Sostituto portiere di notte, 4a parte: Tre è il numero perfetto

di
genere
bisex

Baciai Elise con una foga esasperata. In realtà partivo avvantaggiato dal fatto che conoscevo bene le sue zone erogene, ma restai alquanto sconcertato quando mi chiese in tedesco, tra un gemito e l'altro, di colpirla forte con qualcosa che non conoscevo, perché diceva di volere un figlio da me. Mentre si metteva bocconi sul letto, implorandomi di incularla, Manfred mi mise in mano un frustino di cuoio nero e mi invitò a fustigarle il sedere, cosa che feci malvolentieri per timore di farle del male. Mentre la guardavo contorcersi e gemere di piacere ad ogni frustata, Manfred iniziò a leccarmi l'uccello con grande maestria, facendomi godere; istintivamente gli misi una mano dietro la nuca per fargli ingoiare anche i coglioni. Sentivo il piacere aumentare sempre di più e quasi non mi accorsi quando Elise si posizionò accanto al marito, gli strappò dalla bocca il mio uccellone e se lo strofinò lungo il solco magico che racchiude l'ano e la fica.
"Leccami amore, dai, non ne posso più. Così, sì, sìì, penetrami con la lingua, così, ancora più su, bravo...sììì, sono pronta, inculami ti prego, lo voglio sentire tutto dentro di me" gridò, allargandosi le natiche per agevolare la penetrazione del mio uccello infuocato. Appoggiai la cappella sulle grinze dell'ano ed entrai piano in lei, strappandole un lungo gemito di godimento, seguito dalle parole che ogni maschio vorrebbero sentirsi dire: "Continua così amore, mi stai facendo impazzire, sìii, cosììì, spaccami il culo!" Bastarono poche spinte per farmi avanzare agevolmente nel suo morbido intestino. Non mi pareva vero di riuscire a metterglielo dentro fino a sbattere le palle contro il suo splendido culo. La presi per i fianchi e continuai a pomparla sempre più a fondo, mentre lei assecondava i miei movimenti spingendosi contro di me, urlando di piacere. Sentivo di essere prossimo all'orgasmo, perciò rallentai le spinte e mi chinai sulla sua schiena per baciarle il collo e le orecchie, accarezzandole i grossi seni e stringendole i capezzoli bollenti, finché non la sentìì venire in coincidenza con le rapide contrazioni sul mio uccello che mi fecero sborrarle dentro il culo, urlando a mia volta per il piacere provato. Giacemmo a lungo l'uno sull'altra senza curarci della cinepresa di Manfred puntata a pochi centimetri dal culo della moglie, dal quale usciva un rivolo di sborra. Dopo un po' Manfred si unì a noi, accarezzando i nostri corpi con grande sapienza e indugiando con la lingua sul clitoride di Elise e sul mio verginale buchetto. Lo lasciai fare, perché sentivo l'uccello gonfiarsi rapidamente, merito anche del magistrale pompino che mi stava facendo Elise, la quale, generosa come sempre, usava la mano libera per segare il marito. Poi si posizionò dietro di me puntandomi le tette sulla schiena e sussurrandomi che voleva sdebitarsi con me per l'intenso orgasmo che le avevo procurato. Così, quasi per gioco, cominciò a massaggiarmi l'ano con un dito, procurandomi un piacere insolito e invitandomi a scopare Manfred, che, nel frattempo, si era messo carponi sul letto e mi guardava con occhi di cerbiatto, offrendomi il culo muscoloso. Dovetti controllarmi per non incularlo a freddo, permettendo ad Elise di lubrificare la rosellina pallida del marito per farlo godere di più. Per nulla turbata, mi baciò il buchetto e mi sussurrò di incularlo a fondo per farlo godere; io non aspettavo altro ed entrai agevolmente in quel culo accogliente e caldissimo. Lui gemette piano, assecondando il mio ritmo, finché glielo ficcai tutto in culo, facendolo urlare di piacere. Anch'io stavo godendo come se avessi l'uccello aspirato da mille bocche infuocate, proprio mentre Elise aveva iniziato a massaggiarmi amorevolmente il buchetto e mi incitava a spaccare il culo al marito. Era impossibile resistere oltre; con le ultime potenti spinte, venni nel culo di un Manfred rapito dall'estasi orgasmica. Mi accasciai sul letto, godendomi una pausa di profondo benessere, interrotta dal perentorio invito di Elise di seguirla in piscina per un'opportuna rinfrescata del corpo e dei sensi. Come per magia, il languore postcoitale lasciò spazio all'appetito che placammo con la classica spaghettata di mezzanotte. La notte era ancora lunga ed Elise aveva una grande fantasia erotica.
"Mi sta venendo una voglia che ti riguarda da vicino", disse tra una forchettata e l'altra, "ci terrei moltissimo ad essere io la prima ad inaugurare il tuo bel culetto. Consideralo un atto d'amore che sicuramente ti piacerà, perché tu sei un porcellino libidinoso e non vedi l'ora di provare il sesso anale, vero?" concluse, leccandosi le labbra.
"Cristo, ma io non l'ho mai fatto! Quando ero negli scout, una volta è successo che ho dovuto condividere il letto con un ragazzo della mia età. Eravamo in montagna ospiti in una casa senza riscaldamento e, pur essendo estate, faceva freddo e le coperte non bastavano per tutti, perciò dormivamo vicini per scaldarci. Il casuale contatto con il suo fondo schiena mi provocò una potente erezione, lui se ne accorse e mi sussurrò di aspettare che gli altri dormissero. Poi andammo in bagno e ci tirammo una sega reciproca e niente di più, ma fino a stasera non avevo mai avuto rapporti con un uomo. Adesso mi stimola molto l'idea di farlo con te, mia bellissima regina, ma come farai a..."
