Sodomizzazioni: la prima volta di Marco, non l'ultima della madre, Carla
di
zio francesco
genere
bisex
Era corso incontro ad abbracciarla con l’entusiasmo dei suoi XIV anni! “Sarà stasera sai mamma!. Ho deciso. Farà male, lo so, ma voglio proprio provare a sentire Francesco dentro di me, soddisfarlo pienamente””. Carla annuì, capiva bene anche perché poche ore prima aveva sentito il mio sesso dentro di lei, ma questo non poteva dirlo.
Era iniziato tutto a Cuba in un viaggio ‘politico’ pensate un po’. Nella delegazione di giovani comunisti il più giovane era lui, Marco. Avevo 18 anni e mi ero preso tante cotte per dei maschi (e per delle ragazze) ma questa volta all’attrazione si era aggiunto l’amore. Appena potevo in autostop raggiungevo Roma. Ci baciavamo (con cautela erano ancora gli anni ’70’) al Pincio e con meno cautela a casa sua. Venimmo uno nella bocca dell’altro più volte, avevo esplorato il suo buchetto con le dita. Quella volta avevo dormito a casa sua.
La mamma, Carla, era rientrata in casa dopo essere uscita. Marco non la vide (io sì ma feci finta di nulla) era troppo intento in ginocchio ad adorare il mio cazzo lungo e grosso quanto era "per avere qualcosa di me mentre andava a scuola". Carla si fiondò in camera in silenzio.
Marco inghiottito il mio seme uscì poco dopo per andare a scuola. Io entrai in camera della mamma. Piangeva. Carla aveva solo 36 anni e un corpo non troppo diverso da quello delle ragazze cui ero abituato. Mi venne naturale abbracciarla.
Carla piangeva ovviamente per lo choc di vedere suo figlio impegnato in un atto sessuale (significava che era ormai grande) perché era iomosessuale (da vera comunista non poteva lamentarsi ma avrebbe preferito altrimenti) e questo lo avevo immaginato. Ma piangeva anche perché aveva provato desiderio di essere al suo posto. Di avere lei in mano, in bocca e non solo, il sesso forte e deciso di un giovane uomo. Questo non me lo immaginavo.
Dovette dirmelo lei mentre la abbracciavo seduti per terra di fianco al suo letto, un letto che ormai da tempo (si era separata da un anno dal padre di Marco) era vuoto. Spostando il mio bracciò la sua mano sfiorò il mio sesso che per la sua vicinanza era tornato rigido. “Ma ti piacciono anche le ragazze allora” disse stupita. “Certo e… sono un po’ imbarazzato”. “Per cosa?” “Per questo” risposi poggiando la sua mano sul rigonfiamento dei miei boxer (quella mattina non avevo ancora indossato i jeans). “E perché ti vorrei”.
“Oddio no, non puoi, non posso, non possiamo”.
“E’ vero non possiamo ma lo vogliamo: Iniziamo e vediamo”, dissi mettendomi in piedi (a quel punto il mio sesso era vicino al suo viso). Lei spostò la fronte in modo da farla aderire ai boxer ormai gonfi. “Vediamo? Vedo già ora”, commentò sorridendo. Si alzò e iniziai a spogliarla, mordicchiavo i suoi capezzoli, le stringevo il seno mentre il mio cazzo aderiva alle sue mutandine.
Ci buttammo sul letto, le mutande volarono da qualche parte e - senza preliminari (era bagnatissima) - iniziai a scoparla con una forza che non avevo mai potuto adoperare nelle poche esperienze con ragazze vergini o quasi con le quali ero stato. La figa di Carla era abbastanza larga, lei accompagnava i miei colpi muovendo le anche e. “Che bel cazzo!” Esclamava. Essendo appena venuto nel palato di suo figlio potei continuare a lungo. Carla venne più volte credo, Quando si accorse dal ritmo he stavo per eiaculare iniziò a ripetere “non venirmi dentro”. In realtà il mio orgasmo coincidette con uno dei suoi e fu lei a impedirmi di uscire stringendo con le gambe la mia schiena- Carla non commentò. Ancora col fiatone andò sotto la doccia e io la raggiunsi. Si inginocchiò dicendo “fammelo guardare bene. L’ho… sentito ma non l’ho quasi visto”.
“Assaggialo!” Proposi.
Iniziò ma smise subito. Non era tornato rigido.
“Credo che qualcun altro sia più bravo”. Commentò delusa
“Sono venuto due volte in un ora… va bene avere 18 anni ma…”
“Tu e Marco due non avete ancora….” Non sapeva come continuate, la tolsi dall’imbarazzo
“No non abbiamo ancora avuto un rapporto completo. Facciamo tutto il resto, reciprocamente. Con le dita gli ho fatto capire come potrebbe essere piacevole anche per lui. Lo voglio perché è stupendo e perché lo amo, capisci. Non è solo foia”.
“Si, penso di capire”, commentò. Sembrava pensosa ma in realtà le stava rimontando il desiderio.
Si alzò carezzandomi le palle e il sesso con l’altra mano. “Lo voglio ancora, ti voglio ancora dentro… dove vuoi”. La voce era roca. “Mi hai fatto godere come non mi capitava da anni. Devo restituirti questo piacere”.
La feci inchinare sul lavandino col viso davanti allo specchio. Metà del piacere di inculare sta nel vedere il viso di chi stai penetrando.
In bagno avevo già seminascosto una crema che avevo comprato per l’eventuale prima volta del principino come lo chiamavo.
La sparsi sul mio cazzo che era tornato duro e nell’ano di Carla.
Non sapendo se lo avesse mai fatto fui dolce questa volta almeno all’inizio. Poi sempre meno. Invitata da me Carla si masturbava il sesso mentre io la colpivo sempre più forte. Fu una scopata lunghissima. Carla mi chiese di spostarci sul tavolo in modo da potersi appoggiare meglio. Venne nella cavalcata finale quando le strizzai un capezzolo e con un affondo più lungo degli altri. Venni anche io. Ci rilavammo in silenzio. Carla si rivestì e un po’ zoppicante uscì.
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