Il frocione tre
di
FILIPPO
genere
esibizionismo
Quando Luca mi aveva lasciata sul marciapeide la sera prima, e imposto di rientrare travestita a casa, devo dire che mi ha eccitata e molto, così, la sera dopo, mi sono decisa a ripetere l'esperienza, ma questa volta da sola.
Mi sono lavata e profumata, ho scelto con cura cosa indossare, mi sono infilata un paio di autoreggenti velatissime, slip e reggiseno bordeaux, e un tubino bianco, ai piedi un paio di scarpe aperte davanti, che si vedesse lo smalto rosso, poi un trucco medio, e una parrucca bionda capelli mossi, ero veramente carina.
Uscii di casa verco le ventidue, e tranquillamente presi l'ascensore, non mi interessava più che si sapesse che ero gay e trav, e sculettando andai a prendere la mia auto, e incontrai il mio vicino, che non mi riconobbe, ma capì tutto, appena mi vide aprire il mio box ed uscire in auto, la frittata era fatta.
MI misi in viaggio, e dopo una mezz'ora giunsi in una cittadina lacustre, parcheggiai, e iniziai a camminare, ancheggiando il giusto, stringevo la mia borsetta, e il cuore era a mille, incontravo lo sguardo dei passanti, e mi sembrava che guardassero solo mè, era la tensione a farmelo pensare.
Mi siedo a un tavolino di un bar un poco riparato dagli sguardi, e attendo il cameriere, che puntualmente mi porge i vari fogli da qui scegliere cosa prendere, e mi osserva a lungo, e mi sorride, si avvicina, e mi dice, posso consigliare una ottima bevanda a questa stupenda signora?, e mi osserva le gambe, arrossisco e dico, certo mi dica, e dopo un paio di minuti si allontana.
Io sollevo la parte sotto del vestito, e faccio apparire il pizzo delle calze, ho delle gambe stupende, poi arriva lui con la bibita, e lo sguardo cade dove deve cadere, posso dirle che lei è una vera donna di classe?, sorrido e ringrazio, poi dopo una decina di miuti chiedo il conto, lo porta e insieme c'è un bigliettino, con il suo nome e numero di telefono, lo ripongo nella borsetto, pago e saluto.
Riprendo a camminare, osservo le vetrine, cazzeggio un poco, ed è mezzanotte, ripasso dal bar e vedo che stanno chiudendo, così prendo dalla borsa il bigliettino, e chiamo, sono bagnata da quanto sono eccitata, il passeggiare come donna, il ragazzo che mi fà i complimenti, tutto l'insieme ha fatto sì che il cazzo mi stà scoppiando, e il culetto sembra un fiume.
Mi risponde, dico chi sono, e lui mi propone di incontrarci lì al parcheggio dopo una decina di minuti, e così lo aspetto, e al suo arrivo, mi abbraccia e mi bacia, non perde tempo, la sua lingua frulla nella mia bocca, non ci speravo mi dice, ma per fortuna ora sei quì.
Mi appoggia alla macchina, e mentre ci baciamo, mi palpa, il culo, e poi infila la mano soto il vestito, e entra negli slip, afferra il mio cazzo e inizia a segarmi, mi sussurra parole dolci e porche, io ansimo, e chiedo di essere insultata, è la mia natura, e lui inzia a darmi titoli pesantissimi e io socchiudo gli occhi, e stringo a fatica le cosce stò venendo, lo avverto lui solleva il vestitino alla vita, abbassa lo slip, eio schizzo il mio sperma.
Mi gira, allargo le cosce, non ne posso più, lui si slaccia i pantaloni, e appoggia il cazzo al mio culo, e spinge, incasso il suo cazzo emettendo un rantolo, è dentro, e inizia a spingere, è stupendo, e mentre mi scopa passa vicino una coppia, ridacchiano, io mi volto e mi passo la lingua sulle labbra, lei fà lo stesso, si appoggiano alla macchina vicina e poco dopo, lui scopa lei, io e lei ci guardiamo in viso, mentre veniamo scopate.
Sento che è maturo, mi afferra per i fianchi, io gemo, e lo imploro a voce alta, di incularmi con più violenza, e lui lo fà, mi sento distruggere l'intestino, ma chiedo di più, e lui poco dopo, mi innonda di sperma.
