A letto con Bia, molto donna, femminista e quasi zia

di
genere
incesti

"E da quando hai dei rapporti completi" (le femministe degli anni '70 si esprimevano così) "con la Mimma".
"Da un anno ormai".
"Ma hai solo XX anni!"
"XY a ottobre, precisai"
"E lei due di meno!"
"Si ma si è sviluppata molto, soprattutto in questo ultimo anno" sottolineai. Non era certo la prima volta che qualcuno criticava la precocità della storia mia di Mimma. Per fortuna era il periodo della liberazione sessuale e dell'antiautoritarismo e i suoi genitori di ultra sinistra - malvolentieri - non ci proibivano di chiuderci in camera sua nel pomeriggio, dopo aver fatto i compiti. Ci toccavamo(poco) e scopavamo (molto).
"Ci credo... so che vi (pausa) incontrate ogni giorno o quasi", disse con quella che a me sembrava più invidia che riprovazione.
Lei, Bia, amica di famiglia e quindi 'zia' per noi ragazzi, era una donna single e un poco misteriosa. Era venuta al mare con me perché i miei volevano andare in Francia loro due ma non volevano lasciarmi da solo a casa.
Era una tarda mattinata, una Pasqua di sole, in una casa che dava direttamente sul mare eravamo sulla veranda. Bia si era bevuta un bicchiere di vino bianco e io anche. Mentre parlavamo lei era seduta col bicchiere in mano e io in piedi di fianco a lei.
Forse a causa del vino, a cui non ero poi così abituato, ed eccitato dalla piega che aveva preso la conversazione decisi di... provarci. In piedi mi avvicinai. Il mio bacino era a nemmeno un metro dal suo viso
"Vuoi vedere cosa l'ha aiutata a svilupparsi?", chiesi, avvicinandomi al suo viso, col sesso che gonfiava il costume.
Invece di spingermi via con una espressione scandalizzata, Bia rispose "Beh a dire il vero una idea me la sono già fatta vedendoti in questi giorni in costume, e poi, ricordi?, ieri sono entrata per sbaglio in bagno mentre facevi la doccia " rispose imperturbabile. In realtà non stavo facendo solo la doccia e lei lo sapeva benissimo.
"E sai a cosa pensavo mentre... facevo la doccia?" (non era vero ma fa niente)
"A qualche bella ragazzina", mi interruppe sorridendo e posando il bicchiere.
"Forse no, forse a qualcosa di più vicino!" Mi avvicinai e continuai "E tu non hai... fatto la doccia in questi giorni?"
Non la lasciai rispondere. "Magari pensando a qualcosa del genere". Con un gesto mi abbassai gli slip e con un movimento del piede li afferrai e li scagliai via. Qualche ora dopo seppi che era stato quel gesto sbarazzino insieme maschile e pieno di grazia a scioglierla.
"Certo che è proprio bello, tanto che non vedevo un sesso così... elegante", ammise leccandosi involontariamente le labbra.
"E dimmi: cosa fanno le carampane di 40 anni (così lei amava definirsi) quando hanno davanti a loro un sesso elegante?"
"Beh ci giocano un poco in effetti", E circondò il mio sesso con una mano.
"Ci giocano solo o di più?" continuai con una sorta di singulto perché aveva iniziato a muovere su e giù il braccio.
"Lo assaggiano?". Ormai il mio cazzo era vicinissimo alla sua bocca, doveva solo aprirla. Mise una mano a coppa sotto i miei testicoli e lo pose sulle sue labbra, iniziando a muovere la testa su e giù. La sensazione era stupenda. Dovetti appoggiarmi alle sue spalle per non cadere. A differenza di Mimma, che mi succhiava sì, ma un po' malvolentieri, solo per farsi poi toccare e leccare a sua volta oppure mi faceva eiaculare con la bocca nei preliminari per evitare che poi venissi prima di lei scopando, Bia stava proprio assaporando il suo pompino. Stava adorando il mio giovanissimo sesso, già contornato dai primi peli quasi biondi.
"Mi fai venire così", constatai con voce ansimante.
