Nurse

di
genere
esibizionismo

Ma cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Che strano tipo di potente divinità ho in qualche modo offeso? In un tempo che mi sembra di contare ancora in attimi, la mia presenza in scena era sufficiente per indurre emozioni ad un pubblico variegato, di tutte le età, di tutte le estrazioni sociali. Ero io la divinità in quelle due ore scarse!! chiunque, al di sotto di quelle assi imbullonate, pendeva dalle mie mani, dai miei gesti spontanei, dalla mia carica corroborata dalla passione. Ed ora guardatemi. Un cetriolo ambulante, costretto su questa sedia a rotelle da un incidente così stupido da rasentare il parossismo. Morto dalla vita in giù. Gli sguardi compassionevoli della gente intorno a me. Pochi amici hanno avuto il fegato di passarmi a trovare, anche solo per un saluto, un drink, un giro nel viale dorato dei ricordi. Come posso fare loro torto, io stesso evito con cura qualsiasi superficie riflettente. Il dolore che provo nel mirare l' immagine è incommensurabile. Troppo opprimente il ricordo dei tempi in cui il mio corpo era un veicolo quasi perfetto nel veicolare l'enorme energia che sprigionava in me al suono della musica. Non ci voglio più pensare, non ci posso più pensare, troppo un macigno sul cuore. Piuttosto concentriamoci sul presente. Incombenze impellenti mi attendono. Oggi arriva la nuova infermiera, a sostituire quella santa donna che si è presa buona cura di me tutti questi mesi. Altra bella sfortuna, che fosse così vicina ad una sudata meritatissima pensione. Sapeva davvero il fatto suo, donnone di una volta, timorosa di nulla. Chissà come sarà la nuova. Mi hanno detto che è giovane ma esperta, una bellissima ragazza, dice il mio dottore strizzando un occhio. Ma mi prende in giro? Eppure lo sa benissimo che lì sotto sono ormai meno dotato di un eunuco. Va beh che si diverta . Risus abundat in ore stultorum. Ma ecco che suonano alla porta. Armeggio con la mia fedele sedia a rotelle, apro il portone…oh Dio…ho le traveggole, o la stanza buia si è illuminata di colpo? Di fronte a me c' è una visione, simile a quelle che ogni tanto popolano i miei sogni. Piccola di statura (va beh che io da perennemente seduto, cosa potrei ormai dire), ma proporzionata talmente bene da sembrare scolpita da Michelangelo. La divisa da infermiera non nasconde le sue grazie. Anzi, devo complimentarmi con lo stilista dell'ospedale. La gonnellina cortissima mette in mostra le gambe tornite, le mani appoggiate con fare quasi di sfida alla vita sottile, e una camicetta bianca sbottonata forse maliziosamente, che mostra e non mostra un generoso décolleté. Sono letteralmente impietrito dallo spettacolo che ho di fronte. Passa un momento che mi sembra infinito, poi finalmente la ragazza apre bocca, finalmente togliendomi il dubbio se stia sognando oppure no. "Il signor Marco suppongo". Con un sorrisetto che non avevo mai visto, un misto di civetteria e sfida. Devo aver talmente spalancato la bocca da aver ingoiato una mosca. Deglutisco amaro, e proprompo in un muto cenno di assenso, incapace di elaborare neanche un banale monosillabo. "Vedo che devo subito prendere il controllo della situazione". E delicatamente posa una mano sul mio petto, mi spinge un poco all' indietro, entra nella stanza, e chiude la porta dietro di sé. Nel fare questo non stacca mai i suoi occhi dai miei, il ghigno furbetto non lascia mai le sue labbra. Sto sudando come un cinghialotto sul girarrosto, cosa cavolo mi sta succedendo? Sono mesi che il carbone non alimenta più le fucine a sud del mio corpo. Non ha senso, sono morto lì sotto. Eppure un