Schiavitù - cap 3
di
Fayand
genere
dominazione
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Tutto quello che segue è frutto di fantasia ogni riferimento a fatti o persone esistenti è puramente casuale.
Mi sedetti sul divano, quasi sdraiato a dire il vero, e mi versai del whisky, dovevo fare un po’ di spesa.
Inizia a cercare sul tablet qualche sito che potesse aiutarmi, non fu difficile trovarlo, e c’era davvero di tutto. Cercai di andare con ordine e mettere nel carrello tutto quello che mi sembrava interessante. Un sacco di completini molto spinti, poi passai ai vibratori. Ne presi un po’, di dimensioni forme e uso diverso. Qualche plug, uno con una bellissima coda bianca. Poi andai sulle cose più particolari, collare e guinzaglio, manette, lacci, gagball e bavagli. Ok doveva esserci tutto, al massimo avrei preso altro più avanti. Nel frattempo il pomeriggio stava finendo, e si avvicinava l’ora di cena. Non c’era nessuno che preparasse, come dicevo avevo dato a tutti il giorno libero, quindi pensai di ordinare qualcosa, cucina cinese magari. Mi resi conto di quanto fosse ridicola quell’associazione di pensieri, ma vabbè, non sapevo cosa preferisse, e probabilmente finora non aveva assaggiato granché, quindi ordinai un sacco di cose sperando che qualcosa nel mucchio le piacesse. Arrivò la cena, sistemai tutto in sala da pranzo e andai a chiamarla. Come sempre, era seduta sul letto, ferma, senza far niente. Le dissi di venire a cena, aveva uno sguardo interrogativo ma si alzò e mi seguii. Arrivata in sala da pranzo era visibilmente spaesata, si guardava intorno senza sapere cosa fare, il respiro cominciava a diventare veloce e irregolare. Cercai di calmarla, la feci sedere e le spiegai cosa significa cenare. Fu assurdo, ascoltava ed eseguiva, ma non so se afferrasse davvero il concetto di quello che faceva. Quella è stata la prima volta in cui mi ha fatto davvero tenerezza, non potevo immaginare come avesse vissuto finora e cosa avesse passato, ma alla fine lo aveva passato per fruttare un sacco di soldi che io avevo pagato per averla, e tanti moralismi non mi toccavano poco fa mentre le sborravo addosso.
Cerco di fare conversazione ma senza alcun risultato, del resto nella mail che mi avevano mandato c’era scritto, niente situazioni sociali o mondane, non le conosce, non esistono per lei. Probabilmente non le avevo fatto un favore a farla cenare qua con me, non sapeva come affrontare la situazione. Non volevo stressarla oltre, così, appena finito, la riportai in camera sua, le dissi prepararsi per andare a dormire e riposare.
Naturalmente avevo un sacco di casino in testa, mi ero infilato in qualcosa di veramente strano. Eppure…eppure la verità è che avevo il cazzo duro. Volevo scoparla, volevo abusare di lei, del suo giovane corpo piccolo e sodo, volevo sfogare si di lei una vita di frustrazioni con le donne. Non mi fa onore, ma è la verità, ed è il motivo per cui l’ho comprata. Restai in salotto davanti ad un film che non guardavo, la luce fredda del televisore mi investiva ma ero anni luce lontano di lì. Mille pensieri, anche qualche cauta preoccupazione, che puntualmente finivano annegati in fantasie erotiche piuttosto estreme, per poi ricominciare da capo con un vago senso di colpa, in un ciclo infinito, stanco, debosciato.
Il mattino dopo mi svegliai presto per accogliere i domestici e informarli della presenza della ragazza, raccontai la balla della figlia di un amico che era qui per studiare e che quindi la avrebbero vista ben poco fuori dalla sua stanza. Non fecero una piega, come dicevo una buona parte del loro compenso viene proprio dalla discrezione. E poi, molto probabilmente, non gliene fregava veramente niente. Andai ad avvisare Grace che altra gente avrebbe potuto bussare alla sua porta, portarle dei pasti magari, e lei annuì sorridendo. Strano eh.
La giornata comunque passava tranquilla, ero stato anche eccessivamente cauto prendendomi la giornata libera, ma non volevo rischiare nulla, e in realtà aspettavo con ansia la sera, quando tutti se ne sarebbero andati e sarei rimasto solo con lei. Notavo comunque che, anche quelle poche interazioni umane con estranei come prendere un vassoio con del cibo, le creavano stress, la mettevano in allarme, e questo poteva diventare un problema. Ci avrei ragionato su, forse serviva una soluzione più radicale, e forse dovevo rassegnarmi a quello che diceva la mail, non è una persona. Dico rassegnarmi perché sarei bugiardo se non ammettessi che la sua depersonalizzazione toglieva qualcosa al mio desiderio di rivalsa, lo rendeva in qualche maniera artificioso e vagamente incompleto, ma così stavano le cose e quello era il meglio che si potesse ottenere.
