Ho comprato una schiava parte 4
di
Kronor
genere
dominazione
Arrivati a casa le dico di andare a cambiarsi, fa un cenno di assenso con la testa, intanto mi dirigo in salotto.
Ora serve rilassarla un pochino, quello a cui vorrei arrivare è farla sentire al sicuro in casa ma con la consapevolezza di quello che potrebbe esserci fuori. Metto su un disco, ci vuole qualcosa che crei la giusta atmosfera, opto per Bill Evans, Waltz for Debby, un opera d’arte eterna. Preparo qualcosa da bere, non ho molto e decido per uno scotch, non conosco i suoi gusti in fatto di whisky ma di solito le donne preferiscono cose dolci, quindi vado per un Balvenie invecchiato 10 anni, io prendo un Talisker. Mi siedo, aspetto pochi minuti e arriva, come da ordini non ha vestiti, solo un completino nero un po’ striminzito per lei, fatica davvero a contenere quelle meravigliose tettone e sparisce in mezzo al culo, e delle autoreggenti nere, che me lo fanno venire duro immediatamente. È insicura su cosa fare, la faccio sedere e le porgo il bicchiere, lo avvicina alle labbra e ha un sussulto, forse non si aspettava una cosa così forte, ma poi da un sorso.
“Valeria vorrei sia chiaro che non ho intenzione di farti del male, ma questo rapporto deve funzionare, mettiamoci entrambi un po di impegno” annuisce con la testa, restando in silenzio. “Perché eri così stronza?” Abbassa un attimo lo sguardo “non so, immagino perché lo sono, e perché se sei quella che esercita un potere non lo subisci…ironico vista la situazione” accenno una risatina, per smorzare un po’ la tensione. “Quello che ho visto oggi è stato terribile. Erano madri, figlie, mogli, eppure non erano neppure più esseri umani, le hanno trasformate in pezzi di carne, alcuni amici che frequentavo le chiamavano sborratoi, mi sembrava un termine esagerato per umiliarle, ma invece è esattamente così. La loro unica funzione è far sborrare. Forse solo oggi ho realizzato di essere una schiava, fino alla fine della pena.” “Mi fa piacere che ti sia resa conto della situazione, non è bello ma è importante. Ora vorrei anche che ti rendessi conto che non voglio farti del male, solo far funzionare le cose e ottenere da te ciò che è lecito che mi aspetti”.
Resta un momento in silenzio, poi appoggia il bicchiere al tavolo, si alza, viene verso di me, si piega in avanti e appoggia le labbra sulle mie, restiamo così per un attimo poi apro la bocca, lo stesso fa lei, sento la sua lingua intrecciarsi alla mia, sento la bocca calda, dolce, sciropposa per via del whisky. Le passo una mano tra quei morbidi capelli neri, soffici, lei si stacca, mi prende per mano, mi alzo e mi porta in camera da letto. Arrivati qui ci baciamo di nuovo, a lungo, le accarezza la schiena e le slaccio il reggiseno, le palpeggio quelle tettone morbide, sode, meravigliose, stimolo i capezzoli, sposto l’altra mono sul culo, lei mi slaccia la camicia, i pantaloni, mi tocca il cazzo da sopra le mutande. Mi inginocchio, la faccio girare, le tolgo le mutandine, ho il viso all’altezza di quel culo che mi eccita così tanto, non resisto, lo bacio, lo impasto, allargo le chiappe e comincio a leccare il buco, lo bacio, ci affondo la lingua, sento le chiappe intorno al mio viso, quando le tocco le gambe sentire le autoreggenti mi eccita ancora di più. Sto impazzendo, decido finalmente di staccarmi da quel culo, di smettere di adorare il suo perfetto buchino, mi sdraio sul letto e la faccio mettere sopra, si fa penetrare, la sua fica è calda, accogliente, come un guanto. Si muove su di me, le tettone che oscillano avanti e indietro, le gambe nelle autoreggenti, non riesco a controllarmi, la tocco ovunque, mi sembra di essere tornato ragazzino…si china in avanti e mi sussurra “non preoccuparti, lasciato andare, non devi pensare a me, usami” quell’usami è troppo, vengo dentro di lei, anche se forse dovrei dire erutto, scarico nella sua vagina una grossa quantità di sperma, gli spasmi mi scuotono per un po’, è stato bellissimo. Si alza, mi dice solo “vado in bagno” ed esce dalla stanza. Quando la vedo tornare vado a lavarmi anch’io, torno e la trovo che mi aspetta in camera. “Così andava bene?” Il tono è basso, languido, sexy “certo” la accarezzo e le do un bacio. “Resta a dormire qua se vuoi” “ok”.
