La nuova consapevolezza – episodio 6
di
Redwriter
genere
tradimenti
Lavorare con la testa altrove spesso provoca inconvenienti indesiderati, così quel pomeriggio assolato , dopo aver sbagliato per la terza volta un'attività banale , decisi che mi sarei preso una pausa uscendo prima e facendo un giro per svagarmi un po'.
In effetti ero agitato, agitato per quello che sarebbe avvenuto quella sera; la mia lezione prova di yoga.
Dopo gli avvenimenti della festa di Cristina, mandando letteralmente al diavolo il buonsenso mi ero ripromesso ti soddisfare la mia curiosità relativa alla sua confessione.
In un primo momento avevo pensato di tornare a parlare direttamente con lei, ma quasi subito avevo scartato questa ipotesi; non solo avrei dovuto ammettere di averla interrogata in uno stato semi comatoso, ma l'avrei umiliata ripetendo cose di cui si sarebbe vergognata profondamente.
Poi avevo preso in considerazione l'ipotesi di affrontare Chiara provando a chiederle perchè facesse girare voci del genere; scartai quasi subito anche questa seconda ipotesi perchè probabilmente Chiara avrebbe negato tutto e nell'ipotesi probabile che il tutto fosse stato frutto di un mero delirio alcolico, mi avrebbe questa volta dato del coglione sul serio e a buona ragione.
Alla fine mi ero risolto a fare la cosa più semplice in assoluto, provare a guardare con i miei occhi e farmi un idea; così avevo chiesto a Sara di poter partecipare a una sessione prova con il suo gruppo di yoga, gruppo che si riuniva regolarmente ogni giovedì alle sei di sera.
Sara era rimasta stupita dalla mia proposta, pur non avendo nulla contro la pratica in se, non mi ero mostrato interessato all'argomento e men che meno proposto di provare a fare una lezione con lei; mio malgrado mi ritrovai a inventare una scusa plausibile per questa mia nuova inaspettata curiosità, dissi che il mio istruttore in palestra consigliava di provare a integrare con lo yoga l'esercizio fisico tradizionale per migliorarne l'efficacia.
Mentre facevo una passeggiata nel parco a un'ora dall'appuntamento sorrisi tra me e me pensando che a tutti gli effetti il mio istruttore era Maxime; chissà cosa avrebbe pensato della mia idea bizzarra, gliene avrei parlato a breve visto che la settimana successiva sarebbe rientrato finalmente dal suo viaggio di lavoro.
Giunto sul luogo dell'incontro, intravidi dalla distanza Sara in attesa fuori dal cancello del centro, era in compagnia. Mi avvicinai al gruppo di cui faceva parte e subito mi accorsi di un particolare, erano tutte donne.
Nei giorni precedenti la mia fantasia erotica su cosa mi sarei trovato davanti era corsa a briglia sciolta, immaginavo di trovarmi davanti qualche ragazzo belloccio con il quale mia moglie potesse fare acrobazie sessuali, niente di più diverso di quello che mi trovai davanti agli occhi.
Del gruppo oltre a mia moglie facevano parte altre cinque donne di diversa età; le prime due a presentarsi furono due signore sulla sessantina storiche del gruppo, Leda e Anna, , poi seguii una ragazza giovane particolarmente alta di nome Mara e una signora piuttosto grassoccia che si rivelò essere la mamma della ragazza, infine Yara, istruttrice del corso.
Yara, di cui Sara mi aveva decantato la straordinaria professionalità quando aveva iniziato a seguire i suoi corsi qualche mese prima, era una ragazza di origine portoricana: scura di carnagione, aveva un fisico atletico più simile a quello di una nuotatrice che di un’istruttrice di yoga. In vari punti delle braccia, delle gambe e della schiena erano ben visibili tatuaggi di diverso tipo, per lo più tribali; uno in particolare scendeva lungo la spalla destra e si avventurava nell'incavo del seno, coperto dal sottile strato di tessuto che lo avvolgeva stretto. Il volto con gli zigomi e la mascella marcati era ampio con gli occhi neri e le labbra ben definite, vagamente mi ricordava quello dell’attrice Michel Rodriguez. I capelli neri, raccolti dietro la testa si univano in una lunga treccia che terminava in corrispondenza del sedere.
