Sexy Shop

di
genere
esibizionismo

L'ho sempre detto. Tanto spendi, tanto vale. E il sexy shop di Calata San Marco, con le sue innumerevoli varietà e quantità di oggettistica e lingerie sexy, ne è decisamente la prova inconfutabile. Non a caso le palline cinesi che mi hai regalato, le abbiamo comprate proprio lì. Un successo.
Caro, molto caro, si. Ma nettamente superiore, in qualità, all'altro negozio di fiducia in cui ho fatto l'ultimo acquisto. Un dildo in silicone trasparente, niente vibrazione. Con la suction cup, sembrava interessante.
È che tutte le volte che ti sbatto in faccia la voglia che ho, di farti un bucchino, mi sembra di non rendere mai abbastanza l'idea.
Perché leccare il mio vibratore storico, ficcarmelo in bocca prima che nella fica e succhiarlo a mestiere immaginando di spompinare il tuo cazzo, non soddisfa mai la mia incessante smania come vorrei.
Per questo l'ho comprato con le palle. Perché ogni volta che ti sussurro piano che te le succhierei godendo della loro pelle ruvida, vorrei che mi vedessi all'opera.
E mi hai vista eccome. Vestita e nuda. Nuda e vestita. A cosce aperte, senza mutande. Con la canotta in seta, le calze da mignotta aperte avanti e dietro e i tacchi vertiginosi. Con il vestitino in pizzo nero, quello che mi stringe tanto sulle tette mettendole bene in mostra. Con quello trasparente dai ricami sexy in cui ti ho mostrato il culo. Sul letto, in piedi, sulla poltrona. A vestirmi e a spogliarmi. Di continuo e senza mai fermarmi. E poi in ginocchio, a terra, col dildo ben fissato sul comodino e bene in vista.
E l'ho preso in mano, l'ho portato alla bocca. Ho leccato le palle, ci ho strusciato i denti sopra.
L'ho sbattuto sulla lingua, ho sputato sulla cappella. L'ho ingoiato ancora e poi di nuovo ho succhiato le palle.
E poi sul cesso chiuso, dove l'ho attaccato per sedermici sopra. Per spostare con lentezza il perizoma e farti vedere la mia fica schiudersi piano e prenderlo tutto con ingordigia.
Per questo l'ho comprato con le palle. Perché, scopandomelo, ogni volta, le avrei sentite sbattermi sul culo così come la tua carne quando mi entri dentro furioso.
Solo che non era caldo. Non era pulsante. Non aveva l'afrore di maschio e non era così duro come il cazzo duro a cui mi hai abituata. Eppure ti ho detto, sembrava interessante. E invece l'ho cambiato, senza ovviamente confessare di averlo usato. Senza fare minimamente riferimento al fatto che me lo sono infilata in ogni buco e che tu sei stato spettatore solitario di ogni mia indecente messa in scena.
Ancora nel sexy shop, ancora fra mille cazzi e oggetti che ho già provato e che proverei uno ad uno, senza mai trovare pace.
C'era un uomo sai. Era di fronte alla parete dei plug anali. È rimasto così, senza mai girarsi. Ha sentito la mia voce ed, evidentemente imbarazzato dal fatto che fossi donna, non ha proferito mai parola continuando a darmi le spalle.
E mi sono divertita perché ho immaginato la sua faccia.
Magari il rossore sulle guance quando ho chiesto un cazzo più duro. Magari il battito accelerato quando ho chiesto un cazzo più cazzo, magari vibrante. Magari le mani sudate quando ho toccato un cazzo più grande dello stesso colore di un cazzo, per capire se poteva accontentarmi!
E l'ho preso, mostrandomi così soddisfatta del cambio, da fargli credere che di sicuro lo avrei usato appena mi fosse stato possibile.
E cosi è stato. Sul cesso, a casa. Completamente aperta per dimostrarti che, anche questo, più duro, più grande, riesco a ficcarmelo tutto dentro. E gemo!
E sono eccitata, fottutamente fradicia e gonfia. Continuo a giocarci, continuo a succhiarlo. Con la bocca sporca di saliva e rossetto rosso, ti aspetto. E ti provoco. Senza darti tregua. Senza darla a me, ne al mio pretenzioso corpo. Perché ti voglio qui. Perché ho giocato sola. Perché ho goduto con i tuoi occhi addosso e ora voglio godere con il tuo cazzo dentro.
scritto il
2020-01-08
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