Il ritorno di Ciro

di
genere
gay

Ci incontrammo per caso dopo anni e anni, ormai sessantenni …. tanto diversi dalla nostra immagine di gioventù. Quasi stentai a riconoscerlo nelle corsie del megastore, ci eravamo persi per le diverse strade intraprese. Lui emigrato al nord per fare l’operaio io a insegnare.
Ciro non aveva più la folta chioma nera e riccia ma pochi capelli grigi arruffati alla meglio. Mi riconobbe lui riconoscermi e con molto trasporto ripiombammo al nostro passato e al tempo trascorso insieme dopo i convenevoli sul tempo presente. Fu un piacere reciproco darci appuntamento per la sera successiva per una cena in un ristorante a riva di mare.
Puntuali ci ritrovammo la sera dopo, era senza auto e lo passai a prendere a casa della sorella. Era una bella serata settembrina ancora calda.
Il dopo cena decidemmo di trascorrerlo in auto vista mare per ricordare il tempo passato.
Riaffiorarono alla mente episodi persone luoghi ormai caduti nel dimenticatoio ed ora rivissuti con tenerezza e rimpianto. In un momento di silenzio mi disse un po imbarazzato: ”Devo chiederti una cosa, anche se è passato tanto tempo ma ci ho sempre pensato” gli risposi che mi faceva piacere ricordare qualsiasi cosa.
Allora con mezze frasi mi chiese se ricordavo di un campeggio in Calabria e subito un flashback illuminò la memoria e risposi di sì contento di quel tuffo indietro di quarat’anni .
Allora lui molto imbarazzato continuò: “ tu non ti accorgesti di niente?” “ di cosa?” risposi io. Allora riprese ancora più imbarazzato:” E’ passato tanto tempo però io ricordo una cosa e ho sempre avuto un dubbio!! Una notte in tenda tu dormivi profondamente, io non avevo sonno e mi giravo e rigiravo. Io avevo il cazzo duro e mi immaginavo di scopare con una ragazza che avevamo incontrato. Stavo a pancia in su e tu disteso prono con il braccio lungo il fianco. Non so che mi venne in testa ma ad un certo punto scivolai più in basso portandomi all’altezza della tua mano e lentamente la presi e l’appoggiai sul cazzo”. Rimasi in silenzio, un po stupito e solo un “non ricordo niente” mi uscì dalla bocca.
Lui continuò:” dopo che l’appoggiai stetti fermo e la tua mano faceva piccole stringimenti al cazzo: era una sensazione piacevole!! Strinsi la tua mano che mi stringeva il cazzo bello tosto.”
Mi chiese allora guardandomi:” te ne eri accorto?”. Risposi d’istinto noooooo.
Lui continuava sempre più imbarazzato:” La tua mano che facevo stringere nel sonno il cazzo era così eccitante che dopo un po sborrai un fiume sulla pancia! Ecco volevo solo sapere se eri sveglio!”
Il silenzio ci avvolse, rimasi così sorpreso che non sapevo che dire.
Da una parte ero furioso per essere stato usato ma dall’altra curioso del fatto e non nascondo che ritenevo la cosa intrigante.
Mi ripresi dall’imbarazzo e chiesi:” cosa cambiava se ero sveglio?”. Si guardò in giro, aspirò voluttuosamente la sigaretta e mi dette una risposta che arrivò dritta allo stomaco e al cervello:” Volevo continuare, mi piaceva l’idea che eri sveglio!”.
Restammo parecchio in silenzio.
Mi voltai quasi verso il finestrino dandogli le spalle. Pensavo che anch’io ero attratto da lui all’epoca e non avevo mai avuto il coraggio di manifestarlo e quella notte dormivo che sfiga!!! Ora eravamo due quasi pensionati con gli acciacchi dell’età!!
Mi voltai a guardarlo e non resistetti alla confessione:” se fossi stato sveglio si avrei continuato pure io!!”.
“ Mi facevi un bocchino?” chiese insistente. Fui stupito ma…… farfugliai un sì sì voltando la testa verso il vuoto della sera. La luce della luna dava chiarore nell’auto, si sentivano le onde. Avevo la mano sul cambio, mi ero estraniato a rincorrere pensieri e fantasie lontane.
Mise la sua mano sulla mia….. delicatamente la stringeva ... la prese e la portò sulla sua gamba…. questa volta ero sveglio …..imbambolato ma sveglio ma non mi ero accorto delle sue manovre…. che si svelarono girando la testa.
Ciro aveva i pantaloni calati al ginocchio, gambe semi aperte e fra la massa dei peli grigi la luce lunare risaltò il suo cazzo, scuro tonico proteso in su. Fece una battuta:” E’ bello rivivere quei bei momenti! Ti va di farmelo ora?”.
