Ho comprato una schiava parte 2

di
genere
dominazione

Valeria era in bagno a lavarsi, io ero in preda ad una serie di emozioni.
Mi ero appena rimesso il cazzo ancora duro nei pantaloni e mi ero seduto sul divano. Mi dispiaceva per lei, la verità è questa, mi sentivo uno stronzo, però insomma, l’alternativa a stare con me poteva essere molto peggio che un cazzo da succhiare. Era appena arrivata, non pretendevo certo i salti di gioia, ma almeno aveva evitato i campi…beh una come lei più facilmente sarebbe finita nei bordelli, ma questo non avrebbe cambiato granché. Vengo distratto dal suono del telefono, è arrivato un messaggio che mi avvisava che un drone avrebbe lasciato davanti alla porta le pillole per Valeria. Tutti gli schiavi dovevano assumere delle pillole anticoncezionali per evitare gravidanze, la cosa avrebbe provocato non pochi problemi giuridici, così è stato deciso di renderli tutti sterili per il periodo della pena. Intanto sentivo l’acqua scorrere, e sono certo che lei stesse piangendo. Un ulteriore notifica poco dopo mi avvisa che le pillole erano state consegnate. So che una volta, prima dei droni, questa cosa la facevano le persone, era pieno di gente il cui lavoro era correre in giro per la città consegnando cose, spesso per un salario misero a dir poco. Beh forse la schiavitù era stata ripristinata ben prima del Secondo Impero, per fortuna la guerra è stata vinta da chi chi ha portato ordine e pace, come ci hanno insegnato a scuola. I miei pensieri vengono interrotti da Valeria che esce dal bagno, in mutandine e reggiseno, gli occhi gonfi dal pianto, i capelli un po’ in disordine. È bellissima, nonostante tutto lo è, questo bisogna dirlo. Le chiedo (anzi, le ordino, devo pur entrare nel ruolo no?) di prendere la consegna prima di raggiungermi in salotto, non dice nulla ma esegue, mi porta la scatola, le faccio cenno di appoggiarla sul tavolino e di sedersi. Tiene lo sguardo basso, spaventata, umiliata, e questa cosa mi piace, mi eccita. Non pensavo, ma questa faccenda ha fatto emergere un lato di me che non conoscevo. Sarebbe lo stesso se la schiava non fosse una stronza come lei?non lo so, e probabilmente non lo saprò mai.
Rompo il silenzio “Valeria, guardami e dimmi: ti ricordi di me?” Mi rivolge uno sguardo perso, non capisce cosa intendo, scuote debolmente il capo. “Sicura di non ricordare?quella serata in quel ristorante di pesce in centro?” Vedo un guizzo attraversarle gli occhi, poi la rabbia “sei tu?maledetto bastardo sei tu?” Urla, incazzata nera. La mia prima reazione è di cercare di calmarla, ma perché?mi sorgerebbe spontaneo uno schiaffo o qualcosa del genere ma mi trattengo. “Valeria per favore siediti e smettila, non serve a niente urlare” lei è fuori di sé “urlo finché mi pare stronzo!che cazzo vuoi da me?” Ora sta esagerando, ma non c’è problema, basta una pressione su un tasto e continua ad urlare, ma questa volta per il dolore. Do una scossa breve, piuttosto leggere, per riportarla all’ordine, ma non serve continua a strillare ed inveire, così ne do una più forte, si contorce quasi cadendo dalla poltrona su cui è seduta “aaaaah basta basta ti prego basta” la smetto e le chiedo se è finito di inveire. Spaventata mi fa cenno di si.
“Ti avevo quasi dimenticata, poi ho visto la tua foto, e per qualche motivo sono corso a comprarti. Ricordo bene che stronza sei stata, e mi sembrava giusto riprendermi qualcosa da te”.
Non dice nulla, ma se potesse uccidere con lo guardo ora non sarei qui a scrivere.
“E fai tutto questo solo perché non te l’ho data?”
Mi sorge spontaneo un sorriso “no, quello non c’entra, anche se sicuramente recupereremo anche quell’aspetto”.
La conversazione non stava portando a nulla, doveva prima metabolizzare la cosa, così l’ho portata in cucina per farle vedere tutto quello che le sarebbe servito per preparare i pasti. Non gliene fregava palesemente nulla, era presa da tutt’altro, ma non interessava nemmeno a me se stava attenta o meno, se non lo avesse fatto e avesse sbagliato qualcosa peggio per lei, l’avrei punita. Avevo una gran voglia di scoparla, senza alcun dubbio, ma non era ancora il momento, certe cose vanno sapute gestire, e aspettare a volte è importante.
