Fantasia?
di
AngelicaBellaWriter
genere
confessioni
Siamo avvinghiati sul letto, la pelle incollata dal sudore. Le mani si cercano nervose, scivolano, stringono, mentre i nostri sessi si sfregano avidi, gonfi di desiderio. Mi afferri il mento, mi baci con rabbia, la lingua che invade, morde, reclama. Il tuo respiro è corto, irregolare, ma la voce, quando parli, è un sibilo basso, tagliente.
«Hai scopato questa settimana?»
Il mio sorriso ti sfida mentre ti lascio mordere il labbro inferiore. «Certo.»
I tuoi occhi si accendono. «Con chi?»
«Uno.»
Mi stringi più forte, le dita che scavano nei fianchi. «Porca, con chi hai scopato?»
Sollevo le spalle, scivolando contro di te. «Con uno.»
Un ringhio soffocato, il tuo cazzo duro che pulsa contro il mio ventre. «Non ci credo.»
«Ti sto dicendo di sì.»
Le tue mani mi spalancano le cosce, le stringi fino a farmi gemere. «E che avete fatto?»
«Tutto.» La parola scivola fuori come un sospiro, mentre sento il tuo dito affondare lentamente, provocandomi.
Il tuo cazzo trema, di marmo contro di me. «Dimmi... ti lecca come ti lecco io?»
Socchiudo gli occhi, il petto che si solleva rapido. «Più o meno.»
Un ghigno incredulo. «Il buco del culo te l'ha leccato?»
«Sì.» Ti spingo la testa contro il mio collo, il battito accelerato che scalpita sotto la pelle.
Ti blocchi un istante. «Davvero?» Il tuo fiato caldo mi scivola sull'orecchio, le labbra che fremono.
«Sì, davvero.» Sorrido, leccandoti lentamente il lobo.
Il tuo sguardo è una lama affilata. «Non ci credo... ha messo anche la lingua?»
Inarco la schiena contro di te, spingendo i seni contro il tuo petto. «Sì, invece.»
Il tuo respiro si fa più pesante, il dito dentro di me si muove più veloce. «Te lo ha messo nel culo?»
«Ovvio.» Gli artigli delle mie unghie scorrono lungo la tua schiena. «Lo ha cercato in tutti i modi... mani, lingua, cazzo...»
Stringi i denti, un fremito ti scuote. «Quanto era grosso?»
«Abbastanza da sfondarmi.» Il tuo dito si spinge più a fondo, un gemito mi sfugge dalle labbra.
«E poi?»
Mi mordo il labbro. «Poi mi è venuto dentro, dietro.»
Le tue dita mi afferrano i capelli, piegandomi la testa all'indietro. «E ti è piaciuto?»
Un sorriso malizioso. «Sì. Ho goduto.»
I tuoi occhi bruciano di gelosia e desiderio, il cazzo che preme impaziente. «Allora perché sei qui da me?»
Lo sguardo inchiodato al tuo, infilo le dita tra i tuoi capelli e ti tiro giù, le labbra a un soffio dalle mie. «Perché con te... con te è diverso. Il modo in cui mi fai venire... Cristo, non capisco nemmeno perché cerco altro.»
Non mi lasci finire. La tua bocca si schianta sulla mia, feroce, mentre ci perdiamo in un altro scontro di carne, umori e ossessioni.
Le tue labbra divorano le mie, la lingua che mi invade mentre le mani si fanno più spietate, afferrando i fianchi, strappando, graffiando. Il tuo cazzo pulsa contro di me, così duro che lo sento premere ovunque, anche dove non dovrebbe arrivare. Le mie gambe si avvolgono attorno al tuo corpo, i talloni che ti spingono più vicino, più dentro, anche se ancora non lo sei.
Mi mordi il collo, lasciando segni che so mi bruceranno domani. E io li voglio. Cristo, quanto li voglio.
«Non ti basta mai, eh?» sussurri con voce roca, le dita che scivolano tra le mie cosce bagnate. «Neanche quello stronzo ti ha saziata.»
Rido piano, stringendo le cosce attorno alla tua mano. «Neanche tu.» Ti provoco, e sento il tuo respiro spezzarsi per un secondo.
«Vediamo se riesco a riempirti abbastanza da farti dimenticare quel cazzo di idiota.» La tua mano lascia una scia di calore sulla mia pelle mentre afferri il tuo cazzo e lo strusci contro di me, lento, sadico, sentendo quanto sono aperta e pronta.