La prima impressione che mi diede fu ottima.
Mi sentì sin da subito un perfetto idiota, e potendo avrei voluto trovare una scusa e dileguarmi, ma ormai ero li e quindi seguii il gruppo mentre chiassosamente entrava nel centro vuoto.
Il centro, una ex palestra di judo era stato ristrutturato di recente: il corridoio di ingresso conduceva alle due sale dedicate rispettivamente ai corsi di yoga e a quelli di danza. La sala nel quale entrammo era piccola ma molto accogliente; il pavimento era in legno e lungo due delle quattro pareti erano presenti grossi specchi per controllare l'esecuzione degli esercizi. Mentre una grossa vetrata rivolta a ovest irradiava di luce l'interno della sala, l'esterno dava su un piccolo giardino dotato di alberi e uno stagno artificiale a dare all'ambiente un tocco esotico.
Posizionammo i tappetini e seguendo le istruzioni di Yara iniziammo con i primi esercizi di riscaldamento. Poco dopo, fummo raggiunti a distanza di qualche minuto l'uno dell'altro da altri due membri del gruppo, un uomo e una donna.
L'uomo a occhio era sulla cinquantina forse un po di più, palesemente in sovrappeso con una barba lunga per certi aspetti mi fece tornare in mente Mangiafuoco di Pinocchio, decisi in quel momento che lo avrei soprannominato cosi in attesa di conoscere il suo vero nome. La donna invece era una bella donna sui quarantacinque anni con un corpo sinuoso e un seno abbondante, corti capelli ricci e un paio di occhiali scuri ne coprivano in parte il volto. Entrambi si affrettarono a posizionare i tappetini sul fondo della sala e prendere parte al corso già iniziato.
Inizialmente li avevo scambiati per una coppia, ma in breve fu chiaro che ero in errore; l'uomo dopo aver raggiunto la sua posizione si scuso per il ritardo adducendo come scusa che sua moglie che gli aveva perso le chiavi di casa; la battuta strappò una risata collettiva.
Per tutta la durata del corso mentre eseguivo esercizi per me noiosi e alquanto faticosi, tornai a pensare all'assurdità di essermi fatto chissà quale film in testa, di certo Mangiafuoco non poteva essere l'amante di Sara a meno che mia moglie non avesse gusti particolarmente strani, insieme avrebbero potuto recitare la bella e la bestia; a stento mi trattenni dal ridere da solo mentre stavo completando un esercizio espirando.
L'unica consolazione era poter ammirare una volta ancora il fisico di mia moglie che seguendo l'esempio di Yara, proprio davanti a me con precisione eseguiva gli esercizi piegandosi in modo elastico per raggiungere per me posizioni impossibili.
La fine della lezione fu un sollievo, raccolsi le mie cose che avevo lasciato su una panca laterale e mi affrettai a salutare il gruppo, mi avvicinai a mia moglie dicendole che ci saremo visti a casa più tardi e mi diressi verso l'uscita dove incrociai la donna che avevo osservato arrivare con Mangiafuoco; per un attimo guardandola in volto senza occhiali provai la forte sensazione di averla già vista da qualche parte.
Salito in macchina, per uno di quegli strani meccanismi della memoria, improvvisamente ricordai dove aveva già visto la donna; era l'amica di Chiara, la sua ex collega che avevo visto in un paio di occasioni di sfuggita, come è piccolo il mondo mi dissi tra me.
Avviai la macchina e arrivato al primo incrocio realizzai con un rapido colpo d'occhio al sedile posteriore che mi ero dimenticato il tappetino degli esercizi in palestra, imprecando per la mia sbadataggine, decisi di tornare indietro a recuperarlo , del resto ero vicino.
Attraversando il parcheggio semivuoto del centro, vidi in lontananza la figura massiccia di Mangiafuoco allontanarsi in compagnia delle due amiche Leda e Anna chiaccherando amabilmente.
Una volta rientrato nel corridoio principale non potei fare a meno di sentire distintamente uno scoppio di risa provenire dalla sala dove poco prima si era tenuto il nostro corso. Immaginai che parte del nostro gruppo si fosse trattenuto lì dopo la lezione poiché sapevo che quello era l’ultima sessione della giornata.
