Il giorno dopo - Capitolo 10

di
genere
fantascienza

Il mattino seguente, la luce del sole filtrò attraverso le tende, illuminando delicatamente la stanza. Manuela fu la prima ad aprire gli occhi, trovandosi avvolta nel calore delle lenzuola e nella presenza di Mark accanto a lei. Per un momento, rimase immobile, lasciando che i ricordi della notte appena trascorsa riaffiorassero nella sua mente.
Mark si svegliò poco dopo, incontrando lo sguardo di Manuela. Un sorriso complice si disegnò sui loro volti, riflettendo la condivisione di un'esperienza intima e appagante.
"Buongiorno," mormorò Mark, la voce ancora roca dal sonno.
"Buongiorno a te," rispose Manuela, stiracchiandosi leggermente.
Rimasero in silenzio per qualche istante, ciascuno perso nei propri pensieri. La notte trascorsa era stata intensa, un momento di connessione fisica e di piacere condiviso. Tuttavia, entrambi comprendevano la natura di quell'incontro: un'esplosione di passione, un bagliore splendente ma effimero.
"È stato bello," disse infine Manuela, rompendo il silenzio.
Mark annuì. "Davvero bello. Ma..."
"Ma è stata l’avventura di una notte… tranquillo, siamo adulti e consezienti" completò Manuela, anticipando i suoi pensieri.
"Esattamente," confermò Mark. "Un'esperienza meravigliosa, senza..."
"Senza complicazioni profonde," concluse lei.
Si guardarono, trovando conforto nella reciproca comprensione. Non c'era imbarazzo, né rimpianti, solo la consapevolezza di aver condiviso un momento speciale che non avrebbe alterato la loro relazione professionale o creato aspettative romantiche.
Mentre i primi raggi del sole illuminavano completamente la stanza, Manuela e Mark iniziarono a rivestirsi. Un sottile velo di imbarazzo aleggiava nell'aria, ma era mitigato da un'intesa quasi complice che si era instaurata tra loro.
Mark, allacciandosi la camicia, lanciò uno sguardo a Manuela che stava sistemando i suoi capelli. I loro occhi si incontrarono e un sorriso spontaneo apparve sui loro volti.
"Penso che questa calza sia tua," disse Manuela, porgendogliela con un tocco leggero sulla mano.
"Grazie," rispose Mark, prendendola. "E questo... credo sia il tuo emmmm… perizoma."
Scambiarono ancora qualche sguardo d'intesa mentre completavano di vestirsi, comunicando silenziosamente la loro comprensione condivisa della situazione.
Una volta pronti, si ritrovarono uno di fronte all'altra, pronti a riprendere i loro ruoli professionali e le loro vite separate.
"Beh," iniziò Mark, "è stato..."
"...intenso," completò Manuela con un sorriso.
"È piacevole," aggiunse lui.
Manuela annuì. "Decisamente. Ma ora..."
"Torniamo alla realtà," concluse Mark.
Si avvicinarono per un ultimo saluto. Manuela posò delicatamente una mano sulla spalla di Mark, mentre lui le sfiorava gentilmente il braccio.
"Ci vediamo in ospedale," disse Manuela.
"A più tardi," rispose Mark.
Con un ultimo sguardo carico di complicità e un abbraccio affettuoso ma breve, si separarono. Uscirono dalla stanza uno dopo l'altra, pronti a immergersi nuovamente nei loro impegni quotidiani, portando con sé il ricordo di quella notte come un segreto condiviso, prezioso ma destinato a rimanere un episodio isolato nelle loro vite.
Manuela entrò nell'ospedale, la mente ancora divisa tra i ricordi della notte passata e i suoi doveri professionali. Si diresse verso la stanza di Lisa per la visita medica di routine, cercando di focalizzarsi completamente sul suo ruolo di neurologa.
Aprendo la porta della stanza, salutò Lisa con un sorriso professionale. "Buongiorno Lisa, come ti senti oggi?"