Si interruppe guadandomi da sotto in su e allungando la mano verso i miei capezzoli.
"E' quello che voglio. Mi hai chiesto cosa fanno le carampane quando vedono un bel cazzo o cosa vorrebbero fare? La risposta è questa: portarlo all'orgasmo".
Non avevo nulla da ribattere. Bia riprese il suo magistrale pompino, stringendomi le palline con una mano e pinzando il capezzolo con l'altra. Poi lasciò il capezzolo e iniziò a scendere con la mano sulla mia schiena fino al sedere.
"Sto... venendo. Posso?" Mimma cercava sempre di evitare che le eiaculassi in bocca.
Nessuna risposta. Solo il suo dito si infilò fra le mie chiappe cercando il mio buchino e sfiorandolo. Era il 'pulsante rosso'! Eiaculai con un piccolo urlo prima una poi due poi tre volte.
Bia non disse nulla e continuò per un poco solo allentando la pressione delle mani.
Poi si staccò, lasciò uscire un rivolo di sperma dalla bocca e deglutì.
"Ora ricordo! I ragazzi hanno un sapore diverso, molto migliore. E' quasi buono!" commentò, "ti è piaciuto?"
"Da morire" ammisi. E ora mi chiedevo, come procedere?

"Basta con questa cosa dei ragazzi. Facciamo così ora ti bendo, così non vedi che età ho!", presi una sorta di foulard che era poggiato sulla sedia e la avvolsi intorno ai suoi occhi.
"Wow: un piccolo dominatore. E le manette ai polsi?"
Forse scherzava, forse no, Nel dubbio presi un altro foulard. "Devi alzarti però"
"Aspetta" interruppe lei
Per un attimo mi sentii morire. Cosa sarebbe successo se avesse detto "Ora basta! in fondo sono quasi tua zia". L'idea di passare i prossimi due giorni nell'imbarazzo e nel gelo mi spaventava.
Invece senza vedere la mia espressione (quella sì da ragazzino) Bia proseguì. "Qui ci vuole davvero un altro po' di vino", a tentoni si riempì il bicchiere e alzandosi lo scolò in due sorsi.
Alzata, la feci voltare e le legai i polsi dietro la schiena ma molto larghi in modo che potesse tenere le braccia distese sui fianchi. "Vieni con me" e la guidai (era bendata) verso la mia camera da letto. "Oddio cosa sto facendo", disse senza però fermarsi, "In fondo però... anche i tuoi genitori: che idea lasciarci così da soli".
Questa riflessione mi inorgoglì. Bia mi pensava davvero come un pericoloso possibile partner!
Arrivati in camera la aiutai a sdraiarsi sul letto. Muovendosi alla cieca, il suo polso toccò il mio sesso. "Ma è già tornato duro" esclamò
"Beh" commentai, come dire "che c'è di strano?".
"Eh già tu non puoi sapere. Il mio ultimo uomo: se gli avessi fatto... beh hai capito, non se ne sarebbe più parlato fino all'indomani. Invece tu sei già..." e cercò di muovere le mani per saggiare la durezza del mio cazzo.
"Forse è merito anche di questa cosa qua, vediamo", suggerii a voce più bassa mentre le slacciavo gli slip del costume (erano di quelli tenuti su da un nastrino sui fianchi).
Bia sorrise: "è diversa vero da quelle che hai visto finora, vero!" (usò il plurale: evidentemente Bia sapeva che avevo fatto qualcosa insieme a Mimma e anche a una sua amica).
"Sì", assunsi il tono di un entomologo che analizza una nuova specie di farfalla, sfiorandola però con intenti non completamente scientifici. "Mimma ha una sorta di fenditura, una specie di sorriso verticale. La tua invece sembra un fiore tropicale" le mie dita seguivano il contorno delle grandi labbra e poi si chiusero sul clitoride. "Ed ecco il pistillo".
Bia ansimava un poco. "Sì", sospiro, "ma è una pianta carnivora però".
"E presto avrò la sua razione di carne" risposi, forse un po' volgarmente.
