La nonna ... l'epilogo

di
genere
incesti

... riprendo dai racconti precedenti ...
Leccare la sorca è un sublime dovere. Conservare il sapore della sorca nel palato è una droga. La Donna disinibita se la gode e rimane conquistata dall'ardore di chi lecca e ingurgita con piacere i suoi umori.
Nonna era ormai innamorata cotta. Ogni volta che si avvicinava al mio letto rimaneva nella giusta posizione per farmi salire con la mano sotto la gonna e farsi sollecitare la sorca. Vivevo ormai con la mano perennemente aromatizzata con il suo "profumo".
"Sempre duro sto coso" ... non faceva altro che controllare il pacco. Gli sfuggiva la mano e la battuta anche quando non eravamo soli, tanto per ricordare che era "la padrona".
La mia convalescenza ormai aveva pochi motivi per prolungarsi, tuttavia rimanevano i traumi più importanti da curare, le ferite più grosse ancora da disinfettare, lo strascico della infezione cutanea. Il gioco di coinvolgere le altre "cagnette" teneva ancora banco, rimanevo con un pantaloncino senza mutande affinché potessero vedere sempre l'effetto che mi procuravano. All'occorrenza me lo sfilavano anche, tanto non era un mistero per nessuno, però interveniva subito nonna ... e le battute si moltiplicavano ... non faceva una piega ... "me dispiace pe l'incidente ... ma sto nipote me lo godo proprio" ... senza timore di alimentare allusioni.
Appena rimanevano soli compariva sorridente e marpiona ... "beata gioventù" ... e ricominciavamo con tutto il repertorio.
Lingua in bocca per cominciare, le mie mani a rovistargli la sorca, poi lingua, tanta lingua, gli piaceva da matti insistere nella ricerca del punto migliore. Poi non voleva sentire storie ... spagnola per aperitivo, poi dito in culo, mano a manovella e bocca a ventosa ... fino all'ultimo. Se gli tornava il succo ... si finiva a 69, con la mia povera faccia ad annaspare nella sorca mentre perdevo il controllo del cazzo.
La matriarca aveva ancora qualche "amico" con cui fare la spesa con la sorca. Una mattina si prepara da troia per uscire, li chiamava i pensionati ed uno di questi era troppo tempo che aspettava. Corporatura medio/piccola, gambe magre, pancetta rotonda, tette spropositate, capelli lunghi e faccia da furba. Vestita da troia era BONA!
Nell'attesa del suo ritorno impazzisco. Se mi ero frenato l'avevo fatto per la paura che l'emozione mi avrebbe fatto durare troppo poco. Però avevo il cazzo di marmo e le palle erano da tanti giorni svuotate regolarmente.
La sento rientrare e andare nella sua camera, immagino per ricomporsi e mettere gli abiti da casa ... mi devo sbrigare ... la nonna vestita da troia al rientro dalla monta è eccitante.
Gli sono dietro, il solito spavento ... "e mò che devi fa?" ...
Ma è morbida e si lascia piegare verso la poltrona ... zacchete ... senza ripensamenti ... gli sto con il cazzo dentro.
"Amore de nonna che fai? ... "TI SCOPO" ... "TI PIACE COME TI SCOPO TROIA?" ... perdo un po' le buone maniere. Rimane piegata buona buona a godersela, riesce anche ad allungare una mano per massaggiarmi le palle.
"Nonna me ne vengo" ... "amore de nonna ... sborra tranquillo".
Un maiale che rantola. Continuo a pompare, a sbattere ... da barzotto riprende vigore ... è di nuovo duro.
L'accompagno verso il letto ... "ti dispiace se ti scopo ancora?" ... era già con il culo a bordo letto e con le gambe aperte, le braccia larghe in attesa.
Avvinghiati, stretti, gli tengo la testa sollevata per baciarla meglio, mi stringe con le gambe ... POMPO DECISO ... la seconda meglio della prima.
Era iniziata la luna di miele!
Zia Bernarda fu la prima a ridere per quell'odore di sesso che predominava in camera di nonna. Leggera e maneggevole ... sempre pronta a farsi scopare in ogni modo.
Sempre pronta a sentire la consistenza del pacco e provocare.
"Tutto finisce ... le cagnette te le scoperai tutte ... ma adesso sei solo mio" ... più o meno ripeteva questo. Il riposo forzato, la giovane età, la situazione a dir poco particolare ... stavo sempre ingrifato intorno a quella sorca che sembrava una pesca da aprire, come uno scrigno che custodiva il paradiso.
Ma nonna aveva sempre una meraviglia in più da regalare. Mentre pompavo da dietro a pecorina ... "non fa il timido ... ogni tanto mettimelo pure in culo" ... e c'era dell'olio pronto ... "però mettine poco ... che me piace senti quanno entra!"

Per commenti/critiche/pettegolezzi ... sermoc68@libero.it


di
scritto il
2024-09-05
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