La porta di accesso alla sala era socchiusa e avvicinandomi, complice la disposizione delle vetrate laterali, potei intravedere chiaramente l’interno della sala da una certa distanza.
Seduta a terra con la schiena contro la parete stava Yara con le gambe aperte e distese verso l'esterno, tra di esse sedeva Sara che poggiava con la schiena interamente sul corpo della ragazza. A poca distanza da loro la donna che avevo indentificato come l'ex collega di Chiara, sedeva con le gambe incrociate.
Un particolare mi colpì subito e mi trattenne dal varcare la soglia della stanza tradendo così la mia presenza.
Sara poggiava la nuca sulla spalla sinistra di Yara, mentre questa con una mano gli carezzava la fronte e i capelli lentamente con dolcezza, con l'altro braccio Yara avvolgeva il corpo di mia moglie con un abbraccio da dietro: l’immagine esprimeva una forte intimità.
“Perché lo hai portato?” chiese la donna che sedeva davanti alle due.
“Ha chiesto lui di venire, gli hanno detto nella sua palestra di fare yoga” rispose Sara laconica.
“Potevi avvertirci almeno” disse la donna
“Che problema c’è ? “ ribatté mia moglie.
“ Il problema e che la nostra Sabrina è gelosa” intervenne Yara che abbassando la testa raggiunse il collo esposto di Sara e lo baciò. Sara parve apprezzare la cosa perché si girò verso il viso della ragazza e senza alcuna esitazione la baciò sulle labbra.
Non avrei saputo descrivere esattamente cosa provai nel vedere quella scena, lo stato di shock svuotò la mia mente da qualunque pensiero, impietrito rimasi ad osservare il proseguo della scena.
“Perché non la smettete voi due troiette” commentò Sabrina.
“ Perché dovremmo smetterla? Non mi sembrava che ieri ti dispiacesse giocare con le
due troiette” ribatté Sara in modo provocatorio.
Sabrina assunse un’espressione di finta indignazione prima di ribattere:
“ In effetti non mi dispiace avere voi due troiette sempre in calore, però dobbiamo cambiare orario, per me è un casino trovarsi sempre nella pausa pranzo, il mio capo è una testa di cazzo, tua sorella lo sa bene, quando ci lavorava insieme lo odiava”
“Mia sorella non fa testo, odia tutti, compreso mio marito che non le ha mai fatto niente, anche se quanto meno un merito c’è l’ha” aggiunse mia moglie.
“Quale?” chiese Yara
“Quello di aver fatto credere a mio marito che la fica che leccavi non era la mia ma la sua”
A questo punto le tre scoppiarono in una sonora risata.
“Questa non la sapevo” , interloquì a questo punto Yara, che continuava ad accarezzare la testa di mia moglie che riprese rivolta verso quest'ultima:
“Si per un po’ si era convinto che Sabrina e mia sorella fossero una coppia, che mia sorella si fosse data ai piaceri della passera dopo esser stata con un uomo per tanto tempo”
Di nuovo le tre risero all’unisono.
“Non farei mai sesso con tua sorella, le voglio bene nonostante il carattere, ma decisamente non è il mio tipo e poi non credo che andrebbe mai con una donna”
“No decisamente non è il tipo” riprese Sara “però alla fine e grazie a lei che ci siamo conosciute, mi ricordo la prima volta che sei venuta al locale”.
“Amore a prima vista?” interloquì nuovamente Yara.
“No anzi il contrario” riprese Sabrina, “l’ho dovuta corteggiare a lungo per portarmela a letto, Chiara mi aveva aiutato confessandomi che nonostante fosse sposata di tanto in tanto si concedeva qualche scappatella extraconiugale e che lei la copriva sempre, così le ho chiesto se mi avrebbe aiutata e così ha fatto”
Dopo una pausa Sabrina prosegui “Mi sono presentata al bar con regolarità e puntualmente gli mettevo le tette in bella vista e mi facevo bella per lei, ho messo un sacco di vestiti carini e facevo la brillante, ma lei non sembrava interessata, alla fine galeotta fu la volta che mi sono offerta di accompagnarla a casa, quella sera la piccola troietta sembrava diversa, disponibile e eccitata, cosi le ho chiesto se invece di scendere dalla macchina non le andasse di venire a bere qualcosa da me”
“Una volta entrata le ho strappato i vestiti di dosso e me la sono fatta sul muro della camera, non siamo neanche arrivate al letto e l’avevo già fatta godere con le dita, aveva la fica fradicia”.