Ci sdraiamo, vorrei chiederle mille cose ma è esausta e ha bisogno di riposare, dopo circa 10 minuti sento il respiro profondo e mi rendo conto che si è addormentata.
Io invece al contrario suo non riesco a prendere sonno, qualcosa mi tormenta…ora che non ragiono più con l’uccello (non solo almeno), c’è qualcosa nel suo comportamento che non mi torna. Improvvisamente troppo dolce, troppo gentile…ok, era terrorizzata, ma fingere così?ero forse paranoico, avevo finalmente quello che cercavo dall’inizio eppure non mi andava bene comunque?alla fine sono crollato in un sonno agitato, senza essere arrivato ad alcuna risposta.
Il mattino successivo mi sono svegliato con il cinguettare degli uccellini e il profumo di caffè. Arrivato in cucina la trovo che prepara la colazione, mi saluta con un sorriso, ha addosso un grembiule e sotto nulla. Cazzo, è da infarto. Sorridendo mi fa cenno di sedermi, si mette davanti a me, si gira e si piega un po’ in avanti, mettendomi il culo in faccia. “Su, ho capito cosa ti piace fin dal primo momento, non aver paura” cazzo, comincio a baciarle il culo, a mordicchiarle quelle chiappe bianche, così invitanti, a leccarle il buchino e penetrarlo con la lingua “bravo padrone, bravo, lecca bene tutto il buchino su” perdo la testa e affondo sempre di più nel suo culo. Dopo qualche minuto, ormai eccitatissimo, si gira, solleva una lunga gamba sinuosa e mi avvicina il piede al viso. “Dai, so che lo vuoi, non essere timido” e cazzo se lo voglio, comincio a baciare e leccare quel piedino, succhiare le dita curate, cercare di prenderlo in bocca il più possibile. Poi lei lo ritrae, me lo appoggia sul cazzo durissimo, sfrega un po’ sorridendo e come un adolescente mi sborro nelle mutande. Mi guarda sorridendo, ma adesso ho capito a cosa sta giocando, la stronza usa le armi che ha per ribaltare i ruoli.
Come sempre per qualsiasi contatto skylar2023@libero.it
Ora serve rilassarla un pochino, quello a cui vorrei arrivare è farla sentire al sicuro in casa ma con la consapevolezza di quello che potrebbe esserci fuori. Metto su un disco, ci vuole qualcosa che crei la giusta atmosfera, opto per Bill Evans, Waltz for Debby, un opera d’arte eterna. Preparo qualcosa da bere, non ho molto e decido per uno scotch, non conosco i suoi gusti in fatto di whisky ma di solito le donne preferiscono cose dolci, quindi vado per un Balvenie invecchiato 10 anni, io prendo un Talisker. Mi siedo, aspetto pochi minuti e arriva, come da ordini non ha vestiti, solo un completino nero un po’ striminzito per lei, fatica davvero a contenere quelle meravigliose tettone e sparisce in mezzo al culo, e delle autoreggenti nere, che me lo fanno venire duro immediatamente. È insicura su cosa fare, la faccio sedere e le porgo il bicchiere, lo avvicina alle labbra e ha un sussulto, forse non si aspettava una cosa così forte, ma poi da un sorso.
“Valeria vorrei sia chiaro che non ho intenzione di farti del male, ma questo rapporto deve funzionare, mettiamoci entrambi un po di impegno” annuisce con la testa, restando in silenzio. “Perché eri così stronza?” Abbassa un attimo lo sguardo “non so, immagino perché lo sono, e perché se sei quella che esercita un potere non lo subisci…ironico vista la situazione” accenno una risatina, per smorzare un po’ la tensione. “Quello che ho visto oggi è stato terribile. Erano madri, figlie, mogli, eppure non erano neppure più esseri umani, le hanno trasformate in pezzi di carne, alcuni amici che frequentavo le chiamavano sborratoi, mi sembrava un termine esagerato per umiliarle, ma invece è esattamente così. La loro unica funzione è far sborrare. Forse solo oggi ho realizzato di essere una schiava, fino alla fine della pena.” “Mi fa piacere che ti sia resa conto della situazione, non è bello ma è importante. Ora vorrei anche che ti rendessi conto che non voglio farti del male, solo far funzionare le cose e ottenere da te ciò che è lecito che mi aspetti”.