Mentre Lisa iniziava a rispondere, lo sguardo di Manuela fu catturato da qualcosa sul comodino: un invitante dolce di latte e uova, dall'aspetto delizioso e fatto in casa.
"Oh," disse Manuela, interrompendo gentilmente Lisa. "Quel dolce sembra davvero appetitoso. L'hanno portato i tuoi genitori?"
Lisa annuì. "Sì, mia madre l'ha preparato. È il mio preferito."
Manuela si avvicinò al dolce, osservandolo con crescente interesse. Il profumo di vaniglia e caramello riempiva l'aria, facendole venire l'acquolina in bocca.
"Sai, Lisa," disse Manuela con un sorriso, "penso che potremmo concederci una piccola pausa dolce prima della visita. Che ne dici se lo assaggiamo insieme?"
Senza attendere risposta, Manuela si diresse verso il telefono interno della stanza e chiamò il personale dell'ospedale.
"Pronto? Sono la dottoressa Manuela dalla stanza 305. Potreste portarci un paio di piattini e alcune posate, per favore? Grazie mille."
Tornando verso Lisa, Manuela sorrise. "Non possiamo lasciarci sfuggire l'occasione di assaggiare un dolce fatto in casa, vero? Sarà un bel modo per iniziare la giornata e potremmo parlare un po' mentre lo gustiamo."
Lisa sembrò sorpresa ma piacevolmente colpita dall'atteggiamento informale della dottoressa. L'arrivo imminente del dolce creò un'atmosfera più rilassata nella stanza. Lisa osservava attentamente la dottoressa Manuela e si accorse che c’era qualcosa di diverso in lei.
Mentre attendevano le posate, Lisa spiegò a Manuela l'origine del dolce:
"È un regalo dei miei genitori, l'hanno portato durante la loro ultima visita," disse con un sorriso affettuoso. "Sa, dottoressa, questo dolce mi ha ricordato qualcosa..."
Lisa fece una pausa, cercando le parole giuste. Manuela la incoraggiò con uno sguardo comprensivo.
"Mi riporta alla mente la sera della mia laurea," continuò Lisa. "Avevo deciso di festeggiare in modo... diciamo, poco convenzionale."
Manuela ascoltava attentamente, notando come Lisa parlasse dell'evento con una franchezza inaspettata.
"Ho raccontato ai miei genitori di quella serata," proseguì Lisa. "Non avrebbe dovuto vedere le loro facce! Erano così sorpresi di scoprire che la loro 'brava ragazza' avesse un lato così... vivace."
Lisa rise leggermente, ma Manuela percepì una nota di complessità in quella risata.
"Deve essere stato un momento difficile per loro," commentò Manuela con delicatezza.
Lisa annuì. "Lo è stato. Ma sa, in qualche modo, raccontare quella storia mi ha fatto sentire più vicina a loro. Come se finalmente potessero vedere la vera me, con tutte le mie sfaccettature."
Manuela rifletté su come l'impianto avesse influenzato la capacità di Lisa di condividere queste esperienze senza filtri. Era un cambiamento significativo, che richiedeva un attento monitoraggio.
"È importante che tu possa esprimerti liberamente, Lisa," disse Manuela. "Ma ricorda che non tutti potrebbero essere pronti ad accettare certe verità con la stessa apertura. Dobbiamo lavorare insieme per trovare un equilibrio tra onestà e sensibilità verso gli altri."
Lisa sembrò riflettere su queste parole. "Ha ragione, dottoressa. Sto ancora imparando a gestire questa nuova... franchezza."
Il loro dialogo fu interrotto dall'arrivo delle posate. Manuela sorrise, prendendo i piattini. "Bene, ora possiamo goderci questo dolce e continuare la nostra chiacchierata in modo
Mentre Lisa continuava a raccontare i dettagli della sua serata post-laurea, Manuela si ritrovò improvvisamente immersa nei ricordi della notte appena trascorsa con Mark. Le immagini fluivano nella sua mente: gli sguardi complici, i tocchi delicati, l'intimità condivisa...
