Sostituto portiere di notte, 2a parte: Piaceri segreti

di
genere
bisex

Finalmente ero in ferie! In treno ripensai all'avventura che mi era capitata la settimana precedente; mai e poi mai avrei potuto immaginare che la prima scopata della mia vita avvenisse con una strafiga da urlo, per di più alla presenza del marito guardone, impotente e forse anche culattone. L'invito ad incontrarci a casa loro, anziché in albergo, significava che entrambi erano rimasti soddisfatti della mia discreta prestazione e volevano riprovarci lontano da occhi indiscreti.
Una volta arrivato ad Essen, presi un taxi per raggiungere la villa dei Kappa, dato che si trovava fuori città in un'oasi verde distante dai rumori del traffico. Elise e Manfred sembravano felici di vedermi e mi abbracciarono come se fossi un amico di vecchia data; poi lei mi prese per mano e mi portò a visitare la casa, mentre il marito restò in giardino per preparare il barbecue. Elise non portava il reggiseno e indossava un paio di pantaloncini talmente attillati che mettevano in risalto la sinuosità del culo e lasciavano intravedere l'impronta della fica. Accettai volentieri di aiutarla a preparare il pranzo, proponendole una spaghettata all'aglio, olio e peperoncino preparata secondo i canoni italiani e che risultò particolarmente gradita come le bottiglie di vino che avevo portato per sdebitarmi della loro ospitalità. Pranzammo all'aperto, ridendo e scherzando. Risposi senza imbarazzo alle loro domande sulla mia famiglia, sui miei studi e sui miei progetti per il futuro, compreso il lavoro che svolgevo in albergo. Mi limitai a chiedere le loro impressioni sulle vacanze che avevano trascorso in Italia, venendo così a sapere che avevamo un comune interesse per i siti archeologici etruschi. Poi mi venne spontaneo chiedere notizie del loro matrimonio senza accorgermi che quello era un argomento un molto delicato.
"Ci siamo conosciuti in azienda" esordì Elise. "Lui era il vice direttore commerciale, alto, sportivo, brillante, brizzolato al punto giusto e, purtroppo, già sposato; io ero la sua segretaria preferita, segretamente innamorata di lui e senza speranze, anche perché mi ero appena trasferita da Parigi e non frequentavo nessuno. All'inizio Manfred manteneva con me rapporti esclusivamente professionali; poi volle che lo accompagnassi durante una lunga trasferta d'affari nei paesi francofoni per fargli da interprete ed io ripagai la sua fiducia diventando indispensabile per concludere ottimi affari nei paesi africani e asiatici, dove la lingua inglese risultava poco conosciuta. Lui dice che il forte sentimento che ancora ci unisce è nato in quella occasione, ma io so che è successo molto prima, perché le mie invidiosissime colleghe si erano accorte delle sue galanterie nei miei confronti. Con il tempo accettai di fargli da amante, senza farmi troppe illusioni a causa della differenza d'età. Invece lui sorprese tutti, vero Manfred? e dopo aver divorziato dalla moglie, mi chiese formalmente in sposa a mio nonno, cioè all'unico parente che mi era rimasto, essendo io orfana dei genitori, suscitando l'invidia e le cattiverie nei mie confronti da parte delle altre segretarie, tanto che mi licenziai per dedicarmi ad una famiglia tutta mia. Nei primi anni di matrimonio scopavamo come ricci, ma i bambini non arrivavano. Il ginecologo ci spiegò che le mie tube ovariche erano ostruite forse a causa di un'infezione trascurata e che serviva un delicato intervento per tentare di rimetterle in funzione. Purtroppo non ottenni il risultato sperato, perciò andai ad allungare la lista delle donne sterili." concluse Elise commossa, asciugandosi le lacrime che sgorgavano dai suoi splendidi occhi verdi.
