La studentessa di medicina

di
genere
etero

Inizio settembre, una storia importante che finisce all’improvviso e la prospettiva di passare
da solo le 2 settimane di ferie che sei stato costretto a prendere con enorme anticipo.
Per alcuni può essere una combinazione favorevole per darsi alla pazza gioia e alle
avventure estive, ma per me non lo era.
Volevo prendermi del tempo per stare da solo e rimettere insieme i pezzi.
Ma non volevo farlo a casa, volevo essere in campo neutro ma non troppo. Un posto che
conoscevo ma nel quale non ci sarebbe stato rischio di incontrare qualcuno che conoscevo
e quindi rispondere a troppe domande.
Mi venne in mente di quel posto in Veneto dove ero stato coi miei genitori anni fa e decisi
che poteva essere il posto giusto. Un rapido giro su internet e stranamente riesco a trovare
un appartamentino a un ottimo prezzo, lo prenoto per 3 giorni e parto.
La cittadina é cambiata ben poco rispetto a quanto mi ricordavo e questo mi aiuta ad
orientarmi mentre vago per le vie dopo aver cenato. Capito in un locale all’aperto semivuoto,
mi siedo e senza guardare il menù ordino un gin tonic. Ho l’abitudine di “radarizzare” un
posto quando mi siedo e osservare le altre persone che sono lí. I pochi tavoli erano occupati
da coppiette del nord Europa tranne un gruppo di adolescenti chiassosi in attesa di trasferirsi
alla discoteca del lungomare e due ragazze che occupavano un tavolino un po' isolato.
Sarà perché appunto erano isolate ma non faccio molto caso a loro e quasi me ne
dimentico. Quando i ragazzini finalmente portano il loro casino da un’altra parte io sono al
secondo gin tonic e con la coda dell’occhio vedo qualcuno avvicinarsi al mio tavolo: é una
delle due ragazze che mi saluta educatamente e mi chiede se si può sedere con me.
Acconsento con un po' di curiosità. É molto carina: lunghi capelli biondi, viso rotondo, e
corpo tonico di chi frequenta la palestra ma senza esagerare. Ci presentiamo, si chiama
Alice e mi dice “scusami ma la mia amica ti trova carino solo che é troppo timida per
venirtelo a dire quindi ho preso io l’iniziativa”.
Non so se per la situazione o per l’alcol che avevo in corpo ma istintivamente mi viene da
ridere, poi le rispondo “facciamo così: vado da lei a chiedere conferma, tu non muoverti di
qui finché non te lo dico io, ok?” Lei acconsente con un sorriso da persona sicura di sé.
Mi alzo e avvicinandomi alla sua amica mi maledico per non aver prestato la dovuta
attenzione: una folta chioma di capelli ricci e neri come la notte incorniciano un viso dolce
col naso all'insù pieno di lentiggini e due occhi di una sfumatura di verde che ho visto solo
nel mare della Sardegna. Mi vede avvicinarsi da solo e percepisco il suo imbarazzo, mi
guarda con lo sguardo da cerbiatto illuminato dai fari di notte. Lotto contro i fumi dell’alcol, mi
siedo davanti a lei senza però avvicinarmi troppo facendo tutto con lentezza per mostrare di
non avere cattive intenzioni. Lei continua ad osservarmi, faccio passare qualche secondo e
lei dico “ciao, é vero quello che mi ha detto la tua amica Alice?”. Lei scoppia in una risata
nervosa, le leggo distintamente in faccia la domanda “ma chi me l’ha fatto fare?”. Si
ricompone, abbozza un sorriso e risponde “si, pensavi non fosse vero e ti stessimo
prendendo in giro?” “Beh…si” e ridiamo entrambi.
Nel frattempo mi trovo Alice alle mie spalle che si china sulla mia spalla e mi dice “te l’avevo
detto che le piacevi” facendomi sobbalzare. Mi giro e le dico “per fortuna che non dovevi
muoverti” Alice alza le spalle e risponde sedendosi “mi sembrava che il ghiaccio fosse
rotto…o sbaglio?”.
