Weekend Romano (Giovanna parte 2)

di
genere
etero

Per meglio comprendere si prega di leggere l'episodio precedente "Una Giovane Ragazza di 55 anni"

Dopo quella giornata travolgente in hotel ci eravamo lasciati con la promessa di rivederci, magari sarei sceso io a Roma da lei.

Continuavamo a sentirci ma non ho mai osato chiedere quando, sapevo che Gio me l’avrebbe detto a tempo debito.

Quel tempo finalmente arrivò e Gio mi chiamò apposta per dirmelo. Suo figlio sarebbe andato via con la nuova fidanzatina e avremmo avuto il weekend tutto nostro.

Compro al volo i biglietti del treno, preparo il trolley e prendo mezza giornata di permesso dal lavoro per partire venerdì sera e sfruttare al massimo il tempo insieme.

Arrivo a Termini in perfetto orario, scendo con le ali ai piedi e la vedo che mi aspetta. Indossa un vestito colorato a mezza coscia con dei sandali col tacco. La sua figura spicca in mezzo alla folla.

La saluto con la mano, le corro incontro e non le dò il tempo di salutarmi, la abbraccio e la bacio. Quel bacio dato di corsa sorprende Giovanna che ci mette qualche secondo a sciogliersi e ricambia l’abbraccio succhiandomi il labbro inferiore come quella volta in ascensore. Ci stacchiamo e finalmente ci salutiamo come persone civili per poi prenderci per mano e andare verso la macchina.

Ho una fame da lupo ma la mia amica speciale ha pensato a tutto: mezz’ora dopo siamo seduti al tavolo di un ristorante davanti a un piatto di amatriciana parlando di cosa abbiamo fatto negli ultimi tempi esattamente come amici che non si vedono da tanto. I miei occhi quando non guardano il piatto guardano i suoi occhi, la sua bocca o la scollatura. Le piace avere il mio sguardo addosso e me lo fa capire continuando a sistemarsi il vestito per farmi intravedere il seno nudo.

“Me ne ero già accorto che non porti il reggiseno, non serve che me lo fai vedere” le dico malizioso. Lei risponde “Lo so, voglio solo stuzzicarti un po’” e poi mi fa quel sorriso che ho imparato a conoscere.

L’erezione é istantanea e dopo aver pagato il conto non resisto. Finiamo in macchina a limonare come adolescenti ma a una certa sento la sua mano sul petto che mi spinge piano.

Mi stacco da quel bacio furioso e le chiedo se fosse tutto ok.

Mi risponde che si, va tutto bene ma c’era una cosa che voleva chiedermi.

Con voce tremante mi dice:

“Sei una bellissima persona Fabio e ammetto che mi sono masturbata ripensando al nostro primo incontro. Ho avuto un pensiero…ti va se per questo weekend fossimo mamma e figlio?”

Rimango un po' spiazzato dalla domanda, d’altronde non é una cosa che ci si sente chiedere tutti i giorni! Ma avevamo già parlato più volte dell’incesto, entrambi ne eravamo intrigati e le avevo buttato lí la battuta “non siamo parenti ma possiamo sempre fare un gioco di ruolo”.

La mia mano si posa sul suo seno, lo afferra con decisione e le sussurro “andiamo a casa mamma, ti desidero”.

Gio spalanca gli occhi e mi bacia con più intensità di prima per poi staccarsi e dirmi “grazie amore”.

Entriamo a casa sua e il trolley rimane nell’ingresso perché continuiamo a limonare furiosamente spogliandoci a vicenda e finiamo sul divano a missionario. Non é sesso ma passione pura, non la sto sbattendo ma ad ogni affondo geme. Ci guardiamo negli occhi, ansimiamo e lei alterna parole dolci a baci bollenti mentre i suoi talloni e le sue mani non si staccano dalla mia schiena.

Niente cambi di posizione stavolta, è troppo bello per cambiare. Ci stiamo amando ed entrambi vogliamo che duri il più possibile.

Dopo quelle che sono sembrate ore Gio mi prende il viso tra le mani e mi sussurra “sei stato bravo, ora vieni dentro alla mamma”.

