Una giovane ragazza di 55 anni
di
Tigro
genere
prime esperienze
Dedicato alla “vera” Giovanna. Chissà se magari un giorno lo leggerai…
Da anni frequentavo una chat di quelle gratuite, una di quelle dove entri senza registrazione e puoi essere chi vuoi tu. Naturalmente il rischio di prendere “bidoni” era altissimo ma finché rimaneva tutto in quei confini andava bene.
Poi ho conosciuto Giovanna, 55enne romana separata. Il nostro rapporto é iniziato a piccoli passi, le cose che si dicono in una chat: come va, cosa fai nella vita, cosa fai questo weekend eccetera. Dalle giornate passate a chattare ho capito chi avevo di fronte: una donna che non si é arresa alla fine del matrimonio ma ha cresciuto suo figlio da sola e vuole riprendersi la sua vita sessuale. Le piaceva raccontare le sue avventure e tra di noi era nato uno scambio di fantasie e di spunti da provare “la prossima volta”. Solo che c’era un piccolo particolare: la mia vita sessuale in confronto alla sua età a dir poco inesistente.
Gliel’ho detto, anche perché le mie domande erano ricambiate dalle sue. Avevo paura della sua reazione ma sorprendentemente mi ha fatto i complimenti per la mia fantasia, la mia sincerità e la mia apertura mentale.
Abbiamo continuato a parlarci in chat per molto tempo quando un giorno mi chiede il numero di telefono. Ho un attimo di tentennamento ma glielo dò e mi chiama all’istante.
Dopo i convenevoli mi dice il vero motivo della chiamata: tra 3 settimane ha un convegno di lavoro a Milano ma nulla vieta che potrebbe allungare il soggiorno di una notte extra magari chiedendo la camera in day-use in modo da poter stare insieme e come ha detto lei “fare tutto quello che mi hai detto e che vorresti realizzare”. Io cerco di mantenere un certo contegno ma sento che potrei piangere dalla gioia.
Le faccio una domanda: perché io?
La risposta già la sapevo: perché anzitutto sono una persona genuina ma Giovanna ammette anche che la stuzzica parecchio essere il sogno erotico di qualcuno e poter realizzare i desideri di quel qualcuno … tipo me.
Dopo quella telefonata continuiamo a sentirci per messaggio contando i giorni che mancano al nostro incontro finché quel giorno arriva.
É mattino quando entro nella hall dell’hotel, mi guardo in giro e finalmente la vedo dal vivo: un metro e settantacinque (più il tacco 12) di fisico statuario con una lunga chioma biondo scuro che incornicia un viso con qualche ruga ma sempre delizioso. E quegli occhi, due occhi marroni all’apparenza ordinari ma che già dalle foto che ci siamo scambiati sembravano avere una brace ardente dentro.
Mi aspetta seduta su una delle poltroncine della hall, con un vestito a fantasia sopra al ginocchio e le gambe avvolte dalle calze nere.
Mi vede, si alza e mi viene incontro sorridendo nervosamente, per entrambi é la prima volta che incontriamo qualcuno fuori da quella chat.
Si vede che é tesa. La bacio sulla guancia e cerco la sua mano che stringo dolcemente. Questo gesto inaspettato la fa sciogliere e mi chiede scusa per il suo nervosismo. Le rispondo che é perfettamente normale e credo che passerà molto presto. Sempre tenendoci per mano andiamo a lasciare i miei documenti per la camera e saliamo in ascensore. Quando le porte si chiudono le mie mani si posano sui fianchi di Giovanna, mi alzo in punta di piedi e la bacio. Non ricambia subito ma basta poco perché finiamo abbracciati a succhiarci vicendevolmente le labbra. Quando arriviamo al piano mi sta mordicchiando il labbro inferiore e rimaniamo così per un secondo. Fortunatamente non c’é nessuno., ci stacchiamo e scoppiamo a ridere. Mi prende per mano e facendo segno di stare zitto usciamo dall’ascensore e ci dirigiamo verso la camera. La seguo docilmente e mi godo la vista delle sue cosce tornite e del suo culo che mi chiama da sotto al vestito.