«Fallo,» sussurro, mordendoti il labbro inferiore. «O hai paura che quello fosse più grosso?»
Un lampo nei tuoi occhi, un ghigno che mi fa tremare. «Io non ho bisogno di essere più grosso.» Spingi dentro, un colpo secco che mi fa inarcare sotto di te, un gemito soffocato contro la tua bocca. «Io so dove colpire.»
Lo fai. Cristo, lo fai. Ogni affondo è un pugno allo stomaco e una carezza al cuore, profondo, preciso, violento. Mi tieni per i fianchi, guidandomi come se fossi tua, come se non avessi passato la settimana a farmi scopare da un altro. E io non riesco a smettere di stringerti, di chiedere di più, di graffiarti la schiena come se potessi marchiarti.
«Lo facevi anche con lui?» sussurri, affondando più forte, il respiro rovente contro il mio orecchio.
«Cosa?» biascico, mentre mi perdo nel ritmo che ci sta uccidendo.
«Chiedere ancora.» Mi afferri la gola, stringendo abbastanza da farmi ansimare. «Dire ‘più forte’. L’hai fatto?»
Mi mordo il labbro, le mani nei tuoi capelli. «No.» Ti guardo, gli occhi lucidi. «A lui non gliel’ho mai detto.»
Il tuo cazzo trema dentro di me, e so che sono fregata. Sai che mento, ma non ti importa. Ti eccita. Ti fa perdere il controllo.
«Dillo a me.» La tua voce è un ringhio.
«Più forte,» sibilo, mentre ti sento spingere al limite, le mani che mi piegano, mi dominano, mi strappano via ogni pensiero. «Più forte, cazzo, sfondami.»
Non smetti. Non puoi. E io non voglio.
Le spinte si fanno frenetiche, la stanza riempita dai nostri gemiti, dai tuoi insulti sussurrati, dai miei singhiozzi soffocati. Le nostre bocche si cercano, i denti che mordono, le lingue che si scontrano, mentre sento il tuo corpo irrigidirsi.
«Vieni,» ansimi, affondando con violenza. «Vieni mentre ti sfondo. Voglio sentirti stringere il mio cazzo.»
Urlo, il piacere che mi travolge come un’ondata, le gambe che si serrano attorno a te, le mani che ti artigliano la schiena mentre il mio corpo si spezza sotto di te. E tu vieni con me, un gemito gutturale contro la mia bocca, mentre riempi ogni parte di me, lasciandomi vuota di tutto il resto.
Restiamo immobili, ansimanti, la pelle incollata, il cuore che martella contro le costole.
Poi, la tua voce spezza il silenzio. Un sussurro, quasi un ghigno.
«Eppure… tornerai ancora da lui, vero?»
Il mio sorriso è un misto di stanchezza e sfida, le dita che tracciano linee invisibili sulla tua schiena.
«Forse. Ma ora… ora voglio solo te.»
Ti avvicini di nuovo, la tua bocca su di me, e so che la notte è ancora lunga.
Sei ancora dentro di me, il tuo respiro affannato che si mescola al mio. Le tue mani stringono i miei fianchi come se temessi che potessi scappare. Ma io non voglio andare da nessuna parte. Voglio solo restare qui, con te, a giocare ancora.
Sorrido, mordendomi il labbro mentre il tuo sguardo si fa confuso. Ti stringo tra le gambe, sentendoti ancora pulsare, anche se provi a nasconderlo.
«Che c’è?» sussurro, le dita che tracciano cerchi pigri sul tuo petto sudato.
«Niente,» rispondi, ma la tua voce tradisce qualcosa. Ti conosco troppo bene.
Mi sollevo appena, il mio seno che sfiora il tuo petto. Ti guardo dritto negli occhi, il mio sorriso si allarga. «Lo sai che non è vero, vero?»
Sgrani gli occhi, confuso. «Cosa?»
Scuoto la testa lentamente, mordicchiandoti il mento. «Tutto. Non c’è stato nessun altro. Non l’ho fatto con nessuno.»
Ti irrigidisci, il cazzo che, incredibilmente, si fa ancora più duro dentro di me.
«Stai mentendo,» sussurri, ma lo fai con quel mezzo sorriso che tradisce quanto l’idea ti piaccia.
Mi avvicino al tuo orecchio, la mia voce un soffio umido. «No. È tutto nella tua testa... e nella mia. Ma ci piaceva così tanto, vero?»
Senti il mio fiato caldo sulla pelle, e un brivido ti attraversa. Le tue mani si muovono, lente, accarezzando i miei fianchi, risalendo lungo la schiena. I tuoi occhi, ora, brillano di una nuova luce.