Quelle parole sono come il pulsante di lancio di un missile nucleare, ho un orgasmo fortissimo e percepisco il mio seme farsi strada dai testicoli fino alla cappella per poi sgorgare a fiotti. Tutti i miei muscoli sono tesi e il bacino si muove a scatti per penetrare ancora più a fondo. Il mio cazzo pulsa dentro di lei procurandole un orgasmo liberatorio quanto il mio che le fa stringere le cosce intorno a me. Siamo avvinghiati e lo rimaniamo per un po’ una volta passati gli orgasmi, poi Gio mi chiede di spostarmi perché la sto schiacciando.

Ridendo mi alzo ed estraggo il cazzo da quella bellissima vulva che come mi aspettavo cola sperma misto a umori. Ora sono io che faccio quel sorriso e Gio mi guarda con aria interrogativa. Mi metto ancora sopra di lei ma a 69 e mi prodigo a succhiare e leccare quel fiore che ha tra le cosce mentre lei fa lo stesso con il mio cazzo.

Le procuro un secondo orgasmo ma il mio “fratellino” non ne vuole sapere di tornare duro, in effetti tra la giornata lavorativa, il viaggio e la scopata inizio ad essere esausto. Mi alzo e porgo la mano a Gio per aiutarla ad alzarsi, lei vede la stanchezza sul mio viso e dolcemente mi dice “andiamo a dormire amore, puoi stare sul tuo posto preferito” e si accarezza il seno.

Sorrido e andiamo in camera. Tempo di appoggiare la testa su quel seno e chiudere gli occhi che crollo in un sonno profondo.

Mi sveglio trovandomi solo nel letto, vorrei dormire ancora ma le mie narici captano l’aroma del caffè e mi ordinano di alzarmi.

Mi alzo e nudo seguo il profumo fino alla cucina e la mia mamma adottiva é lí, nuda che controlla la moka. La abbraccio dolcemente da dietro, aspiro il profumo dei suoi capelli e le riempio il collo di bacini. Lei reagisce con un mugolio, mi accarezza i capelli e mi saluta con un “buongiorno Fabietto”.

Spegne il fornello sotto alla caffettiera, si gira di fronte a me e prendendomi il viso tra le mani mi bacia dolcemente. Le prendo anch'io il viso tra le mani e ci scambiamo un dolcissimo bacio.

Ci sediamo a tavola e mentre facciamo colazione Gio mi chiede se mi andasse di fare un giro per Roma il giorno dopo dato che il meteo sarebbe migliorato. Accetto ma a una condizione: niente intimo.

A questa richiesta Gio si illumina di quel sorriso malizioso e alzandosi mi dice “questo é il Fabietto che voglio” e si avvicina a me prendendo il barattolo della Nutella.

Si inginocchia davanti al mio membro eretto e lo ricopre di Nutella, si lecca le labbra e mi dice “adesso anche la mamma fa colazione” per poi prenderlo tutto in bocca.

Sento la sua lingua ripulirmi l'asta dalla crema di nocciole e ingoiarla con suoni osceni. Non c’é più traccia di Nutella sul mio cazzo ma Giovanna non é sazia. La sua testa continua a salire e scendere mentre le mani mi accarezzano le cosce e i testicoli.

Poi la sua bocca si stacca dal mio membro, lo avvolge con i suoi morbidi seni e inizia una spagnola guardandomi negli occhi.

Poi mi dice “ieri sera abbiamo fatto l’amore ma oggi voglio fare sesso con te, voglio che mi tratti come la tua porno mamma come mi hai sempre detto…sborrami in faccia” Le accarezzo i capelli facendole una coda e le dico “torna a succhiarmi forte mamma, manca poco”.

Immediatamente me la ritrovo a succhiare come un’indemoniata e ci metto poco a venire.

Non serve che glielo dico, si stacca e punta il cazzo contro il suo viso segandomi forte finché non schizzo. Lo sperma finisce sul suo viso e i suoi seni e prende la cappella tra le labbra per non farne cadere a terra nemmeno una goccia.

Ora tocca a me guidare il gioco e voglio possedere la mia mamma adottiva. Mi alzo, anche lei si alza. Vado dietro di lei e la spingo dolcemente verso il tavolo piegandola a 90.