Entriamo in camera, chiude la porta e mi sorride. Un sorriso che non ho mai visto prima e che non riesco a comprendere sul momento, ma poi capirò. Poi si avvicina, mi poggia le mani sulle spalle e mi spinge contro il muro. Non faccio in tempo ad aprire la bocca che mi ritrovo la sua lingua dentro. Cerca la mia e iniziamo una danza lenta ma decisa, quasi un tango di lingue. Ci inseguiamo, ci intrecciamo, le teste si muovono all’unisono. i nostri corpi sono adesi, io sono schiacciato tra lei e il muro. Senza staccarsi dal bacio Giovanna si stacca dal mio corpo e la sua mano scivola dal mio collo fino alla patta dove con le unghie artiglia il pacco facendomi trasalire. Si stacca anche dal bacio e mi sorride ancora con quel sorriso che adesso ho capito cosa significa, glielo leggo in faccia. Quel sorriso significa “adesso sei mio”. Mi prende la mano mentre con l’altra continua a tenermi fermo contro il muro e mi dice “facciamo un gioco: vediamo se riesci a scoprire che sorprese nascondo sotto al vestito” e poggia la mano sulla sua coscia. Sollevo il vestito e guardo in basso ma la mano che era sulla mia spalla si sposta sul mento e tiene lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Quegli occhi come due tizzoni ardenti.
“No tesoro, troppo semplice guardare…mi hai detto che ti piace toccare, vediamo cosa sai fare”
Annuisco e accetto il gioco. Sollevo il vestito e seguo la calza fino alla balza incontrando le cinghiette del reggicalze. Sorrido e Giovanna annuisce, prima sorpresa trovata.
Salgo ancora con la mano ma non vado dove pensa, invece faccio scorrere le dita lungo il fianco e scopro la seconda sorpresa: non indossa intimo.
Sorrido ma credo che sia venuto il mio turno di provocare, quindi le dico “bellissime sorprese…magari un po’ scontate…”
Giovanna sorride, ancora quel sorriso, e dice “non hai controllato bene…”
La mano si infila tra le cosce, sento una striscetta sottile di pelo sul pube e accarezzo le grandi labbra, calde e carnose. Giovanna chiude gli occhi e sussurra “fuochino..”, la mano scorre e tocca qualcosa di metallico. Lo tasto meglio e capisco: un plug.
Lo prendo tra le dita e lo muovo piano prima ruotandolo poi spingendo e tirando, lei apre le cosce e spinge il bacino contro di me.
Gioco ancora un po’ con quel plug e decido che è ora di fare sul serio. La mia mano scivola sul suo collo e le sussurro con decisione l’ordine di spogliarsi.
Giovanna esegue docile facendo due passi indietro e facendo cadere il vestito a terra rivelandosi in tutta la sua bellezza. Si vede che ci tiene al suo corpo e io voglio rendere omaggio a quel tempio. Mi spoglio anch’io in fretta e il comando torna a lei che mi prende per mano e dandomi una pacca sul culo mi invita a sdraiarmi sul letto.
Con un gesto sinuoso si accoscia dandomi le spalle e impalandosi sul mio membro, poi si lascia andare all’indietro rimanendo sospesa sopra di me come nei migliori film porno.
Istintivamente mi aggrappo ai suoi seni e inizio a martellarla da sotto.
Questo è l’inizio di una maratona di sesso che dura quasi tutta la mattina. I nostri corpi si scaldano, sudano, si intrecciano in varie posizioni e grazie all’esperienza di Giovanna mi rendo conto che sto durando più di quanto pensassi. Quando inizio a prendere gusto e ritmo in una nuova posizione lei mi ferma per cambiare e ha sempre una carezza e un complimento pronti, oltre a quel suo sorriso di godimento e sfida che ormai mi ha stregato. Il suo corpo è un tempio e io mi sto donando a lei.
Io vengo due volte, lei infinite volte. Il secondo orgasmo é stato talmente intenso da essere quasi doloroso, tant’è vero che è uscita fuori la “Giovanna mamma” che mi ha chiesto se fosse tutto a posto con voce dolce.
