La sua ricca puttanella

di
genere
gay

Capitolo 1: Il nuovo giardiniere

Era il diciottesimo compleanno di Alberto ed era eccitato per l'occasione di essere solo. Il suoi genitori, senza preoccuparsi di lui, sarebbero andati via per il loro anniversario. Alberto, chiaramente non era dispiaciuto, aveva i suoi piani per il suo giorno speciale.
Abitava in Riviera, si sdraiò sulla sua sdraio vicino alla piscina perché il sole abbronzasse il suo corpo sportivo. Lo stereo suonava in sottofondo mentre lui ascoltava le onde che si infrangevano sulla spiaggia. Viveva veramente la vita che la maggior parte delle persone avrebbe voluto fare, a lui era concesso tutto come alla maggior parte degli adolescenti eccessivamente ricchi.
I suoi genitori uscirono ed Alberto capì che se ne stavano andando.
"Ritorneremo tra tre giorni." Disse sua madre.
"Il nuovo giardiniere dovrebbe essere in arrivo e non dimenticare di firmare per un pacco che dovrebbe essere in arrivo... Oh, e per favore non dimenticare di non far venire troppe persone. Poi la domestica ci mette molto più tempo a pulire e sai come non mi piace sentire le lamentele in quella lingua che parla."
"Il suo spagnolo... madre." Disse Alberto in tono saccente senza guardarla. Odiava il razzismo di sua madre.
"Quello che è... Io vado.... ciao dolcezza! Baci! " Gridò correndo fuori della porta.
Alberto ascoltò il cliccare dei suoi tacchi a spillo mentre si allontanava e ritornò al suo rilassamento pensando al suo ragazzo.
Ci usciva da soli sette mesi ma sentiva che era tempo di portarlo al livello seguente, era pronto ad abbandonargli la sua verginità. Sorrise al pensiero del suo Christian sopra di lui, tutti i suoi 60 chili e tutti i suoi muscoli lisci. Pensò a lui che si prendeva tutto il suo tempo mentre lentamente spingeva il cazzo dentro di lui. Aveva letto molte storie sulla prima volta e stava facendo in modo di farlo in maniera memorabile.
Alberto portò le mani giù agli speedo e lentamente cominciò a giocare con l’uccello. Pensò al cazzo dell’amico che aveva visto e toccato già alcune volte. Christian gli aveva detto che era lungo 20 centimetri ma lui pensava che fosse molto più lungo. Comunque non vedeva l’ora di sperimentare la sua prima volta. I suoi pensieri si interruppero quando sentì il campanello suonare.
"Merda deve essere il giardiniere... " Si alzò ed andò alla porta senza coprirsi. Un giovane ragazzo sexy lo salutò. Alberto rimase ammutolito a guardare il fusto sexy più alto di lui che gli stava davanti.
"È questa la residenza dei Covi? " Disse il ragazzo.
"Sì... Io sono Alberto Covi. I miei genitori sono fuori." Disse cercando di riprendere la calma, poi gettò lo sguardo al grande autocarro su cui c’era scritto Rodriguez Giardinaggio.
"Sei il giardiniere?" Chiese; pensava che il ragazzo avrebbe dovuto fare il modello e non tirar su erbacce.
"Sì, mi chiamo Manuel... e mio zio Eli sta arrivando." Disse.
"Entra Manuel, ti accompagnerò in giardino" Disse Alberto con un caldo sorriso.
Sperò che il ragazzo lo stesse valutando mentre si incamminava. Camminò lentamente e si assicurò che il suo sedere si muovesse un po’; lui era una civetta notevole ma non con tutti.
"Ecco qui. Erbacce, erbacce e... l’avrai capito... altre erbacce." Disse drammaticamente.
Manuel sorrise al suo scherzo e guardò l'area su cui avrebbe dovuto lavorare. Alberto nel frattempo verificava quello che poteva di quel campione sexy.
Manuel gli ricordò un ragazzo di cui si era innamorato al liceo, alto, color cappuccino al caramello e crema. Probabilmente faceva quel lavoro da molto tempo viste le sue gambe e braccia. Poteva solo immaginare cos’era il suo torace sotto quella sottile camicia verde scuro.
"Bene bene, mi sembra che ci vorrà un po’ di tempo, mi sembra che ci siano un sacco di erbacce e altre piccole cose ma che devono essere fatte per eseguire un bel lavoro."
“Bene, ma prima delle 4, ci sarà la mia di compleanno oggi." Disse Alberto.
"Veramente? Il tuo Compleanno?..... Buon compleanno Alberto." Disse Manuel con un caldo sorriso.
Alberto si sentì come se si stesse sciogliendo per quel sorriso.
“Grazie. Lo apprezzo." Disse timidamente Alberto, stava per invitarlo a partecipare ma sentiva che sarebbe stato strano.
"Bene cominciamo a lavorare, dirò a mio zio di lavorare velocemente così tutto sarà pronto per la tua festa." Disse Manuel avviandosi.