Per farmi perdonare mi inchinai poggiando la bocca sul suo sesso, "Vediamo che sapore ha" e iniziai a leccarla. Avevo imparato che dei colpetti dati usando la lingua come un pestello sono più graditi della slinguazzata tipo gelato.
Funzionava: le mani che avevo appoggiate sul bacino avvertivano i tremiti del corpo di Bia. Sempre con la lingua tesa cercai di penetrarla: altro successo. A quel punto con le braccia arrivai ai capezzoli stringendoli. Il dolore le piaceva. Dolore per dolore strinsi il clitoride, ormai emerso fra le labbra strette prima e poi, più leggermente fra i denti. E così vidi il primo orgasmo di una donna (al tempo non esisteva internet e nei cinema porno non potevo entrare). Tutto diverso da quello di Mimma che era una sorta di dolce sospiro. Fu un movimento di tutto il corpo. Il bacino si inarcò le gambe si allontanarono al massimo e la testa ondeggiava da una parte e dall'altra cercando di soffocare l'urlo con il cuscino.
"Oddio ma sei bravissimo! Non ero mai venuta così presto".
Mi alzai per toglierle il reggiseno. "E' stato bellissimo vederti godere"
"Bravo e generoso, beata la Mimma... anche per questo" aggiunse. Seduta sul letto era riuscita ad appoggiare la guancia di fianco al mio cazzo. "Mmm perché mi hai legato le mani. Liberamele che faccio godere anche te".
Ma io volevo altro: "Facciamo qualcosa insieme invece".
"Sì", accettò senza esitazione, "ma aspetta solo un minuto e chiudi la tapparella, che non entri luce".
" No: io voglio vedere il tuo viso quando entro dentro di te"
Sentendo la parola 'dentro' istintivamente lei divaricò le gambe. Dalla figa carnosa e inturgidita colava un poco di liquido. Non entrai subito. Mi inginocchiai fra le sue gambe e picchiettai con il cazzo il suo clitoride e lo strusciai su e giù sul fiore come avevo fatto (con un certo riscontro) con Alma, l'amica di Mimma che voleva provare tutto ma restare vergine. Età diversa, ma stesso risultato. "Dio ho già ancora voglia, fallo dai!"
"Fallo cosa?" finsi di non capire
"Dai... insomma". Bia capì che in fondo ero un maschietto un po' stupido come tanti e desideravo un incitamento un po' volgare: "Dai, scopami!"
E così feci. A differenza di Mimma che era stretta fin dall'inizio, Bia aveva un largo ingresso e solo dopo le pareti iniziavano a stringersi anche perché lei sapeva muovere i tanti muscoletti della vagina, collaborando attivamente allo sforzo. Entrato fino in fondo mi fermai. No, non era ancora il caso di limonare ma le strinsi i seni con una mano mentre mi appoggiavo con l'altra alla testata del letto.
"Mi vergogno che mi vedi" si lamentò lei.
Uscii e sciogliendole le braccia le suggerii di mettersi a quattro zampe. Così l'avrei presa da dietro. "More ferino" dissi rientrando.
Io in piedi arrivavo alla giusta altezza, lei poteva tenersi alla testata del letto e contrastare le mie spinte. La sua vergogna era inutile perché, accecato dalla voglia di scopare non vedevo letteralmente più nulla. Volevo scoprire fino a che punto sarei arrivato dentro, scavavo dando colpi in una apertura che sembrava non finire mai e accogliermi sempre.
Bia perse la vergogna e iniziò un controcanto. A ogni spinta un grido, ogni volta che arretravo riprendeva il respiro attendendo il colpo seguente con intervalli sempre più brevi, Le mie mani sui suoi fianchi avevano una presa perfetta. Il buchino del culo occhieggiava verso di me. Se appena rallentavo il ritmo mi incitava spaventata che mi fermassi. "Sì! scopami, più forte, più dentro, sei bravissimo".
Il suo orgasmo arrivò preannunciato con molto anticipo dall'inarcarsi del suo bacino. Era come se lei guidasse l'inclinazione del cazzo e io la profondità, in una perfetta collaborazione. Grazie al pompino precedente riuscii ad attendere il suo orgasmo meno stupito di quello precedente ma più forte.