"Talvolta il destino è perfido" intervenne Manfred. "Tu sei un ragazzo sveglio e ti sarai reso conto che a noi non manca niente per essere felici secondo la regola delle tre Esse, cioè Soldi, Salute e Sesso, solo che adesso al primo posto delle priorità di coppia non ci sono più i Soldi, bensì la Salute" disse Manfred fattosi improvvisamente serio.
"Ti prego, Manfred, non annoiare il nostro giovane amico con le tue paturnie!"
"Due anni fa mi è stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata... Allora mi cadde il mondo addosso. A 58 anni mi vedevo già dentro una bara costosissima e immaginavo le notizie che i giornali avrebbero riportato sul mio funerale. Cominciai a trascurare gli impegni di lavoro, a rifiutare gli inviti degli amici, a disinteressarmi degli eventi culturali che amavo e a trascurare Elise, la mia principessa. Ero caduto nel baratro della depressione più nera e mi ero convinto che la prospettiva di morire giovane non mi dispiaceva affatto. Fu lei a salvarmi la vita! Elise si informò a destra e a manca sulle terapie più efficaci per vincere la mia malattia e con grande pazienza mi convinse a farmi operare nel reparto di urologia dell'Università di Padova, la tua città, diretto da un geniale chirurgo che si era specializzato negli Stati Uniti, che sicuramente mi salvò la vita, ma è stata Elise a ridarmi la voglia di riprendere a vivere serenamente, senza più lo stress dei viaggi d'affari o delle decisioni da prendere in quindici secondi con l'obiettivo di accumulare ancora più soldi. Adesso faccio il consulente e decido io i tempi, i luoghi e le parcelle dei miei incarichi professionali. Ho ripreso a fare sport e a interessarmi degli etruschi e dei romani, ma pure dei veneti antichi, insomma dei tuoi avi, che riuscivano a commerciare persino con i nostri rozzi antenati vichinghi, sassoni, galli e galline faraone" disse Manfred sorridendo della sua stessa battuta e proponendo l'ennesimo brindisi.
In realtà mi sentivo un po' stanco per il viaggio e la giornata calda e il buon vino favorivano la necessità di fare un sonnellino prima di andare in piscina, ma non osavo alzarmi da tavola senza permesso. Ci pensò Elise a togliermi dall'imbarazzo con la scusa di mostrarmi la mia camera e, ancora una volta, potei ammirare da vicino il suo sinuoso lato B mentre saliva la scala.
Mi aspettavo di trovare il classico lettino per il bambino che non era mai arrivato, invece c'era un lettone a due piazze che dominava il centro della stanza. Elise si tolse la camicetta e mi gettò le braccia al collo, baciandomi e stringendomi a sé. Guardai i suoi occhi brillare di desiderio, mentre mi sussurrava all'orecchio le parole magiche che tutti i maschi vorrebbero sentirsi dire dalla propria donna. Lei si preoccupò anche di mettermi a mio agio, assicurandomi che la presenza di Manfred non era prevista.
"Amore, ti voglio. Scopami, riempimi la fica e anche il culo, se ti fa piacere."
Ci spogliammo in un lampo e trascurammo i preliminari, perché il mio uccello era già in tiro, pronto per esplorare le nuove strade del piacere, di cui tanto parlavamo con gli amici, ma che nessuno aveva ancora sperimentato.
Invece Elise preferì baciarmi appassionatamente, cacciandomi in bocca la sua lingua guizzante e facendola duellare con la mia; mi ricoprì di baci in ogni centimetro di pelle, soffermandosi a mordicchiarmi deliziosamente i lobi e l'interno delle orecchie, sperando in cuor mio che fossero pulite, mentre rispondevo con vera passione ai suoi baci profondi. Assomigliavamo a due naufraghi che, dopo essere scampati alla furia del mare, si gettano sulla prima pozza di acqua che trovano per placare l'arsura causata dall'acqua salata.