Alberto tornò alla sdraio ma girato verso il giardino in modo da poter guardare Manuel e suo zio lavorare e contemporaneamente abbronzarsi. Alzò un po’ la musica per dar loro un po’ di divertimento mentre lavoravano.
Guardò le braccia di Manuel tendersi e contrarsi mentre strappava le erbacce dal terreno. La fessura del culo leggermente pelosa sbirciava fuori dai suoi pantaloncini ed Alberto gli teneva addosso gli occhi. Gli sembrava così gustoso e sentì il cazzo indurirsi negli speedo; lo dissimulò con una mano ma se lo strofinò anche un po’.
Chiuse gli occhi ed immaginò Manuel che smetteva il suo lavoro e si avvicinava, si inginocchiava e gli tirava giù gli speedo, gli afferrava il cazzo e cominciava a succhiarlo. Alberto restava sdraiato e godeva delle labbra calde e bagnate sul suo uccello.
"MMmmmMMMmm..... Ahhhh...... Manuel..... Mi piace.... Le tue labbra sono fottutamente fantastiche." Esclamò Alberto appassionatamente.
Manuel muoveva lingua e labbra su e giù sul pene come Alberto desiderava.
"Oh Dio, Manuel... sei stupendo... succhiami bene uomo!.... Voglio dannatamente venire!" Disse di nuovo Alberto.
"Prendimi Manuel, per favore prendimi.... proprio qui, ora." Alberto si lamentò di nuovo rivolto a Manuel.
Manuel si alzò e si tolse la camicia. Nella mente di Alberto il corpo di Manuel si rivelò un cesellato corpo sexy e liscio di principe latino.
"Togliti i pantaloncini e mostrami il cazzo!" Disse Alberto. Manuel lasciò cadere gli shorts e scoccò fuori il suo uccello già duro e lubrificato.
"Perfetto.... " Alberto alzò le gambe, allargò il buco e disse: "Entra in questo sedere vergine e fallo tuo, baby."
Era un sogno... Manuel si seppellì completamente in Alberto.
I lamenti erano forti e loro non si curavano dei vicini che potevano sentire tutto quello che dicevano. Alberto diceva a Manuel di incularlo con forza e quanto amava avere il suo grosso cazzo nel sedere. Manuel rispondeva con spinte più dure e rapide creando un bel rumore forte di schiaffeggìo.
Tenne stretto Manuel mentre lui lo prendeva e gridò forte. Esausto per la rude inculata Manuel prese Alberto e si girò in modo di averlo sopra di se. Era una cosa selvaggia, Alberto affamato rimbalzava su ed giù sopra il ragazzo. Non ne aveva abbastanza e lo dimostrava. Sudavano intensamente ed il sole non li aiutava a raffreddarsi. Manuel afferrò il sedere di Alberto e lo sbatté su e giù.
"Cavalcami, puttana!... Sì proprio così.... Cavalcami e fottimi il cazzo!" Gridò Manuel che alzò una mano e gli chiuse la bocca, lo schiamazzo di Alberto si indebolì ma lui continuò a prenderlo; gli schiaffeggiò il sedere con l’altra mano dicendogli: "Stringi quel sedere! Fammi sborrare, cagna!" Manuel prese il controllo di Alberto e continuò a possedere la sua nuova ricca puttana.
"Così! Sparerò! Mungimi, troia!" gridò Manuel. Smise chiudergli la bocca, gli afferrò le tette e gliele pizzicò.
Alberto gridò: "Oh cazzo!" Manuel sentì il sedere del ragazzo afferrargli il cazzo e cominciò a sparare il suo carico.
"Cazzo, vengo!" gridò Alberto.
Non si era toccato il cazzo per tutto il tempo ma cominciò a sparare la sua crema bianca e calda sulla pelle abbronzata del nuovo amico.
"Cazzo sì!" gridò a piena voce. "E’ stato stupendo. Non avrei mai immaginato che la mia prima volta sarebbe stata così".
"Sono contento che ti sia piaciuto... ma Christian?" chiese Manuel.
"Christian? Oh... merda, me ne sono dimenticato... " Alberto si svegliò dal suo sogno, ancora stordito dai pensieri estremamente hard.
Pensò che doveva sospendere per un po’ le storie erotiche, si guardò in giro e notò che Manuel se n’era andato e suo zio stava ancora lavorando in giardino; si alzò dalla sedia e si accorse che gli speedos erano bagnati, toccò la macchia e comprese che era sperma, era venuto in sogno.
"Merda, sarà meglio che mi cambi prima che arrivi!” Si disse.
Si alzò, si diresse velocemente verso la casa ed inaspettatamente si scontrò con Manuel facendo cadere alcuni degli attrezzi che aveva in mano. Imbarazzato si scusò e lo aiutò a raccoglierli.
Alberto non se ne accorse ma Manuel vide alcuni fili di liquido bianco che gli fluivano giù per la gamba quando si inginocchiò per aiutarlo ed un sorriso gli comparve sulla faccia intuendo di cosa si trattava.
"Scusami di nuovo... ummm... sto andando al bagno." Disse Alberto non sapendo cos’altro altro dire in quel momento.
Si diresse verso il bagno e Manuel rimase a guardarlo scuotendo la testa. Sapeva cosa fare con quel vizioso ricco puttanello....
di
scritto il
2013-12-13
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