Una colazione indimenticabile
di
Tigro
genere
trio
Come ogni mattina faccio colazione, esco di casa e una volta sul treno controllo i messaggi del sito di incontri dove mi sono iscritto. Stavolta c’è qualcosa che mi aspetta: un nuovo messaggio! Quasi non ci credo e penso sia l’ennesimo “ciao” sterile…invece no. Una coppia! Incredibile!
Apro subito il messaggio. Mi fanno i complimenti per come ho scritto il mio annuncio e mi chiedono se posso essere interessato a loro. Faccio un giro sul loro profilo: 60 anni ben portati, lei formosa ma ancora soda, lui bell’uomo. Con il cuore che batte rispondo che mi sono piaciute le loro foto e gli chiedo che fantasie avessero dato che nell’annuncio hanno specificato di essersi iscritti da poco e di “sondare il terreno”.
Dopo qualche tempo la risposta: Paola vorrebbe provare con un ragazzo più giovane e Mario assisterebbe. Mi balena subito la domanda ovvia “si, ma perchè proprio io?”. Semplicemente Paola non vuole quei ragazzi bellocci e fisicati, si sentirebbe in difetto, vuole un ragazzo normale, con cui si possa parlare e scherzare prima di andarci a letto.
Richiesta legittima, d’altronde è quello che cerco anch’io.
Continuiamo con lo scambio di messaggi fino a che Paola mi chiede se possiamo passare su altri sistemi, anche per sentirci e vederci. Accetto con piacere e il primo messaggio che mi arriva é un loro selfie: una coppia normalissima, potrebbero essere insegnanti in pensione (e infatti lo erano, come scoprii dopo). Di Paola mi piacque fin da subito il sorriso, un sorriso smagliante di quelli che potrebbero metterti a tuo agio anche dopo un funerale e una brutta giornata al lavoro. Ricomincia lo scambio di messaggi sulla nuova piattaforma, il numero é di Paola che si fida molto di me e gliene sarò sempre grata.
Dai messaggi traspare una donna colta, solare, che ha sempre qualcosa da dire o da chiederti. Si dimostra molto interessata a capire cosa mi piace di una donna, cosa mi piace fare a letto, che fantasie ho. Io rispondo sempre con la massima sincerità e dall'altra parte non ricevo neanche un grammo di giudizio ma invece tanti “non preoccuparti” oppure “tranquillo anch'io sono così”.
Parliamo di sesso ma senza scadere nel sexting o nella volgarità.
Quando finalmente dopo qualche giorno arriviamo alla svolta.
“Ciao Fabio, posso chiamarti?”
Esco di corsa dall’ufficio verso quella che io chiamo “cabina telefonica” cioè un corridoio isolato e con le mani tremanti rispondo “Ma certo”. Suona, rispondo, la voce che trema come le mani.
“Guarda che tremano anche a me le mani, ma almeno ho l’aggravante dell’età!” Ridiamo insieme, una risata liberatoria che stempera la tensione e l’imbarazzo.
Passati i convenevoli Paola lancia la bomba:
“Senti ho deciso…vuoi venire da noi? Facciamo colazione insieme e poi vediamo cosa succede … e io spero succeda qualcosa”
“Ah lo spero anch'io”
“Allora non é una speranza ma una certezza, cucciolo” Tuffo al cuore. É fatta.
Organizziamo per una mattina qualche giorno più in là.
Prima di salutarci mi passa Mario che finalmente si apre. Mi dice che con sua moglie sono sempre stati felici ma da quando parla con me la vede cambiata ed é contento anche lui di conoscermi.
Chiudo la telefonata con la testa che ronza, ho bisogno di qualche secondo per capire chi sono, dove sono, che ore sono, come camminare per tornare in ufficio passando prima dal bagno a darmi una sciacquata alla faccia per svegliarmi.
Poi mi viene in mente una cosa stupida, riprendo il telefono e scrivo a Paola
“Ma devo portare qualcosa?”
“Neanche per sogno! Sei nostro ospite!”
Sissignora
La sera prima faccio fatica a dormire, non so se per l’ansia o perché non vedo l'ora, fatto sta che mi vesto come se dovessi andare al lavoro ma faccio una strada diversa fino a parcheggiare sotto a una palazzina in un quartiere residenziale anonimo.