"Userò un giochino per farti godere. Impazziremo di piacere noi due, vedrai. Ovviamente Manfred filmerà la scena per soddisfare la sua bisessualità."
Perplesso mi azzardai a chiederle cosa provasse lei donna ad inculare me.
"Indosserò uno strap-on, che alla base ha un altro pseudo cazzo che mi infilerò nella fica e che mi procurerà un intenso piacere grazie al dondolio che farò scopando te, mio bel moretto. E non fare quella faccia! Si tratta solo di un uccello di silicone cavo all'interno che servirà per massaggiarti la prostata, capisci?"
"Ma allora lo usano anche egli uomini?" chiesi sconcertato. Mi rispose Manfred, confermando che gli uomini con deficit erettile lo calzavano come se fosse un grosso preservativo per soddisfare a pieno il partner, sia lei che lui intendo, e così le lesbiche e le donne dominatrici.
"Tranquillizzati! Il rapporto anale va pensato per tempo per ottenere il massimo del piacere con il minimo imbarazzo. Il desiderio di praticarlo è fondamentale per godere almeno in due, ma in generale non va praticato senza preservativo, senza lubrificante e mai per compiacere il partner" aggiunse Elise. Manfred ed io siamo diventati degli esperti in materia anche se con orientamenti sessuali diversi. Se fatto bene, il sesso anale in noi donne svolge anche una funzione di rilassamento emotivo, grazie alla stimolazione indiretta della sottile parete vaginale. Ho vinto così gli incubi che hanno accompagnato la mia giovinezza, in quanto vittima delle violenze subite da un sadico ufficiale delle SS in presenza dei miei familiari per costringerli a confessare i nomi dei compagni della Resistenza. Quella violenza non è servita a nulla, perché loro non hanno parlato e sono finiti a Mauthausen, dove sono morti di fame, di malattie, impiccati o gasati poco importa, ma sicuramente i loro corpi sono stati eliminati nei forni crematori o meglio - passati per il camino e adesso sono nel vento - come canta Francesco Guccini. Quelle violenze ripetute per giorni mi hanno provocato delle lesioni interne e una conseguente setticemia che mi ha quasi uccisa, rendendomi sterile per sempre."
Erano lacrime vere quelle che solcavano il suo bel viso. Io e Manfred l'abbacciammo in silenzio. Poi Elise si riscosse dal suo incubo e la seguimo in camera da letto.
Manfred si stese supino sul letto e mi pregò di salirgli sopra, artigliandomi la schiena con le sue gambe muscolose. Mi porse la bocca avida di baci, ma io preferii mordicchiargli i capezzoli grossi e duri per un maschio, ma molto sensibili, dato che in breve il suo respiro divenne affannoso e iniziò a gemere forte non appena lo penetrai con un colpo secco. Mormorava frasi sconnesse in tedesco, ma capii quandi disse che sarebbe stato per sempre la mia schiava. Nel frattempo Elise mi lubrificò l'ano con un gradevole movimento circolare. Grazie ai suoi baci e al piacere che ricevevo nell'inculare Manfred, percepii chiaramente la punta del pseuso uccello farsi strada detro di me; Elise spingeva piano sul buchetto e poi si ritirava per farmi abituare alla presenza dello strap-on per poi ricominciare a spingerlo dentro lentamente. Nonostante le mie buone intenzioni, non riuscii a rilassarmi completamente, perché lo sfintere mi faceva male, al punto che dovetti fermarmi con il cazzo ben piantato nel culo di Manfred. Elise mi chiese se me la sentivo di continuare ed io risposi di sì, purché facesse piano. All'improvviso sentii lo sfintere cedere e quella specie di cazzo avanzare dentro di me centimetro dopo centimetro, lasciandomi senza fiato. Adesso era Manfred che mi stringeva a sé, come se volesse consolarmi, mentre il cazzo finto di Elise mi stimolava un punto che mi dava un grande piacere, annullando il fastidio iniziale. Ora provavo delle nuove sensazioni che mi facevano gemere più di Elise intenta ad incularmi ad un ritmo costante. Stavo godendo moltissimo e, stranamente, mi ritrovai a pensare su cosa provassero le donne accogliendo un cazzo eretto nei pertugi preferiti, anche contemporaneamente, o i gay come Manfred che stava rantolando per la lussuria, al punto che venne copiosamente un attimo prima di me, al contrario di Elise, che gridò al mondo l'arrivo del suo ennesimo orgasmo. Restammo abbracciti stretti l'uno all'altra, con io in mezzo a loro come un sandwitch con un cazzo in culo, pur sentendomi maschio e dominatore. In fin dei conti il mènage à trois aveva i suoi lati positivi.
Ora sapevo tutto di lei, di loro. In quella lunga notte di sesso sfrenato sono diventato un uomo forte dentro, entusiasta della vita e sempre pronto ad aiutare il prossimo, anche se a volte sono stato malamente ripagato della mia generosità. Allora provai un grande rispetto per la loro tragedia umana, grato che avessere scelto proprio me per dare un senso alla loro vita agiata. Le nostre frequentazioi intime proseguirono fino a primavera, perché era venuto il tempo di ritornare in Italia, trovare un buon lavoro stabile che mi consentisse di metter su una famiglia rispettabile, pur continuando a sognare un mondo migliore, come tanti ragazzi della Moon Generation. Ancora oggi, mentre scrivo i miei ricordi dopo mezzo secolo, rivivo quelle straordinarie esperienze con la stessa intensa commozione, con i medesimi brividi lungo la schiena e, da ultimo, con il dolore immenso per la sua recente scomparsa. Grazie Elise.
scritto il
2024-10-25
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