Afferro il polpaccio destro e appoggio il piede sul tavolo, lei approva con un mugolio. Poi le tiro i capelli e in un attimo la sto sbattendo sul tavolo usando i capelli come redini. Le sue braccia sono abbandonate lungo i fianchi, é mia e glielo dico mentre con la mano libera le schiaffeggio le natiche. Lei mi dice di tirare di più con la voce rotta dai miei affondi, obbedisco dando tirate di capelli a ogni affondo. La sto scopando come una bestia e le piace da morire, é fradicia di umori e dopo poco ha un orgasmo che le fa inarcare la schiena. Rimango dentro di lei ma penso che posso dare di più, quindi continuando a tenerla per le redini cambio buco: estraggo il cazzo dalla sua vulva fradicia e pulsante e mi tuffo nel suo morbido ano.

Questo cambio di penetrazione le provoca un urletto di piacere misto a sorpresa e incitazioni a incularla forte.

Ho ancora tempo prima di venire e quindi riprendo a sbatterla mentre ci scambiamo frasi oscene e le faccio il culo rosso a suon di sberle.

Vedo le sue mani afferrare il bordo del tavolo e la inculo ancora più forte, ormai il tavolo si sposta di qualche millimetro a ogni colpo.

Non resisto più, dò gli ultimi colpi ravvicinati e vengo urlando, Gio mi invita a riempirla mentre sento che contrae ritmicamente i muscoli dell’ano come a mungermi il cazzo per estrarne tutto il succo.

Finito l’orgasmo sento la sua mano cercarmi, la testa si gira e mi dice “tesoro fammi scendere, non mi sento più le gambe”.

Mi allontano da lei e la aiuto a rialzarsi ma anche le mie gambe cedono e finiamo appoggiati al tavolo che ridiamo. Ha ancora il viso impiastrato di sperma.

“Io sono giustificata perché ho 20 anni più di te, ma tu non puoi cedere così” mi dice ridendo. Le rispondo “avrai anche 20 anni più di me ma il tuo essere giovane dentro mette a dura prova il mio fisico”.

Andiamo in camera e Gio si mette con la testa sul mio petto dopo essersi ripulita dal “trattamento viso” come lo chiamo io.

Dopo un po' di relax la mia pancia brontola e Gio reagisce ridendo. Torniamo in cucina per mangiare un’insalata “per stare leggeri dato che non ho mica finito con te” come mi disse. Mangiamo nudi e torniamo in camera per il secondo atto di questa giornata di sesso. La mia mamma adottiva lascia la mia mano, dice “ho una cosa per te” e si allunga verso il comodino. Mi porge un flacone di olio da massaggio e mi dice “Sei stato bravissimo anche senza, ma volevo fare le cose per bene”.

Si sdraia prona e faccio colare una striscia d’olio lungo tutta la schiena, mi ungo le mani e mi dedico a quel corpo stupendo. Adoro vedere la pelle di una donna lucida d’olio e mi dedico a ogni centimetro della sua pelle facendo scorrere mani e dita e sentendo i muscoli sciogliersi sotto al mio tocco.

Il respiro di Gio diventa regolare e temo si sia addormentata. Provo a palparle il culo con un po’ più di forza e le sfugge un mugolio. “Ah quindi sei sveglia” le dico, mi risponde “certo, devo girarmi?”. Le dico di si e continuo il massaggio dal lato A dedicandomi soprattutto ai suoi seni.

Sono tornato eccitato e faccio per aprirle le cosce ma lei solleva le ginocchia, sorride e mi dice “aspetta, fammi stare sopra stavolta”.

Mi sdraio supino e lei mi monta a cavalcioni, prende l’olio e lo fa colare sul mio petto spalmandolo, poi si sdraia su di me e inizia un lento body massage facendo anche scorrere il mio cazzo contro la sua vulva che ovviamente è un lago.

Con un movimento sinuoso solleva il bacino e lo accoglie dentro di sé per poi iniziare a cavalcarmi tenendo le mani sul mio petto.

Continua così per un po’ per poi lasciarsi andare all’indietro e passare da cavalcioni a accosciata. Ha più libertà di movimento e mi offre lo spettacolo del mio cazzo che viene mangiato dalle sue grandi labbra mai sazie.

Ora è lei che mi sta scopando, sale lentamente per poi impalarsi di colpo e far scorrere la cappella contro il punto G.

Cavolo il punto G! Ho un’idea!

Mi alzo e le dico “Fermati, mi è venuto in mente un giochino che voglio farti”

All’inizio non sembra contenta ma poi mi sorride, si alza e mi dice “se il giochino non mi piace paghi pegno, sappilo!”

Ridiamo insieme e la faccio sdraiare supina con le ginocchia al petto.