Suono il campanello, mi aprono e salgo le scale fino all’ultimo piano.
Mi accoglie Mario sulla porta, ci stringiamo la mano come zio e nipote e mi invita ad entrare. Trovo la strada per la cucina seguendo il profumo del caffè e finalmente la vedo dal vivo. Scalza, con un vestito da casa normalissimo ma che fa capire che sotto non c’é nulla. Si gira, mi sorride e pronuncia un “ciao” imbarazzato. Il mio lato tenero prende il sopravvento, mi dice “abbracciala” e così faccio. Senza palpate, senza secondi fini, un abbraccio semplice. Infilo il naso nell'incavo tra il collo e la spalla e aspiro il suo profumo mentre sento la sua mano accarezzarmi i capelli titubante. Dopo un tempo che non saprei definire mi stacco e guardandola negli occhi non mi viene altro da dire se non “anch’io sono contento di conoscerti”
Paola scoppia a ridere, una bellissima risata. Poi si scusa, voleva dire esattamente quello. Mario stempera la situazione scartando il vassoio di pasticcini che già si trovava sul tavolo e invitandomi a favorire.
Ci sediamo tutti e tre e peschiamo dal vassoio mentre Paola versa il caffè. Siamo sciolti e parliamo del più e del meno quando a un certo punto sento il piede nudo di lei toccarmi la gamba. La guardo, si alza e mi porge la mano “basta parlare, andiamo in camera”. Meccanicamente mi alzo e le porgo la mano, dolcemente mi porta verso la camera e Mario ci segue. Entriamo e lui si siede sulla poltrona dicendo “fate pure come se non ci fossi” ridendo. Risate nervose. Mi siedo sul letto e invito Paola a fare lo stesso.
Adesso è davvero nervosa e lo sono anch’io, le tocco una mano, trema come una foglia.
Le accarezzo il viso e le chiedo se va tutto bene.
Mormora un “si” ma il suo corpo dice il contrario. La abbraccio ancora, questa volta un abbraccio stretto. Le scosto i capelli e le sussurro parole dolci all’orecchio, poi ci passo la lingua. Bingo. Paola si trasforma, ha un brivido, ansima e tira fuori la lingua. Non ci vedo più e le salto addosso. Finiamo sdraiati sul letto, io sopra di lei e le nostre lingue che si cercano, giocano, esplorano. Le mie mani sono tra i suoi capelli e le sue mi scorrono sulla schiena facendo sempre più pressione, come per non farmi scappare. Mi stringe a sè e geme, geme nella mia bocca. Dio quanto mi piace.
Le sue mani si spostano sulle mie spalle, mi spingono via. Ci separiamo da quel bacio e mi sbottona la camicia, ora le mani non tremano più, sono sicure. La apre e si avvicina per baciarmi il petto e i capezzoli, mi guarda e sussurra “sei un bel ragazzo, non importa cosa dicono gli altri”. Sorrido e le accarezzo la testa per invitarla a continuare. Arriva all’ombelico e armeggia con la cintura, decido di sdraiarmi di fianco a lei per agevolarla. In un attimo mi trovo la sua mano nelle mutande che stringe il mio cazzo duro. Gli occhi di Paola si fanno famelici e si lecca le labbra, ho un po' paura. Lo tira fuori e si china per prenderlo in bocca tutto intero facendomi mancare il fiato.
Inizia a succhiarlo come se non ci fosse un domani, le labbra non si staccano un secondo dall’asta mentre la testa sale e scende ruotando, vorrei guardarla ma é troppo bello e mi abbandono a questo pompino bellissimo.