Finalmente quella giornata eterna finì, appena si chiuse la porta di casa dietro l’ultimo dei miei collaboratori mi diressi verso la stanza di Grace. Nel frattempo era arrivato tutto quello che avevo ordinato la sera precedente, e avevo una gran voglia di usarlo. Tirai fuori della lingerie a caso, gliela portai “mettiti questo e raggiungimi in camera”. Inutile stare a seguire etichetta e buone maniere, a lei non interessavano minimamente, così la aspettai già nudo e con cazzo di marmo. Arrivò in fretta, il suo piccolo corpo strizzato in un baby-doll bianco avorio lavorato in pizzo e raso e un perizoma dello stesso colore. Era molto diversa da come l’avevo vista durante il giorno o a cena, aveva un atteggiamento completamente opposto, era sexy, sicura di sé, padrona della situazione, si vedeva che era a suo agio e sapeva cosa fare.
Sale sul letto gattonando, ancheggiando lentamente, deliberatamente. Non perde tempo e me lo prende in mano, lo osserva un attimo, poi tira fuori quella linguetta e comincia a leccarlo lentamente, in cerchi concentrici, poi con la punta della lingua, poi lo avvolge nuovamente, tutto questo mugolando appena, come una gattina che fa le fusa. Cazzo è abbastanza da impazzirci, ma devo trattenermi, voglio fare le cose come si deve. Ma vederla tra le mia gambe, quel culo perfetto in su, che mi prende il cazzo fino in gola mentre mi guarda negli occhi è eccitante da morire. Ad un certo punto la fermo e la faccio mettere sopra di me, non si toglie neppure le mutandine sottili, le sposta di lato e si impala sul cazzo. Vedo che all’inizio fa un pochino fatica, io non sono dotato come un cavallo ma il suo bacino è molto piccolo, ma passati i primi secondi comincia ad andare su e giù, prima lentamente poi acquistando velocità, poi rallentando di nuovo, a volte dritta a volte disegnando dei piccoli cerchi, volte con il busto eretto altre piegandosi in avanti, baciandomi o sussurrandomi all’orecchio porcate degne dei migliori porno. Ero partito con l’idea di usare vibratori, giocattoli di ogni genere ma decisamente mi è già passata, voglio solo scoparla come non ho mai potuto scopare tutte quelle ragazze quando ero giovane, quel corpo così piccolo, esile, provocante, era diventato il simbolo della mia rivalsa. La girai a pecora, e lì quel culetto dava il massimo, inutile che ve lo stia a raccontare. Ho pensato di farle penetrarlo, senza riguardi, in un solo colpo, sentirla urlare e fregarmene, ma non era il momento, mi ero promesso di fare le cose con calma, con ordine, e dovevo attenermi al progetto per sprecare niente. Era bagnata, molto, ma le piaceva davvero?tutto nel suo comportamento faceva credere di si, ma era forse una recita infilata così nel profondo del suo cervello da condizionarla completamente?
Non lo so ancora adesso, ma quando si è accorta che stavo per venire mi si è sfilata da sotto, rapida come una faina, e ha ricominciato a leccarmelo dicendomi “sborrami addosso, voglio la tua sborra, coprimi di sperma”…stesso copione dell’altra volta, come vi raccontavo impara in fretta, e non è stato difficile accontentarla, poco dopo le ho riversato addosso un’enorme quantità di sperma, le ho completamente coperto il viso, sporcato i capelli scuri e buona parte di quel piccolo seno morbido. Inutile dire che anche il baby-doll aveva bisogno di una bella lavata.
Ero stanco, è stato davvero intenso, ma per la prima volta potevo dire di essere appagato. Vi raccontavo che ho frequentato escort anche molto costose, ma non c’era mai stata questa sensazione di soddisfazione, di pace. Se vogliamo guardare il sesso dal punto di vista emotivo, non mi vergogno di dire che quella notte Grace mi ha sverginato.
Poi ha fatto una cosa che non mi aspettavo, pensavo si ripulisse, andasse a lavarsi, qualcosa di molto pratico insomma, o attingesse a qualche porno che le avevano inculcato in testa e leccasse via lo sperma, ma invece no, niente del genere.
Si sdraiò di fianco a me, ranicchiandosi, e appoggiò il viso sul mio petto, chiudendo gli occhi. Era ancora tutta sporca ma non importava, mi trasmetteva una sensazione di calore che non conoscevo, una parte del mio cervello, quella razionale, sapeva che era solo un altro trucco di un prodotto commerciale, ma per quella sera non mi interrava, soffocai quella voce nella mia testa che avevo sempre seguito, che mi avevo fatto fare fortuna, e per una volta apprezzai semplicemente il momento.