Mica tanto, in effetti non sapevo nemmeno il nome della ragazza riccia. Fa lei il primo passo
porgendomi la mano e presentandosi. Gliela stringo ma il gin mi fa esagerare quindi mi
spiego in avanti e gliela bacio. Francesca (così si chiama) arrossisce e Alice si lascia
sfuggire un “oooh” di sorpresa. Sorrido a Francesca e ci guardiamo negli occhi ma prima
che possa proferire parola veniamo interrotti da Alice che si alza e col telefono in mano ci
dice “scusate ragazzi ma ho un appuntamento con un tipo di Tinder”, dà un bacio sulla
guancia a Francesca dicendole “divertiti mi raccomando, ci vediamo domani” poi ne dà uno
anche a me dicendomi “trattamela bene, spero di rivederci” e scompare nella notte.
Come nei film io e Francesca rimaniamo in silenzio a guardare Alice che se ne va, poi ci
guardiamo e io le dico “ma fa sempre così?”.
Francesca scoppia in una risata incontenibile e mi risponde “diciamo che finora non mi ha
ancora abbandonata sola con un uomo sconosciuto…facciamo una cosa: ti spiego tutto
dall'inizio che forse é meglio”.
Francesca ha una voce che mi piace molto: calda e profonda con la tipica inflessione veneta
ma non troppo marcata, mi rendo conto che potrei stare ad ascoltarla parlare per ore di
qualsiasi cosa.
Mi racconta di come ha conosciuto Alice: cercava una coinquilina e si sono trovate subito in
sintonia. Francesca studia medicina e vuole diventare chirurgo maxillofacciale mentre Alice
studia scienze motorie e fa la personal trainer in una palestra per pagarsi le spese. Sono al
mare perché i genitori di Alice hanno una casa lí e appena possono (e se la casa é libera)
scappano lí durante il weekend.
Il problema é che Alice é molto libertina e non si fa troppi problemi ad “abbandonare”
Francesca per andare con qualche ragazzo conosciuto su Tinder ma a lei non pesa, anche
lei é appena uscita da una storia importante e sta approfittando di questo tempo da sola per
studiare e lavorare su sé stessa. Per la sua età é una ragazza molto matura e determinata,
sa quello che vuole. Le racconto di me, del mio lavoro e del perché sono finito lí da solo. Lei
ascolta in silenzio e io non riesco a staccare i miei occhi dai suoi, potessi mi ci tufferei di
testa come da una barca ancorata davanti un'isola.
Francesca é la prima persona con cui mi apro così tanto da quando sono tornato single e
sento di essermi tolto un peso, complice l’alcol che avevo in corpo e che ora é evaporato. Le
chiedo se le va di fare una passeggiata e risponde “si, volentieri” con il viso che si illumina.
Ci alziamo e istintivamente mi viene da prenderle la mano ma poi mi rendo conto e la lascio.
É lei a riprenderla dicendo “non preoccuparti, a me fa piacere”. Continuiamo a chiacchierare
mentre camminiamo per le vie del paese e sul lungomare. Parliamo di molte cose e
scopriamo di avere quasi gli stessi gusti. Passando davanti a un bar dalle casse sento
distintamente “She will be loved” dei Maroon 5 ed é un colpo al cuore: la canzone del primo
bacio con la mia ex.
Mi fermo, lascio la mano di Francesca che se ne accorge e mi guarda. Si avvicina e mi
chiede se va tutto bene. Fisso un punto indefinito all’orizzonte e le dico che si, va tutto bene,
eccetto il fatto che quella canzone mi ha sbloccato un brutto ricordo. Sento la sua mano
sulla mia guancia e il suo viso si frappone tra me e il punto indefinito che sto guardando.
Come a risvegliarmi mi dice “Hey, hai visto Kung Fu Panda vero? Hai presente la frase della
tartaruga?” Lei inizia e la diciamo insieme:
Ieri é storia
Domani é un mistero
Ma oggi é un dono
Per questo si chiama presente
Francesca mi sorride e mi dice “Non farti abbattere dal passato, pensa al presente anche
perché con te sto bene e non voglio che la serata venga rovinata da questa cosa”.
La abbraccio, sento di essere stato fortunato a incontrarla proprio in quel frangente. Come si
dice: posto giusto al momento giusto.
