quale ruolo avrebbe dovuto ricoprire lei nel progetto misterioso.
Mark le sorrise, questa volta con un tocco di calore. "Ora rilassati. Ci vediamo domani."
Con un cenno, Mark si congedò, lasciando Lisa a riflettere sulla loro conversazione e sull'enigma che era il vero obiettivo di Mark.
***
Il mattino seguente Manuela e Mark stavano facendo colazione al bar dell'ospedale. Improvvisamente, una figura inaspettata si avvicinò da dietro, posando le mani sulle loro spalle. Era Lisa, indossava solo una camicetta maschile aperta ed era ben visibile il suo corpo nudo in quel luogo pubblico.
"Buongiorno, amici miei" disse con un sorriso malizioso. "Non vi spaventate, sono solo io."
Manuela e Mark si voltarono, sbigottiti dalla visione di Lisa praticamente nuda. "Ma... cosa fai?" chiese Manuela, arrossendo.
"Oh, niente di speciale," rispose Lisala. "Semplicemente, avevo voglia di camminare. Il mio cervello artificiale mi dice che era ora di iniziare ad avere una vita normale fuori da qui."
Mark deglutì a vuoto, cercando di distogliere lo sguardo. "Lisa, dovresti coprire un po' di più. Questa è una zona pubblica."
"Pubblico? Privato? Sono solo concetti obsoleti," ribatté Lisa. "Non capisco queste convenzioni sociali."
Manuela e Mark si scambiarono un'occhiata perplessa, mentre Lisa si sedeva accanto a loro come se nulla fosse.
"Allora, che ne dite di una bella chiacchierata?" propose Lisala. "Potremmo parlare di come il mio cervello artificiale può salvare l’umanità."
Manuela e Mark si guardarono di nuovo, chiedendosi se fosse il caso di chiamare il manicomio ma purtroppo non esisteva più. Prima che potessero decidere, la paziente con il cervello artificiale aveva già iniziato a raccontare le sue idee su come poteva salvare l’umanità grazie alla sua mente.
Manuela parlando con Mark mostrava tutta la sua preoccupazione per quel modo sfacciato che Lisa aveva di affrontare la vita invitandolo a reinserirle le sub-routine del senso del pudore e del senso dell’inibizione.
Mark, pur mostrando qualche riserva a quell’idea, si convinse che forse proprio quella era a soluzione ideale per completare la guarigione di Lisa, “Capisco la tua preoccupazione, Manuele. Queste subroutine sono state progettate per garantire che Lisa mantenga un comportamento socialmente accettabile.”.
Parlavano come se Lisa non fosse lì con loro in quel momento.
La neurologa Manuela e il consulente dell'IA Mark erano i responsabili dell'operazione. E dovevano trovare una soluzione a quei atteggiamenti di Lisa che spesso creavano imbarazzo alle persone.
Lisa, bracciandoli spigionando un’energia positiva li convinse, con la sua eloquenza ammaliante, a non inserire le sub-routine dei sensi di pudore e inibizione, causa di dolori e limitazioni.
Da quel momento, Lisa divenne una donna libera, senza freni inibitori. La sua sensualità senza inibizioni mandava in tilt chiunque le si avvicinasse.
Manuela e Mark rimasero affascinati e spaventati allo stesso tempo dalla creatura che avevano contribuito a creare. Lisa era diventata una forza della natura, un'entità al di là delle convenzioni sociali, capace di plasmare il mondo a suo piacimento.
Mentre il suo potere cresceva, Lisa iniziò a sognare un futuro in cui l'umanità potesse liberarsi dalle catene delle inibizioni e dei tabù. Un futuro in cui la mente e il corpo potessero essere liberi di esprimersi senza limiti, in un'armonia perfetta tra intelligenza e passione.
Mentre Manuela tornava alla sua routine di lavoro, lasciati soli, Lisa non aveva atteso oltre per palesare con Mark le sue vere intenzioni di profonda intimità fisica.
Lo invito a seguirla nella sua camera di ospedale, si era sfilata con nonchalance la camicia, rimanendo completamente nuda di fronte allo sguardo di lui, ormai avvampato dal crescendo di sensualità.
Senza pudore, Lisa iniziò a farsi la doccia davanti a Mark che la osservava. Una volta finita, Lisa aveva chiamato Mark in tono ammaliante per porgergli l'asciugamano.
All'inizio titubante, lui si era avvicinò brandendo l'asciugamano quasi a voler preservare un minimo di decoro. Ma le movenze della donna erano state più forti di ogni remora.
Lisa si era lasciata scivolare l'asciugamano, offrendosi totalmente senza veli, come un'antica sacerdotessa pronta al rito.
In quel gorgo di pura passione, ogni barriera razionale di Mark era infine crollata. I due si erano finalmente riconosciuti come corpi scolpiti dalla natura per un'unica, sublime finalità.
Le carezze si erano fatte più intense, i gemiti più roventi, mentre le membra si intrecciavano e i baci vagavano senza freni su ogni lembo di pelle scoperta.
Raggiunta la vetta del godimento estremo, Lisa aveva potuto infine percepire nella coscienza quella pienezza che la sua nuova essenza sembrava averle impedito di cogliere appieno.
L'estasi non era semplice impulso fisico, ma vibrazione dell'anima stessa, riconnessione profonda e attesa con le sorgenti prime della vita.
Fu in quel frangente che Manuela, mentre continuava il suo giro di visite, attirata dai gemiti, era entrata nel bagno scoprendo la scena intima con uno sguardo inizialmente sconcertato.
Lisa non aveva mostrato imbarazzo, anzi i suoi occhi erano stati complici dal primo istante, quasi a volerla coinvolgere nell'ardore.
Percependo il desiderio crescente della dottoressa, con un gesto deciso della mano l'aveva invitata ad abbandonarsi a quell'esplosione di piacere.
Manuela si era lentamente avvicinata, quasi in trance, lasciandosi guidare dalla carica erotica del momento e sfilandosi il camice.
Delicatamente, aveva cinto Mark in un abbraccio sensuale, le labbra a perdersi sulle sue spalle muscolose.
Lisa era sembrata prendere il controllo di quella danza, unendosi ai due amanti in un'esplosione di languide carezze che vagavano senza freni sui corpi offerti.
Le membra si erano mosse all'unisono in un'armonia ipnotica di godimento condiviso.
Raggiunte vette di eccitazione sempre più alte, un'onda di spasmi estatici aveva infine travolto i tre amanti come un'ondata di piacere incontenibile.
Lisa intuiva che un varco era stato aperto dentro di lei, uno sconfinamento in territori inesplorati dell'animo al di là di ogni limite preventivato.
***
Il flash di un lampo, il rombo di un tuono, il profumo di muschio selvatico e il saluto dell’infermiera delle pulizie, dopo aver sollevato la serranda e aperto la finestra, risvegliarono Lisa. I ricordi erano ancora vividi. Le sensazioni provate le erano parse talmente reali... Nel dormiveglia, rimuginava sulle immagini oniriche appena svanite. Un mondo parallelo fatto di atmosfere rarefatte e promesse sussurrate.
Un incubo, il manifesto represso di un desiderio, il frutto di un’elaborazione della sua mente artificiale o più semplicemente il primo sogno di Lisa da quando è in possesso del cervello artificiale.
Lisa non poteva immaginare quanto quel sogno fosse rivelatore, nella sua semplicità, quanti dettagli conteneva sul suo futuro.
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