Dopo aver coperto con la sua bocca ogni millimetro del mio membro Paola si alza e si toglie il vestito, come immaginavo non indossava niente sotto. Scatto anch’io in piedi e in un attimo sono nudo. Paola si sdraia sul letto e spalanca le cosce offrendomi lo spettacolo della sua vulva lucida di umori. Faccio per muovermi ma una mano sulla spalla mi blocca. Mi ero completamente dimenticato di Mario che é nudo di fianco a me e mi porge un preservativo dicendo “stai andando bene ma sei ancora in prova, per ora solo io posso scoparla a pelle questa vacca”. Paola di rimando risponde “sii sono una vacca da monta” accarezzandosi tra le cosce. Indosso il preservativo, salgo sul letto e Paola mi piazza i piedi sul petto. Rimango un po' interdetto, lei capisce e dice “basta dolcezza, adesso sbattimi Tigro”. Sorrido e rispondo “con piacere…troia”. A quel punto mi si chiude la vena perché in un attimo sono dentro di lei e le spingo le cosce sul petto per sfruttare ogni centimetro di penetrazione. La vagina si stringe intorno al mio membro come un guanto e gemiamo insieme, entrambi lo volevamo da tanto tempo. Dopo questi due secondi di estasi premo ancora le sue cosce sul petto e inizio a dare colpi di bacino sempre più decisi e profondi che Paola gradisce mugolando ad ogni affondo. Ci guardiamo negli occhi, vedo l’espressione più pura del godimento sul suo volto e le sue mani mi afferrano gli avambracci come a pregarmi di non smettere. Sarà perché avevo il preservativo ma sentivo che sarei potuto andare avanti ore in quel modo. A un certo punto sento le sue mani aumentare la presa sulle mie braccia, getta la testa all’indietro in una smorfia e la figa passa dall’essere un guanto a una morsa rovente. Rallento il ritmo, sento il suo corpo irrigidirsi per poi esplodere in un orgasmo fortissimo che la scuote tutta facendole fare un urlo liberatorio. Anche la vagina é scossa dalle contrazioni, mi stringono l’asta ritmicamente mentre la faccio scorrere piano. Chiudo gli occhi, mi concentro su questa sensazione e un urlo esce dalla mia bocca assieme a una quantità abnorme di sperma. Riapro gli occhi e Paola é ancora sotto di me, sudata e ansimante come me. Prendo fiato e riesco a dire “é stato bellissimo” lei risponde “si…grazie”. Sorridiamo e sento di nuovo quella mano sulla spalla. Mi giro e Mario é di fianco al letto con un’erezione pazzesca, dice “riposati, sei stato bravo…ma adesso ci penso io a mia moglie”. Paola lo guarda con sguardo interrogativo. Mi siedo, anzi crollo sulla poltrona e in un batter d’occhio Mario ha girato sua moglie a pecora come se fosse senza peso e l’ha infilzata provocandole un
urlo di piacere misto a sorpresa. Rimango pietrificato sulla poltrona mentre Mario scopa sua moglie come probabilmente non ha mai fatto in vita sua. Dopo il primo affondo Paola abbassa la testa sul materasso e si lascia andare alla monta selvaggia di suo marito che la fa scuotere a ogni affondo dando grandi sberle sulle natiche che le provocano urletti di dolore misto a piacere.
Non importa se ho riempito il preservativo poco prima, vedendoli il cazzo mi torna di marmo. Mario mi guarda e se ne accorge, prende Paola per i capelli facendole alzare la testa e le dice “il tuo Tigro ha ancora voglia, quando ho finito stai ferma che gli dai anche il culo” Paola mi guarda, si lecca le labbra e mormora un “siii” rotto dagli affondi del marito che si fanno sempre più rapidi e potenti.
Stringe il lenzuolo con le mani, serra le cosce e ha un altro, fortissimo orgasmo mentre il marito la scopa ormai come una bestia e si scarica dentro di lei. Urlano entrambi e io inconsciamente mi sto segando guardandoli.
Mario estrae il membro dalla figa di sua moglie e mi fa cenno di alzarmi ansimando
“continua tu, io per oggi ho dato”. Vado dietro a Paola che é rimasta a pecora e mi trovo
davanti a uno spettacolo irresistibile: dalla figa cola sperma misto a umori. Non resisto e in un attimo sono chinato dietro di lei a leccare e bere questo cocktail proibito. Paola ha un sussulto sentendomi leccare ma capisce e mi lascia fare incitandomi a pulire tutto e prepararle il culetto. Dopo aver gustato quello che la sua figa poteva offrire le divarico le natiche e mi dedico alla sua rosellina con molta lingua, saliva e passione. Paola geme, agita il bacino e la rosellina pulsa. Mi stacco, indosso un altro preservativo e senza tanti complimenti le entro nell'ano provocando un urlo a Paola e un “bravo porco” a Mario. Ho capito il mio ruolo ora. Con una mano le mollo una cinquina sulla chiappa, poi la prendo per i capelli e inizio a incularla come non ho mai fatto prima. Lei emette suoni incomprensibili che si fondono col rumore dei nostri corpi che impattano. Le mollo un’altra sberla sul culo che sembra svegliarla perché inarca la schiena e urla “cazzo Fabio spaccami”. Non resisto a sentire queste parole, le rimetto la testa sul materasso e do un ultimo affondo prima di venire producendo versi animaleschi.
