Ingravidata dall'escort davanti al marito

di
genere
corna


Non era la prima volta che 'servivo' la Signora (in realtà aveva poco più di trent'anni ma la chiamavo così per le maniere altezzose che aveva quando era vestita). Ma questa volta il marito aveva insistito per guardare. La prima volta le aveva solo chiesto un dettagliato racconto al suo ritorno. La seconda volta aveva ascoltato al telefono le sue grida di piacere mentre entravo in lei e quelle di dolore e paura mentre la stavo sodomizzando.

Questa volta eravamo a casa sua, i bambini lontano, dai nonni. Chiesi però per sicurezza di legare il polso al marito (il sinistro, col destro avrebbe potuto fare quello che voleva) alle gambe di un solido armadio. Non poteva quindi muoversi dalla poltrona.

Guardò il suo spogliarsi, il suo aprire con i denti la cerniera dei miei jeans, il suo succhio avido e poco dopo lei gli mostrò sulla lingua la conchiglia di seme che aveva ricevuto. Vicino agli occhi del marito gli mostrò come era capace di rimettere a nuovo il mio sesso. Le si sdraiò a gambe aperte, volutamente oscena, "ora guadagnati i tuoi 100 euro" disse mentre indossavo il preservativo.

La inforcai e iniziai a fare il mio dovere, un classico 'missionario' all'inizio e poi lei si mise a quattro zampe volgendosi verso il marito.

Tutto regolare, l'avevo già fatto altre volte, a molti mariti piace vedere la propria moglie scopata da un ragazzo purché siano loro a pagare. Elena godeva e tanto, anche qui tutto regolare, è il mio mestiere dopotutto.

Elena però riuscì a stupirmi. Mi fermò mi fece mettere in piedi davanti al marito e con un gesto deciso mi sfilò il preservativo. "Ora vieni dentro, mettimi incinta!" Ordinò. Il marito urlava "No Elena sei pazza! In questi giorni poi!". "Sì Piero voglio tenere dentro qualcosa di lui. Voglio avere tutta la vita vicino qualcosa che ricordi questi momenti. A me e a te!"
Era in ginocchio in adorazione del mio cazzo. "Guarda queste palle: qui dentro c'è il seme che ci darà un altro figlio" Invitava il marito a toccarle ma si rifiutò "Sei matta, dovrai abortire. I figli devono essere nostri" ripeteva scuotendo la testa (ma guardando fisso il mio sesso e la mano di Elena che lo carezzava a un metro dai suoi occhi). Elena si rimise a gambe aperte sul letto. "Scopami su!" Ordinò.

Cercai una mediazione: "solo se veniamo insieme, altrimenti uscirò". Elena accettò e iniziò una scopata diversa dalle altre. Cercava la mia bocca per baciarmi, mi carezzava la schiena e con una mano raggiunse i testicoli carezzandoli. Ero molto eccitato devo ammettere. Scopammo come due fidanzati cercando meno il piacere e più la completezza. L'orgasmo di Elena iniziò lentamente con profondi respiri che arrivavano fino a dentro di lei. Avrei potuto resistere se lei non avesse continuato a ripetere: "Vieni dai, vieni dentro di me, regalami un bambino, mettimi incinta! Così ti avrò dentro PER SEMPRE!" Gridava nell'orgasmo e con la mano strinse i miei testicoli inarcandosi. Non ci fu nulla da fare. Non potevo e non volevo arrestare i miei colpi e non una ma più volte sentii i fiotti di sperma che entravano dentro di lei, proprio in fondo alla sua fighina stretta e corta.

Mi abbracciò e riempì di baci. Con fatica uscii e lei baciò a lungo il mio cazzo "mi hai fatto godere in modo diverso e completo ora", ammise e io non potevo che dire lo stesso. Si avvicinò al marito con la figa all'altezza dei suoi occhi, colava all'esterno un poco del mio seme, "prendilo e assaggialo" gli ordinò. Il resto è dentro di me, per sempre!

Non ci incontrammo più e forse nella bella città di Venezia (vivono lì, beati loro) oggi c'è un ragazzino o una ragazzina che mi assomiglia un poco.
scritto il
2024-09-25
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