Il superdotato due
di
FILIPPO
genere
bisex
Gabriella era gravida, e tutti i parenti ne erano felici, pur non sapendo che il figlio era di Alì, un ragazzo di colore, e che quindi avrebbe partorito un bambino non esattamente riconducibile a mè.
Nel frattempo la mia natura sessuale ricadeva sempre di più nell'omossessualità, indossare intimo femminile, sentire il naylon delle calze sulle cosce, mettermi i tacchi, mi faceva impazzire, poi il trucco, e l'indossare abiti tipo camicette e gonne, mi catapultarono in una nuova dimensione.
Alla sera, mentre Alì scooava Gabriella, io uscivo, e andavo in un locale a Milano, dove passavo nottate a frequentare maschi, non ne avevo mai abbastanza.
E passati alcuni mesi, e la pancia di Gabriella cresceva sempre di più, Alì mi presentò una sera dei suoi conoscenti, mi invitò a casa di uno di loro, e me li presentò.
Erano trè ragazzi sui venticinque anni, uno del Camerun, uno dal Marocco e l'ultimo del Gana.
Erano in Italia per studio, frequentavano l'uneversità, bei ragazzi, e di buona famiglia, e di certo le donne non gli mancavano, ma a detta di Alì le loro tendenze erano rivolte alle mie.
Mi presentò erano le ventidue circa, e dopo una decina di minuti, Alì se ne andò, raggiunse mia moglie che nuda a gambe aperte lo attendeva a letto, e io rimasi con loiro trè.
Indossavo reggicalze calze slip e reggiseno, un tubino rosso , una parrucca e trucco molto pesante, che mi dava un'aria da troia incallita.
I ragazzi erano eccitati, lo si vedeva dal gonfiore dei pantaloni, e così, mentre accavallavo le gambe, mostrando le cosce, e la calza allacciata al reggicalze, Pier, si sedette vicino a mè, e mi accarezzò la coscia, e mi baciò.
Chiusi gli occhi, stavo partendo, la sua lingua frullava nella mia bocca, scavallai le gambe e lui si intrufolò sotto il vestito, accarezzandoi il cazzo duro.
Mi sollevò e sfilò il tubino, notai gli altri due che si stavano spogliando, io mi inginocchiai e sfilato il pantalone della tuta, mi ritrovai il suo cazzo dvanti al viso, era un cazzo nero e notevole, iniziai a baciarlo, e poi a succhiarlo, mentre gli altri due si stavano segando vicino a noi.
Era impressionante uno più grande lungo e duro dell'altro, il ragazzo del Gana aveva un mostro trà le gambe, e al pensiero di riverlo nel culo mi faceva sudare freddo, ma intanto mi dedicavo a Pier, il suo cazzo era bello duro e lucido, era pronto, mi girai, mi misi a quattro zampe sul tappeto, allargai le gambe, e mostrai il mio ano, e Pier, appoggiò il suo cazzo, e spinse.
Chiusi gli occhi volevo godermi la penetrazione sentirmi aprire e scivolare dentro il suo cazzone e così fù, mi morsi le labbra dal godimento, amo sentirmi aprire dal cazzo, e Pier iniziò a montarmi.
Mentre gli altri due si baciavano e toccavano, poi il Marocchino si mise davanti a mè, mostrandomi il suo buco, e l'altro ragazzo, infilò il suo palo nel marocchino.
Lo vidi entrare senza problema, anzi scivolò dentro senza resistenza, e il Marocchino iniziò a godere.
Pier eccitato dalla scena mi prese per i fianchi e mi pompò con violenza, io sborravo e pisciavo dal godimento, il mio cazzo duro impazziva.
Mi riempì di sperma dopo una lunga cavalcata, e si sfilò, io ebbra di piacere, scivolai sotto Martin il Marocchino, e con il suo aiuto miinfilai il suo cazzo nel culo.
Il ragazzo Ganese dava il ritmo della scopata, io ero piena di sperma e il vazzo di Martin non trovava ostcoli, così, poco dopo sborrarino tutti e due e io fui farcita per la seconda volta.
Mi alzai grondante di sperma, mi colava sulle cosce, e poi Martin con voce decisa e dura mi disse, troia, vai in cucina e portaci da bere svelta cagna, io adoro essere sorromessa, e umiliata, e così sculettando mi recai in cucina e servii i ragazzi.
Nel frattempo mi palpavano, mi stringevano palle e cazzo, mi sculacciavano, mi baciavano, il mio cazzo al loro confronto era misero, io ammiravo i loro.
Dopo una mezz'ora il ragazzo del Gana, mi prende per mano e mi porta nel lettone, dove inizio a succhiarlo, e una volta pronto, mi mette a pancia sopra, mi apre le cosce per bene, e Martin si avvicinò con il cellulare, riprenderemo la scena e poi la metteremo in rete, io annuii e attesi di essere impalata.