Le gambe non mi reggono più, riesco solo a tirarmi fuori e finisco riverso di fianco a Paola. Per qualche secondo sentiamo solo il nostro rispettivo ansimare ma poi lei si allunga verso di me, poggia la testa sul mio petto e con sguardo dolce mi dice “grazie, è stato bellissimo”. Le accarezzo i capelli e le rispondo “grazie a te, anche per me è stato bellissimo…quindi promosso?” sorridendo. Lei ride, si avvicina e mi bacia affettuosamente sulle labbra per poi dirmi “si, promosso a pieni voti. Sono contenta di essere stata la prima in questo senso”. La abbraccio forte e sussurro “grazie per aver creduto in me”. Lei non risponde ma si sistema meglio sopra di me facendo un verso come di fusa, mi bacia sul mento e dice
“possiamo rimanere così ancora un po’? sei comodo…”
Giro la testa verso la poltrona ma non c’è nessuno, Paola capisce e con la mano riporta la mia testa rivolta a lei “sarà a fare la doccia, non preoccuparti…non credi che mi meriti un po’ di coccole ora?” sorrido e rispondo “in realtà anch’io me le sarei meritate e poi adoro le coccole” “allora non mi muovo più di qui!”
Ridiamo insieme e rimaniamo abbracciati sul letto a parlare, accarezzarci e scambiarci baci dolci, poi il tempo si fa tiranno e dopo una doccia veloce saluto i miei nuovi compagni di gioco con la promessa di rivederci quanto prima.
Alla sera mi arriva un messaggio di Paola: “Ciao tesoro, grazie ancora per stamattina, é stato bellissimo. Mio marito dice che la prossima volta possiamo stare da soli e io ti dico di fare gli esami perché voglio che mi vieni dentro”
Apro subito il messaggio. Mi fanno i complimenti per come ho scritto il mio annuncio e mi chiedono se posso essere interessato a loro. Faccio un giro sul loro profilo: 60 anni ben portati, lei formosa ma ancora soda, lui bell’uomo. Con il cuore che batte rispondo che mi sono piaciute le loro foto e gli chiedo che fantasie avessero dato che nell’annuncio hanno specificato di essersi iscritti da poco e di “sondare il terreno”.
Dopo qualche tempo la risposta: Paola vorrebbe provare con un ragazzo più giovane e Mario assisterebbe. Mi balena subito la domanda ovvia “si, ma perchè proprio io?”. Semplicemente Paola non vuole quei ragazzi bellocci e fisicati, si sentirebbe in difetto, vuole un ragazzo normale, con cui si possa parlare e scherzare prima di andarci a letto.
Richiesta legittima, d’altronde è quello che cerco anch’io.
Continuiamo con lo scambio di messaggi fino a che Paola mi chiede se possiamo passare su altri sistemi, anche per sentirci e vederci. Accetto con piacere e il primo messaggio che mi arriva é un loro selfie: una coppia normalissima, potrebbero essere insegnanti in pensione (e infatti lo erano, come scoprii dopo). Di Paola mi piacque fin da subito il sorriso, un sorriso smagliante di quelli che potrebbero metterti a tuo agio anche dopo un funerale e una brutta giornata al lavoro. Ricomincia lo scambio di messaggi sulla nuova piattaforma, il numero é di Paola che si fida molto di me e gliene sarò sempre grata.
Dai messaggi traspare una donna colta, solare, che ha sempre qualcosa da dire o da chiederti. Si dimostra molto interessata a capire cosa mi piace di una donna, cosa mi piace fare a letto, che fantasie ho. Io rispondo sempre con la massima sincerità e dall'altra parte non ricevo neanche un grammo di giudizio ma invece tanti “non preoccuparti” oppure “tranquillo anch'io sono così”.