La guardo in quei maledetti occhi e le dico “grazie, non potevo trovare persona migliore.
Anch'io sto bene con te e sei belliss-” non faccio in tempo a dirglielo che mi trovo le sue
labbra sulle mie. Un bacio improvvisato, appassionato. Lei si stacca, ci guardiamo, vuole
dire qualcosa ma sono io ad anticiparla cingendola ai fianchi e tirandola verso di me per
baciarla di nuovo. Sento il suo cuore battere forte e le sue mani sulla mia schiena.
Ci stacchiamo da questo bacio molto più appassionato e ci guardiamo. Lei ha la luce negli
occhi e credo anch'io di averla. Poi lei diventa rossa come un peperone e con voce tremante
mi dice “forse me ne pentirò ma…andiamo da te?” le rispondo “tranquilla, non te ne pentirai”.
La faccio entrare per prima nell’appartamento e mentre chiudo la porta si poggia al muro e
solleva un piede per scoprire la coscia sotto al vestito corto. Mi giro, la vedo e non resisto: in
un attimo le nostre lingue si intrecciano mentre la mia mano le stringe la coscia sollevata e
lei si regge a me per non cadere.
I nostri corpi si sono scaldati, stiamo respirando affannosamente e ogni tanto scendo a
baciarle il collo provocandole piccoli gemiti. Dopo averle baciato il collo mi prende il viso tra
le mani e mi dice “siediti sul letto, voglio provare una cosa”. Annuisco ed eseguo. Francesca
spegne le luci e succede la magia: la luce che filtra da fuori attraverso le tende si riflette sui
suoi capelli come la luce della luna sul mare di notte. Si mette davanti a me e si sfila il
vestito facendolo cadere a terra. Indossa un completino di pizzo blu elettrico che le sta
benissimo, nota il mio sguardo sorpreso e in silenzio fa un giro su se stessa per farsi
ammirare. Poi si china verso di me, si morde un labbro e mi bacia ancora mentre sento che
mi sbottona la camicia. Le sue mani scorrono sul mio petto mentre ci baciamo e le mie
scorrono sulla sua schiena fino a sganciarle il reggiseno. Se lo fa sfilare e prendo in mano i
suoi seni morbidi e vellutati mentre mi bacia con più foga e la sua mano mi accarezza con
decisione il pacco. Si stacca dal bacio e posa le mani sul mio petto per spingermi a
sdraiarmi, mi abbandono sul letto e la sento aprirmi i pantaloni. Francesca libera il mio cazzo
durissimo e le sfugge un sospiro. Alzo la testa e la vedo sorridente che lo fissa, poi si
avvicina e inizia a baciarlo dalla base fino alla cappella. Alterna baci e leccate ma anche
qualche morso, ha una voglia matta. Apre la bocca, avvolge la cappella con le labbra e
succhia con decisione facendomi gemere. Mi sto sforzando di tenere alzata la testa perché
ho davanti una scena degna di un quadro: i suoi occhi che brillano, i capelli a onde spostati
su un lato e le sue mani allungate sul mio petto. Per evitare un crampo al collo lascio cadere
la testa e in quel momento Francesca lascia uscire la cappella per poi riprendere in bocca
l’asta scendendo sempre più a fondo con movimenti lenti. Sento le sue mani accarezzarmi e
graffiarmi leggermente, vorrei passare le dita tra quei capelli ma penso che avrò occasione
dopo. Arriva fino in fondo e si ferma, sento la gola chiudersi intorno alla cappella e la saliva
colare: sta provando a farmi un deep throat. Resiste per un po' poi si stacca e tossisce. Mi
alzo per sincerarmi delle sue condizioni ma lei é sorridente e vuole continuare a condurre il
gioco. Si sfila il perizoma e mi chiede se ho un preservativo. Mi alzo per indossarlo e lei si
sdraia sul letto tenendosi le cosce spalancate offrendomi lo spettacolo della sua vulva
incorniciata da un pelo corto ma morbido e lucente di umori, é un lago. Salgo sul letto, punto