Voltai ancora lo sguardo nel vuoto, poi e guardavo lui e di nuovo fuori senza pensare. E fece come quella notte, dalla gamba portò la mia mano sul cazzo suo, il contatto mi dette la scossa, me lo fece stringere e mi ricordava che ora ero sveglio, cosciente e potevo fare quello che volevo. Gli stringevo il cazzo ma guardavo dall’altra parte, lui mi incitava;” Ti piace? Fai piano!”
Mi piaceva assai fargli u’trmoun e lui mi stringeva la mano che gli stava facendo una lenta sega e diceva continuamente:” che peccato! Che peccato! Dovevo insistere allora! Dimmelo ora che ti piace il cazzo!” Tolsi la mano e dissi ora basta!! Scesi dall’auto a prendere l’aria fresca marina. Dopo un po lo sentii avvicinarsi, restai immobile a guardare il mare. Quando mi fu vicino riprese lo scombussolamento.
Disse:” Dai è solo un gioco, non lo saprà nessuno, si vede che hai voglia, dai continua!!” “Siamo ridicoli!” risposi. Mi venne vicino alle spalle, mi mise le mani vicino al collo massaggiandomi:” Rilassati! Sto pensando a quella notte in tenda come mi stringevi il cazzo e come mi hai fatto sborrare!!” E stava azzeccato dietro facendomelo sentire e ancora una volta mi sottrassi, mi sentivo veramente ridicolo. Poi per un attimo nella mente riapparve la nostra immagine di giovani e rividi il Ciro giovane e cercavo di ricordare di quella sera ma niente. Ancora una volta mi fu vicino ero ormai all’auto, mi prese ancora la mano, aveva ancora il cazzo da fuori, era già umido me lo fece stringere standomi alle spalle: ”Ora non scappi più!! Se eri sveglio quella notte te lo mettevo in bocca e me lo facevo ciucciare. Ora lo stringi bene il cazzo si vede che lo vuoi!” e insisteva :”Stasera me lo fai il pompino!!!”.
Lo sportello era aperto, mi fece sedere rivolto verso l’esterno sul sedile di guida, la mano non si staccava dal suo cazzo che mi apparve scuro e invitante, mi sentivo ridicolo, ma stava in piedi davanti a me e tutto era alla giusta altezza, “Dai leccami il cazzo! recuperiamo il tempo”, la lingua se ne andò per fatti suoi scorrendo sulla cappella gonfia e umida e tutto insalivato il cazzo entrò in bocca e lo stringevo e gli toccavo i coglioni penzoloni. “Adesso non siamo più ridicoli vero, succhi da morire ne fai di pompini vero? Vecchio porco!!!””
Mi vergognavo, provavo tanto imbarazzo ma quel cazzo scuro in bocca mi piaceva e mi liberava da ogni condizionamento, lui diceva ti piace e io rispondevo farfugliando con il cazzo in bocca si si e arretrando mi fece uscire dall’abitacolo facendomi inginocchiare e mi teneva la testa fra le mani ed io succhiavo e leccavo arrapato di cazzo, non ero più io. Quel cazzo sempre duro non dava segni di cedimento, poi confessò che si era aiutato con una pasticca.
Quando mi disse alzati e seguimi non capii, mi appoggio all’auto lui dietro che mi baciava il collo e la mano che palpeggiava il culo, mi fece cadere i pantaloni e i boxer ai piedi, quando mi fece appoggiare le mani al finestrino aperto piegandomi a 90 capii dall’intrusione del dito umido, dissi solo :”no non lo mai fatto!!” mi fece levare le scarpe scalciando e sfilare una gamba così mi allargò, l’aveva di ferro e premeva . “allargati il buco con le mani porco!!”, lo feci ora…. ero appoggiato con il busto allo finestrino aperto. Una fitta tremenda mi attraversò tutto il corpo, e poi un’altra e un’altra ancora, mi aggrappai allo sportello, mi mancava il fiato, mi stava rompendo il culo ed io mi lo stavo facendo rompere. Ora non eravamo più ridicoli ma due vecchi porci che scopavano, o meglio un vecchio porco, io, che si faceva inculare e un vecchio porco, lui, impasticcato che scopava il culo. Il bello fu che le fitte finirono e ansimavamo tutti e due, più inculava più diventava volgare fino a dirmi che frignavo come una troietta, che in questa settimana che restava mi doveva imbottire di sborra e io sempre a dire si poi finalmente perchè non ce la facevo più disse “ti sborro in culo, ti sborro troia!!!” non sentii bene che lo faceva ma si accasciò su di me, con il cazzo che si afflosciava in culo per scivolare fuori, lasciandomi un senso di vuoto. Stentavo a credere che mi aveva sodomizzato. Ma era successo e non fu la prima volta. Il ricordo di quella masturbazione notturna quasi clandestina fu celebrato in maniera degna. Per una settimana fui la sua “femmina” un po’ agè!!
scritto il
2024-09-27
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