Vista la sua dolcezza mi viene da rispondere “si mamma, sto bene” provocandole una risata e un “scemo!”. Ridiamo insieme e le chiedo se possiamo fare una pausa, lei concorda
perchè “ho una certa età” e mi chiede di seguirla in bagno perchè vuole fare una cosa con me. Mi invita a entrare in doccia con lei ma non apre l’aqua, anzi mi spinge contro la parete e si piazza davanti a me. La differenza di altezza tra noi fa in modo che possa accogliere tra le cosce il mio cazzo ormai a riposo. Mi accarezza il viso, chiude gli occhi e la vedo concentrarsi…ho capito. Un getto caldo scaturisce dalla vulva e cola sul mio cazzo donandomi sensazioni mai avute. Vederla con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta è un invito e la bacio. Non è un bacio di passione ma di ringraziamento, dato che era una fantasia che le ho confessato in chat. Finisce di svuotarsi su di me, ci stacchiamo e sulla sua bocca ritorna quel maledetto sorriso. Le chiedo cosa avesse in mente ora e lei risponde sedendosi per terra nella doccia a cosce aperte invitandomi a ricambiare. Non me lo faccio ripetere, mi piazzo davanti a lei e dopo un attimo di concentrazione le faccio una doccia dorata che accoglie sorridendo e masturbandosi. Una volta finito le porgo le mani per aiutarla ad alzarsi e mi abbraccia forte. Mi spiega che per lei quello che abbiamo fatto è una cosa molto intima ed è riuscita a farlo con poche persone. Le accarezzo il viso e la ringrazio per aver realizzato questa mia fantasia. Poi mi esce istintiva un’altra frase: “Ti voglio bene Gio”.
Mi abbraccia più forte di prima, un abbraccio caldo e intenso.
Mi sussurra che ricambia il mio sentimento e che è contenta di avermi conosciuto. Poi si stacca e mi propone di darci una lavata veloce e ordinare il pranzo in camera, anche perchè ha ancora il plug indossato. Nonostante io adori il sesso anale ero talmente preso dai vari cambi di posizione da essermi dimenticato del lato B!
Ci facciamo una doccia veloce, ci mettiamo in accappatoio e ordiniamo un pranzo leggero. Mangiamo nudi parlando come se fossimo in chat: dei rispettivi lavori e hobby, delle prossime vacanze, di profumi e lingerie. Ho notato che alle donne fa piacere che un uomo si interessi di queste cose, d’altronde come dico io “non c’è cosa più bella al mondo che una donna in lingerie”.
Ci spostiamo sul letto e torniamo ad abbracciarci e baciarci con passione ma mi ferma e mi chiede di farle un massaggio. Acconsento con piacere e si posiziona prona scostando la folta chioma dalla schiena.
Non ho l’olio ma le dita scorrono senza problemi sulla pelle liscia e vellutata, é il mio rito di adorazione di quel corpo che mostra i segni dell’età che avanza ma che racchiude al suo interno un fuoco che arde ancora. Parto dalla nuca, le spalle, la schiena, i fianchi. Salto volutamente il sedere e riparto dai piedi. Passo le mie dita tra quelle dei piedi e bacio la caviglia, il tallone e la pianta. Gemiti e sospiri mi fanno capire che sto facendo bene. Salgo lungo i polpacci e lecco l’incavo del ginocchio. Ho imparato col tempo che é una zona molto sensibile. Mi avvicino molto lentamente alla vulva e Giovanna allarga le cosce come ad invitarmi a procedere ma non é quella che voglio adesso.
Faccio scivolare le dita sotto al plug e lo estraggo senza sforzo. Avvicino la bocca alla rosellina e intanto infilo due dita nella vulva cercando il punto G.