Mi fermai un poco per farle riprendere fiato. "Posso... dentro?"
"A dire il vero no ma oggi ... possiamo rischiare" rispose e poi...lo voglio".
Liberato dal timore di rovinarle l'orgasmo mi bastarono una dozzina di colpi per venire dentro di lei "Ecco, ecco ecco". Le rovinai sopra facendole perdere l'equilibrio e... ci baciammo. Un bacio prima di gratitudine che divenne presto di desiderio.
Mentre il bacio continuava le tolsi la benda. "Mi mancava il tuo sguardo mentre...." dissi e iniziai subito a toccarle leggerissimamente il sesso.
"Che buono l'odore di sesso" disse trasognata alludendo all'afrore delle nostre ascelle e del mio seme ormai colato fuori. "Che buono tutto del sesso" ribattei mentre le mordicchiavo i capezzoli e le toccavo la figa dapprima leggermente poi sempre con maggiore decisione. "No", "Cosa fai" "Ancora? No, Non posso" "Ferma" "Ancora?" ripetè ma era più una richiesta che una espressione di stupore.
Sia Mimma, sia la sua amica mi avevano fatto vedere più volte come facevano a masturbarsi e misi in pratica quanto imparato (a Mimma però non piaceva che la toccassi, preferiva scopare) con un certo successo. Bia aveva cercato il mio sesso con la mano (era tornato duro ma solo un poco) ma non aveva la forza e la concentrazione per toccarmi davvero. Andai avanti quindi indisturbato tra morsi ai capezzoli e ai lobi, movimenti concentrici e sussultori sul clitoride e l'occasionale affondo di due dita nel sesso. Dopo pochi minuti riuscii a vedere quello che la benda mi aveva celato: lo sguardo di una donna che viene per la terza volta in mezz'ora.
Andai a prendere del vino bianco e un asciugamano che per scherzo le portai ripiegato sul mio sesso (tornato duro). Bevemmo senza parlare, ci baciammo ancora, tornammo nudi sul balcone a prendere il sole. La vergogna iniziava ad aleggiare distante ma eravamo felici.


Saltammo il pranzo e dormimmo un poco. Al risveglio circolava un poco di imbarazzo. Gli ormoni lottavano contro la ragionevolezza. Verso il tramonto Bia preparò un gin tonic e in piedi con le mani appoggiate al balcone guardava il sole. Non c'era nessuno che potesse vederci. Silenziosamente mi spogliai e le sfilai il costume sciogliendo il nastrino. "Cosa fai!" gridò quasi. "Ho voglia!" risposi semplicemente.
L'onestà ripaga sempre, diceva mia nonna e aveva ragione (anche se forse non aveva in mente questo).
Bia allargò un poco le gambe e io in piedi senza preliminari o complimenti iniziai a penetrarla. Qualcosa però nel mio ritmo non la soddisfaceva. Abbassando e rialzando il bacino iniziò quindi in pratica a scoparsi da sola. Potendo restare fermo mi concentrai sul suo buchino, umettando prima un dito e poi due approfittando dell'acquetta che scendeva dalla sua figa, sfiorai prima e poi inserii una falange. "Nooo" esclamò lei senza però smettere di impalarsi ritmicamente col risultato che anche il dito entrava sempre di più. L'orgasmo coincise con l'inserimento di un secondo dito. Peccato che nessuno potesse vederlo. Le gambe sussultavano e tremavano incontrollate.
Uscito da dentro di lei sempre da dietro le sfioravo con le dita i lobi e le stringevo i seni.