Parliamo di sesso ma senza scadere nel sexting o nella volgarità.
Quando finalmente dopo qualche giorno arriviamo alla svolta.
“Ciao Fabio, posso chiamarti?”
Esco di corsa dall’ufficio verso quella che io chiamo “cabina telefonica” cioè un corridoio isolato e con le mani tremanti rispondo “Ma certo”. Suona, rispondo, la voce che trema come le mani.
“Guarda che tremano anche a me le mani, ma almeno ho l’aggravante dell’età!” Ridiamo insieme, una risata liberatoria che stempera la tensione e l’imbarazzo.
Passati i convenevoli Paola lancia la bomba:
“Senti ho deciso…vuoi venire da noi? Facciamo colazione insieme e poi vediamo cosa succede … e io spero succeda qualcosa”
“Ah lo spero anch'io”
“Allora non é una speranza ma una certezza, cucciolo” Tuffo al cuore. É fatta.
Organizziamo per una mattina qualche giorno più in là.
Prima di salutarci mi passa Mario che finalmente si apre. Mi dice che con sua moglie sono sempre stati felici ma da quando parla con me la vede cambiata ed é contento anche lui di conoscermi.
Chiudo la telefonata con la testa che ronza, ho bisogno di qualche secondo per capire chi sono, dove sono, che ore sono, come camminare per tornare in ufficio passando prima dal bagno a darmi una sciacquata alla faccia per svegliarmi.
Poi mi viene in mente una cosa stupida, riprendo il telefono e scrivo a Paola
“Ma devo portare qualcosa?”
“Neanche per sogno! Sei nostro ospite!”
Sissignora
La sera prima faccio fatica a dormire, non so se per l’ansia o perché non vedo l'ora, fatto sta che mi vesto come se dovessi andare al lavoro ma faccio una strada diversa fino a parcheggiare sotto a una palazzina in un quartiere residenziale anonimo.
Suono il campanello, mi aprono e salgo le scale fino all’ultimo piano.
Mi accoglie Mario sulla porta, ci stringiamo la mano come zio e nipote e mi invita ad entrare. Trovo la strada per la cucina seguendo il profumo del caffè e finalmente la vedo dal vivo. Scalza, con un vestito da casa normalissimo ma che fa capire che sotto non c’é nulla. Si gira, mi sorride e pronuncia un “ciao” imbarazzato. Il mio lato tenero prende il sopravvento, mi dice “abbracciala” e così faccio. Senza palpate, senza secondi fini, un abbraccio semplice. Infilo il naso nell'incavo tra il collo e la spalla e aspiro il suo profumo mentre sento la sua mano accarezzarmi i capelli titubante. Dopo un tempo che non saprei definire mi stacco e guardandola negli occhi non mi viene altro da dire se non “anch’io sono contento di conoscerti”
Paola scoppia a ridere, una bellissima risata. Poi si scusa, voleva dire esattamente quello. Mario stempera la situazione scartando il vassoio di pasticcini che già si trovava sul tavolo e invitandomi a favorire.
Ci sediamo tutti e tre e peschiamo dal vassoio mentre Paola versa il caffè. Siamo sciolti e parliamo del più e del meno quando a un certo punto sento il piede nudo di lei toccarmi la gamba. La guardo, si alza e mi porge la mano “basta parlare, andiamo in camera”. Meccanicamente mi alzo e le porgo la mano, dolcemente mi porta verso la camera e Mario ci segue. Entriamo e lui si siede sulla poltrona dicendo “fate pure come se non ci fossi” ridendo. Risate nervose. Mi siedo sul letto e invito Paola a fare lo stesso.
Adesso è davvero nervosa e lo sono anch’io, le tocco una mano, trema come una foglia.
Le accarezzo il viso e le chiedo se va tutto bene.
Mormora un “si” ma il suo corpo dice il contrario. La abbraccio ancora, questa volta un abbraccio stretto. Le scosto i capelli e le sussurro parole dolci all’orecchio, poi ci passo la lingua. Bingo. Paola si trasforma, ha un brivido, ansima e tira fuori la lingua. Non ci vedo più e le salto addosso. Finiamo sdraiati sul letto, io sopra di lei e le nostre lingue che si cercano, giocano, esplorano. Le mie mani sono tra i suoi capelli e le sue mi scorrono sulla schiena facendo sempre più pressione, come per non farmi scappare. Mi stringe a sè e geme, geme nella mia bocca. Dio quanto mi piace.