Inizio un gioco combinato di lingua e dita che fa letteralmente impazzire Giovanna che ansima e solleva il bacino per offrirsi sempre di più a me. Nel frattempo io sono tornato “operativo” e mi sposto davanti a lei mettendole il mio cazzo davanti al viso. Non serve parlare: ci fa colare sopra la saliva e me lo insaliva in ogni anfratto per prepararlo all’inculata. Quando finisce le dico di chiudere gli occhi che ho avuto un’idea. Mi fa ancora quel maledetto sorriso e obbedisce. Torno in bagno, prendo le cinture dagli accappatoi e con una le lego le caviglie. Poi salgo a cavalcioni delle sue cosce, le metto i polsi dietro alla schiena e glieli lego.
Le chiedo se é troppo stretto e lei risponde di no, ma mi prega di incularla. La accontento subito e scopro che il suo culetto é talmente allenato da essere morbido come un
marshmallow. Inizio una lunga cavalcata anale dove alterno colpi decisi standole a cavalcioni a movimenti lenti sdraiandomi sopra di lei. Proprio durante uno di questi momenti Giovanna mi guarda negli occhi, mi tocca con le mani legate come a fermarmi e mi dice “ti prego slegami, credo che potrei squirtare”.
Gli occhi mi si accendono di gioia, la slego e si posiziona per farsi prendere a missionario. In un attimo sono di nuovo dentro il suo ano, ci guardiamo in faccia e mi dice “non ti trattenere, inculami e basta”. Le piego le cosce contro il petto e inizio a dare colpi di bacino sempre più forti che la fanno tremare tutta mentre si sgrilletta velocemente. É una bellezza unica vedere il mio membro entrare e uscire da da questa dea che con la testa all’indietro geme ad ogni affondo mentre le sue dita scorrono sempre più veloce sul clitoride e la vulva secerne sempre più umori caldi. Non resisto a questa visione e ho un ultimo, fortissimo orgasmo. Sento l’ano stringersi come a risucchiarmi sempre più dentro di lei, i piedi mi spingono contro le spalle, il suo viso si contorce in un’espressione di dolore e piacere. Poi il bacino si solleva, la bocca si spalanca e da essa esce un urlo liberatorio mentre dalla vulva esce uno schizzo che mi bagna fino al petto. Chiudo gli occhi e mi godo questa sensazione baciandole una caviglia mentre le contrazioni continuano e piano piano si fermano. L’orgasmo si esaurisce, le gambe scivolano giù dalle mie spalle e mi rendo conto che sono a un passo da farmi venire un crampo a entrambi i quadricipiti. Cerco di spostarmi senza che accada ma finisco rovinosamente sdraiato di fianco a lei, ansimante. Mi raggiunge, mi abbraccia e mi riempie di baci. Per lei lo squirt é una cosa eccezionale che succede solo con le situazioni e le persone giuste, e io sono una di quelle. Le dico che alla fine non ho fatto niente di eccezionale, semplicemente mi sono dedicato a lei perché é una persona speciale per me e se lo merita. A sentire ciò le diventano gli occhi lucidi e appoggia la mia testa sul petto mormorando un “grazie, ti voglio bene”.
Le accarezzo dolcemente i capelli e il viso. Adesso Giovanna non é più la donna matura che sa quello che vuole ma una creatura fragile come tutti noi.
Dopo un po' le chiedo se possiamo fare cambio e lei sorridendo si stacca da me e mi invita ad accomodarmi sulle sue tette. Mi avvinghio alla sua coscia, poggio il viso su quel seno morbido e caldo e chiudo gli occhi.
E poi, il buio.
Dopo un tempo che a me sembra brevissimo vengo svegliato di soprassalto da una mano sul viso.
In realtà ho dormito abbracciato a Giovanna per un’ora e mezza e lei ha un treno da prendere, non pensava mi sarei addormentato così profondamente.
Facciamo la doccia insieme, dolcemente, senza perdere il contatto dei nostri corpi. La accompagno in stazione, ci salutiamo con un lungo abbraccio e la promessa che la prossima volta sarebbe arrivata presto e sarei stato ospite a casa sua.
Mi risiedo in macchina e mi sembra di sentire ancora il suo odore addosso e rimango qualche minuto a fissare il cielo e chiedermi se quello che ho vissuto è stato un sogno o la realtà.