"Vieni, ti voglio rendere pan per focaccia" disse e questa volta fu lei ad accompagnarmi verso il letto fermandosi per prendere un asciugamano e una crema solare in bagno. "Sdraiati" mi ordinò. In ginocchio per terra era nella posizione ideale per prenderlo in bocca e massaggiarmi le palle. Mentre lo ingoiava e mi stringeva i testicoli, con un dito iniziò a sfiorare il mio ano. Coperto il dito di crema solare lo inserì dentro di me. "Ho visto che ti aveva fatto un bell'effetto prima" commentò. "Pochi uomini lo accettano ma questo" e mosse il dito che era entrato per metà, "per molti è uno dei centri del piacere". Il dito si muoveva ad uncino premendo sulle pareti mentre la bocca continuava a salire su e giù. "Ma questo è fantastico" commentai stupito e goduto al tempo stesso. "Ora forse capisci cosa si sente 'dentro' e considera che non hai un clitoride"
Non avrò avuto il clitoride ma la doppia sensazione del pompino e del dito nel culo mi stavano regalando il massimo piacere della mia breve ma sessualmente intensa vita. "Stringimi le palle" chiesi pur sapendo che questo avrebbe posto rapidamente fine alla cosa. E così' fu. Senza preoccuparmi venni nella sua bocca perfino più intensamente credo della volta precedente.
Bia sorrise orgogliosa del piacere che aveva creato. Aprì la bocca per farmi vedere la perla di seme che aveva trattenuto sulla sua lingua. "Vuoi sentire il tuo sapore?" Ci baciammo a lungo con le lingue che si scambiavano il seme e andavano a cercarlo nel palato.
"Non l'avevi mai provato questo" commentò dopo carezzandomi il corpo. "No"
E con l'amica della Mimma cosa hai fatto?
"Tutto tranne scopare". risposi "Lei vuole rimanere vergine. Ha paura che i suoi, chissà come, lo scoprirebbero, Il suo medico è un amico di famiglia etc etc. Peccato perché si vede che ha voglia. Le ho anche proposto di..." esitai mentre cercavo l'equivalente scientifico.
"Sodomizzarla", completò lei.
"Si ma ha paura che le faccia male"
"Beh ha ragione: è piccola. Non è un buon modo per iniziare. Anche se per secoli la sodomizzazione era il punto di equilibrio far le esigenze dei fidanzati e il tabù della verginità" riflettè.
"Tu hai provato?" ci chiedemmo contemporaneamente mettendoci a ridere.
Risposi per primo io. "No, ho chiesto a Mimma ma non le va".
"Io si, quando... diciamo quando è il caso"
"Vorrei che fosse il caso".
"Se o quando sarà così, lo capirai"
"E se non lo capirò?"
"Allora vuol dire che non lo meriti"
"Fa male?"
"Sì all'inizio sì, ma poi diventa... un bel male e dopo addirittura bello, soprattuto se posso toccarmi contemporaneamente"
"Quindi piace anche a te"
"Si ma vedi il bello è proprio arrendersi al desiderio dell'altro. Sodomizzare è il gesto di violenza per eccellenza e deve essere messo in atto come tale anche se poi a volte non lo è. Deve essere qualcosa che viene concesso all'uomo con arrendevolezza. So che è difficile da capire alla tua età".
Bia vide la mia espressione incavolata
"A ogni età a dire il vero. Poche donne sono abbastanza libere da accettare questa dimensione, far rientrare in modo condiviso la violenza nel rapporto". Bia scivolava volentieri nel linguaggio femminista. Non mi piaceva ma l'idea di poterla ... beh avete capito, mi faceva sorvolare su questa cosa.
"E con un ragazzo sei mai stato?" mi chiese sempre carezzandomi il corpo e il sedere.
"Si ma non ho fatto quello, ovviamente"
Mi fece il verso: "Ovviamente. E cosa hai fatto invece?".
"Diciamo che so cosa si prova a prenderlo in bocca"
"Evviva finalmente un uomo che lo ammette. Probabilmente un terzo dei maschi ha fatto un pompino a un amichetto e tu sei il primo che lo riconosce. Ti è piaciuto?"
"Più che altro la trasgressione. E il piacere di creare tanto piacere, tanto movimento con pochissimo sforzo!. Peccato che però una volta venuto lui si sia tanto vergognato che non ci siamo più quasi visti".
"E hai fatto altro?. Questo per esempio" e prese a masturbarmi.