Faccio scivolare nella sua figa il medio e l’anulare e lei capisce dove voglio arrivare, tira ancora di più le ginocchia al petto e mi dice “porco, vuoi farmi impazzire”. Inizio a stimolare quel punto, mi avvicino al suo viso e le dico “certo, solo il meglio per la mia mamma adottiva”.

Gio tira fuori la lingua e ci uniamo in un limone duro mentre sento la zona CUV indurirsi sempre di più.

Mi stacco dal bacio e passo dallo sfregare allo sbattere la mano su e giù con forza sempre crescente. Il viso di Gio si contorce in un’espressione di piacere misto a dolore mentre i suoi gemiti si mischiano al rumore di sciabordio provocato dalla mia forte stimolazione. La mia mano è zuppa di umori, sento contrazioni incontrollate intorno alle mie dita quando arriva il momento in cui le cataratte si aprono.

Mi sembra di vedere la scena al rallentatore: i muscoli che si contraggono, la bocca che si apre, uno zampillo che scaturisce dalla vulva assieme ad un urlo, una contrazione talmente forte da cacciare fuori le mie dita e il corpo che viene scosso da una scarica elettrica. Io mi sposto leggermente per godermi lo spettacolo e quando la tempesta (con annesso allagamento) è passata Gio si tira su faticosamente, osserva la chiazza sul lenzuolo e mi abbraccia.

Le sussurro all’orecchio “quindi devo pagare pegno?”, lei mi guarda e con voce stanca dice “no…ma ne parliamo dopo con calma, sono piacevolmente esausta”.

Decidiamo di concederci ancora un po’ di relax per poi fare una doccia e cenare a casa, ora è lei che crolla in un sonno profondo sul mio petto e io la seguo.

Un suo movimento mi sveglia, apro gli occhi mentre si sta tirando su e mi dice “non volevo svegliarti…vuoi approfittare che mi scappa?” rispondo “certo! la doccia dobbiamo comunque farla, tanto vale fare prima quella dorata” lei ride e risponde “tu sei pazzo e porco!”. Entriamo in doccia e mi metto subito in ginocchio. La mia mamma adottiva allarga le cosce, schiude le grandi labbra con le dita e si concentra.

Le cataratte si aprono di nuovo e mi inonda col suo liquido caldo unito a un sospiro liberatorio. Anch’io ho lo stimolo e ci diamo il cambio in questo scambio di liquidi che termina con un bacio passionale.

Dopo una doccia rinvigorente Gio mi mostra la camera degli ospiti dicendomi di cambiarmi con calma per cena. Mi do una sistemata, indosso una camicia e dei pantaloni di lino, due gocce di Sauvage e sono pronto.

Scendo in cucina e la trovo che apparecchia la tavola con indosso un vestito dai colori vivaci, largo e con i bottoni davanti, quasi un caftano. Ovviamente la scollatura era molto generosa.

Restiamo a guardarci, io sulla soglia e lei con un piatto in mano. Rompe lei il silenzio dicendo “Beh? Non dici niente?”, mi avvicino e le rispondo “in effetti una cosa c’è: sei bellissima”. Gio arrossisce e sussurra un “grazie”.

La abbraccio e sento il suo cuore battere forte, le chiedo se va tutto bene e risponde “si…sediamoci così ne parliamo”.

La cena è un lungo confessionale da parte di Gio che mi racconta di come sia appagata dal sesso con i suoi vari partner avuti dopo la separazione ma non era mai arrivata a una connessione così profonda e intima come quella che ha con me. Prima di me non era mai riuscita a praticare il pissing né tantomeno a squirtare nonostante ci fosse arrivata più volte vicina.

Io non posso fare altro che sentirmi lusingato da queste parole e le rispondo che anch’io sento la stessa forte connessione.

Dopo un breve silenzio Gio si alza e va verso il freezer per prendere il gelato. Mi alzo anch'io e scivolo dietro di lei per sbottonarle il vestito scoprendo i seni.

Lei posa il Barattolino e inclina la testa all’indietro. Le lecco e bacio il collo mentre le mani impastano quelle meravigliose tette.

Tra un mugolio e l’altro mi chiede se voglio ancora il gelato e le rispondo “certo, ma dato che stamattina mi hai messo la Nutella sul cazzo adesso tocca a me giocare col cibo”. Lei risponde “Allora torno a sedermi” e si sbottona completamente il vestito che svolazza seguendola finché non si siede a cosce aperte e leggermente reclinata sulla sedia. Indossa un perizoma trasparente che non lascia niente all’immaginazione, le labbra sono ben visibili.