Prendo il telefono, apro la chat con Giovanna e ho la conferma: è tutto vero.
Da anni frequentavo una chat di quelle gratuite, una di quelle dove entri senza registrazione e puoi essere chi vuoi tu. Naturalmente il rischio di prendere “bidoni” era altissimo ma finché rimaneva tutto in quei confini andava bene.
Poi ho conosciuto Giovanna, 55enne romana separata. Il nostro rapporto é iniziato a piccoli passi, le cose che si dicono in una chat: come va, cosa fai nella vita, cosa fai questo weekend eccetera. Dalle giornate passate a chattare ho capito chi avevo di fronte: una donna che non si é arresa alla fine del matrimonio ma ha cresciuto suo figlio da sola e vuole riprendersi la sua vita sessuale. Le piaceva raccontare le sue avventure e tra di noi era nato uno scambio di fantasie e di spunti da provare “la prossima volta”. Solo che c’era un piccolo particolare: la mia vita sessuale in confronto alla sua età a dir poco inesistente.
Gliel’ho detto, anche perché le mie domande erano ricambiate dalle sue. Avevo paura della sua reazione ma sorprendentemente mi ha fatto i complimenti per la mia fantasia, la mia sincerità e la mia apertura mentale.
Abbiamo continuato a parlarci in chat per molto tempo quando un giorno mi chiede il numero di telefono. Ho un attimo di tentennamento ma glielo dò e mi chiama all’istante.
Dopo i convenevoli mi dice il vero motivo della chiamata: tra 3 settimane ha un convegno di lavoro a Milano ma nulla vieta che potrebbe allungare il soggiorno di una notte extra magari chiedendo la camera in day-use in modo da poter stare insieme e come ha detto lei “fare tutto quello che mi hai detto e che vorresti realizzare”. Io cerco di mantenere un certo contegno ma sento che potrei piangere dalla gioia.
Le faccio una domanda: perché io?
La risposta già la sapevo: perché anzitutto sono una persona genuina ma Giovanna ammette anche che la stuzzica parecchio essere il sogno erotico di qualcuno e poter realizzare i desideri di quel qualcuno … tipo me.
Dopo quella telefonata continuiamo a sentirci per messaggio contando i giorni che mancano al nostro incontro finché quel giorno arriva.
É mattino quando entro nella hall dell’hotel, mi guardo in giro e finalmente la vedo dal vivo: un metro e settantacinque (più il tacco 12) di fisico statuario con una lunga chioma biondo scuro che incornicia un viso con qualche ruga ma sempre delizioso. E quegli occhi, due occhi marroni all’apparenza ordinari ma che già dalle foto che ci siamo scambiati sembravano avere una brace ardente dentro.
Mi aspetta seduta su una delle poltroncine della hall, con un vestito a fantasia sopra al ginocchio e le gambe avvolte dalle calze nere.
Mi vede, si alza e mi viene incontro sorridendo nervosamente, per entrambi é la prima volta che incontriamo qualcuno fuori da quella chat.
Si vede che é tesa. La bacio sulla guancia e cerco la sua mano che stringo dolcemente. Questo gesto inaspettato la fa sciogliere e mi chiede scusa per il suo nervosismo. Le rispondo che é perfettamente normale e credo che passerà molto presto. Sempre tenendoci per mano andiamo a lasciare i miei documenti per la camera e saliamo in ascensore. Quando le porte si chiudono le mie mani si posano sui fianchi di Giovanna, mi alzo in punta di piedi e la bacio. Non ricambia subito ma basta poco perché finiamo abbracciati a succhiarci vicendevolmente le labbra. Quando arriviamo al piano mi sta mordicchiando il labbro inferiore e rimaniamo così per un secondo. Fortunatamente non c’é nessuno., ci stacchiamo e scoppiamo a ridere. Mi prende per mano e facendo segno di stare zitto usciamo dall’ascensore e ci dirigiamo verso la camera. La seguo docilmente e mi godo la vista delle sue cosce tornite e del suo culo che mi chiama da sotto al vestito.