"Seghe? più di una volta".
"Oh finalmente lo vedo crescere. Le altre volte era duro già da subito! Che miracolo: Ma quante volte puoi farlo in un giorno?"
"Una volta appunto con un amico siamo andati avanti tutto il pomeriggio: sette volte mi pare di ricordare. Lui di più ma era più grande".
"Dunque fammi pensare sette volte, ce ne siamo giocate e contò con evidente piacere: una, due, tre. Ne abbiamo ancora quattro: Mi scopi?"
E si buttò sul letto al mio fianco togliendosi la maglietta e dandomi le spalle. Voleva essere presa da dietro.
"Dove?" chiesi con finta ingenuità e tono allusivo
"No dai, normale, altrimenti sporcheremmo tutto" (eravamo sul suo letto matrimoniale). Mentre mi apprestavo a penetrarla aggiunse "che poi... normale forse non è il termine giusto!". Una donna di quarant'anni che si faceva scopare per la terza volta in poche ore dal figlio tredicenne della sua amica. Normale non era ma... tanto peggio per le norme.
Una volta dentro proposi una scommessa: "Se ti faccio venire due volte me lo darai però"
"Uhm... facciamo tre"
"Tre allora" ma sentivo che in questa occasione non ce l'avrei fatta. Non era abbastanza duro e non avevo nemmeno voglia come le altre volte. L'accoppiata pompino + dito nel culo mezz'ora prima mi aveva come prosciugato.
Fu quindi una sorta di bella scopata coniugale. Questa volta facevo tutto io. Venne prima lei. Si voltò per abbracciarmi e mi fece segno di finire alla missionaria. "Voglio vederti venire dentro!" commentò. Liberata con l'orgasmo dal desiderio poteva dedicarsi a me. Muovendo i muscoli della figa e sfiorandomi con la mano la parte bassa del bacino e il sedere moltiplicava il piacere. Aveva capito che mi piaceva moltissimo la pornolalia e continuava a dire "Ecco scopami così, ancora più dentro, vieni dentro di me, che bel cazzo che hai. Come mi stai scopando bene. Ecco, ecco ecco, sentiva che stavo per eiaculare. "non fermarti vieni dentro, Mettimi incinta!" Gridò perdendo il controllo proprio mentre eiaculavo dandole un colpo con il bacino che le fece quasi sbattere il capo contro la testata del letto.
Dopo un minuto di silenzio pensierosa disse "Non l'avevo mai detto". Capii che si riferiva all'ultima frase. "Non l'avevo mai pensato, soprattutto. Cosa sta succedendo! Forse dovremmo fermarci!"
Non ne avevo nessuna intenzione."Forse dovremmo uscire e cenare, invece"- Rinunciai a guardare la figa fradicia di Bia con il bianco del mio seme che usciva e mi avviai verso la doccia.

Andando a cena, per un primo tratto ci tenemmo per mano (Bia non era alta e io non ero basso per la mia età). Bia rispose alla domanda che non avevo fatto. "Di rischio ce n'è poco. Non è un periodo 'brutto' e alla mia età non sono così fertile".
"Comunque forse è il caso..." accennai indicando con il capo la farmacia del paese con all'esterno il provvidenziale distributore automatico.
"Forse, dopo però", rispose di scatto, per poi aggiungere "pensiamoci". L'aveva turbata aver accettato istintivamente un accenno così netto alla prosecuzione del nostro rapporto. Al ristorante dovemmo parlare piano e per accenni, tenersi per mano era escluso.
"Una cosa è sicura", disse riprendendo l'aria seria e decisa che aveva con me avuto fino a quel mattino. "Tutto è iniziato qui e qui finisce. Anche per la Mimma poi!" Non avevamo mai pensato che dopotutto ero stato anche io a fare qualcosa di irregolare tradendo la mia fidanzata (i toccamenti con l'amica avvenivano in sua presenza e quindi non erano tradimenti).
Quel che diceva Bia aveva senso e forse per me non sarebbe stato difficile lasciarmelo alle spalle ma mi spiaceva molto.