Si sfila, si ricompone, e mi dice, bene frociona, il mio numero ce l'ai quando vuoi una ripassatina chiama, io rimango lì, con la testa appoggiata alla capot dell'auto, esausta con il fiatone, a cosce larghe con il suo sperma che cola sulle bambe fino alle scarpe.
Anche la coppietta ha finito, e lei si avvicina, mi accarezza, è stato magnifico, vedervi mi ha eccitato, io sorrido e le rispondo che anche per mè è stato eccitante vederli scopare.
Poi mi giro e la bacio, d'impulso, lei inizialmente rimane rigida, e poi si lascia andare, ci baciamo e tocchiamo, e poi tocca il mio cazzo molle, sbalordita mi dice, ma sei un trans, no tesoro, omosessuale, e travestita, e ridiamo, si avvicina anche il suo ragazzo, e guarda il mio cazzo, ma dai, stupenda, e così ci scambiamo i nueri di telefono, e rientro a casa.
Sono le due, rientro e mi strucco e vado a dormire, il mattino dopo, telefono e chiedo un paio di giorni di permesso o di ferie ne ho una valanga, e così, dopo colazione, mi preparo, collant, gonna e camicetta, intimo bianco, scarpe col tacco basso, trucco leggere e parrucca, ed esco.
Vado a fare spesa, nei miei soliti negozi, non si acorgono chi sono, e tutto mi và ottimamente, solo il macellaio, un vero maiale, grasso e schifoso, mi dice, ma lei ha un fratello vero?, io non rispondo, lui mi osservaa lungo, un fratello un cazzo, sei tù, travestito, un frocione, ma dai, tranquilla, te la porto io la spesa più tardi a casa e si tocca il pacco.
Esco gironzolo un poco, e rientro a casa, in un paio di donne mi incontrano nell'antrone e mi osservano, e vedo lo sguardo di sorpresa sui loro volti, immagino che entro sera sapranno tutti chi e cosa sono, alzo le spalle e le saluto per nome.
Verso le dodici e trenta suonano al citofono chiedo chi fosse e mi risponde il macellaio, sono io frocione apri, che ho un bel pezzo di carne per tè, apro, voglio proprio vederlo.
Entra in casa, io sono nuda, ho solo lo slip e i tacchi, nel frocio, che sei mi dice, si slaccia la cinta, cadono a terra i pantaloni, si sfila la maglietta e lo slip, è nudo, è uno schifo, una pancia pazzesca, e un cazzo pauroso trà le gambe.
Mi inginocchio, e lo prendo in bocca, entra solo la cappella, succhio e lecco, lui mi insulta, mi eccita, e poi mi solleva come nulla fosse, ora ti inculo frocione, lo fermo, lo accompagno in camera, e prendo la crema, sei pazzo, mi sfondi se non la usi, lui mi mette a pecora, mi allarga le gambe, mette una manata di crema sul mio culo, e con le dita la infila, e poi si unge il cazzo, ora ti sfondo vacca, e spinge.
Sentirlo entrare è pazzesco, mi ha dilatata fino quasi a rompermi il culo, ma entra, e lo sento scivolare.
Il mio cazzo inizia sborrare piccoli getti di sperma, lui me lo afferra e mi dice, ma stai godendo vacca, ma sei proprio una rottainculo, e pompa.
Godo, e molto, cerco di girarmi verso di lui, lo imploro di baciarmi, si avvicina e mi sputa in faccia, io non bacio i froci, lo sputo mi eccita ancora di più, e lui mi incula a forza.
Mi viene dentro dopo una ventina di minuti, il mio ano è colassato, lo sento, e quando lui esce, rimane una vera caverna, ecco fatto, te l'ho rotto il culo frocione, e ride.
Mi siedo, ho il cazzo duro, lo sego, lui mi guarda e quando sborro mi molla un ceffone, non mi piace vedere la sborra di un frocio non lo fare mai più, e và in sala, si riveste, io lo raggiungo, lui prima di uscire mi butta ul pavimento due bistecche, mangiale cagna, forza, io mi metto in ginocchio e afferro con i denti la bistezza e come una cagna inizio a sbranarla, sono impazzita mi chiedo?, no', sono solo pronta a tutto, e chiamerò più tardi Luca per implorarlo di annientarmi moralmente, e di abusare del mio corpo, mi risponderà, di tenermi pronta per sabato.