Mi metto davanti a lei, prendo un po' di gelato col cucchiaino e lo faccio cadere su un seno provocandole un brivido. Il calore del corpo lo fa sciogliere un po' creando un rivolo bianco che cola verso l’areola facendo diventare di marmo il capezzolo. Tiro fuori la lingua e raccolgo tutto con una lenta leccata.

Mentre la lecco trattiene il respiro ed é scossa da brividi, quando finisco mi sorride e dice “fallo ancora”.

Mi apro la camicia per stare più comodo, prendo il gelato e le “sporco” i seni che provvedo a ripulire strusciandomi su di lei.

I suoi capezzoli sono durissimi e vi dedico particolare attenzione con leccate, succhiate e mordicchiamenti che le provocano brividi, gemiti e spasmi.

Faccio per prendere ancora il gelato e la sua mano mi blocca, si alza e mi dice “basta, voglio che mi fai squirtare ancora” io rispondo “certo mamma” ma non faccio in tempo a finire di dirlo che la sua lingua in bocca mi mozza il fiato.

Si stacca e mi trascina letteralmente in camera dove ci spogliamo e lei si rimette in posizione con uno sguardo che parla da solo e dice “eccomi, sono pronta e sono tua, fammi godere”. Le dita si infilano e trovano la zona CUV già gonfia e dura, inizio a stimolarla e lei chiude gli occhi lasciandosi andare.

Quando la situazione passa da bagnata a Acquafan cambio modalità e sbatto la mano. Come qualche ora prima vedo ancora tutto al rallentatore con una piccola variazione: gli schizzi sono due e uno mi finisce addosso perché mi sposto davanti a lei.

Tolgo la mano e uso i suoi umori per lubrificarmi il cazzo. Gio non sa cosa voglio fare, é ancora inebetita dall’orgasmo.

Lascia la presa sulle cosce ma con un movimento fulmineo le sono sopra con i suoi piedi sulle mie spalle che le sollevano il bacino dal letto portandolo contro il mio cazzo che le scivola dentro. I muscoli della vagina sono ancora in contrazione e questa “intrusione” inaspettata le mozza il fiato lasciandola a occhi spalancati e bocca aperta.

Inizio a muovermi piano dentro di lei, si riprende e mi dice “non mi dai nemmeno il tempo di riprendermi”, le rispondo “secondo me riesci a farlo due volte di fila”.

Ha un attimo di tentennamento poi punta i piedi sulle mie spalle e mi dice “continua a muoverti piano, fammi trovare l’inclinazione giusta”.

Cerchiamo l’inclinazione giusta del bacino in modo che la mia penetrazione le stimoli la zona CUV come le dita e finalmente la troviamo, sento distintamente la cappella sfregare contro quella zona spugnosa ma ancora turgida che si indurisce di nuovo a ogni penetrazione. Gio sorride, si afferra le gambe dietro alle ginocchia e sussurra guardandomi negli occhi “scopami”.

La martello senza pietà, la cappella sfrega contro quel punto magico e il mio pube sbatte forte contro il suo clito. Nel mentre i muscoli interni sembrano guidare il mio cazzo verso quella zona per massimizzare il piacere.

In questo modo non ci vuole molto e la sento di nuovo grondare umori, ci siamo! Le sue gambe tremano poi si irrigidiscono e lancia un urlo liberatorio mentre sprigiona un potente schizzo che mi bagna fino al mento.

Da questo momento in poi é un vero e proprio rodeo dove lei inconsapevolmente tenta di disarcionarmi coi suoi movimenti incontrollati di bacino ma io voglio, devo stare dentro di lei anche perché sto venendo come mai prima.

Finiamo abbracciati, la tengo ferma col mio peso e lei pianta le unghie nella mia schiena mentre ansima pesantemente e sento distintamente ogni suo muscolo contrarsi in preda agli impulsi elettrici impazziti che il suo cervello impartisce.

Poi le gambe crollano sul letto, le mani scorrono sulla mia schiena e Gio apre gli occhi. Ansima ancora e vedo che vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce, poi sento la sua mano sulla mia nuca che spinge contro di lei e mi riempie di baci. Il sudore mi cola dalla fronte sul naso e lei lo lecca via e torna a baciarmi con passione.