Il resto della serata è passato nel nulla, monosillabi e poi a dormire, niente di meritevole di essere raccontato. Il giorno successivo, mentre ero al lavoro e avevo lasciato a Valeria ordini sulla pulizia della casa, ho avuto un’idea, è bastato qualche click e ho trovato quello che cercavo. Costava, e dopo questo avrei dovuto smetterla, le mie finanze protestavano a gran voce, ma questa era una cosa fare. Un’ora dopo un drone mi portò il pacchettino, lo misi via e non lo tirai fuori finché non lasciai l’ufficio per tornare a casa.
Aperta la porto noto che Valeria ha svolto quanto ordinato, vado in salotto e la trovo intentata a spolverare, brava ragazza. Aveva un completino nero di pizzo, come le avevo ordinato, ed era fantastica. Noto che si è depilata, come avevo stabilito. Le esce solo un ciao striminzito da quelle labbra così sexy, ma non c’è problema. La faccio sedere e tiro fuori la scatola. Subito non capisce, poi tolta la carta vede cos’è e arrossisce. La scatola contiene quello che chiamano neurostimolatore, in pratica consiste di due piccoli tondini di metallo lucido e sottile che si applicano alle tempie, e provoca una stimolazione sensoriale pari ad un rapporto sessuale. In realtà esistono diverse possibilità, si può provocare la sensazione di essere toccati, provocare eccitazione, o direttamente un orgasmo, si seleziona tutto da un’applicazione sul cellulare.
Mi guarda tra lo stupefatto e l’incazzato, non sa bene come reagire.
“Su Valeria, proviamolo, mettitelo” “ma cosa vuoi che faccia?” Mi chiede con un filo di voce. “Voglio che te lo metti, che ti faccia eccitare, e che ti masturbi davanti a me”. “Ma…io…” le lancio un’occhiataccia, poi guardo il telecomando della cavigliera, e lei sconsolata apre e tira fuori i due dischetti, appoggiandoli sulle tempie. Apro l’app, è intuitiva e davvero piena di possibilità, questa cosa costa un casino ma almeno sembra valerli. Accendo, tenendo al livello più basso, dovrebbe provare una lieve eccitazione, chiedo a Valeria se lo sente mi risponde con lo scazzo “un pochino”. Piccato dal tono, alzo, bastano pochi secondi per vedere il cambiamento, il respiro si fa più profondo, apre leggermente le labbra, intravedo i capezzoli indurirsi “dai no…”questa volta la voce è più bassa, quasi un roco sussurro. Ho già il cazzo durissimo a vederla così, quindi alzo ancora leggermente, le scappa un gemito, apre un pochino le gambe e vedo che è fradicia anche attraverso il sottile tessuto delle mutandine.
“Oddio no dai, non capisco più un cazzo, mi vergono” tira fuori tra sussurri e gemiti “lasciati andare, toccati, non aver paura” mentre dico questo ho un’idea, tiri fuori il telefono e comincio a filmarla, lei neanche se ne accorge, ormai è totalmente assente, si tocca un seno, torturando il capezzolo attraverso il reggiseno, e fa lo stesso con il clitoride. “Tira fuori quelle belle tettone su, non aver paura” e lo fa, con un gesto rapido abbassa le coppe del reggieseno e le tira fuori, è la prima volta che le vedo, grosse, sode, piene, molto chiare si vedono le vene attraverso la pelle, sono davvero meravigliose. Se non l’avessi comprata io avrebbe fruttato una fortuna all’Impero nei bordelli, almeno finché avrebbe retto. Geme, gode, sposta le mutandine per masturbarsi quella perfetta fichetta fradicia, ogni tanto dice qualcosa tipo “non voglio ma non resisto, sei uno stronzo”, “cazzo mi costringi a govere, cazzo si godo” e gode davvero, la vedo veramente partita di testa, devo dire che questo coso sono stati soldi spesi bene, intanto continuo a riprendere tutto…mi accorgo che sta per avere un orgasmo, la vedo fremere…e spengo il neurostimolatore. Lei si sblocca un secondo, non capisce, mi guarda poi realizza “maledetto stronzo!sei un bastardo!e mi stai anche filando pervertito di merda!” “Ragazza mettiamo qualche nuova regola: potrai avere un orgasmo solo quando ti scopo, il resto sarà solo per il mio divertimento. Vedi di cambiare tono quando mi parli, al prossimo insulto ti farò capire cosa vuol dire davvero essere una schiava. Ultima cosa, se in qualche modo cerchi di fare la stronza carico tutti i video che ti farò e manderò il link a tutti i tuoi conoscenti. Ora vai in camera tua, per stasera abbiamo finito”.

Per domande, suggerimenti o anche solo per fare due parole contattatemi skylar2023@libero.it
scritto il
2024-07-13
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