Un sottile sorriso si dipinse sulle labbra di Manuela, un misto di dolcezza e malizia che cercò di nascondere dietro un'espressione professionale. Tuttavia, il cervello artificiale di Lisa, con la sua acuta capacità di osservazione, colse immediatamente quel cambiamento nell'espressione della dottoressa.
"Dottoressa Manuela," interruppe Lisa con un tono curioso, "anche lei mi deve spiegare qualche dettaglio di ieri"
Colta di sorpresa, Manuela si sforzò di mantenere la sua compostezza. "Oh, non è successo nulla di particolare"
"Particolari piacevoli, direi," insistette Lisa con un sorriso astuto. "Sa, il mio nuovo cervello è piuttosto bravo a cogliere i micro-cambiamenti nell'espressione facciale. E il suo volto racconta una storia interessante."
Manuela si schiarì la voce, cercando di reindirizzare la conversazione. "Beh, Lisa, ricorda che dobbiamo sempre essere cauti nel trarre conclusioni affrettate. Ora, tornando alla tua situazione..."
Ma Lisa, con la sua nuova franchezza, non si lasciò distogliere così facilmente. "Dottoressa, sa che può fidarsi di me. Se c'è qualcosa che vuole condividere, sono qui per ascoltare. Dopotutto, lei ha ascoltato le mie storie." Con un gesto inconsueto Lisa abbraccio Manuela calorosamente sorprendendola.
Manuela si trovò di fronte a un dilemma: mantenere il suo ruolo professionale o aprirsi un po' con la sua paziente? Decise di optare per un approccio equilibrato.
"Lisa, apprezzo la tua attenzione e la tua apertura. È vero, ho dei ricordi piacevoli, ma come tua dottoressa, devo mantenere un certo livello di riservatezza. Tuttavia, posso dirti che è importante avere momenti di gioia nella vita, purché siano gestiti con responsabilità."
Lisa annuì, comprendendo il messaggio sottinteso. "Capisco, dottoressa. E apprezzo la sua onestà. Dev’essere stata una bellissima scopata"
Manuela arrossì, "Emmm, Lisa. Per ora, concentriamoci sul tuo recupero e su come gestire al meglio le tue nuove capacità." Cercava di sfuggire in qualche modo agli integrativi di lei. Lisa con un gesto spontaneo abbraccio nuovamente Manuela.
In quel momento, Mark entrò nella stanza d'ospedale, trovando Manuela seduta sul letto di Lisa in un abbraccio amichevole. Sorrise, salutando con entusiasmo: "Buongiorno a tutte!"
Manuela rispose con un saluto più riservato, mentre Lisa si illuminò: "Buongiorno Mark!"
Lisa si staccò da Manuela e tese le braccia verso Mark, invitandolo ad avvicinarsi. Manuela, con tono serio, disse a Mark: "Noi due dobbiamo parlare."
Mark esitò un momento, perplesso, ma poi si avvicinò per abbracciare Lisa. Inaspettatamente, Lisa gli diede un bacio sulle labbra, trattenendolo con le braccia cercando d insinuare la lingua dentro, lasciando tutti sorpresi.
Un urlo usci dalla bocca di Manuela “MAARK”. Mark tento di ritrarsi al bacio.
"Mmm, che sapore interessante," commentò Lisa, come se stesse analizzando qualcosa. "Sembra che voi due vi siate divertiti molto ieri."
Manuela ancora nervosa per come Mark ha lasciato che Lisa lo baciasse rispose d’impeto “ma che dici!!!”
Ebbe appena finito di dire quelle parole che fu avvolta dal braccio di Lisa he porto le labbra nelle sue e il tentativo di insinuare la lingua dentro la sua bocca in questo riuscì. Mark rimase li ad osservare incredulo. Fu lisa a staccarsi dolcemente da quel bacio sorridendole dolcemente e portando lo sguardo verso Mark per donare un sorriso malizioso anche a lui.