Tutto quello che segue è frutto di fantasia ogni riferimento a fatti o persone esistenti è puramente casuale.
Mi sedetti sul divano, quasi sdraiato a dire il vero, e mi versai del whisky, dovevo fare un po’ di spesa.
Inizia a cercare sul tablet qualche sito che potesse aiutarmi, non fu difficile trovarlo, e c’era davvero di tutto. Cercai di andare con ordine e mettere nel carrello tutto quello che mi sembrava interessante. Un sacco di completini molto spinti, poi passai ai vibratori. Ne presi un po’, di dimensioni forme e uso diverso. Qualche plug, uno con una bellissima coda bianca. Poi andai sulle cose più particolari, collare e guinzaglio, manette, lacci, gagball e bavagli. Ok doveva esserci tutto, al massimo avrei preso altro più avanti. Nel frattempo il pomeriggio stava finendo, e si avvicinava l’ora di cena. Non c’era nessuno che preparasse, come dicevo avevo dato a tutti il giorno libero, quindi pensai di ordinare qualcosa, cucina cinese magari. Mi resi conto di quanto fosse ridicola quell’associazione di pensieri, ma vabbè, non sapevo cosa preferisse, e probabilmente finora non aveva assaggiato granché, quindi ordinai un sacco di cose sperando che qualcosa nel mucchio le piacesse. Arrivò la cena, sistemai tutto in sala da pranzo e andai a chiamarla. Come sempre, era seduta sul letto, ferma, senza far niente. Le dissi di venire a cena, aveva uno sguardo interrogativo ma si alzò e mi seguii. Arrivata in sala da pranzo era visibilmente spaesata, si guardava intorno senza sapere cosa fare, il respiro cominciava a diventare veloce e irregolare. Cercai di calmarla, la feci sedere e le spiegai cosa significa cenare. Fu assurdo, ascoltava ed eseguiva, ma non so se afferrasse davvero il concetto di quello che faceva. Quella è stata la prima volta in cui mi ha fatto davvero tenerezza, non potevo immaginare come avesse vissuto finora e cosa avesse passato, ma alla fine lo aveva passato per fruttare un sacco di soldi che io avevo pagato per averla, e tanti moralismi non mi toccavano poco fa mentre le sborravo addosso.
Cerco di fare conversazione ma senza alcun risultato, del resto nella mail che mi avevano mandato c’era scritto, niente situazioni sociali o mondane, non le conosce, non esistono per lei. Probabilmente non le avevo fatto un favore a farla cenare qua con me, non sapeva come affrontare la situazione. Non volevo stressarla oltre, così, appena finito, la riportai in camera sua, le dissi prepararsi per andare a dormire e riposare.
Naturalmente avevo un sacco di casino in testa, mi ero infilato in qualcosa di veramente strano. Eppure…eppure la verità è che avevo il cazzo duro. Volevo scoparla, volevo abusare di lei, del suo giovane corpo piccolo e sodo, volevo sfogare si di lei una vita di frustrazioni con le donne. Non mi fa onore, ma è la verità, ed è il motivo per cui l’ho comprata. Restai in salotto davanti ad un film che non guardavo, la luce fredda del televisore mi investiva ma ero anni luce lontano di lì. Mille pensieri, anche qualche cauta preoccupazione, che puntualmente finivano annegati in fantasie erotiche piuttosto estreme, per poi ricominciare da capo con un vago senso di colpa, in un ciclo infinito, stanco, debosciato.
Il mattino dopo mi svegliai presto per accogliere i domestici e informarli della presenza della ragazza, raccontai la balla della figlia di un amico che era qui per studiare e che quindi la avrebbero vista ben poco fuori dalla sua stanza. Non fecero una piega, come dicevo una buona parte del loro compenso viene proprio dalla discrezione. E poi, molto probabilmente, non gliene fregava veramente niente. Andai ad avvisare Grace che altra gente avrebbe potuto bussare alla sua porta, portarle dei pasti magari, e lei annuì sorridendo. Strano eh.
La giornata comunque passava tranquilla, ero stato anche eccessivamente cauto prendendomi la giornata libera, ma non volevo rischiare nulla, e in realtà aspettavo con ansia la sera, quando tutti se ne sarebbero andati e sarei rimasto solo con lei. Notavo comunque che, anche quelle poche interazioni umane con estranei come prendere un vassoio con del cibo, le creavano stress, la mettevano in allarme, e questo poteva diventare un problema. Ci avrei ragionato su, forse serviva una soluzione più radicale, e forse dovevo rassegnarmi a quello che diceva la mail, non è una persona. Dico rassegnarmi perché sarei bugiardo se non ammettessi che la sua depersonalizzazione toglieva qualcosa al mio desiderio di rivalsa, lo rendeva in qualche maniera artificioso e vagamente incompleto, ma così stavano le cose e quello era il meglio che si potesse ottenere.