la cappella su quel fiore bagnato ma Francesca mi ferma dicendo “Fabio aspetta, per favore
fai piano ti prego, é tanto che non lo faccio e ho paura di sentire dolore”. Le accarezzo il viso
e le dico di non preoccuparsi, sarò delicato. Lei sorride e si rilassa. Torno a puntare la
cappella e spingo molto delicatamente cercando di farlo scivolare dentro senza forzare. La
sento molto bagnata ma anche molto stretta, mentre avanzo lentamente chiude gli occhi e il
viso si contrae in smorfie di dolore ma non mi dice di fermarmi quindi continuo. Decido di
fermarmi e chiamarmi su di lei per baciarla. Sente le mie labbra sulle sue e abbandona la
posizione ginecologica per stringermi a lei con le braccia e puntare i talloni sui miei glutei per
sollevare il bacino e auto-penetrarsi. Mi ritrovo tutto dentro di lei, sopra di lei ma bloccato in
questo abbraccio. Francesca lentamente rilassa le gambe tornando col bacino sul letto e
lasciandomi spazio di manovra. Inizio a muovermi lentamente perché la sento ancora
parecchio stretta e ad ogni movimento ansima. I miei affondi si fanno più profondi ma
sempre lenti e lei si lascia andare, sento la sua vagina rilassarsi ma subito dopo iniziano le
contrazioni e Francesca si esibisce in un crescendo di gemiti che culminano in un orgasmo.
Avrei potuto fermarmi, lasciarle prendere fiato e ricominciare ma visto che non lo faceva da
tanto provo a giocarmi la carta del secondo orgasmo ravvicinato e non mi fermo. Provo a
dare colpi più forti e lei ricambia con occhi sgranati e gemiti più alti, un misto di piacere e
sorpresa. Le sorrido, mi sorride e la sua mano scivola dietro alla mia nuca per tirarmi a lei
che ha già la lingua fuori. Mi sposto più sopra per penetrarla meglio e mi geme in bocca
tenendomi attaccato a lei. Non resisto e vengo staccandomi dalla sua bocca, lei mi implora
“ti prego, non fermarti, ci sono”. Cerco di domare il mio orgasmo ma é troppo forte, i miei
colpi sono praticamente violenti ma le piace e finalmente esplode in un secondo, fortissimo
orgasmo. Dopo questo tour de force ricado sulla sua spalla e anche lei si appoggia alla mia,
sento il suo respiro pesante sul collo e sull’orecchio. Rimaniamo così per un po' poi mi alzo
per togliermi il preservativo. Esco dal bagno e Francesca entra dopo di me. Mi sdraio sul
letto e sento rumori dal bagno ma poi il silenzio. Aspetto un po’ poi mi alzo e mi affaccio alla
porta del bagno. Francesca è immobile, nuda, che si fissa allo specchio appoggiata al
lavandino. Mi avvicino dietro di lei, le accarezzo i capelli e sussurro “hey, tutto bene?”, lei mi
guarda riflesso allo specchio, sorride e risponde “hey…si tutto bene, è che ho fatto tante
cose nuove tutte insieme stasera e sono un po’ frastornata”.
Le rispondo che è normale, l’importante è che le sia piaciuto. Sorride, gli occhi le si
illuminano e con quella voce bellissima mi dice “si, è stato molto bello, grazie”.
Non le rispondo e tuffo il naso nei suoi capelli per inspirare il profumo, non vedevo l’ora.
Sento note di miele e il profumo della sua pelle. Il suo profumo mi inebria e scendo a
baciarle una spalla dando anche qualche morsetto. Sposto i capelli e le bacio il collo, lei
inclina la testa per offrirmelo e io bacio, lecco, succhio. Salgo ancora fino all’orecchio, lecco
il lobo, lo prendo in bocca e succhio piano. Francesca ansima e geme, mi accarezza la
testa.
Nel frattempo le mie mani scivolano dal suo ventre ai suoi seni, li avvolgono e le dita
scorrono sui capezzoli che si induriscono all’istante. Mentre continuo a baciarle il collo provo
a stringere i capezzoli tra le dita e si abbandona a me buttando indietro la testa con un
gemito.
