Ti vengo in mente
di
Lostmyself
genere
etero
Eccoti… finalmente! Non vedevo l’ora che arrivassi, mio intrigante lettore.
Non so niente di come tu sia o cosa faccia nella vita, ma ti percepisco sbirciare da dietro le righe dei racconti: te ne stai in silenzio, maestro edonista di orgasmi che mantieni occulti alla mia vista e alla mia fantasia.
So che navighi negli abissi più profondi di questo mare di cazzate, e ti nascondi in qualche grotta a leggere di nascosto.
Godi, spargendo il tuo seme senza condividere la tua eccitazione… Che bastardo che sei!
Ora però fammi entrare nella tua mente…
In fondo, sai che sei qui per questo: vuoi che ti scopi l’immaginazione, vuoi che ti succhi in questa bagnata onirica fascinazione.
Guardami, già inginocchiata davanti a te, gli occhi fissi nei tuoi, i seni nudi che sfiorano il tuo interno coscia mentre, con le mani strette in preghiera attorno al tuo cazzo, ti dedico questa blasfema orazione: rendimi pensiero, fammi mano, raffigurami saliva, concepiscimi respiro e gemito, mentre ti seghi nel tuo letto caldo.
Lasciami bagnare le tue lenzuola con l’eccitazione che fluisce opulenta tra le mie gambe oscenamente schiuse per te.
Dopo questa notte non ci sarà più distinzione tra diavolo ed acqua santa, ti farò bere dalla mia dolce fonte proibita, sarò la tua sirena ammaliatrice.
Come si scopa una sirena, mi chiedi? Vieni, te lo mostrerò io…
Non porre limiti al sogno e chiudi gli occhi, altrimenti non vedrai nulla…
Ti stai immaginando la scena?
Mi prendi da dietro, una mano a tapparmi la bocca e l’altra stretta intorno al collo: mi penetri in questo concupiscente sogno, finché la prima goccia di te filtra nel mondo e brilla alla luce fioca della luna.
Fammela leccare, quella prima ero(t)ica goccia foriera della tempesta che mi monterà tra poco…
Ti sento tutto in me mentre mi esploro con le dita: sei dietro, dentro, attorno a me mentre mi rendi tua, in un baratto di emozionante appagamento reciproco.
A te la scelta delle porte da schiudere con la tua erezione: puoi entrare ovunque tu voglia, se hai capito cosa intendo e se mi conosci anche solo un po’, saprai già cosa fare. Non è vero?
In questa mia illustrazione di ciò che ti vorrei dare, che vorrei mi facessi, che ti sto facendo, che ti ho dato, che mi hai dato, che ci daremo - tutto insieme! Non è un errore di sintassi – voglio che tu sia consapevole di ciò che stai praticando su di me con la tua sola presenza tra queste parole.
Sfiorale con lo sguardo delicatamente, come io mi sto toccando con dita pregne di meraviglia, abili e sapienti pianiste in un concerto di suoni ancestrali che imbrattano uno spartito altrimenti perfettamente orchestrato.
C’è un istinto un po’ esibizionista che mi spinge ad aggrapparmi a te, le unghie nella tua carne, le mie parole nella tua testa, mentre muovi la mano intorno al tuo piacere: un po’ come se fossi nuda, a masturbarmi davanti ad una finestra e lasciassi che il caso intravedesse le mie mosse, inconfessabile testimone delle mie perversioni.
Asseconda il tuo istinto in questa licenziosa fantasia notturna e riempimi, con il tuo liquore carnale, mentre io ti vengo in mente: un orgasmo simultaneo ci travolge, ci mescola in unica cosa e poi ci separa riposandoci ognuno tra le proprie lenzuola.
Le tue macchiate del tuo piacere che ti cola addosso, le mie scomposte e umide di eccitazione: se potessero parlare, ripeterebbero i nostri gemiti, ricorderebbero tutte le volte in cui ho evocato il tuo nome mentre mi stringevi i fianchi e ti liberavi dentro di me.
Mi porto la mia, tua, nostra, mano alla bocca e lecco via l’essenza di questo racconto.
Ora lasciami accoccolare accanto a te, saziata per ora dalle endorfine, le tue mani ancora posate sul mio seno ipnotizzato dai respiri rapidi.
Chiudiamo gli occhi e permettiamo al sonno di portarci via: ci rivedremo forse domani notte per un altro amplesso mentale ancor più impuro.