Lo appoggiò al mio sfintere già provato dalle due precedenti inculate, e spinse, violandomi.
Era grosso ed entrò a fatica, pur essendo bagnata dallo sperma degli altri due, e scivolò fino in fondo, dandomi la sensazione che mi stesse esplodendo l'intestino.
Ero nello stesso tempo all'inferno per il bruciore, e in paradiso dal piacere.
Iniziò a scoparmi,era fantastico, lo cinsi con le mie gambe per favorire la penetrazione, e inizia a godere.
Pochi minuti dopo arrivò Alì con Gabriella, volevano assistere alla mia scopata, mia mogli indossava uno spolverino, reggicalze e calze, e tacchi, tolse lo spolverino e rimase praticamente nuda.
Il suo oancione lucido sporgeva dal suo esile corpicino, mi strinse la mano, e mi baciò a lungo.
Ti piace amore mi chiese, io annuii, ti piace essere sfondato ai cazzoni neri vero? si amore risposi, questo ti stà sfondando vedo, poi me po presti? certo amore se lo vuoi è tuo, e poco dopo i trè maschi le accarezzavano il seno, le palpavano la figa, e lei non resitette e iniziò a farsi scopare.
Io mi sentii riempire dopo una mezz'ora di scopata, ero distrutta, i muscoli dell'ano erano colassati, lui uscì e mi lasciò devastata.
Lo aiutai a ripulire il cazzo ancora duro, e lo infilò in Gabriella, che quasu scvenne dal piacere.
La lasciammo lì con loro, e io ed Alì rientrammo a casa, e prima di addormentarci, facemmo all'amore, si all'amore il nostro era amore e non sesso, io ero e sono innamorata di lui.
Il mattino dopo mi recai dai ragazzi e aiutai Gabriella a lavarsi e ad indossare gli abiti che le avevo portato, era sfatta e esausta, e una volta a casa andò a letto a dormire e io mi recai al lavoro.
Ormai era noto a tutti i colleghi che ero gay, e anzi fui io a dare inizio alle chiacchiere, così, richiamai l'attenzione di alcuni di loro, uno in particolare, il direttore, andammo a cena una sera e andammo poi a casa mia dove mi trasformai in donna e scopammo per parte della nottata.
Avevo superato il limite, la cosa si seppe anche in famiglia, e i miei suoceri e i miei genitori rimasero basiti, urgeva una spiegazione.
Nel frattempo la mia natura sessuale ricadeva sempre di più nell'omossessualità, indossare intimo femminile, sentire il naylon delle calze sulle cosce, mettermi i tacchi, mi faceva impazzire, poi il trucco, e l'indossare abiti tipo camicette e gonne, mi catapultarono in una nuova dimensione.
Alla sera, mentre Alì scooava Gabriella, io uscivo, e andavo in un locale a Milano, dove passavo nottate a frequentare maschi, non ne avevo mai abbastanza.
E passati alcuni mesi, e la pancia di Gabriella cresceva sempre di più, Alì mi presentò una sera dei suoi conoscenti, mi invitò a casa di uno di loro, e me li presentò.
Erano trè ragazzi sui venticinque anni, uno del Camerun, uno dal Marocco e l'ultimo del Gana.
Erano in Italia per studio, frequentavano l'uneversità, bei ragazzi, e di buona famiglia, e di certo le donne non gli mancavano, ma a detta di Alì le loro tendenze erano rivolte alle mie.
Mi presentò erano le ventidue circa, e dopo una decina di minuti, Alì se ne andò, raggiunse mia moglie che nuda a gambe aperte lo attendeva a letto, e io rimasi con loiro trè.
Indossavo reggicalze calze slip e reggiseno, un tubino rosso , una parrucca e trucco molto pesante, che mi dava un'aria da troia incallita.
I ragazzi erano eccitati, lo si vedeva dal gonfiore dei pantaloni, e così, mentre accavallavo le gambe, mostrando le cosce, e la calza allacciata al reggicalze, Pier, si sedette vicino a mè, e mi accarezzò la coscia, e mi baciò.
Chiusi gli occhi, stavo partendo, la sua lingua frullava nella mia bocca, scavallai le gambe e lui si intrufolò sotto il vestito, accarezzandoi il cazzo duro.
Mi sollevò e sfilò il tubino, notai gli altri due che si stavano spogliando, io mi inginocchiai e sfilato il pantalone della tuta, mi ritrovai il suo cazzo dvanti al viso, era un cazzo nero e notevole, iniziai a baciarlo, e poi a succhiarlo, mentre gli altri due si stavano segando vicino a noi.