L'imbarazzo era palpabile nella stanza. In quel momento, un'infermiera entrò per parlare con Manuela.
Lisa molto serenamente continuò: "Sai!?... Posso dedurre la sequenza degli eventi di ieri... Prima c'è stato un bacio, poi Manuela..."
Manuela, reagendo d'istinto, coprì gentilmente la bocca di Lisa e, rivolgendosi all'infermiera con un sorriso, spiegò: "Lisa sta raccontando la trama di un film che ha visto. La sua immaginazione è molto vivida ultimamente."
L'infermiera annuì, anche se un po' confusa, e procedette a discutere delle questioni mediche con Manuela.
Mark, ancora sorpreso, si schiarì la voce e disse: "Bene, forse dovremmo parlare del tuo progresso, Lisa. Come ti senti oggi?"
Manuela aggiunse rapidamente: "Sì, concentriamoci sulla tua salute, Lisa. Ricorda che è importante gestire le tue nuove... percezioni con discrezione."
La situazione, sebbene tesa, mise in luce le sfide uniche che Lisa stava affrontando con il suo nuovo cervello artificiale, e la necessità di guidarla nell'interpretare e gestire le sue nuove capacità in modo appropriato.
Manuela, cercando di distogliere l'attenzione dalla situazione imbarazzante, si diresse verso il comodino dove era posato il dolce di latte e uova portato dai genitori di Lisa.
"Che ne dite se assaggiamo questo delizioso dolce?" propose, tagliando una fetta e servendola su un piattino. "I tuoi genitori sono stati molto premurosi, Lisa."
Mentre distribuiva le porzioni, Manuela rifletté su come la cura di Mark al cervello artificiale di Lisa stesse creando situazioni delicate. La franchezza e la capacità analitica di Lisa, sebbene impressionanti dal punto di vista medico, ponevano sfide etiche e sociali inaspettate.
"Lisa," disse Manuela con tono gentile ma fermo, "dobbiamo discutere di come gestire le tue nuove capacità in situazioni sociali. La tua percezione acuta e la tua franchezza sono straordinarie, ma..."
"Ma possono mettere a disagio le persone," completò Lisa, annuendo. "Lo capisco. È solo che... è come se vedessi il mondo in un modo completamente semplice e non capisco perché ci siano problemi a dire la verità"
Mark intervenne: "È un processo di apprendimento, Lisa. Stiamo esplorando insieme i confini di questa nuova tecnologia."
Manuela aggiunse: "Esatto. E parte di questo processo è imparare quando e come condividere certe osservazioni."
Lisa assaggiò il dolce, poi sorrise: "Questo dolce mi ricorda di quanto mi ricaricava di energie per gli studi."
Manuela e Mark scambiarono uno sguardo di sollievo.
"È un ottimo punto di partenza," disse Manuela. "Ora, godiamoci questo dolce e parliamo del tuo programma di riabilitazione. Ci sono molti aspetti su cui concentrarci."
Mentre gustavano il dolce, la conversazione si spostò su temi più costruttivi, con Manuela e Mark che guidavano delicatamente Lisa verso un uso più equilibrato delle sue nuove capacità, cercando di bilanciare la sua straordinaria percezione con la sensibilità sociale necessaria per reintegrarsi nella vita quotidiana.
Mentre gustavano il dolce in un'atmosfera più rilassata, Manuela colse l'occasione per condividere una notizia importante con Lisa.
"Lisa," iniziò Manuela con un sorriso caloroso, "ho una bella notizia per te. Se confermi che non hai più avuto episodi di quei forti mal di testa iniziali, potremmo essere pronti a firmare le tue dimissioni molto presto."
Gli occhi di Lisa si illuminarono. "Davvero? Potrei finalmente lasciare l'ospedale?"
Manuela annuì. "Esatto. Il tuo recupero è stato notevole, e se tutto continua così, non vedo ragioni per trattenerti qui ancora a lungo."