Mi sono lavata e profumata, ho scelto con cura cosa indossare, mi sono infilata un paio di autoreggenti velatissime, slip e reggiseno bordeaux, e un tubino bianco, ai piedi un paio di scarpe aperte davanti, che si vedesse lo smalto rosso, poi un trucco medio, e una parrucca bionda capelli mossi, ero veramente carina.
Uscii di casa verco le ventidue, e tranquillamente presi l'ascensore, non mi interessava più che si sapesse che ero gay e trav, e sculettando andai a prendere la mia auto, e incontrai il mio vicino, che non mi riconobbe, ma capì tutto, appena mi vide aprire il mio box ed uscire in auto, la frittata era fatta.
MI misi in viaggio, e dopo una mezz'ora giunsi in una cittadina lacustre, parcheggiai, e iniziai a camminare, ancheggiando il giusto, stringevo la mia borsetta, e il cuore era a mille, incontravo lo sguardo dei passanti, e mi sembrava che guardassero solo mè, era la tensione a farmelo pensare.
Mi siedo a un tavolino di un bar un poco riparato dagli sguardi, e attendo il cameriere, che puntualmente mi porge i vari fogli da qui scegliere cosa prendere, e mi osserva a lungo, e mi sorride, si avvicina, e mi dice, posso consigliare una ottima bevanda a questa stupenda signora?, e mi osserva le gambe, arrossisco e dico, certo mi dica, e dopo un paio di minuti si allontana.
Io sollevo la parte sotto del vestito, e faccio apparire il pizzo delle calze, ho delle gambe stupende, poi arriva lui con la bibita, e lo sguardo cade dove deve cadere, posso dirle che lei è una vera donna di classe?, sorrido e ringrazio, poi dopo una decina di miuti chiedo il conto, lo porta e insieme c'è un bigliettino, con il suo nome e numero di telefono, lo ripongo nella borsetto, pago e saluto.
Riprendo a camminare, osservo le vetrine, cazzeggio un poco, ed è mezzanotte, ripasso dal bar e vedo che stanno chiudendo, così prendo dalla borsa il bigliettino, e chiamo, sono bagnata da quanto sono eccitata, il passeggiare come donna, il ragazzo che mi fà i complimenti, tutto l'insieme ha fatto sì che il cazzo mi stà scoppiando, e il culetto sembra un fiume.
Mi risponde, dico chi sono, e lui mi propone di incontrarci lì al parcheggio dopo una decina di minuti, e così lo aspetto, e al suo arrivo, mi abbraccia e mi bacia, non perde tempo, la sua lingua frulla nella mia bocca, non ci speravo mi dice, ma per fortuna ora sei quì.
Mi appoggia alla macchina, e mentre ci baciamo, mi palpa, il culo, e poi infila la mano soto il vestito, e entra negli slip, afferra il mio cazzo e inizia a segarmi, mi sussurra parole dolci e porche, io ansimo, e chiedo di essere insultata, è la mia natura, e lui inzia a darmi titoli pesantissimi e io socchiudo gli occhi, e stringo a fatica le cosce stò venendo, lo avverto lui solleva il vestitino alla vita, abbassa lo slip, eio schizzo il mio sperma.
Mi gira, allargo le cosce, non ne posso più, lui si slaccia i pantaloni, e appoggia il cazzo al mio culo, e spinge, incasso il suo cazzo emettendo un rantolo, è dentro, e inizia a spingere, è stupendo, e mentre mi scopa passa vicino una coppia, ridacchiano, io mi volto e mi passo la lingua sulle labbra, lei fà lo stesso, si appoggiano alla macchina vicina e poco dopo, lui scopa lei, io e lei ci guardiamo in viso, mentre veniamo scopate.
Sento che è maturo, mi afferra per i fianchi, io gemo, e lo imploro a voce alta, di incularmi con più violenza, e lui lo fà, mi sento distruggere l'intestino, ma chiedo di più, e lui poco dopo, mi innonda di sperma.