A questo punto Yara rivolgendosi a mia moglie chiese:
“Come mai alla fine ti sei decisa?”
Sara rispose:
“Non ero mai stata con una donna prima e quindi all’inizio esitavo a lasciarmi andare, poi a furia di provocarmi l’idea a iniziato a eccitarmi, alla fine quella sera avevo voglia di scopare, mio marito la mattina mi aveva stuzzicato e io ero rimasta con la voglia tutto il giorno”
“Così invece di scopare con tuo marito la sera ti si è convertita alla patatina” concluse Yara.
Sara a questo punto puntualizzò:
“Non direi che mi sono convertita, a me il cazzo piace ancora, eccome, non ci rinuncerei mai, e solo che mi piacciono anche le donne, o meglio mi piacete voi due”
Un nuovo bacio, questa volta un po' più lungo fu scambiato tra mia moglie e Yara.
Poi per un attimo ci fu silenzio e Sara assumendo un tono serio proseguì:
“E poi nonostante tutto amo mio marito, anche se vado a letto con altri, non lo lascerei mai. Fa di tutto per cercare di farmi felice, mi ha sempre dato piena libertà su tutto, in passato ho pensato a raccontagli la verità, ossia che per me è importante avere altri partner sessuali, perché semplicemente sono fatta così, non sono monogama. Poi però ho sempre temuto che non potesse capire, come del resto non capirebbe la maggior parte delle persone e così non l’ho mai fatto”
“Non è una scelta facile” aggiunse Yara, poi per sdrammatizzare un po’ aggiunse “non so voi ma me e venuta voglia di giocare un po’” e così detto fece svolare le dita lungo gli addominali di Sara verso il basso infilando la mano all’interno dei suoi pantaloncini.
Se vi piace il racconto, sono graditi commenti , critiche o suggerimenti a red.writer@hotmail.com.
In effetti ero agitato, agitato per quello che sarebbe avvenuto quella sera; la mia lezione prova di yoga.
Dopo gli avvenimenti della festa di Cristina, mandando letteralmente al diavolo il buonsenso mi ero ripromesso ti soddisfare la mia curiosità relativa alla sua confessione.
In un primo momento avevo pensato di tornare a parlare direttamente con lei, ma quasi subito avevo scartato questa ipotesi; non solo avrei dovuto ammettere di averla interrogata in uno stato semi comatoso, ma l'avrei umiliata ripetendo cose di cui si sarebbe vergognata profondamente.
Poi avevo preso in considerazione l'ipotesi di affrontare Chiara provando a chiederle perchè facesse girare voci del genere; scartai quasi subito anche questa seconda ipotesi perchè probabilmente Chiara avrebbe negato tutto e nell'ipotesi probabile che il tutto fosse stato frutto di un mero delirio alcolico, mi avrebbe questa volta dato del coglione sul serio e a buona ragione.
Alla fine mi ero risolto a fare la cosa più semplice in assoluto, provare a guardare con i miei occhi e farmi un idea; così avevo chiesto a Sara di poter partecipare a una sessione prova con il suo gruppo di yoga, gruppo che si riuniva regolarmente ogni giovedì alle sei di sera.
Sara era rimasta stupita dalla mia proposta, pur non avendo nulla contro la pratica in se, non mi ero mostrato interessato all'argomento e men che meno proposto di provare a fare una lezione con lei; mio malgrado mi ritrovai a inventare una scusa plausibile per questa mia nuova inaspettata curiosità, dissi che il mio istruttore in palestra consigliava di provare a integrare con lo yoga l'esercizio fisico tradizionale per migliorarne l'efficacia.
Mentre facevo una passeggiata nel parco a un'ora dall'appuntamento sorrisi tra me e me pensando che a tutti gli effetti il mio istruttore era Maxime; chissà cosa avrebbe pensato della mia idea bizzarra, gliene avrei parlato a breve visto che la settimana successiva sarebbe rientrato finalmente dal suo viaggio di lavoro.