Entriamo in camera, chiude la porta e mi sorride. Un sorriso che non ho mai visto prima e che non riesco a comprendere sul momento, ma poi capirò. Poi si avvicina, mi poggia le mani sulle spalle e mi spinge contro il muro. Non faccio in tempo ad aprire la bocca che mi ritrovo la sua lingua dentro. Cerca la mia e iniziamo una danza lenta ma decisa, quasi un tango di lingue. Ci inseguiamo, ci intrecciamo, le teste si muovono all’unisono. i nostri corpi sono adesi, io sono schiacciato tra lei e il muro. Senza staccarsi dal bacio Giovanna si stacca dal mio corpo e la sua mano scivola dal mio collo fino alla patta dove con le unghie artiglia il pacco facendomi trasalire. Si stacca anche dal bacio e mi sorride ancora con quel sorriso che adesso ho capito cosa significa, glielo leggo in faccia. Quel sorriso significa “adesso sei mio”. Mi prende la mano mentre con l’altra continua a tenermi fermo contro il muro e mi dice “facciamo un gioco: vediamo se riesci a scoprire che sorprese nascondo sotto al vestito” e poggia la mano sulla sua coscia. Sollevo il vestito e guardo in basso ma la mano che era sulla mia spalla si sposta sul mento e tiene lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Quegli occhi come due tizzoni ardenti.
“No tesoro, troppo semplice guardare…mi hai detto che ti piace toccare, vediamo cosa sai fare”
Annuisco e accetto il gioco. Sollevo il vestito e seguo la calza fino alla balza incontrando le cinghiette del reggicalze. Sorrido e Giovanna annuisce, prima sorpresa trovata.
Salgo ancora con la mano ma non vado dove pensa, invece faccio scorrere le dita lungo il fianco e scopro la seconda sorpresa: non indossa intimo.
Sorrido ma credo che sia venuto il mio turno di provocare, quindi le dico “bellissime sorprese…magari un po’ scontate…”
Giovanna sorride, ancora quel sorriso, e dice “non hai controllato bene…”
La mano si infila tra le cosce, sento una striscetta sottile di pelo sul pube e accarezzo le grandi labbra, calde e carnose. Giovanna chiude gli occhi e sussurra “fuochino..”, la mano scorre e tocca qualcosa di metallico. Lo tasto meglio e capisco: un plug.
Lo prendo tra le dita e lo muovo piano prima ruotandolo poi spingendo e tirando, lei apre le cosce e spinge il bacino contro di me.
Gioco ancora un po’ con quel plug e decido che è ora di fare sul serio. La mia mano scivola sul suo collo e le sussurro con decisione l’ordine di spogliarsi.
Giovanna esegue docile facendo due passi indietro e facendo cadere il vestito a terra rivelandosi in tutta la sua bellezza. Si vede che ci tiene al suo corpo e io voglio rendere omaggio a quel tempio. Mi spoglio anch’io in fretta e il comando torna a lei che mi prende per mano e dandomi una pacca sul culo mi invita a sdraiarmi sul letto.
Con un gesto sinuoso si accoscia dandomi le spalle e impalandosi sul mio membro, poi si lascia andare all’indietro rimanendo sospesa sopra di me come nei migliori film porno.
Istintivamente mi aggrappo ai suoi seni e inizio a martellarla da sotto.
Questo è l’inizio di una maratona di sesso che dura quasi tutta la mattina. I nostri corpi si scaldano, sudano, si intrecciano in varie posizioni e grazie all’esperienza di Giovanna mi rendo conto che sto durando più di quanto pensassi. Quando inizio a prendere gusto e ritmo in una nuova posizione lei mi ferma per cambiare e ha sempre una carezza e un complimento pronti, oltre a quel suo sorriso di godimento e sfida che ormai mi ha stregato. Il suo corpo è un tempio e io mi sto donando a lei.
Io vengo due volte, lei infinite volte. Il secondo orgasmo é stato talmente intenso da essere quasi doloroso, tant’è vero che è uscita fuori la “Giovanna mamma” che mi ha chiesto se fosse tutto a posto con voce dolce.
