Ho comprato una schiava parte 5

di
genere
dominazione

Realizzato qual’era il suo gioco avevo bisogno di pensare, e con la testa, non con il cazzo, quindi dissi a Valeria che sarei uscito per comprare delle cose e me ne andai.
Mentre scendevo le scale realizzai il mio primo errore, non ero tenuto a darle spiegazioni, potevo fare qualunque cosa senza doverle dire dove andavo, cosa facevo o perché. Dovevo cambiare mentalità, entrare nell’ottica che lei non era una persona, era una schiava, si era meritata questo stato dovevo smetterla di trattarla come…come cosa?una coinquilina?una fidanzata?no quello decisamente no, non c’era minimamente i presupposti. Mi dispiaceva che non ci fossero?troppe domande tutte assieme, diciamo che dovevo smettere di trattarla come una donna. Passeggiai per un po’ tra le vie del centro, poi mi fermai in un bar, ordiai caffè, brioches, una spremuta d’arancia, mi sedetti e con calma cercai di riordinare le idee.
Partiamo dall’inzio, è sempre la cosa migliore: perché l’ho comprata?per vendicarmi, per scoparla, certamente, ma anche perché non l’ho avuta quando l’avevo voluta. C’era sicuramente un desiderio di rivalsa nei suoi confronti, e andava bene, poteva diventare uno strumento utile. Cosa volevo da lei?beh esattamente quello che mi ha dato ieri e stamattina, una schiava sempre pronta a farsi scopare e adempiere alle piccole faccende domestiche. Perché allora qualcosa non andava?perché lei cercava di imporre una forma di potere assecondando i miei desideri. Bene, allora la risposta era vivere quei desideri privandola della possibilità di esercitare questo potere. Facile a dirsi, ma sappiamo tutti che a letto il coltello dalla parte del manico lo hanno sempre le donne, e io, in tutta sincerità, non ero di sicuro un esperto di questo tipo di rapporti, sempre avuto solo storie normalissime. Mi serviva un consiglio di chi poteva essere più esperto di me, ma chi….non sono cose che si raccontano in ufficio o alle cene in famiglia. Non mi restava che una possibilità…la rete. Esisterà ben qualche discussione da qualche parte su questo tipo di cose no?
Effettuai una breve ricerca e mi si aprii un mondo, trovai numerosi blog, forum, pagine social e qualsiasi altra cosa, scoprii che esisteva un’intera comunità di proprietari di schiavi a fini quasi esclusivamente sessuali, con diverse discussioni su come formarli e indottrinarli. Ovviamente la maggior parte delle discussioni non era pertinente al mio caso, o era semplicemente spazzatura inverosimile, ma trovai qualche suggerimento utile. In primis capii che mi serviva un modo per punirla che non fosse la scossa della cavigliera, era efficace ma assolutamente non attinente alla sfera sessuale, e andava riservata alle situazioni più gravi. Frustini di qualsiasi genere e forma andavano per la maggiore, almeno per le situazioni più comuni, così appena trovai un link ordinai un set intero di queste cose. Parlavano molto anche del neurostimolatore che avevo già comprato, alcuni suggerivano di lasciarlo addosso alla schiava (o schiavo, anche molte donne erano coinvolte nella cosa) per periodi prolungati, anche quando non eri con lei, per destabilizzarla emotivamente e impedirle di essere totalmente lucida. Era una buona idea, dovevo verificare che la cosa non potesse avere conseguenze negative (cazzo, volevo scoparla non lobotomizzarla) ma l’avrei certamente tenuta in considerazione. Ultimo punto interessante era partecipare con lei ad alcune feste “a tema” per così dire, in cui la sua condizione sarebbe stata palese, questa cosa mi intrigava particolarmente, mi ricordava l’inizio di molti porno, non posso negarlo.
Guardai l’orologio, assorto nella ricerca il tempo era volato, era già quasi mezzogiorno, non avevo neppure notato la notifica della consegna dell’ordine. Salendo le scale di casa vidi il drone andarsene, aveva appena consegnato, e vidi sì striscio Valeria che aveva raccolto il pacco da davanti la porta che stava richiudendo. Era vestita, evidentemente non voleva aprire la porta nuda o quasi, rischiando che la vedessero. Ottima cosa, era la scusa per cominciare subito. Salii gli ultimi gradini, aprii la porta e la vidi vestita che aveva appena lasciato il pacco sul tavolo. “Che cazzo fai vestita?” Non si aspettava di vedermi, l’avevo colta di sorpresa “io…ho aperto la porta per prendere la scatola” “e lo hai fatto vestita?chi cazzo ti ha mai detto che lo puoi fare vestita?” Cercavo di sembrare molto più incazzato di quanto non fossi, anzi, in realtà non me ne fregava niente, era solo una scusa. “Scusa, pensavo che solo tu volessi vedermi…che non fossi uno spettacolo per altri…” la stronza era sveglia, devo ammetterlo, ma del resto lo sapevo, giocava sul possesso e la gelosia per evitare una possibile umiliazione….brava ragazza, ma è l’occasione sbagliata.
