La mucca alla monta
di
nibbio
genere
tradimenti
Io mamma e papà abitavamo in periferia, in una palazzina con quattro appartamenti fatta costruire dal padre di Gabriele con quello che ricavava da un ettaro di terra ed una mucca che dava latte. Infatti coltivava soprattutto odori, Salvia, rosmarino, prezzemolo, sedano ed altro semplicemente con questo tipo di coltivazione era riuscito nell’intento di farsi la casa. La palazzina era quasi finita, un infarto lo ha ucciso. Restava tutto sulle spalle di Gabriele che rimaneva con la mamma e la nonna. Aveva appena
preso il diploma ed è stato costretto a lasciare la scuola. Erano rimasti ad abitare nella vecchia casa dove avevano la stalla per la mucca. La mia adolescenza praticamente l’ho trascorsa con Gabriele, spesso mangiavo a casa loro. Quel giorno che l’ho accompagnato a portare il bovino alla monta, da morire dal ridere. Questi animali capiscono quanto vanno a farsi ricoprire, diventano nervosi, eccitati difficili da gestire. Una volta sottoposta la mucca alla scopata, nel percorso di ritorno, è rilassata, non vuole procedere se non con incitamenti continui. In occasione di una sosta in una strada di campagna Gabriele ha detto che doveva fare pipì -Falla anche tu- mi ha detto. A tirato fuori il cazzo in posizione di lancio, un cazzo molto grosso. A quella vista anche il mio è diventato grosso, nulla a che vedere col suo, fissavo quella
cosa straordinaria -Toccalo- mi ha intimato. L’ho preso, non mi stava nella mano -Dai muovilo , ti piace?- -Si mi piace, è molto bello- -Giocaci un pochino dopo ripartiamo- Intanto la mucca si era accovacciata sull’erba, ci guardava, chissà che cazzo pensava.
-L’hai mai preso in bocca il cazzo?- -Io no, ho visto mamma che prendeva quello di papà- -Che figa tua mamma, se me lo prendesse in bocca chissà che farei- -Dai succhialo un pochino che ripartiamo- Mi sono inginocchiato, in un minuto mi ha riversato
tutta la sborra in bocca -Sputala- mi ha detto, l’avevo già ingoiata- Siamo ripartiti, il percorso di ritorno è stato molto faticoso per la mucca. Sono tornato a casa, mamma rideva sulla porta, una esperienza divertente secondo lei. E’ tornato papà la sera, i discorsi tutti improntati sulla mucca portata alla monta. Passato qualche giorno mamma mi ha chiesto come si era comportato l’animale. Ho raccontato in grandi linee quello che era successo, ho proseguito il racconto dicendo che Gabriele aveva fatto la pipì,
mi aveva chiesto di toccarlo e così via. - E’ stato un brutto porco, ora ci penso io, mi raccomando non dire nulla a papà altrimenti chissà che succede- Ho seguito le disposizioni di mamma. Qualche sera dopo Gabriele è venuto a casa mentre c’era papà,
ha portato un cesto con tutte le erbe aromatiche, l’odore ha invaso la casa. Ha iniziato col lamentarsi che a casa aveva un bagno come si usava in antichità, non aveva la doccia, per lavarsi era un problema. E’ stato papà stesso ad invitarlo a fare la doccia a casa nostra. Dal giorno successivo Gabriele seguiva l’invito di papà che la sera quando tornava voleva sapere come era andata. Mamma raccontava che dopo la doccia andava via, questione di pochi minuti. La realtà era diversa, entrava anche mamma con Gabriele, quello che facevano si poteva intuire. Io pensavo a quel cazzo che avevo avuto in bocca ed ora era nella figa di mamma, come fosse una catena continuativa. Desideravo
partecipare, quante seghe mi sono fatto immaginando io, e mamma a dividerci il cazzo di Gabriele. Ho perfino immaginato mamma e papà dividersi il cazzo di Gabriele. Pensieri da depravato che comunque mi eccitavano tantissimo. Una domenica è venuto a farsi la doccia mentre era papà a casa. Chiamava mamma Gabriele -Iris Iris puoi venire- Il colmo papà ha invitato mamma a vedere cosa voleva Gabriele, magari era nudo, non si è posto il problema oppure?