Le sue mani si spostano sulle mie spalle, mi spingono via. Ci separiamo da quel bacio e mi sbottona la camicia, ora le mani non tremano più, sono sicure. La apre e si avvicina per baciarmi il petto e i capezzoli, mi guarda e sussurra “sei un bel ragazzo, non importa cosa dicono gli altri”. Sorrido e le accarezzo la testa per invitarla a continuare. Arriva all’ombelico e armeggia con la cintura, decido di sdraiarmi di fianco a lei per agevolarla. In un attimo mi trovo la sua mano nelle mutande che stringe il mio cazzo duro. Gli occhi di Paola si fanno famelici e si lecca le labbra, ho un po' paura. Lo tira fuori e si china per prenderlo in bocca tutto intero facendomi mancare il fiato.
Inizia a succhiarlo come se non ci fosse un domani, le labbra non si staccano un secondo dall’asta mentre la testa sale e scende ruotando, vorrei guardarla ma é troppo bello e mi abbandono a questo pompino bellissimo.
Dopo aver coperto con la sua bocca ogni millimetro del mio membro Paola si alza e si toglie il vestito, come immaginavo non indossava niente sotto. Scatto anch’io in piedi e in un attimo sono nudo. Paola si sdraia sul letto e spalanca le cosce offrendomi lo spettacolo della sua vulva lucida di umori. Faccio per muovermi ma una mano sulla spalla mi blocca. Mi ero completamente dimenticato di Mario che é nudo di fianco a me e mi porge un preservativo dicendo “stai andando bene ma sei ancora in prova, per ora solo io posso scoparla a pelle questa vacca”. Paola di rimando risponde “sii sono una vacca da monta” accarezzandosi tra le cosce. Indosso il preservativo, salgo sul letto e Paola mi piazza i piedi sul petto. Rimango un po' interdetto, lei capisce e dice “basta dolcezza, adesso sbattimi Tigro”. Sorrido e rispondo “con piacere…troia”. A quel punto mi si chiude la vena perché in un attimo sono dentro di lei e le spingo le cosce sul petto per sfruttare ogni centimetro di penetrazione. La vagina si stringe intorno al mio membro come un guanto e gemiamo insieme, entrambi lo volevamo da tanto tempo. Dopo questi due secondi di estasi premo ancora le sue cosce sul petto e inizio a dare colpi di bacino sempre più decisi e profondi che Paola gradisce mugolando ad ogni affondo. Ci guardiamo negli occhi, vedo l’espressione più pura del godimento sul suo volto e le sue mani mi afferrano gli avambracci come a pregarmi di non smettere. Sarà perché avevo il preservativo ma sentivo che sarei potuto andare avanti ore in quel modo. A un certo punto sento le sue mani aumentare la presa sulle mie braccia, getta la testa all’indietro in una smorfia e la figa passa dall’essere un guanto a una morsa rovente. Rallento il ritmo, sento il suo corpo irrigidirsi per poi esplodere in un orgasmo fortissimo che la scuote tutta facendole fare un urlo liberatorio. Anche la vagina é scossa dalle contrazioni, mi stringono l’asta ritmicamente mentre la faccio scorrere piano. Chiudo gli occhi, mi concentro su questa sensazione e un urlo esce dalla mia bocca assieme a una quantità abnorme di sperma. Riapro gli occhi e Paola é ancora sotto di me, sudata e ansimante come me. Prendo fiato e riesco a dire “é stato bellissimo” lei risponde “si…grazie”. Sorridiamo e sento di nuovo quella mano sulla spalla. Mi giro e Mario é di fianco al letto con un’erezione pazzesca, dice “riposati, sei stato bravo…ma adesso ci penso io a mia moglie”. Paola lo guarda con sguardo interrogativo. Mi siedo, anzi crollo sulla poltrona e in un batter d’occhio Mario ha girato sua moglie a pecora come se fosse senza peso e l’ha infilzata provocandole un
urlo di piacere misto a sorpresa. Rimango pietrificato sulla poltrona mentre Mario scopa sua moglie come probabilmente non ha mai fatto in vita sua. Dopo il primo affondo Paola abbassa la testa sul materasso e si lascia andare alla monta selvaggia di suo marito che la fa scuotere a ogni affondo dando grandi sberle sulle natiche che le provocano urletti di dolore misto a piacere.