Continuo a stringerle ritmicamente i capezzoli mentre le succhio il collo e lei muove il bacino
contro il mio cazzo che nel frattempo è tornato di marmo e ha trovato il suo spazio in mezzo
ai glutei di Francesca.
Anche lei se ne accorge, si gira e mi bacia mentre lo afferra con forza come a non lasciarlo
scappare. Anch'io non la faccio scappare e prendo il suo clito tra indice e pollice
stringendolo. La faccio sobbalzare e gemere ma le piace, anzi muove il bacino contro di me
e mi bacia con passione senza mollare il mio scettro. L’altra mano mi accarezza il collo, poi
Francesca si stacca dal bacio e con sguardo da pantera mi dice “voglio rifarlo ma fai di me
quello che vuoi, non trattenerti stavolta”. La bocca mi si allarga in un grosso sorriso, la
prendo per mano e le dico “andiamo, lasciati andare”.
Torniamo in camera e la faccio mettere a pecorina con il culo sul bordo del letto. Si vede che
é impacciata ma si fa piegare e sistemare docile come un agnellino. Indosso un
preservativo, mi metto dietro di lei e afferrandole i fianchi la penetro con decisione
togliendole il fiato. Espira con un gemito e inizio a scoparla con colpi profondi e decisi. La
vagina é sempre stretta ma più elastica di prima e mi avvolge come un guanto. Aumento il
ritmo e lei incassa aggrappandosi alle lenzuola, si sta facendo montare e tutto il suo corpo
vibra a ogni colpo fino alla punta dei capelli. La sento irrigidirsi, inarca la schiena e lancia un
urlo profondo mentre tutto il bacino é scosso da spasmi muscolari. Rimango fermo dentro di
lei e istintivamente le tiro la classica cinquina sul culo lasciandole il segno della mano e
strappandole un urlo più acuto.
Ma non ho ancora finito, cotanta bellezza merita di essere portata ai limiti strutturali.
Mi sfilo dalla sua figa ancora pulsante e mentre é intontita dall’orgasmo la giro come una
bambola, le piego le ginocchia contro il petto e sono di nuovo dentro di lei. É bellissima
quando spalanca gli occhi per la sorpresa e riesce solo a dire il mio nome prima che
ricomincio il rodeo. Voglio guardarla negli occhi mentre la possiedo piegata in due sotto di
me. La stanza é piena del suono dei nostri corpi che impattano e dei nostri gemiti.
Sento i muscoli stringermi di nuovo, non resisto ed esplodo nel preservativo con un verso
animalesco e spingendo ancora più a fondo facendola urlare. Dopo qualche minuto la libero
dalla morsa in cui la tenevo e mi alzo per togliermi il preservativo, lei rimane immobile sul
letto. Le chiedo se va tutto bene e risponde “si ma ho bisogno di un attimo per riprendermi”.
Le accarezzo il viso e le dico “prenditi il tempo che ti serve, io torno subito” lei sorride
dolcemente e annuisce.
Vado in bagno e mentre sono seduto sul water mi cade addosso una stanchezza enorme,
alzo lo sguardo e Francesca é lí, appoggiata allo stipite della porta come per non cadere.
Ci guardiamo senza dire niente e poi lei con tono serio mi dice “mi fa male tutto, ho le
gambe addormentate e cammino come un dinosauro” poi sorride “ma é stato bellissimo”.
Sorrido anch'io, mi alzo e vado verso di lei. Le prendo una mano, la bacio e le dico “anch’io
sono distrutto ma lo rifarei, sei una ragazza bellissima e ti meriti il meglio…anche a letto”.
Mi abbraccia e sussurra un “grazie Fabio”.
Torniamo a letto, mi sdraio prono e mi addormento istantaneamente dormendo come non
dormivo da due settimane.
Al mio risveglio Francesca non c’é, sul comodino trovo un bigliettino con scritto:
“Avrei voluto fare colazione insieme ma non volevo disturbarti. Se passi ancora qui o da
Padova scrivimi, voglio rifarlo”
E sotto il suo numero.
Nessuno dei due poteva immaginare che ci saremmo rivisti molto presto.
di
scritto il
2024-10-07
3 . 2 K
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