preso il diploma ed è stato costretto a lasciare la scuola. Erano rimasti ad abitare nella vecchia casa dove avevano la stalla per la mucca. La mia adolescenza praticamente l’ho trascorsa con Gabriele, spesso mangiavo a casa loro. Quel giorno che l’ho accompagnato a portare il bovino alla monta, da morire dal ridere. Questi animali capiscono quanto vanno a farsi ricoprire, diventano nervosi, eccitati difficili da gestire. Una volta sottoposta la mucca alla scopata, nel percorso di ritorno, è rilassata, non vuole procedere se non con incitamenti continui. In occasione di una sosta in una strada di campagna Gabriele ha detto che doveva fare pipì -Falla anche tu- mi ha detto. A tirato fuori il cazzo in posizione di lancio, un cazzo molto grosso. A quella vista anche il mio è diventato grosso, nulla a che vedere col suo, fissavo quella
cosa straordinaria -Toccalo- mi ha intimato. L’ho preso, non mi stava nella mano -Dai muovilo , ti piace?- -Si mi piace, è molto bello- -Giocaci un pochino dopo ripartiamo- Intanto la mucca si era accovacciata sull’erba, ci guardava, chissà che cazzo pensava.
-L’hai mai preso in bocca il cazzo?- -Io no, ho visto mamma che prendeva quello di papà- -Che figa tua mamma, se me lo prendesse in bocca chissà che farei- -Dai succhialo un pochino che ripartiamo- Mi sono inginocchiato, in un minuto mi ha riversato
tutta la sborra in bocca -Sputala- mi ha detto, l’avevo già ingoiata- Siamo ripartiti, il percorso di ritorno è stato molto faticoso per la mucca. Sono tornato a casa, mamma rideva sulla porta, una esperienza divertente secondo lei. E’ tornato papà la sera, i discorsi tutti improntati sulla mucca portata alla monta. Passato qualche giorno mamma mi ha chiesto come si era comportato l’animale. Ho raccontato in grandi linee quello che era successo, ho proseguito il racconto dicendo che Gabriele aveva fatto la pipì,
mi aveva chiesto di toccarlo e così via. - E’ stato un brutto porco, ora ci penso io, mi raccomando non dire nulla a papà altrimenti chissà che succede- Ho seguito le disposizioni di mamma. Qualche sera dopo Gabriele è venuto a casa mentre c’era papà,
ha portato un cesto con tutte le erbe aromatiche, l’odore ha invaso la casa. Ha iniziato col lamentarsi che a casa aveva un bagno come si usava in antichità, non aveva la doccia, per lavarsi era un problema. E’ stato papà stesso ad invitarlo a fare la doccia a casa nostra. Dal giorno successivo Gabriele seguiva l’invito di papà che la sera quando tornava voleva sapere come era andata. Mamma raccontava che dopo la doccia andava via, questione di pochi minuti. La realtà era diversa, entrava anche mamma con Gabriele, quello che facevano si poteva intuire. Io pensavo a quel cazzo che avevo avuto in bocca ed ora era nella figa di mamma, come fosse una catena continuativa. Desideravo
partecipare, quante seghe mi sono fatto immaginando io, e mamma a dividerci il cazzo di Gabriele. Ho perfino immaginato mamma e papà dividersi il cazzo di Gabriele. Pensieri da depravato che comunque mi eccitavano tantissimo. Una domenica è venuto a farsi la doccia mentre era papà a casa. Chiamava mamma Gabriele -Iris Iris puoi venire- Il colmo papà ha invitato mamma a vedere cosa voleva Gabriele, magari era nudo, non si è posto il problema oppure?
4
7
voti
voti
valutazione
3.3
3.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il ritorno dal matrimonio di Oriettaracconto sucessivo
La macchina rotta.
Commenti dei lettori al racconto erotico