«Hai inventato tutto?» La tua voce è roca, incredula, ma il tuo cazzo non mente. Batte contro di me, ansioso, affamato.
Annuisco piano, leccando il tuo lobo. «Ogni dettaglio. La lingua sul mio culo, il cazzo che mi sfonda… tutta una mia fantasia. Ma ti piaceva, eh?»
Ti mordi il labbro, stringendomi contro di te. «Cristo, mi stai facendo impazzire.»
Scendo con la bocca sul tuo collo, lasciando piccoli morsi. «Sai cosa penso?» chiedo con un sussurro velenoso.
«Cosa?» ansimi, le mani che scivolano sul mio culo, afferrandolo, spalancandolo.
Mi stacco appena, il mio sorriso sporco e crudele. «Che prima o poi dovremo farlo davvero.»
Trattieni il fiato, il tuo cazzo che sobbalza dentro di me al solo pensiero. Ti afferro i capelli, tirandoti indietro la testa. «Ti eccita, vero? L’idea di guardarmi mentre un altro mi scopa… mentre io chiedo di più, mentre gemo il suo nome, mentre ti guardo dritto negli occhi mentre lo lascio venire dentro di me.»
Il tuo gemito è soffocato, le tue mani si fanno più disperate su di me. «Dillo ancora.»
Mi muovo lentamente su di te, stringendo i denti mentre ti sento scivolare più a fondo. «Immagina. Io, piegata davanti a lui. Tu, costretto a guardare. Lui che mi prende come vuoi tu, come mi hai insegnato…»
«Sì… Cristo, sì…» Le tue mani mi stringono il culo, mi alzano, mi abbassano, come se stessi già vivendo quella fantasia. «Voglio vederlo. Voglio vedere la tua faccia mentre ti sfonda.»
Rido piano, leccandoti le labbra. «Allora dobbiamo solo trovare qualcuno, no?»
Sospiri, il tuo cazzo che batte dentro di me con una frenesia nuova, disperata. «Sì… uno che sappia come prenderti…»
Mi stringo attorno a te, gemendo mentre senti il mio piacere montare di nuovo. «Ma intanto…» Sorrido maliziosa, mordendoti il labbro fino quasi a farlo sanguinare. «Intanto… scopami come se fossi lui.»
La tua bocca si schianta sulla mia, e il resto della notte è solo un vortice di gemiti, sudore e fantasia.
«Hai scopato questa settimana?»
Il mio sorriso ti sfida mentre ti lascio mordere il labbro inferiore. «Certo.»
I tuoi occhi si accendono. «Con chi?»
«Uno.»
Mi stringi più forte, le dita che scavano nei fianchi. «Porca, con chi hai scopato?»
Sollevo le spalle, scivolando contro di te. «Con uno.»
Un ringhio soffocato, il tuo cazzo duro che pulsa contro il mio ventre. «Non ci credo.»
«Ti sto dicendo di sì.»
Le tue mani mi spalancano le cosce, le stringi fino a farmi gemere. «E che avete fatto?»
«Tutto.» La parola scivola fuori come un sospiro, mentre sento il tuo dito affondare lentamente, provocandomi.
Il tuo cazzo trema, di marmo contro di me. «Dimmi... ti lecca come ti lecco io?»
Socchiudo gli occhi, il petto che si solleva rapido. «Più o meno.»
Un ghigno incredulo. «Il buco del culo te l'ha leccato?»
«Sì.» Ti spingo la testa contro il mio collo, il battito accelerato che scalpita sotto la pelle.
Ti blocchi un istante. «Davvero?» Il tuo fiato caldo mi scivola sull'orecchio, le labbra che fremono.
«Sì, davvero.» Sorrido, leccandoti lentamente il lobo.
Il tuo sguardo è una lama affilata. «Non ci credo... ha messo anche la lingua?»
Inarco la schiena contro di te, spingendo i seni contro il tuo petto. «Sì, invece.»
Il tuo respiro si fa più pesante, il dito dentro di me si muove più veloce. «Te lo ha messo nel culo?»
«Ovvio.» Gli artigli delle mie unghie scorrono lungo la tua schiena. «Lo ha cercato in tutti i modi... mani, lingua, cazzo...»
Stringi i denti, un fremito ti scuote. «Quanto era grosso?»
«Abbastanza da sfondarmi.» Il tuo dito si spinge più a fondo, un gemito mi sfugge dalle labbra.