Non importa se ho riempito il preservativo poco prima, vedendoli il cazzo mi torna di marmo. Mario mi guarda e se ne accorge, prende Paola per i capelli facendole alzare la testa e le dice “il tuo Tigro ha ancora voglia, quando ho finito stai ferma che gli dai anche il culo” Paola mi guarda, si lecca le labbra e mormora un “siii” rotto dagli affondi del marito che si fanno sempre più rapidi e potenti.
Stringe il lenzuolo con le mani, serra le cosce e ha un altro, fortissimo orgasmo mentre il marito la scopa ormai come una bestia e si scarica dentro di lei. Urlano entrambi e io inconsciamente mi sto segando guardandoli.
Mario estrae il membro dalla figa di sua moglie e mi fa cenno di alzarmi ansimando
“continua tu, io per oggi ho dato”. Vado dietro a Paola che é rimasta a pecora e mi trovo
davanti a uno spettacolo irresistibile: dalla figa cola sperma misto a umori. Non resisto e in un attimo sono chinato dietro di lei a leccare e bere questo cocktail proibito. Paola ha un sussulto sentendomi leccare ma capisce e mi lascia fare incitandomi a pulire tutto e prepararle il culetto. Dopo aver gustato quello che la sua figa poteva offrire le divarico le natiche e mi dedico alla sua rosellina con molta lingua, saliva e passione. Paola geme, agita il bacino e la rosellina pulsa. Mi stacco, indosso un altro preservativo e senza tanti complimenti le entro nell'ano provocando un urlo a Paola e un “bravo porco” a Mario. Ho capito il mio ruolo ora. Con una mano le mollo una cinquina sulla chiappa, poi la prendo per i capelli e inizio a incularla come non ho mai fatto prima. Lei emette suoni incomprensibili che si fondono col rumore dei nostri corpi che impattano. Le mollo un’altra sberla sul culo che sembra svegliarla perché inarca la schiena e urla “cazzo Fabio spaccami”. Non resisto a sentire queste parole, le rimetto la testa sul materasso e do un ultimo affondo prima di venire producendo versi animaleschi.
Le gambe non mi reggono più, riesco solo a tirarmi fuori e finisco riverso di fianco a Paola. Per qualche secondo sentiamo solo il nostro rispettivo ansimare ma poi lei si allunga verso di me, poggia la testa sul mio petto e con sguardo dolce mi dice “grazie, è stato bellissimo”. Le accarezzo i capelli e le rispondo “grazie a te, anche per me è stato bellissimo…quindi promosso?” sorridendo. Lei ride, si avvicina e mi bacia affettuosamente sulle labbra per poi dirmi “si, promosso a pieni voti. Sono contenta di essere stata la prima in questo senso”. La abbraccio forte e sussurro “grazie per aver creduto in me”. Lei non risponde ma si sistema meglio sopra di me facendo un verso come di fusa, mi bacia sul mento e dice
“possiamo rimanere così ancora un po’? sei comodo…”
Giro la testa verso la poltrona ma non c’è nessuno, Paola capisce e con la mano riporta la mia testa rivolta a lei “sarà a fare la doccia, non preoccuparti…non credi che mi meriti un po’ di coccole ora?” sorrido e rispondo “in realtà anch’io me le sarei meritate e poi adoro le coccole” “allora non mi muovo più di qui!”
Ridiamo insieme e rimaniamo abbracciati sul letto a parlare, accarezzarci e scambiarci baci dolci, poi il tempo si fa tiranno e dopo una doccia veloce saluto i miei nuovi compagni di gioco con la promessa di rivederci quanto prima.
Alla sera mi arriva un messaggio di Paola: “Ciao tesoro, grazie ancora per stamattina, é stato bellissimo. Mio marito dice che la prossima volta possiamo stare da soli e io ti dico di fare gli esami perché voglio che mi vieni dentro”
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