Resta un momento in silenzio, poi appoggia il bicchiere al tavolo, si alza, viene verso di me, si piega in avanti e appoggia le labbra sulle mie, restiamo così per un attimo poi apro la bocca, lo stesso fa lei, sento la sua lingua intrecciarsi alla mia, sento la bocca calda, dolce, sciropposa per via del whisky. Le passo una mano tra quei morbidi capelli neri, soffici, lei si stacca, mi prende per mano, mi alzo e mi porta in camera da letto. Arrivati qui ci baciamo di nuovo, a lungo, le accarezza la schiena e le slaccio il reggiseno, le palpeggio quelle tettone morbide, sode, meravigliose, stimolo i capezzoli, sposto l’altra mono sul culo, lei mi slaccia la camicia, i pantaloni, mi tocca il cazzo da sopra le mutande. Mi inginocchio, la faccio girare, le tolgo le mutandine, ho il viso all’altezza di quel culo che mi eccita così tanto, non resisto, lo bacio, lo impasto, allargo le chiappe e comincio a leccare il buco, lo bacio, ci affondo la lingua, sento le chiappe intorno al mio viso, quando le tocco le gambe sentire le autoreggenti mi eccita ancora di più. Sto impazzendo, decido finalmente di staccarmi da quel culo, di smettere di adorare il suo perfetto buchino, mi sdraio sul letto e la faccio mettere sopra, si fa penetrare, la sua fica è calda, accogliente, come un guanto. Si muove su di me, le tettone che oscillano avanti e indietro, le gambe nelle autoreggenti, non riesco a controllarmi, la tocco ovunque, mi sembra di essere tornato ragazzino…si china in avanti e mi sussurra “non preoccuparti, lasciato andare, non devi pensare a me, usami” quell’usami è troppo, vengo dentro di lei, anche se forse dovrei dire erutto, scarico nella sua vagina una grossa quantità di sperma, gli spasmi mi scuotono per un po’, è stato bellissimo. Si alza, mi dice solo “vado in bagno” ed esce dalla stanza. Quando la vedo tornare vado a lavarmi anch’io, torno e la trovo che mi aspetta in camera. “Così andava bene?” Il tono è basso, languido, sexy “certo” la accarezzo e le do un bacio. “Resta a dormire qua se vuoi” “ok”.
Ci sdraiamo, vorrei chiederle mille cose ma è esausta e ha bisogno di riposare, dopo circa 10 minuti sento il respiro profondo e mi rendo conto che si è addormentata.
Io invece al contrario suo non riesco a prendere sonno, qualcosa mi tormenta…ora che non ragiono più con l’uccello (non solo almeno), c’è qualcosa nel suo comportamento che non mi torna. Improvvisamente troppo dolce, troppo gentile…ok, era terrorizzata, ma fingere così?ero forse paranoico, avevo finalmente quello che cercavo dall’inizio eppure non mi andava bene comunque?alla fine sono crollato in un sonno agitato, senza essere arrivato ad alcuna risposta.
Il mattino successivo mi sono svegliato con il cinguettare degli uccellini e il profumo di caffè. Arrivato in cucina la trovo che prepara la colazione, mi saluta con un sorriso, ha addosso un grembiule e sotto nulla. Cazzo, è da infarto. Sorridendo mi fa cenno di sedermi, si mette davanti a me, si gira e si piega un po’ in avanti, mettendomi il culo in faccia. “Su, ho capito cosa ti piace fin dal primo momento, non aver paura” cazzo, comincio a baciarle il culo, a mordicchiarle quelle chiappe bianche, così invitanti, a leccarle il buchino e penetrarlo con la lingua “bravo padrone, bravo, lecca bene tutto il buchino su” perdo la testa e affondo sempre di più nel suo culo. Dopo qualche minuto, ormai eccitatissimo, si gira, solleva una lunga gamba sinuosa e mi avvicina il piede al viso. “Dai, so che lo vuoi, non essere timido” e cazzo se lo voglio, comincio a baciare e leccare quel piedino, succhiare le dita curate, cercare di prenderlo in bocca il più possibile. Poi lei lo ritrae, me lo appoggia sul cazzo durissimo, sfrega un po’ sorridendo e come un adolescente mi sborro nelle mutande. Mi guarda sorridendo, ma adesso ho capito a cosa sta giocando, la stronza usa le armi che ha per ribaltare i ruoli.
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