Finalmente quella giornata eterna finì, appena si chiuse la porta di casa dietro l’ultimo dei miei collaboratori mi diressi verso la stanza di Grace. Nel frattempo era arrivato tutto quello che avevo ordinato la sera precedente, e avevo una gran voglia di usarlo. Tirai fuori della lingerie a caso, gliela portai “mettiti questo e raggiungimi in camera”. Inutile stare a seguire etichetta e buone maniere, a lei non interessavano minimamente, così la aspettai già nudo e con cazzo di marmo. Arrivò in fretta, il suo piccolo corpo strizzato in un baby-doll bianco avorio lavorato in pizzo e raso e un perizoma dello stesso colore. Era molto diversa da come l’avevo vista durante il giorno o a cena, aveva un atteggiamento completamente opposto, era sexy, sicura di sé, padrona della situazione, si vedeva che era a suo agio e sapeva cosa fare.
Sale sul letto gattonando, ancheggiando lentamente, deliberatamente. Non perde tempo e me lo prende in mano, lo osserva un attimo, poi tira fuori quella linguetta e comincia a leccarlo lentamente, in cerchi concentrici, poi con la punta della lingua, poi lo avvolge nuovamente, tutto questo mugolando appena, come una gattina che fa le fusa. Cazzo è abbastanza da impazzirci, ma devo trattenermi, voglio fare le cose come si deve. Ma vederla tra le mia gambe, quel culo perfetto in su, che mi prende il cazzo fino in gola mentre mi guarda negli occhi è eccitante da morire. Ad un certo punto la fermo e la faccio mettere sopra di me, non si toglie neppure le mutandine sottili, le sposta di lato e si impala sul cazzo. Vedo che all’inizio fa un pochino fatica, io non sono dotato come un cavallo ma il suo bacino è molto piccolo, ma passati i primi secondi comincia ad andare su e giù, prima lentamente poi acquistando velocità, poi rallentando di nuovo, a volte dritta a volte disegnando dei piccoli cerchi, volte con il busto eretto altre piegandosi in avanti, baciandomi o sussurrandomi all’orecchio porcate degne dei migliori porno. Ero partito con l’idea di usare vibratori, giocattoli di ogni genere ma decisamente mi è già passata, voglio solo scoparla come non ho mai potuto scopare tutte quelle ragazze quando ero giovane, quel corpo così piccolo, esile, provocante, era diventato il simbolo della mia rivalsa. La girai a pecora, e lì quel culetto dava il massimo, inutile che ve lo stia a raccontare. Ho pensato di farle penetrarlo, senza riguardi, in un solo colpo, sentirla urlare e fregarmene, ma non era il momento, mi ero promesso di fare le cose con calma, con ordine, e dovevo attenermi al progetto per sprecare niente. Era bagnata, molto, ma le piaceva davvero?tutto nel suo comportamento faceva credere di si, ma era forse una recita infilata così nel profondo del suo cervello da condizionarla completamente?
Non lo so ancora adesso, ma quando si è accorta che stavo per venire mi si è sfilata da sotto, rapida come una faina, e ha ricominciato a leccarmelo dicendomi “sborrami addosso, voglio la tua sborra, coprimi di sperma”…stesso copione dell’altra volta, come vi raccontavo impara in fretta, e non è stato difficile accontentarla, poco dopo le ho riversato addosso un’enorme quantità di sperma, le ho completamente coperto il viso, sporcato i capelli scuri e buona parte di quel piccolo seno morbido. Inutile dire che anche il baby-doll aveva bisogno di una bella lavata.
Ero stanco, è stato davvero intenso, ma per la prima volta potevo dire di essere appagato. Vi raccontavo che ho frequentato escort anche molto costose, ma non c’era mai stata questa sensazione di soddisfazione, di pace. Se vogliamo guardare il sesso dal punto di vista emotivo, non mi vergogno di dire che quella notte Grace mi ha sverginato.
Poi ha fatto una cosa che non mi aspettavo, pensavo si ripulisse, andasse a lavarsi, qualcosa di molto pratico insomma, o attingesse a qualche porno che le avevano inculcato in testa e leccasse via lo sperma, ma invece no, niente del genere.
Si sdraiò di fianco a me, ranicchiandosi, e appoggiò il viso sul mio petto, chiudendo gli occhi. Era ancora tutta sporca ma non importava, mi trasmetteva una sensazione di calore che non conoscevo, una parte del mio cervello, quella razionale, sapeva che era solo un altro trucco di un prodotto commerciale, ma per quella sera non mi interrava, soffocai quella voce nella mia testa che avevo sempre seguito, che mi avevo fatto fare fortuna, e per una volta apprezzai semplicemente il momento.
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