Giunto sul luogo dell'incontro, intravidi dalla distanza Sara in attesa fuori dal cancello del centro, era in compagnia. Mi avvicinai al gruppo di cui faceva parte e subito mi accorsi di un particolare, erano tutte donne.
Nei giorni precedenti la mia fantasia erotica su cosa mi sarei trovato davanti era corsa a briglia sciolta, immaginavo di trovarmi davanti qualche ragazzo belloccio con il quale mia moglie potesse fare acrobazie sessuali, niente di più diverso di quello che mi trovai davanti agli occhi.
Del gruppo oltre a mia moglie facevano parte altre cinque donne di diversa età; le prime due a presentarsi furono due signore sulla sessantina storiche del gruppo, Leda e Anna, , poi seguii una ragazza giovane particolarmente alta di nome Mara e una signora piuttosto grassoccia che si rivelò essere la mamma della ragazza, infine Yara, istruttrice del corso.
Yara, di cui Sara mi aveva decantato la straordinaria professionalità quando aveva iniziato a seguire i suoi corsi qualche mese prima, era una ragazza di origine portoricana: scura di carnagione, aveva un fisico atletico più simile a quello di una nuotatrice che di un’istruttrice di yoga. In vari punti delle braccia, delle gambe e della schiena erano ben visibili tatuaggi di diverso tipo, per lo più tribali; uno in particolare scendeva lungo la spalla destra e si avventurava nell'incavo del seno, coperto dal sottile strato di tessuto che lo avvolgeva stretto. Il volto con gli zigomi e la mascella marcati era ampio con gli occhi neri e le labbra ben definite, vagamente mi ricordava quello dell’attrice Michel Rodriguez. I capelli neri, raccolti dietro la testa si univano in una lunga treccia che terminava in corrispondenza del sedere.
La prima impressione che mi diede fu ottima.
Mi sentì sin da subito un perfetto idiota, e potendo avrei voluto trovare una scusa e dileguarmi, ma ormai ero li e quindi seguii il gruppo mentre chiassosamente entrava nel centro vuoto.
Il centro, una ex palestra di judo era stato ristrutturato di recente: il corridoio di ingresso conduceva alle due sale dedicate rispettivamente ai corsi di yoga e a quelli di danza. La sala nel quale entrammo era piccola ma molto accogliente; il pavimento era in legno e lungo due delle quattro pareti erano presenti grossi specchi per controllare l'esecuzione degli esercizi. Mentre una grossa vetrata rivolta a ovest irradiava di luce l'interno della sala, l'esterno dava su un piccolo giardino dotato di alberi e uno stagno artificiale a dare all'ambiente un tocco esotico.
Posizionammo i tappetini e seguendo le istruzioni di Yara iniziammo con i primi esercizi di riscaldamento. Poco dopo, fummo raggiunti a distanza di qualche minuto l'uno dell'altro da altri due membri del gruppo, un uomo e una donna.
L'uomo a occhio era sulla cinquantina forse un po di più, palesemente in sovrappeso con una barba lunga per certi aspetti mi fece tornare in mente Mangiafuoco di Pinocchio, decisi in quel momento che lo avrei soprannominato cosi in attesa di conoscere il suo vero nome. La donna invece era una bella donna sui quarantacinque anni con un corpo sinuoso e un seno abbondante, corti capelli ricci e un paio di occhiali scuri ne coprivano in parte il volto. Entrambi si affrettarono a posizionare i tappetini sul fondo della sala e prendere parte al corso già iniziato.
Inizialmente li avevo scambiati per una coppia, ma in breve fu chiaro che ero in errore; l'uomo dopo aver raggiunto la sua posizione si scuso per il ritardo adducendo come scusa che sua moglie che gli aveva perso le chiavi di casa; la battuta strappò una risata collettiva.
Per tutta la durata del corso mentre eseguivo esercizi per me noiosi e alquanto faticosi, tornai a pensare all'assurdità di essermi fatto chissà quale film in testa, di certo Mangiafuoco non poteva essere l'amante di Sara a meno che mia moglie non avesse gusti particolarmente strani, insieme avrebbero potuto recitare la bella e la bestia; a stento mi trattenni dal ridere da solo mentre stavo completando un esercizio espirando.