Vista la sua dolcezza mi viene da rispondere “si mamma, sto bene” provocandole una risata e un “scemo!”. Ridiamo insieme e le chiedo se possiamo fare una pausa, lei concorda
perchè “ho una certa età” e mi chiede di seguirla in bagno perchè vuole fare una cosa con me. Mi invita a entrare in doccia con lei ma non apre l’aqua, anzi mi spinge contro la parete e si piazza davanti a me. La differenza di altezza tra noi fa in modo che possa accogliere tra le cosce il mio cazzo ormai a riposo. Mi accarezza il viso, chiude gli occhi e la vedo concentrarsi…ho capito. Un getto caldo scaturisce dalla vulva e cola sul mio cazzo donandomi sensazioni mai avute. Vederla con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta è un invito e la bacio. Non è un bacio di passione ma di ringraziamento, dato che era una fantasia che le ho confessato in chat. Finisce di svuotarsi su di me, ci stacchiamo e sulla sua bocca ritorna quel maledetto sorriso. Le chiedo cosa avesse in mente ora e lei risponde sedendosi per terra nella doccia a cosce aperte invitandomi a ricambiare. Non me lo faccio ripetere, mi piazzo davanti a lei e dopo un attimo di concentrazione le faccio una doccia dorata che accoglie sorridendo e masturbandosi. Una volta finito le porgo le mani per aiutarla ad alzarsi e mi abbraccia forte. Mi spiega che per lei quello che abbiamo fatto è una cosa molto intima ed è riuscita a farlo con poche persone. Le accarezzo il viso e la ringrazio per aver realizzato questa mia fantasia. Poi mi esce istintiva un’altra frase: “Ti voglio bene Gio”.
Mi abbraccia più forte di prima, un abbraccio caldo e intenso.
Mi sussurra che ricambia il mio sentimento e che è contenta di avermi conosciuto. Poi si stacca e mi propone di darci una lavata veloce e ordinare il pranzo in camera, anche perchè ha ancora il plug indossato. Nonostante io adori il sesso anale ero talmente preso dai vari cambi di posizione da essermi dimenticato del lato B!
Ci facciamo una doccia veloce, ci mettiamo in accappatoio e ordiniamo un pranzo leggero. Mangiamo nudi parlando come se fossimo in chat: dei rispettivi lavori e hobby, delle prossime vacanze, di profumi e lingerie. Ho notato che alle donne fa piacere che un uomo si interessi di queste cose, d’altronde come dico io “non c’è cosa più bella al mondo che una donna in lingerie”.
Ci spostiamo sul letto e torniamo ad abbracciarci e baciarci con passione ma mi ferma e mi chiede di farle un massaggio. Acconsento con piacere e si posiziona prona scostando la folta chioma dalla schiena.
Non ho l’olio ma le dita scorrono senza problemi sulla pelle liscia e vellutata, é il mio rito di adorazione di quel corpo che mostra i segni dell’età che avanza ma che racchiude al suo interno un fuoco che arde ancora. Parto dalla nuca, le spalle, la schiena, i fianchi. Salto volutamente il sedere e riparto dai piedi. Passo le mie dita tra quelle dei piedi e bacio la caviglia, il tallone e la pianta. Gemiti e sospiri mi fanno capire che sto facendo bene. Salgo lungo i polpacci e lecco l’incavo del ginocchio. Ho imparato col tempo che é una zona molto sensibile. Mi avvicino molto lentamente alla vulva e Giovanna allarga le cosce come ad invitarmi a procedere ma non é quella che voglio adesso.
Faccio scivolare le dita sotto al plug e lo estraggo senza sforzo. Avvicino la bocca alla rosellina e intanto infilo due dita nella vulva cercando il punto G.