Si sfila, si ricompone, e mi dice, bene frociona, il mio numero ce l'ai quando vuoi una ripassatina chiama, io rimango lì, con la testa appoggiata alla capot dell'auto, esausta con il fiatone, a cosce larghe con il suo sperma che cola sulle bambe fino alle scarpe.
Anche la coppietta ha finito, e lei si avvicina, mi accarezza, è stato magnifico, vedervi mi ha eccitato, io sorrido e le rispondo che anche per mè è stato eccitante vederli scopare.
Poi mi giro e la bacio, d'impulso, lei inizialmente rimane rigida, e poi si lascia andare, ci baciamo e tocchiamo, e poi tocca il mio cazzo molle, sbalordita mi dice, ma sei un trans, no tesoro, omosessuale, e travestita, e ridiamo, si avvicina anche il suo ragazzo, e guarda il mio cazzo, ma dai, stupenda, e così ci scambiamo i nueri di telefono, e rientro a casa.
Sono le due, rientro e mi strucco e vado a dormire, il mattino dopo, telefono e chiedo un paio di giorni di permesso o di ferie ne ho una valanga, e così, dopo colazione, mi preparo, collant, gonna e camicetta, intimo bianco, scarpe col tacco basso, trucco leggere e parrucca, ed esco.
Vado a fare spesa, nei miei soliti negozi, non si acorgono chi sono, e tutto mi và ottimamente, solo il macellaio, un vero maiale, grasso e schifoso, mi dice, ma lei ha un fratello vero?, io non rispondo, lui mi osservaa lungo, un fratello un cazzo, sei tù, travestito, un frocione, ma dai, tranquilla, te la porto io la spesa più tardi a casa e si tocca il pacco.
Esco gironzolo un poco, e rientro a casa, in un paio di donne mi incontrano nell'antrone e mi osservano, e vedo lo sguardo di sorpresa sui loro volti, immagino che entro sera sapranno tutti chi e cosa sono, alzo le spalle e le saluto per nome.
Verso le dodici e trenta suonano al citofono chiedo chi fosse e mi risponde il macellaio, sono io frocione apri, che ho un bel pezzo di carne per tè, apro, voglio proprio vederlo.
Entra in casa, io sono nuda, ho solo lo slip e i tacchi, nel frocio, che sei mi dice, si slaccia la cinta, cadono a terra i pantaloni, si sfila la maglietta e lo slip, è nudo, è uno schifo, una pancia pazzesca, e un cazzo pauroso trà le gambe.
Mi inginocchio, e lo prendo in bocca, entra solo la cappella, succhio e lecco, lui mi insulta, mi eccita, e poi mi solleva come nulla fosse, ora ti inculo frocione, lo fermo, lo accompagno in camera, e prendo la crema, sei pazzo, mi sfondi se non la usi, lui mi mette a pecora, mi allarga le gambe, mette una manata di crema sul mio culo, e con le dita la infila, e poi si unge il cazzo, ora ti sfondo vacca, e spinge.
Sentirlo entrare è pazzesco, mi ha dilatata fino quasi a rompermi il culo, ma entra, e lo sento scivolare.
Il mio cazzo inizia sborrare piccoli getti di sperma, lui me lo afferra e mi dice, ma stai godendo vacca, ma sei proprio una rottainculo, e pompa.
Godo, e molto, cerco di girarmi verso di lui, lo imploro di baciarmi, si avvicina e mi sputa in faccia, io non bacio i froci, lo sputo mi eccita ancora di più, e lui mi incula a forza.
Mi viene dentro dopo una ventina di minuti, il mio ano è colassato, lo sento, e quando lui esce, rimane una vera caverna, ecco fatto, te l'ho rotto il culo frocione, e ride.
Mi siedo, ho il cazzo duro, lo sego, lui mi guarda e quando sborro mi molla un ceffone, non mi piace vedere la sborra di un frocio non lo fare mai più, e và in sala, si riveste, io lo raggiungo, lui prima di uscire mi butta ul pavimento due bistecche, mangiale cagna, forza, io mi metto in ginocchio e afferro con i denti la bistezza e come una cagna inizio a sbranarla, sono impazzita mi chiedo?, no', sono solo pronta a tutto, e chiamerò più tardi Luca per implorarlo di annientarmi moralmente, e di abusare del mio corpo, mi risponderà, di tenermi pronta per sabato.
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