"Non ho mai provato quello che ho provato oggi", commentai.
"Grazie!" Sorrise, "anche io mai o forse molto di rado e tempo fa". Tornando a casa cammminando sulla spiaggia dove eravamo soli mi fece un lungo discorso, aiutato anche dalla bottiglia di vino bianco che aveva bevuto. "La gran parte dei maschi a letto è una delusione. Non hanno idea di come sia fatta una donna. Ti smanettano come se cambiassero il filtro della lavastoviglie, poi iniziano a scoparti e pensano solo al loro piacere. Durano due minuti, vengono, e si addormentano e via. E tu magari devi anche far finta che ti sia piaciuto. Sai quante volte dopo sono andata in bagno a masturbarmi per calmare la rabbia!. Poi ci sono uomini che scopano bene così come ci sono uomini con un corpo quasi perfetto. Il fatto è che... lo sanno. Nudi si muovono in modo da farsi ammirare come delle ballerine e quando ti toccano o scopano sembrano dei prestigiatori fanno perfino un sorrisino quando il loro 'numero' ha avuto l'effetto desiderato. Tanto che quasi ti incazzi di esserci... cascata. Quindi sarò sincera. Ho goduto altre volte così come con te anche se non tre quattro volte di seguito in mezza giornata. Il fatto è che oggi è stato diverso..." cercò a lungo la parola, "è stato sorgivo".
La interruppi per farle sentire che condividevo il suo pensiero "Come se il sesso lo avessimo inventato noi ora". Parlando eravamo entrati in casa.
Il suo volto si illuminò "Esatto: è roprio così". Mi guardò per qualche secondo, colpita dal fatto che oltre ai corpi, nonostante la differenza di età e di tutto, condividessimo anche le emozioni.
Avremmo voluto baciarci ma avrebbe significato troppo. Ricompose il viso con difficoltà
"Ora però, non prendertela, ma penso di voler dormire e... da sola. Abbi una buona notte".
Era giusto così e poi dormire in quello che in fondo era il letto dei miei mi turbava un poco. Ciascuno entrò nella sua camera.

Ricordai nel modo migliore che ero andato a letto nudo sotto le coperte. La luce filtrava abbondante dalle finestre e il mio sesso, durissimo la mattina (e questa non era una novità) era dentro nelle mani di una donna che aveva scelto quel paradisiaco modo per svegliarmi.
"Ti sei addormentato subito", commentò, "io invece non riuscivo a non pensare a... questo". Tenevo gli occhi chiusi assaporando la sua mano (destra? sinistra?) che tracciava l'armonia andando su e giù e l'altra che stringendo i testicoli dava il ritmo. "La tua bocca", implorai. Con la lingua percorse l'asta "No voglio vederti venire, voglio vedere fin dove arriva lo... spruzzo" spiegò con tono giocoso.
Sorrisi perché avevo fatto questa gara con un amico un paio di volte, ciascuno però toccava se stesso. Le seghe della mattina sono le migliori sapevo e appresi quanto è meglio se a fartele è una donna tanto abile quanto desiderosa di darti il massimo piacere.
Sussultai più volte, i testicoli erano diventati piccolissimi, dal cazzo lungo come non mai che Bia aveva posizionato con un angolo di 45 gradi uscirono tre schizzi il primo dei quali arrivò sulla parete oltre la testata del letto, il secondo sui miei capelli e il terzo sul torace.
Non ero stato a guardarli. Lo capii perché Bia prese a leccare lo sperma che si era depositato sul mio petto prima e poi tirando fuori la lingua, perfino quello sull'intonaco della parete.
"Che prima colazione!" commentai un po' stupidamente ma questo gesto mi aveva colpito. Bia doveva aver passato la notte a masturbarsi pensando al sesso con me. A quello che avevamo fatto e a quello che ci attendeva nella giornata. Sarebbe stato altrettanto bello? Avremmo mantenuto quell'aspetto 'sorgivo'? E come avremmo iniziato questa volta, con la mente libera dall'alcol e dalla foia della scoperta reciproca?
