Chi è Mar@? Finalmente la sua descrizione

di
genere
etero

Questo NON è un racconto erotico, ma solo un sogno malato su come (ma principalmente chi) potrebbe raccontare una nottata erotica fra i due strani figuri che sto per presentarvi.
Niuno fra voi ha voglia di tentare? Potrebbe venir fuori un racconto sia sexi che divertente.
Per Ludovico: se tu mettessi in piedi una chat potrebbe nascere anche un forum per divertirsi scrivendo insieme racconti a decine di mani ed ognuno potrebbe infilarci qualsiasi cosa di suo gusto.
Cara Mar@, non volermene per averti infangato il nome e l’aspetto, ma sei bravissima (mi sto leggendo le tue recensioni, critiche e commenti che sono sempre e tutte molto ben azzeccate e ben scritte) e non sono riuscito a trattenermi dal coinvolgerti in questo scherzo.


Mar@ e il benci sono stati avvistati insieme: eccovi la loro descrizione fattaci da tal Francesco Berni:
Descrizione di Mar@ (chiaramente falsa e tendenziosa):

Chiome d'argento fino, irte e attorte
senz'arte intorno ad un bel viso d'oro,
fronte crespa, ove mirando io mi scoloro
dove spunta i suoi strali Amor e Morte;


occhi di perle vaghi, luci torte
da ogni obietto diseguale a loro,
ciglia di neve e quelle, ond'io m'accoro,
dita e man dolcemente grosse e corte;


labbra di latte, bocca ampia celeste,
denti d'ebano rari e pellegrini,
inaudita ineffabile armonia,
costumi alteri e gravi: a voi, divini


servi d'Amor, palese fo che queste
son le bellezze della donna mia.
Il benci (descrizione precisa, puntuale e fin troppo delicata, sembra quasi bello):

Chi vuol veder quantunque pò natura
in far una fantastica befana,
un'ombra, un sogno, una febbre quartana,
un model secco di qualche figura,
anzi pur il model della paura,
una lanterna viva in forma umana,
una mummia appiccata a tramontana,
legga per cortesia questa scrittura.
A questo modo è fatto un cristïano
che non è cittadino né villano
e non sa s'e' in poggio o s'e' in piano.
…..
Ha in dosso un giubbottino
di tela ricamata da magnani,
a toppe e spranghe messe co i trapàni.
Per amor de' tafani
porta a traverso al collo uno straccale
quadro, come da vescovo un grembiale,
et un certo cotale
di romagnolo, allacciato alle schiene
con una stringa rossa che lo tiene.
Ma quanto calza bene
una brachetta accattata a pigione,
che par a punto un naso di montone!
…..
Comunque il Buonarroti
Che dipinse la quaresima e la fame,
dicon che volesse ritrar questo carcame;
…….
Va per ambasciatore
ogn'anno dell'aringhe a mezzo maggio,
contra a' capretti, a l'ova et al formaggio,
e perch'è gran vïaggio,
ha sempre sotto il braccio un mezzo pane
che ha un giubbon di sette sorti lane:
quel rode come un cane,
poi giù pel gorgozzuol gli dà la spinta
con tre o quattro sorsi d'acqua tinta.
Or eccovi dipinta
una figura arabica, un'arpia,
un om fuggito dalla notomia.
scritto il
2010-06-14
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