Mark intervenne: "È un grande passo avanti, Lisa. Dovremo ovviamente continuare a monitorare la tua situazione, ma in un contesto ambulatoriale."
Lisa sorrise, ma poi il suo volto si fece pensieroso. "E come gestirò... beh, tutte queste nuove capacità una volta fuori di qui?"
Manuela scambiò uno sguardo con Mark prima di rispondere. "Ecco, questa è una questione importante che dobbiamo discutere. Ci sono alcune considerazioni etiche da affrontare."
"Che tipo di considerazioni?" chiese Lisa, curiosa.
Mark si schiarì la voce. "Beh, il tuo cervello artificiale ti dà capacità uniche. Dobbiamo assicurarci che tu possa integrarti nella società senza... come dire..."
"Senza creare situazioni imbarazzanti o potenzialmente problematiche," completò Manuela. "Inoltre, c'è la questione della privacy - sia la tua che quella degli altri."
Lisa annuì, comprendendo la serietà della situazione. "Capisco. Quindi, cosa proponete?"
"Vorremmo organizzare alcune sessioni di counseling etico," spiegò Manuela. "Ti aiuteranno a navigare le situazioni sociali con le tue nuove capacità, insegnandoti quando e come usarle appropriatamente."
Mark aggiunse: "Inoltre, dovremo discutere di come proteggere la tua privacy e quella degli altri. Le tue capacità di analisi e deduzione sono straordinarie, ma devono essere usate con responsabilità."
Lisa sembrò riflettere profondamente. "Sì, ha senso. Non voglio causare problemi o mettere a disagio le persone. Voglio solo... vivere una vita normale, per quanto possibile."
Manuela sorrise, rassicurante. "Ed è esattamente quello che vogliamo per te, Lisa. Con il giusto supporto e orientamento, sono sicura che troverai il tuo equilibrio."
"Allora," concluse Mark, "se sei d'accordo, inizieremo a preparare il tuo piano di dimissioni e il programma di follow-up, includendo queste sessioni etiche."
Lisa annuì con entusiasmo. "Sono pronta. Grazie per tutto quello che state facendo per me."
Con questa decisione, il futuro di Lisa iniziò a prendere forma.
Usciti dalla stanza di Lisa, Manuela e Mark si diressero verso l'ufficio della neurologa per discutere privatamente. Chiusa la porta, Manuela si voltò verso Mark con un'espressione seria.
"Mark, i progressi di Lisa sono impressionanti, ma ci sono ancora aspetti che mi preoccupano," iniziò Manuela. "In particolare, la sua mancanza di inibizioni e senso del pudore sta creando situazioni... delicate."
Mark annuì, comprensivo. "Capisco la tua preoccupazione, Manuela. È un equilibrio delicato."
"Ecco perché vorrei chiederti," continuò Manuela, "se fosse possibile reinserire nel suo cervello artificiale le subroutine che regolano il senso del pudore. Penso che potrebbe aiutarla significativamente nella sua reintegrazione sociale."
Mark scosse la testa con fermezza. "Mi dispiace, Manuela, ma non è possibile. E non è solo una questione tecnica."
"Cosa intendi?" chiese Manuela, perplessa.
"Vedi," spiegò Mark, "ogni ricordo di Lisa del suo passato, inclusi quelli legati al senso del pudore, potrebbe creare seri problemi al suo cervello artificiale. È come se stessimo cercando di forzare due sistemi incompatibili a coesistere."
Manuela sembrò riflettere su queste parole. "Ma sicuramente c'è un modo per aiutarla a sviluppare queste capacità senza compromettere la sua salute?"
"Il modo c'è," rispose Mark, "ed è quello che stiamo già facendo: guidarla attraverso l'apprendimento e l'adattamento. Dobbiamo insegnarle nuovamente questi concetti, ma in un modo che sia compatibile con il suo nuovo sistema cognitivo."