E poi... volevo vincere la sfida di farla venire tre volte in una scopata e... ritirare il premio poso in palio.



Non posso dire che me l'ero scordato ma in quel momento non ci stavo pensando.
Bia uscì dal bagno dove era rimasta abbastanza a lungo. Aveva una brutta vestaglia che non le avevo mai vista. "Sei pronto?"

Mi occorse un secondo per capire "Devi... ritirare il premio" sorrise. Tornò subito seria "Ma io farò finta di non volerlo. Ti va?. Dovrai forzarmi. Ti aspetto di là". Ero in camera. Mi spogliai e la raggiunsi in soggiorno. Era in ginocchio prese il mio sesso fra le mani carezzandolo. "Ecco cosa mi entrerà dentro. Lo soppesò. Mi farà male"
"Non è poi così lungo", azzardai come per scusarmi
"Ma è largo, ancora peggio. Mi aprirai, lo sai"
Entrai nella parte. "Si ma devi farlo. Ai maschi le donne devono dare il culo".
"Devo compensarti per gli orgasmi che mi hai dato", sembrava rivolgersi direttamente al mio cazzo, che teneva quasi all'altezza degli occhi mentre spalmava con dolcezza sull'asta e sulla cappella abbondante crema solare. "Ecco", disse alla conclusione. Si alzò in piedi e mi diede le spalle poggiando le mani su sul tavolo.
"Mettiti giù!" ordinai, "e spogliati" Iniziò la recita, favorita dal fatto che nessuno in quella casa isolata e deserta poteva sentirci.
"No non voglio".
"Spogliati, ti voglio nuda"
"No, ho paura"
Capii perché aveva messo quella brutta vestaglia. La presi e strappai con un gesto il tessuto frusto e liso che si aprì. Sotto era nuda. Con una spinta sulla schiena la abbassai Il suo petto poggiava sul tavolo che - per intuizione dell'architetto Magistretti - aveva gli spigoli stondati, quasi a farlo apposta.
"No non farlo"
"Io ti voglio, ti devo inculare, Bia, allarga le gambe"
"Mi fai male"
"Non ancora. Devo aprirti il culo. Lo sai che ai maschi bisogna darlo"
"Si lo so"
"Quante volte hai goduto tra ieri e oggi?"
"sei, sette volte, è stato bellissimo. Sì hai ragione. Ora è tuo"
"Cosa è mio"
"Il culo, è tuo, fanne ciò che vuoi, non ascoltarmi"
E il paradiso iniziò....
Non sono bravo a descrivere le scopate e ancora meno questa: posso dire che fu selvaggia. Solo all'inizio ero riuscito a trattenermi.Poi incitato da lei, dai lamenti così come dagli ordini che mi dava, di entrare più a fondo, di nn fermarmi, ero arrivato a un passo dalla violenza.

Quando finimmo il tavolo si era spostato di oltre un metro. Il rumore del mare mosso aveva coperto le grida e non mi ero accorto, nel furore degli ultimi colpi, che Bia stava piangendo.
Ripresi coscienza: "Ti ho fatto davvero così male?", chiesi preoccupato
"No, è... è che io... io ti amo e questo questo non deve succedere!"
A passi un po' incerti andò a prendere la bottiglia di vino e due bicchieri.
"La mia testa mi dice che sei praticamente mio nipote, figlio di una mia amica e fidanzato on la figlia della mia migliore amica. Che quello che ho fatto è un reato ed è anche ingiusto. Il mio corpo invece mi dice che sei un uomo, il migliore a letto che ho incontrato. Non mi sono mai sentita così donna. So quello che dovrei fare: chiudere subito. Ma d'altra parte già adesso faccio fatica a... a non spogliarmi e sdraiarmi con le gambe aperte davanti a te!", diceva piangendo.

Ovviamente per me Bia non era certo una more. Era solo una conquista inattesa e una serie di grandi scopate (e, cosa più importante, al mio primo rapporto anale). Passata l'estasi iniziale ne vedevo con chiarezza le rughe. Avevo combinato proprio un gran casino!



scritto il
2024-09-27
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