O forse durante il giorno, quando ripenserai a me ed una stilettata di eccitazione ti scorrerà nella mente, lungo tutto il corpo, fino a spingerti a recarti in un luogo appartato per farmi di nuovo tua…
Non so niente di come tu sia o cosa faccia nella vita, ma ti percepisco sbirciare da dietro le righe dei racconti: te ne stai in silenzio, maestro edonista di orgasmi che mantieni occulti alla mia vista e alla mia fantasia.
So che navighi negli abissi più profondi di questo mare di cazzate, e ti nascondi in qualche grotta a leggere di nascosto.
Godi, spargendo il tuo seme senza condividere la tua eccitazione… Che bastardo che sei!
Ora però fammi entrare nella tua mente…
In fondo, sai che sei qui per questo: vuoi che ti scopi l’immaginazione, vuoi che ti succhi in questa bagnata onirica fascinazione.
Guardami, già inginocchiata davanti a te, gli occhi fissi nei tuoi, i seni nudi che sfiorano il tuo interno coscia mentre, con le mani strette in preghiera attorno al tuo cazzo, ti dedico questa blasfema orazione: rendimi pensiero, fammi mano, raffigurami saliva, concepiscimi respiro e gemito, mentre ti seghi nel tuo letto caldo.
Lasciami bagnare le tue lenzuola con l’eccitazione che fluisce opulenta tra le mie gambe oscenamente schiuse per te.
Dopo questa notte non ci sarà più distinzione tra diavolo ed acqua santa, ti farò bere dalla mia dolce fonte proibita, sarò la tua sirena ammaliatrice.
Come si scopa una sirena, mi chiedi? Vieni, te lo mostrerò io…
Non porre limiti al sogno e chiudi gli occhi, altrimenti non vedrai nulla…
Ti stai immaginando la scena?
Mi prendi da dietro, una mano a tapparmi la bocca e l’altra stretta intorno al collo: mi penetri in questo concupiscente sogno, finché la prima goccia di te filtra nel mondo e brilla alla luce fioca della luna.
Fammela leccare, quella prima ero(t)ica goccia foriera della tempesta che mi monterà tra poco…
Ti sento tutto in me mentre mi esploro con le dita: sei dietro, dentro, attorno a me mentre mi rendi tua, in un baratto di emozionante appagamento reciproco.
A te la scelta delle porte da schiudere con la tua erezione: puoi entrare ovunque tu voglia, se hai capito cosa intendo e se mi conosci anche solo un po’, saprai già cosa fare. Non è vero?
In questa mia illustrazione di ciò che ti vorrei dare, che vorrei mi facessi, che ti sto facendo, che ti ho dato, che mi hai dato, che ci daremo - tutto insieme! Non è un errore di sintassi – voglio che tu sia consapevole di ciò che stai praticando su di me con la tua sola presenza tra queste parole.
Sfiorale con lo sguardo delicatamente, come io mi sto toccando con dita pregne di meraviglia, abili e sapienti pianiste in un concerto di suoni ancestrali che imbrattano uno spartito altrimenti perfettamente orchestrato.
C’è un istinto un po’ esibizionista che mi spinge ad aggrapparmi a te, le unghie nella tua carne, le mie parole nella tua testa, mentre muovi la mano intorno al tuo piacere: un po’ come se fossi nuda, a masturbarmi davanti ad una finestra e lasciassi che il caso intravedesse le mie mosse, inconfessabile testimone delle mie perversioni.
Asseconda il tuo istinto in questa licenziosa fantasia notturna e riempimi, con il tuo liquore carnale, mentre io ti vengo in mente: un orgasmo simultaneo ci travolge, ci mescola in unica cosa e poi ci separa riposandoci ognuno tra le proprie lenzuola.
Le tue macchiate del tuo piacere che ti cola addosso, le mie scomposte e umide di eccitazione: se potessero parlare, ripeterebbero i nostri gemiti, ricorderebbero tutte le volte in cui ho evocato il tuo nome mentre mi stringevi i fianchi e ti liberavi dentro di me.
Mi porto la mia, tua, nostra, mano alla bocca e lecco via l’essenza di questo racconto.
Ora lasciami accoccolare accanto a te, saziata per ora dalle endorfine, le tue mani ancora posate sul mio seno ipnotizzato dai respiri rapidi.
Chiudiamo gli occhi e permettiamo al sonno di portarci via: ci rivedremo forse domani notte per un altro amplesso mentale ancor più impuro.
O forse durante il giorno, quando ripenserai a me ed una stilettata di eccitazione ti scorrerà nella mente, lungo tutto il corpo, fino a spingerti a recarti in un luogo appartato per farmi di nuovo tua…
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