Manuela annuì lentamente, poi aggiunse: "Mark, c'è un'altra cosa che vorrei chiederti. Perché sei così riservato riguardo ai dettagli del programma? Ci sono aspetti che non mi stai dicendo?"
Mark sembrò momentaneamente a disagio, ma si riprese rapidamente. "Manuela, ci sono aspetti del programma che sono... complessi. Non si tratta di sfiducia nei tuoi confronti, ma di proteggere Lisa e il progetto stesso."
"Capisco," disse Manuela, anche se il suo tono suggeriva che non era completamente soddisfatta della risposta.
"Per ora," concluse Mark, "concentriamoci sul piano di dimissioni e sul programma di supporto per Lisa. È questo l'aspetto più importante al momento."
Manuela accettò, anche se era chiaro che aveva ancora delle riserve. "Va bene, Mark. Ma spero che col tempo potrai essere più aperto su questi aspetti. Siamo una squadra, dopo tutto."
Mark annuì, con un sorriso che non raggiungeva completamente i suoi occhi. "Certo, Manuela. Una squadra."
Mentre uscivano dall'ufficio, entrambi erano consapevoli che c'erano ancora molte domande senza risposta e che il percorso davanti a loro sarebbe stato tutt'altro che semplice.
Come ogni giorno, la dottoressa Manuela faceva visita a Lisa nella sua camera d'ospedale. Quel pomeriggio, come al solito, si sedette sul letto accanto a lei, pronta a iniziare la loro consueta conversazione. Lisa, con il suo sorriso curioso, non perse tempo a lanciare la sua domanda preferita.
"Allora, Manu, raccontami tutto del tuo pomeriggio con Mark. Non trattenerti, voglio tutti i dettagli!"
Manuela rise, un po' imbarazzata, ma decisa a non deludere l'amica. "Ok, Lisa, ma non è niente di serio. È stata solo un'avventura di una notte. Abbiamo passato un pomeriggio molto... passionale, diciamo così. Ma non ci sono legami sentimentali tra noi."
Lisa annuì, soddisfatta della risposta e Manuela cambiò argomento. "Lisa, parliamo delle mie abilità. Quali progetti pensi che si potrebbero realizzare con le tue capacità?"
La conversazione si fece subito più seria. Manuela osservò Lisa con attenzione. "Stavo pensando a qualcosa di importante, Lisa. E se vogliono che diventassi un agente segreto? Le tue capacità potrebbero essere incredibilmente utili in quel campo."
Gli occhi di Lisa si illuminarono. "Un agente segreto? Questo suona davvero eccitante! Ma perché Mark ha rimosso le sub-routine del pudore e del senso di inibizione?"
Manuela spiegò con calma. "È stato fatto per prepararti meglio a questo ruolo. Come agente segreto, avrai bisogno di essere completamente libera da qualsiasi inibizione. Non dovrai mai esitare in situazioni critiche. La mancanza di pudore ti permetterà di adattarti a qualsiasi circostanza senza sentirti a disagio."
Lisa annuì, comprendendo la profondità della decisione. "Capisco, Manu. Quindi, tutto questo è stato fatto per rendermi più efficiente e pronta per missioni pericolose."
"Sì, esatto. Ma ricorda, Lisa, che sarai sempre supportata da noi. Mark e io saremo al tuo fianco in ogni passo del cammino."
Nella sua mente artificiale già si vedeva mentre durante ogni amplesso, serate orgiastiche con criminali, capimafia, sete religiose e terroristi riusciva a strapparli informazioni.
Sorrisero, ma l’elaborazione della mente artificiale di Lisa la portava anche alla conclusione che nella sua mente c’erano troppe nozioni che non avevano niente a che fare con il ruolo di agente segreto ma per ora non disse nulla alla sua dottoressa.

Accetto commento e suggerimenti di chi riesce a leggere tutto quello che scrivo: cybermarinaio.gdr@gmail.com
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2024-06-28
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