brivido mi attraversa la schiena, il basso ventre che credevo perduto da segnali di vita. Inequivocabili. Ma chi è questa ragazza? Possibile sia bastato un suo sguardo e un suo veloce tocco per rianimare ciò che credevo morto per sempre? Lei non smette di fissarmi, sento i suoi occhi di fuoco su di me. Con voce che mi sembra venire da un luogo lontano chiedo "chi sei?". Lei posa il suo dito indice sulle mie labbra e sussurra un "ssssh" sensualissimo. Alza appena il gonnellino nero e mi sale cavalcioni. Oddio, non è possibile. Si sta muovendo qualcosa. È pazzesco. È un miracolo. Si alza la bandiera quando ormai credevo il vento fosse estinto. Lei se ne accorge, e comincia a massaggiarmi sensualmente col suo pelvico. Mio Dio che sedere sodo, lo sento bene, non porta le mutandine. Ormai la mia erezione è inevitabile. Una sensazione che credevo ormai perduta, quasi un nuovo perdere la verginità. Lei si porta avanti col suo sensuale balletto pelvico. Brividi sulla mia schiena, che viaggiano come motociclisti dopati. Mi bacia sul collo, me lo lecca, poi ci baciamo. I suoi sospiri strozzati dalle mie labbra sulle sue. Ci baciamo per un tempo che non saprei quantificare. Le sbottono la camicetta e comincio ad impastarle le tette, con mani tremanti. Lei geme a fondo. Poi si alza, si inginocchia e comincia a sbottonarmi i calzoni. Ancora occhi negli occhi. La lascio fare, e in un attimo via i pantaloni, e via gli slip. Ed ora sono nudo, come non ero da troppo tempo. Mi sento vulnerabile, ma vivo. Lei però sa il fatto suo, sa cosa vuole e se lo vuole prendere. In mano. Comincia a fare si e giù, indugiando appena con le dita sulla cappella. I miei brividi si trasformano in tempeste di fulmini. Stringo forte le ruote della sedia a rotelle, per evitare di rotolare su un fianco. Lei sorride ancira, maliziosa e adorabile. E senza preavviso me lo prende in bocca. Oh mio Dio la sento. Sento le lue labbra. Il mio pene è duro, vibrante. Le sue labbra esperte giocano ed esplorano. La mia eccitazione e' letteralmente incontenibile. Sono vicinissimo ormai, mi sta facendo impazzire. E invece si ferma, quasi sul più bello. La guardo perplesso, ma lei non cambia di una virgola la sua espressione. Lentamente si alza la gonnellina, e si impala sul mio pene eretto e nervoso. Dio come è calda…e bagnata…sguscio dentro a meraviglia. Lei mi cavalca come se fossi un cavallo da tiro, come se da quell' altezza vedesse il mondo piccolo piccolo…la sua fica bagnata mi inonda di umori…lei aumenta la cadenza, con foga, con passione…geme…io affondo il mio viso nel suo petto…le mie labbra sulla sua pelle liscia come seta…cerco avido i suoi capezzoli scuri e turgidi…e mordo, e lecco…non può trattenere un grido.
Marco si, sto venendo, oh siiiii…
Mi stringe forte, quasi soffoco tra i suoi seni…il suo corpo sembra essere attraversato da kw di corrente…ci siamo, stiamo venendo insieme!!! Non ho mai provato niente di simile in tutta la mia vita…i nostri corpi scattano all'unisono. L'orgasmo ci attraversa e ci unisce. E ci ritroviamo abbracciati e sfiniti…lei ancora a cavalcioni su di me, abbandonata senza fiato sulla mia spalla…mi sussurra "finalmente, da quando ti ho visto sul palco della festa della birra due anni fa, non ho fatto altro che desiderare questo momento"!!! Con un filo di voce rispondo "Mai avrei pensato di poterne esser ancora in grado. Mi hai stregato, sono di nuovo vivo". "Per servirla maestro Fabbri" sussurra. E si alza, si ricompone e se ne va. La ragazza che mi ha resuscitato. E non so nemmeno il suo nome.
scritto il
2024-08-26
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