Poi mi stringe a sé e con fatica mista a commozione mi sussurra all’orecchio “grazie”. É esausta e lo sento. Mi sincero delle sue condizioni e le chiedo se vuole fare una doccia, mi risponde “si, ma non so se sto in piedi”.

La aiuto ad alzarsi e si aggrappa a me. Per fortuna la doccia ha il sedile e quindi la faccio sedere lí e la lavo con amore. Lei apprezza con un sorriso stanco.

La asciugo e torniamo a letto, crolliamo entrambi in un sonno senza sogni fino alla mattina dopo.

Mi sveglio e lei é esattamente come l’ho vista la sera prima. Sposto il suo braccio delicatamente e mi alzo per andare in bagno.

La ritrovo sveglia e seduta sul letto, mi sorride e mi dice di sedermi di fianco a lei.

Lo faccio, mi prende la mano e con gli occhi lucidi mi chiede scusa se non era del tutto in sé la sera prima ma non si aspettava di uscirne così “prosciugata” e definisce “commovente” la cura che ho avuto di lei.

Rispondo citando il Maestro Battiato “perché sei un essere speciale e io avrò cura di te”.

Mi getta le braccia al collo e mi stringe fino quasi a soffocarmi.

Facciamo colazione, la aiuto a cambiare il letto e ci cambiamo per uscire.

Gio indossa un vestito estivo azzurro leggero e ci tiene a mostrarmi che non indossa intimo e ha un plug col gioiello indossato, oltre ai sandali col tacco.

Passiamo la giornata in giro per Roma come una coppia qualsiasi e mi rendo conto che è un piacere passare del tempo con Gio anche fuori dal letto, è proprio una bella persona. Passiamo davanti a Yamamay e le chiedo se vuole provare qualcosa, sorride maliziosa e mi dice “so dove vuoi arrivare, va bene tesoro”.

Entriamo e ci comportiamo da clienti normali scegliendo un paio di completini da provare. Aspetto diligentemente fuori dal camerino quando la mano di Gio spunta e mi fa il gesto di entrare. C’è gente, le commesse sono prese e mi intrufolo nel camerino. Ovviamente il completo le sta benissimo e ha evitato di indossare il pezzo sotto. Non serve parlare, ci baciamo con passione e poi Gio si inginocchia e mi tira fuori il cazzo per succhiarlo con dedizione. Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per tenere la bocca chiusa e non farci scoprire ma la situazione è eccitante e ci metto poco a riempirle la bocca. Lei mi conosce e non ingoia tutto, si alza e mi bacia condividendo il mio seme con me.

Le dico che i completini glieli regalo io e arrossisce, non vuole sentirsi in debito. Le dico che non importa, ha tutta la giornata se vuole sdebitarsi.

Continuiamo il giro e passando davanti a una gioielleria non posso fare a meno di fermarmi e ammirare gli orologi per cui ho una grande passione. Gio mi chiede quale fosse quello che desidero di più ma non essendoci in vetrina glielo mostro sul telefono. Vede il prezzo e mi dice “col cavolo che te lo regalo!”. Però poco più avanti c’è una profumeria e finalmente può sdebitarsi con una confezione grande del mio profumo preferito.

Si avvicina il momento della mia partenza, passiamo da casa dove recupero la valigia e andiamo in stazione.

Non riusciamo a staccarci, abbiamo entrambi gli occhi lucidi e non sappiamo cosa dire. Non servono parole, ci abbracciamo forte e quando mi stacco le scende una lacrima. Ci scambiamo un ultimo bacio e salgo sul treno.

EPILOGO

Torno a casa che è tardi, non sto a smontare la valigia, lo farò lunedì sera.

La apro e tirando fuori i vestiti sento cadere qualcosa: è una busta di plastica di quelle richiudibili e vedo un biglietto dentro.

La apro e si sprigiona l’odore di Giovanna, oltre al bigliettino c’è un perizoma nella busta. Apro il bigliettino e trovo scritto:

“Caro Fabio, questo è il perizoma che indossavo sabato sera, mi sembrava giusto dartelo visto che è merito tuo avermelo fatto inzuppare e così potrai avermi sempre con te.

Grazie per il tempo passato insieme, sei una bellissima persona.

Ti voglio bene

Gio”
di
scritto il
2024-10-07
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