«E poi?»
Mi mordo il labbro. «Poi mi è venuto dentro, dietro.»
Le tue dita mi afferrano i capelli, piegandomi la testa all'indietro. «E ti è piaciuto?»
Un sorriso malizioso. «Sì. Ho goduto.»
I tuoi occhi bruciano di gelosia e desiderio, il cazzo che preme impaziente. «Allora perché sei qui da me?»
Lo sguardo inchiodato al tuo, infilo le dita tra i tuoi capelli e ti tiro giù, le labbra a un soffio dalle mie. «Perché con te... con te è diverso. Il modo in cui mi fai venire... Cristo, non capisco nemmeno perché cerco altro.»
Non mi lasci finire. La tua bocca si schianta sulla mia, feroce, mentre ci perdiamo in un altro scontro di carne, umori e ossessioni.
Le tue labbra divorano le mie, la lingua che mi invade mentre le mani si fanno più spietate, afferrando i fianchi, strappando, graffiando. Il tuo cazzo pulsa contro di me, così duro che lo sento premere ovunque, anche dove non dovrebbe arrivare. Le mie gambe si avvolgono attorno al tuo corpo, i talloni che ti spingono più vicino, più dentro, anche se ancora non lo sei.
Mi mordi il collo, lasciando segni che so mi bruceranno domani. E io li voglio. Cristo, quanto li voglio.
«Non ti basta mai, eh?» sussurri con voce roca, le dita che scivolano tra le mie cosce bagnate. «Neanche quello stronzo ti ha saziata.»
Rido piano, stringendo le cosce attorno alla tua mano. «Neanche tu.» Ti provoco, e sento il tuo respiro spezzarsi per un secondo.
«Vediamo se riesco a riempirti abbastanza da farti dimenticare quel cazzo di idiota.» La tua mano lascia una scia di calore sulla mia pelle mentre afferri il tuo cazzo e lo strusci contro di me, lento, sadico, sentendo quanto sono aperta e pronta.
«Fallo,» sussurro, mordendoti il labbro inferiore. «O hai paura che quello fosse più grosso?»
Un lampo nei tuoi occhi, un ghigno che mi fa tremare. «Io non ho bisogno di essere più grosso.» Spingi dentro, un colpo secco che mi fa inarcare sotto di te, un gemito soffocato contro la tua bocca. «Io so dove colpire.»
Lo fai. Cristo, lo fai. Ogni affondo è un pugno allo stomaco e una carezza al cuore, profondo, preciso, violento. Mi tieni per i fianchi, guidandomi come se fossi tua, come se non avessi passato la settimana a farmi scopare da un altro. E io non riesco a smettere di stringerti, di chiedere di più, di graffiarti la schiena come se potessi marchiarti.
«Lo facevi anche con lui?» sussurri, affondando più forte, il respiro rovente contro il mio orecchio.
«Cosa?» biascico, mentre mi perdo nel ritmo che ci sta uccidendo.
«Chiedere ancora.» Mi afferri la gola, stringendo abbastanza da farmi ansimare. «Dire ‘più forte’. L’hai fatto?»
Mi mordo il labbro, le mani nei tuoi capelli. «No.» Ti guardo, gli occhi lucidi. «A lui non gliel’ho mai detto.»
Il tuo cazzo trema dentro di me, e so che sono fregata. Sai che mento, ma non ti importa. Ti eccita. Ti fa perdere il controllo.
«Dillo a me.» La tua voce è un ringhio.
«Più forte,» sibilo, mentre ti sento spingere al limite, le mani che mi piegano, mi dominano, mi strappano via ogni pensiero. «Più forte, cazzo, sfondami.»
Non smetti. Non puoi. E io non voglio.
Le spinte si fanno frenetiche, la stanza riempita dai nostri gemiti, dai tuoi insulti sussurrati, dai miei singhiozzi soffocati. Le nostre bocche si cercano, i denti che mordono, le lingue che si scontrano, mentre sento il tuo corpo irrigidirsi.
«Vieni,» ansimi, affondando con violenza. «Vieni mentre ti sfondo. Voglio sentirti stringere il mio cazzo.»
Urlo, il piacere che mi travolge come un’ondata, le gambe che si serrano attorno a te, le mani che ti artigliano la schiena mentre il mio corpo si spezza sotto di te. E tu vieni con me, un gemito gutturale contro la mia bocca, mentre riempi ogni parte di me, lasciandomi vuota di tutto il resto.
Restiamo immobili, ansimanti, la pelle incollata, il cuore che martella contro le costole.