Poi lei sedette sul bordo del letto e mi attirò a sé con l'evidente proposito di prenderlo in bocca, ma io ero ancora abbastanza lucido per capire che il suo pompino mi avrebbe fatto venire in pochi minuti, perciò la costrinsi a stendersi sul letto e la coprii di baci su tutto il corpo, roteando la lingua sul clitoride e all'interno della vagina, per poi dedicare la mia attenzione libidinosa al misterioso buchetto posto al centro delle natiche che, con mia grande sorpresa, accolse il mio indice indagatore dischiudendosi come una rosa appena sbocciata. Elise emise un gemito di piacere e improvvisamente mi rovesciò sul letto e si sedette su di me, guidando sapientemente il mio cazzone in tiro nel suo sesso bollente, strappandomi un singulto di godimento. Adesso era lei che guidava le danze cavalcando con decisione il mio cazzo infuocato grazie al quale provavo brividi di immenso piacere.
Contrariamente a quello che affermavano i miei amici esperti di sesso, la posizione a cavalcioni o dominante assunta da Elise non mi impediva di essere parzialmente attivo, dato che riuscivo comunque ad accarezzarle la valle dell'amore posta tra le natiche, a baciarle le tette ondeggianti, mordicchiandole i capezzoli, così come mi aveva chiesto di fare. Ammetto che il frenetico dondolio che Elise aveva impresso al suo bacino agevolò le mie incontenibili sborrate, alle quali la sua vagina rispose con ritmiche contrazioni che prolungarono il mio orgasmo. Scossa da brividi di piacere Elise mormorò qualcosa che non capii e si lasciò cadere sul mio petto, baciandomi ripetutamente. L'abbracciai soddisfatto e lei appoggiò la testa e lunghi capelli corvini sull'incavo della mia spalla per riposarsi dopo la lunga cavalcata.
Non so dire quanto tempo trascorremmo in quella sensuale posizione, fatto sta che quando mi svegliai dal sonno ristoratore Elise non c'era più, il sole stava cominciando a tramontare ed io avevo la spalla tutta indolenzita.
Il letto sembrava un campo di battaglia. Feci una rapida doccia e poi mi dedicai a far sparire le evidenti tracce di sperma che testimoniavano la nostra scopata.
Elise mi stava aspettando nell'ampio soggiorno e mi osservò compiaciuta mentre scendevo la scala interna. Come sempre mi lesse nel pensiero e diede un'oscura risposta alla domanda che volevo farle.
"Ogni promessa è un impegno da rispettare, ma riprenderemo l'argomento stasera solo se farai il bravo" disse guardandomi negli occhi per osservare le mie reazioni. La guardai stupito: "che cazzo significa?" pensai tra me e me e, temendo di fare brutte figure, replicai di essere perfettamente d'accordo con lei.
"Sciocco, intendevo dire che ho promesso a Manfred che, al tuo risveglio, avremmo preso il caffè tutti assieme in piscina, perciò lascio a te il compito di preparare il caffè come di beve a Napoli. E' una faccenda impegnativa, perciò datti da fare, marsch!"
Manfred ci aspettava steso al sole e sorrise quando ci vide portare il caffè e una gran torta al cioccolato. Sembrava sereno e, soprattutto, meno ostile nei miei confronti.
Intanto la mia mente stava pregustando le novità sessuali prospettate da Elise e, nel contempo, mi lanciava degli inquietanti segnali di pericolo sulle possibili reazioni avverse provenienti dal marito cornuto. La logica e la prudenza imponevano di chiudere la porta a chiave e tenere a portata di mano una delle mazze da golf di Manfred. Elise mi avrebbe protetto o no?. Lei era una donna forte e molto intelligente, perciò l'istinto mi suggeriva di fidarmi di lei e di fare tutto quello che mi avrebbe chiesto pur di ottenere i suoi favori sessuali. Si prospettava una notte di sesso incandescente e indimenticabile, che rivelerò nella terza parte di questo racconto. A presto.






scritto il
2024-09-16
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