L'unica consolazione era poter ammirare una volta ancora il fisico di mia moglie che seguendo l'esempio di Yara, proprio davanti a me con precisione eseguiva gli esercizi piegandosi in modo elastico per raggiungere per me posizioni impossibili.
La fine della lezione fu un sollievo, raccolsi le mie cose che avevo lasciato su una panca laterale e mi affrettai a salutare il gruppo, mi avvicinai a mia moglie dicendole che ci saremo visti a casa più tardi e mi diressi verso l'uscita dove incrociai la donna che avevo osservato arrivare con Mangiafuoco; per un attimo guardandola in volto senza occhiali provai la forte sensazione di averla già vista da qualche parte.
Salito in macchina, per uno di quegli strani meccanismi della memoria, improvvisamente ricordai dove aveva già visto la donna; era l'amica di Chiara, la sua ex collega che avevo visto in un paio di occasioni di sfuggita, come è piccolo il mondo mi dissi tra me.
Avviai la macchina e arrivato al primo incrocio realizzai con un rapido colpo d'occhio al sedile posteriore che mi ero dimenticato il tappetino degli esercizi in palestra, imprecando per la mia sbadataggine, decisi di tornare indietro a recuperarlo , del resto ero vicino.
Attraversando il parcheggio semivuoto del centro, vidi in lontananza la figura massiccia di Mangiafuoco allontanarsi in compagnia delle due amiche Leda e Anna chiaccherando amabilmente.
Una volta rientrato nel corridoio principale non potei fare a meno di sentire distintamente uno scoppio di risa provenire dalla sala dove poco prima si era tenuto il nostro corso. Immaginai che parte del nostro gruppo si fosse trattenuto lì dopo la lezione poiché sapevo che quello era l’ultima sessione della giornata.
La porta di accesso alla sala era socchiusa e avvicinandomi, complice la disposizione delle vetrate laterali, potei intravedere chiaramente l’interno della sala da una certa distanza.
Seduta a terra con la schiena contro la parete stava Yara con le gambe aperte e distese verso l'esterno, tra di esse sedeva Sara che poggiava con la schiena interamente sul corpo della ragazza. A poca distanza da loro la donna che avevo indentificato come l'ex collega di Chiara, sedeva con le gambe incrociate.
Un particolare mi colpì subito e mi trattenne dal varcare la soglia della stanza tradendo così la mia presenza.
Sara poggiava la nuca sulla spalla sinistra di Yara, mentre questa con una mano gli carezzava la fronte e i capelli lentamente con dolcezza, con l'altro braccio Yara avvolgeva il corpo di mia moglie con un abbraccio da dietro: l’immagine esprimeva una forte intimità.
“Perché lo hai portato?” chiese la donna che sedeva davanti alle due.
“Ha chiesto lui di venire, gli hanno detto nella sua palestra di fare yoga” rispose Sara laconica.
“Potevi avvertirci almeno” disse la donna
“Che problema c’è ? “ ribatté mia moglie.
“ Il problema e che la nostra Sabrina è gelosa” intervenne Yara che abbassando la testa raggiunse il collo esposto di Sara e lo baciò. Sara parve apprezzare la cosa perché si girò verso il viso della ragazza e senza alcuna esitazione la baciò sulle labbra.
Non avrei saputo descrivere esattamente cosa provai nel vedere quella scena, lo stato di shock svuotò la mia mente da qualunque pensiero, impietrito rimasi ad osservare il proseguo della scena.
“Perché non la smettete voi due troiette” commentò Sabrina.
“ Perché dovremmo smetterla? Non mi sembrava che ieri ti dispiacesse giocare con le
due troiette” ribatté Sara in modo provocatorio.
Sabrina assunse un’espressione di finta indignazione prima di ribattere:
“ In effetti non mi dispiace avere voi due troiette sempre in calore, però dobbiamo cambiare orario, per me è un casino trovarsi sempre nella pausa pranzo, il mio capo è una testa di cazzo, tua sorella lo sa bene, quando ci lavorava insieme lo odiava”
“Mia sorella non fa testo, odia tutti, compreso mio marito che non le ha mai fatto niente, anche se quanto meno un merito c’è l’ha” aggiunse mia moglie.