Poi, la tua voce spezza il silenzio. Un sussurro, quasi un ghigno.
«Eppure… tornerai ancora da lui, vero?»
Il mio sorriso è un misto di stanchezza e sfida, le dita che tracciano linee invisibili sulla tua schiena.
«Forse. Ma ora… ora voglio solo te.»
Ti avvicini di nuovo, la tua bocca su di me, e so che la notte è ancora lunga.
Sei ancora dentro di me, il tuo respiro affannato che si mescola al mio. Le tue mani stringono i miei fianchi come se temessi che potessi scappare. Ma io non voglio andare da nessuna parte. Voglio solo restare qui, con te, a giocare ancora.
Sorrido, mordendomi il labbro mentre il tuo sguardo si fa confuso. Ti stringo tra le gambe, sentendoti ancora pulsare, anche se provi a nasconderlo.
«Che c’è?» sussurro, le dita che tracciano cerchi pigri sul tuo petto sudato.
«Niente,» rispondi, ma la tua voce tradisce qualcosa. Ti conosco troppo bene.
Mi sollevo appena, il mio seno che sfiora il tuo petto. Ti guardo dritto negli occhi, il mio sorriso si allarga. «Lo sai che non è vero, vero?»
Sgrani gli occhi, confuso. «Cosa?»
Scuoto la testa lentamente, mordicchiandoti il mento. «Tutto. Non c’è stato nessun altro. Non l’ho fatto con nessuno.»
Ti irrigidisci, il cazzo che, incredibilmente, si fa ancora più duro dentro di me.
«Stai mentendo,» sussurri, ma lo fai con quel mezzo sorriso che tradisce quanto l’idea ti piaccia.
Mi avvicino al tuo orecchio, la mia voce un soffio umido. «No. È tutto nella tua testa... e nella mia. Ma ci piaceva così tanto, vero?»
Senti il mio fiato caldo sulla pelle, e un brivido ti attraversa. Le tue mani si muovono, lente, accarezzando i miei fianchi, risalendo lungo la schiena. I tuoi occhi, ora, brillano di una nuova luce.
«Hai inventato tutto?» La tua voce è roca, incredula, ma il tuo cazzo non mente. Batte contro di me, ansioso, affamato.
Annuisco piano, leccando il tuo lobo. «Ogni dettaglio. La lingua sul mio culo, il cazzo che mi sfonda… tutta una mia fantasia. Ma ti piaceva, eh?»
Ti mordi il labbro, stringendomi contro di te. «Cristo, mi stai facendo impazzire.»
Scendo con la bocca sul tuo collo, lasciando piccoli morsi. «Sai cosa penso?» chiedo con un sussurro velenoso.
«Cosa?» ansimi, le mani che scivolano sul mio culo, afferrandolo, spalancandolo.
Mi stacco appena, il mio sorriso sporco e crudele. «Che prima o poi dovremo farlo davvero.»
Trattieni il fiato, il tuo cazzo che sobbalza dentro di me al solo pensiero. Ti afferro i capelli, tirandoti indietro la testa. «Ti eccita, vero? L’idea di guardarmi mentre un altro mi scopa… mentre io chiedo di più, mentre gemo il suo nome, mentre ti guardo dritto negli occhi mentre lo lascio venire dentro di me.»
Il tuo gemito è soffocato, le tue mani si fanno più disperate su di me. «Dillo ancora.»
Mi muovo lentamente su di te, stringendo i denti mentre ti sento scivolare più a fondo. «Immagina. Io, piegata davanti a lui. Tu, costretto a guardare. Lui che mi prende come vuoi tu, come mi hai insegnato…»
«Sì… Cristo, sì…» Le tue mani mi stringono il culo, mi alzano, mi abbassano, come se stessi già vivendo quella fantasia. «Voglio vederlo. Voglio vedere la tua faccia mentre ti sfonda.»
Rido piano, leccandoti le labbra. «Allora dobbiamo solo trovare qualcuno, no?»
Sospiri, il tuo cazzo che batte dentro di me con una frenesia nuova, disperata. «Sì… uno che sappia come prenderti…»
Mi stringo attorno a te, gemendo mentre senti il mio piacere montare di nuovo. «Ma intanto…» Sorrido maliziosa, mordendoti il labbro fino quasi a farlo sanguinare. «Intanto… scopami come se fossi lui.»
La tua bocca si schianta sulla mia, e il resto della notte è solo un vortice di gemiti, sudore e fantasia.
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