Era impressionante uno più grande lungo e duro dell'altro, il ragazzo del Gana aveva un mostro trà le gambe, e al pensiero di riverlo nel culo mi faceva sudare freddo, ma intanto mi dedicavo a Pier, il suo cazzo era bello duro e lucido, era pronto, mi girai, mi misi a quattro zampe sul tappeto, allargai le gambe, e mostrai il mio ano, e Pier, appoggiò il suo cazzo, e spinse.
Chiusi gli occhi volevo godermi la penetrazione sentirmi aprire e scivolare dentro il suo cazzone e così fù, mi morsi le labbra dal godimento, amo sentirmi aprire dal cazzo, e Pier iniziò a montarmi.
Mentre gli altri due si baciavano e toccavano, poi il Marocchino si mise davanti a mè, mostrandomi il suo buco, e l'altro ragazzo, infilò il suo palo nel marocchino.
Lo vidi entrare senza problema, anzi scivolò dentro senza resistenza, e il Marocchino iniziò a godere.
Pier eccitato dalla scena mi prese per i fianchi e mi pompò con violenza, io sborravo e pisciavo dal godimento, il mio cazzo duro impazziva.
Mi riempì di sperma dopo una lunga cavalcata, e si sfilò, io ebbra di piacere, scivolai sotto Martin il Marocchino, e con il suo aiuto miinfilai il suo cazzo nel culo.
Il ragazzo Ganese dava il ritmo della scopata, io ero piena di sperma e il vazzo di Martin non trovava ostcoli, così, poco dopo sborrarino tutti e due e io fui farcita per la seconda volta.
Mi alzai grondante di sperma, mi colava sulle cosce, e poi Martin con voce decisa e dura mi disse, troia, vai in cucina e portaci da bere svelta cagna, io adoro essere sorromessa, e umiliata, e così sculettando mi recai in cucina e servii i ragazzi.
Nel frattempo mi palpavano, mi stringevano palle e cazzo, mi sculacciavano, mi baciavano, il mio cazzo al loro confronto era misero, io ammiravo i loro.
Dopo una mezz'ora il ragazzo del Gana, mi prende per mano e mi porta nel lettone, dove inizio a succhiarlo, e una volta pronto, mi mette a pancia sopra, mi apre le cosce per bene, e Martin si avvicinò con il cellulare, riprenderemo la scena e poi la metteremo in rete, io annuii e attesi di essere impalata.
Lo appoggiò al mio sfintere già provato dalle due precedenti inculate, e spinse, violandomi.
Era grosso ed entrò a fatica, pur essendo bagnata dallo sperma degli altri due, e scivolò fino in fondo, dandomi la sensazione che mi stesse esplodendo l'intestino.
Ero nello stesso tempo all'inferno per il bruciore, e in paradiso dal piacere.
Iniziò a scoparmi,era fantastico, lo cinsi con le mie gambe per favorire la penetrazione, e inizia a godere.
Pochi minuti dopo arrivò Alì con Gabriella, volevano assistere alla mia scopata, mia mogli indossava uno spolverino, reggicalze e calze, e tacchi, tolse lo spolverino e rimase praticamente nuda.
Il suo oancione lucido sporgeva dal suo esile corpicino, mi strinse la mano, e mi baciò a lungo.
Ti piace amore mi chiese, io annuii, ti piace essere sfondato ai cazzoni neri vero? si amore risposi, questo ti stà sfondando vedo, poi me po presti? certo amore se lo vuoi è tuo, e poco dopo i trè maschi le accarezzavano il seno, le palpavano la figa, e lei non resitette e iniziò a farsi scopare.
Io mi sentii riempire dopo una mezz'ora di scopata, ero distrutta, i muscoli dell'ano erano colassati, lui uscì e mi lasciò devastata.
Lo aiutai a ripulire il cazzo ancora duro, e lo infilò in Gabriella, che quasu scvenne dal piacere.
La lasciammo lì con loro, e io ed Alì rientrammo a casa, e prima di addormentarci, facemmo all'amore, si all'amore il nostro era amore e non sesso, io ero e sono innamorata di lui.
Il mattino dopo mi recai dai ragazzi e aiutai Gabriella a lavarsi e ad indossare gli abiti che le avevo portato, era sfatta e esausta, e una volta a casa andò a letto a dormire e io mi recai al lavoro.
Ormai era noto a tutti i colleghi che ero gay, e anzi fui io a dare inizio alle chiacchiere, così, richiamai l'attenzione di alcuni di loro, uno in particolare, il direttore, andammo a cena una sera e andammo poi a casa mia dove mi trasformai in donna e scopammo per parte della nottata.
Avevo superato il limite, la cosa si seppe anche in famiglia, e i miei suoceri e i miei genitori rimasero basiti, urgeva una spiegazione.
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