Inizio un gioco combinato di lingua e dita che fa letteralmente impazzire Giovanna che ansima e solleva il bacino per offrirsi sempre di più a me. Nel frattempo io sono tornato “operativo” e mi sposto davanti a lei mettendole il mio cazzo davanti al viso. Non serve parlare: ci fa colare sopra la saliva e me lo insaliva in ogni anfratto per prepararlo all’inculata. Quando finisce le dico di chiudere gli occhi che ho avuto un’idea. Mi fa ancora quel maledetto sorriso e obbedisce. Torno in bagno, prendo le cinture dagli accappatoi e con una le lego le caviglie. Poi salgo a cavalcioni delle sue cosce, le metto i polsi dietro alla schiena e glieli lego.
Le chiedo se é troppo stretto e lei risponde di no, ma mi prega di incularla. La accontento subito e scopro che il suo culetto é talmente allenato da essere morbido come un
marshmallow. Inizio una lunga cavalcata anale dove alterno colpi decisi standole a cavalcioni a movimenti lenti sdraiandomi sopra di lei. Proprio durante uno di questi momenti Giovanna mi guarda negli occhi, mi tocca con le mani legate come a fermarmi e mi dice “ti prego slegami, credo che potrei squirtare”.
Gli occhi mi si accendono di gioia, la slego e si posiziona per farsi prendere a missionario. In un attimo sono di nuovo dentro il suo ano, ci guardiamo in faccia e mi dice “non ti trattenere, inculami e basta”. Le piego le cosce contro il petto e inizio a dare colpi di bacino sempre più forti che la fanno tremare tutta mentre si sgrilletta velocemente. É una bellezza unica vedere il mio membro entrare e uscire da da questa dea che con la testa all’indietro geme ad ogni affondo mentre le sue dita scorrono sempre più veloce sul clitoride e la vulva secerne sempre più umori caldi. Non resisto a questa visione e ho un ultimo, fortissimo orgasmo. Sento l’ano stringersi come a risucchiarmi sempre più dentro di lei, i piedi mi spingono contro le spalle, il suo viso si contorce in un’espressione di dolore e piacere. Poi il bacino si solleva, la bocca si spalanca e da essa esce un urlo liberatorio mentre dalla vulva esce uno schizzo che mi bagna fino al petto. Chiudo gli occhi e mi godo questa sensazione baciandole una caviglia mentre le contrazioni continuano e piano piano si fermano. L’orgasmo si esaurisce, le gambe scivolano giù dalle mie spalle e mi rendo conto che sono a un passo da farmi venire un crampo a entrambi i quadricipiti. Cerco di spostarmi senza che accada ma finisco rovinosamente sdraiato di fianco a lei, ansimante. Mi raggiunge, mi abbraccia e mi riempie di baci. Per lei lo squirt é una cosa eccezionale che succede solo con le situazioni e le persone giuste, e io sono una di quelle. Le dico che alla fine non ho fatto niente di eccezionale, semplicemente mi sono dedicato a lei perché é una persona speciale per me e se lo merita. A sentire ciò le diventano gli occhi lucidi e appoggia la mia testa sul petto mormorando un “grazie, ti voglio bene”.
Le accarezzo dolcemente i capelli e il viso. Adesso Giovanna non é più la donna matura che sa quello che vuole ma una creatura fragile come tutti noi.
Dopo un po' le chiedo se possiamo fare cambio e lei sorridendo si stacca da me e mi invita ad accomodarmi sulle sue tette. Mi avvinghio alla sua coscia, poggio il viso su quel seno morbido e caldo e chiudo gli occhi.
E poi, il buio.
Dopo un tempo che a me sembra brevissimo vengo svegliato di soprassalto da una mano sul viso.
In realtà ho dormito abbracciato a Giovanna per un’ora e mezza e lei ha un treno da prendere, non pensava mi sarei addormentato così profondamente.
Facciamo la doccia insieme, dolcemente, senza perdere il contatto dei nostri corpi. La accompagno in stazione, ci salutiamo con un lungo abbraccio e la promessa che la prossima volta sarebbe arrivata presto e sarei stato ospite a casa sua.
Mi risiedo in macchina e mi sembra di sentire ancora il suo odore addosso e rimango qualche minuto a fissare il cielo e chiedermi se quello che ho vissuto è stato un sogno o la realtà.
Prendo il telefono, apro la chat con Giovanna e ho la conferma: è tutto vero.
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