“Spogliati, SUBITO” urlai volutamente, vidi la sua sicurezza vacillare un attimo, poi riprese quello sguardo intelligente, dolce in una maniera talmente falsa da volerci credere, sia e riva sicura che, una volta nuda, poteva rabbonirmi con poco, e segnare un altro punto a suo favore. Ma questa volta si sbagliava, anche se, appena ebbe finito di spogliarsi, qualcosa la sotto mi si svegliò, ma non era ancora il suo momento.
“Apri il pacco” Valeria eseguì, e rimase un attimo interdetta da quello che vide. Forse non mi pensava uno da queste cose, forse credeva che una volta svuotate le palle i suoi problemi sarebbero finiti, ma i sette tipi diversi di frustini e spatole la spiazzarono. “Piegati sul tavolo, a pecora, culo in fuori”. Lo fece “ma…cosa vuoi fare?” La voce non era più così sicura, ma vedere quel fantastico culo in aria mi face vacillare, dovevo distogliere l’attenzione così guardai la scatola “ti punisco, come si fa quando le schiave non obbediscono, mi sembra ovvio” presi un frustino, nella mia ignoranza direi che era da cavalli, ma mi pareva utile allo scopo. Mi misi leggermente di lato a lei, le sfiorai il culo con il frustino (Dio che voglia di riaffondarci il viso, è stato davvero difficile trattenermi), e poi un colpo secco, forte. Non se lo aspettava, sicuramente non sapeva cosa aspettarsi, non le era mai successo, urlò, forte, un puro urlo di dolore, di vergogna, di rabbia. Le avevo lasciato un bel segno rosso, doveva bruciare da morire. Un altro colpo, lei urla di nuovo, questa volta articola delle parole “che cazzo fai brutto str” mentre parla fa per sollevarsi e alzarsi, non la lascio finire, la spingo dalle spalle sul tavolo, le schiaccio quelle grosse tettone sode sulla superficie, e di un altro colpo, urla, inizia a piangere. “Non azzardarti mai più a muoverti, quando ti punisco tu stai ferma, o ti faccio rimpiangere di essere nata. Avrei smesso, ma visto che hai fatto la stronza, per punizione altre 10” non era vero naturalmente, ma volevo sottolineare il suo non potersi opporre. La colpii, ancora e ancora, piangeva, urlava, si contorceva, doveva soffrire davvero immensamente e la cosa mi eccitava da impazzire, vedevo quel culo bianco segnato di rosso, il suo pianto e i suoi lamenti…era mia, sentivo di possederla davvero per la prima volta, ma non mi bastava, volevo suggellare questo avvenimento. Inflitte le dieci frustatate presi quelle chiappe che tanto adoravo, le allargai, lei urlò ancora di più al contatto con le mia mani, sputai sul buchino, tirai fuori il cazzo ormai talmente duro da far male, e lo affondai de tro senza alcun riguardo. Era stretto, caldo, meraviglioso, non so se era la prima volta o se l’avesse già fatto, ma tanto tutto era coperto dalle urla, dalle lacrime e da questo insieme di sensazioni nuove, travolgenti, potenti. Bastarono pochi minuti, poi la presi per i capelli tirandole su un pochino la testa. “Sentimi stronza, senti che ti sborro nel culo, ti faccio un clistere di sborra cazzo, ti farcisco il culo puttana” è così ho riversato nel suo intestino tutto quello avevo nelle palle. Mi staccai da lei, era esista, sofferente, si accasciò a terra in un mare di lacrime e dolore, avevo appena avuto uno degli orgasmi più forti della mia vita, forse il più forte, quello che avevo fatto era necessario per ristabilire la gerarchia, ma comunque mi sentivo un uomo di merda, vederla così, sebbene mi eccitasse, mi faceva provare una compassione e una tenerezza per lei che mi sovrastavano. La aiutai ad alzarsi e la porta sotto la doccia, era come un pupazzo, una bambola assurdamente sexy, piangeva ma stava a malapena in piedi, la lavai accuratamente, con una spugna morbida e sapone profumato alla vaniglia, la asciugai con cura, la disinfettai, e la misi a letto, crollò praticamente subito.

Per qualsiasi contatto, commento critica o richiesta skylar2023@libero.it
scritto il
2024-07-15
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