“Quale?” chiese Yara
“Quello di aver fatto credere a mio marito che la fica che leccavi non era la mia ma la sua”
A questo punto le tre scoppiarono in una sonora risata.
“Questa non la sapevo” , interloquì a questo punto Yara, che continuava ad accarezzare la testa di mia moglie che riprese rivolta verso quest'ultima:
“Si per un po’ si era convinto che Sabrina e mia sorella fossero una coppia, che mia sorella si fosse data ai piaceri della passera dopo esser stata con un uomo per tanto tempo”
Di nuovo le tre risero all’unisono.
“Non farei mai sesso con tua sorella, le voglio bene nonostante il carattere, ma decisamente non è il mio tipo e poi non credo che andrebbe mai con una donna”
“No decisamente non è il tipo” riprese Sara “però alla fine e grazie a lei che ci siamo conosciute, mi ricordo la prima volta che sei venuta al locale”.
“Amore a prima vista?” interloquì nuovamente Yara.
“No anzi il contrario” riprese Sabrina, “l’ho dovuta corteggiare a lungo per portarmela a letto, Chiara mi aveva aiutato confessandomi che nonostante fosse sposata di tanto in tanto si concedeva qualche scappatella extraconiugale e che lei la copriva sempre, così le ho chiesto se mi avrebbe aiutata e così ha fatto”
Dopo una pausa Sabrina prosegui “Mi sono presentata al bar con regolarità e puntualmente gli mettevo le tette in bella vista e mi facevo bella per lei, ho messo un sacco di vestiti carini e facevo la brillante, ma lei non sembrava interessata, alla fine galeotta fu la volta che mi sono offerta di accompagnarla a casa, quella sera la piccola troietta sembrava diversa, disponibile e eccitata, cosi le ho chiesto se invece di scendere dalla macchina non le andasse di venire a bere qualcosa da me”
“Una volta entrata le ho strappato i vestiti di dosso e me la sono fatta sul muro della camera, non siamo neanche arrivate al letto e l’avevo già fatta godere con le dita, aveva la fica fradicia”.
A questo punto Yara rivolgendosi a mia moglie chiese:
“Come mai alla fine ti sei decisa?”
Sara rispose:
“Non ero mai stata con una donna prima e quindi all’inizio esitavo a lasciarmi andare, poi a furia di provocarmi l’idea a iniziato a eccitarmi, alla fine quella sera avevo voglia di scopare, mio marito la mattina mi aveva stuzzicato e io ero rimasta con la voglia tutto il giorno”
“Così invece di scopare con tuo marito la sera ti si è convertita alla patatina” concluse Yara.
Sara a questo punto puntualizzò:
“Non direi che mi sono convertita, a me il cazzo piace ancora, eccome, non ci rinuncerei mai, e solo che mi piacciono anche le donne, o meglio mi piacete voi due”
Un nuovo bacio, questa volta un po' più lungo fu scambiato tra mia moglie e Yara.
Poi per un attimo ci fu silenzio e Sara assumendo un tono serio proseguì:
“E poi nonostante tutto amo mio marito, anche se vado a letto con altri, non lo lascerei mai. Fa di tutto per cercare di farmi felice, mi ha sempre dato piena libertà su tutto, in passato ho pensato a raccontagli la verità, ossia che per me è importante avere altri partner sessuali, perché semplicemente sono fatta così, non sono monogama. Poi però ho sempre temuto che non potesse capire, come del resto non capirebbe la maggior parte delle persone e così non l’ho mai fatto”
“Non è una scelta facile” aggiunse Yara, poi per sdrammatizzare un po’ aggiunse “non so voi ma me e venuta voglia di giocare un po’” e così detto fece svolare le dita lungo gli addominali di Sara verso il basso infilando la mano all’interno dei suoi pantaloncini.
Se vi piace il racconto, sono graditi commenti , critiche o suggerimenti a red.writer@hotmail.com.
3
3
voti
voti
valutazione
7.5
7.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La nuova consapevolezza – episodio 5
Commenti dei lettori al racconto erotico