Jack e Carlo (Terza parte)

di
genere
gay

Quando si svegliò Max si girò per controllare se Carlo era ancora addormentato. Scivolò silenziosamente fuori dali letto e cominciò a radunare i suoi vestiti. I jeans che indossava il giorno precedente erano sul pavimento insieme ai boxer. Li raccolse e bestemmiò sotto voce perché non trovava la giacca. La stanza era ancora scura così prese la prima t-shirt che trovò sul pavimento e se la infilò dalla testa. Lanciò un'occhiata a Carlo che ancora era addormentato con le lenzuola aggrovigliate intorno alle lunghe gambe. La porta era già socchiusa e lasciò la camera da letto tentando di non fare il più piccolo rumore, uscì e si chiuse la porta alle spalle.
Il rumore della doccia che scorreva nel bagno svegliò Carlo che si strofinò sonnolento gli occhi. Sbadigliò ed affondò di nuovo sui cuscini richiudendo gli occhi. Ma il rumore dell'acqua fu sufficiente per non farlo riaddormentare. Sospirò pesantemente vedendo lo spazio vuoto nel letto accanto a lui, era tipico di Max andarsene così. Gettò indietro le lenzuola e prese un paio di pantaloni di pigiama neri che erano stati gettati sullo schienale di una sedia. Se li mise e si diresse verso la cucina, accese il bollitore e si appoggiò al piano della cucina pensando a cosa fare con Max. Sì, era abbastanza sicuro di esserne innamorato, era divertente stare con lui, più che con chiunque altro ed inoltre a letto era grande. Ma era sufficiente per una buona relazione? Max era imprevedibile ed i suoi umori cambiavano facilmente, poteva essere l'amico perfetto e poi improvvisamente poteva trasformarsi in un gran coglione.
Il treno dei suoi pensieri fu interrotto dal clic del bollitore che indicava che l'acqua era pronta. Prese una tazza dalla mensola e vi mise un cucchiaio di caffè prima di riempirla fino all’orlo di acqua calda; con il cucchiaio mescolò i contenuti del boccale. I suoi pensieri ritornarono al suo ragazzo. Nessuno conosceva Max come lo conosceva lui, gli altri vedevano solo l’impertinente esteriore ma Carlo vi vedeva sotto il ragazzo premuroso che tanto amava. Ma sapeva anche che Max non gli era stato sempre fedele. Nei cinque mesi che erano insieme sapeva di tre altre persone con cui Max era stato. Ogni volta si scusava, gli diceva quanto era innamorato di lui e che non sarebbe più accaduto. Ed ogni volta Carlo gli credeva e lo riprendeva. Max era ben diverso da lui che durante una relazione non teneva mai i piedi in due scarpe.
Carlo si era dimostrato bisex a tredici anni. I suoi genitori e gli amici l’avevano presa bene, sembrava quasi che se lo fossero aspettato. In tutta la sua vita era stato desiderato da ragazzi e ragazze, e di solito quel desiderio era stato reso.
“Mattina.” Mormorò Jack arrivando in cucina, aveva già fatto la doccia ed era già vestito con jeans blu stretti ed una t-shirt blu chiaro ugualmente stretta. Il capelli neri carbone erano pettinati di lato ed ancora leggermente umidi. Carlo poteva sentire il profumo familiare del suo shampoo mescolato con il gel doccia.
“Mattina, baby.” Gli sorrise Carlo e lo tirò a se per un abbraccio, appoggiò la guancia sopra la sua testa e chiuse gli occhi con un morbido sospiro.
Jack avvolse le braccia intorno alla vita del suo amico e gli rese l'abbraccio; aveva sentito il litigio tra i due la notte precedente ed aveva sentito quelli che presumeva fossero anche i rumori della loro sessione. Era rimasto sdraiato sveglio, incapace di dormire, completamente consumato dalla gelosia. Chiaramente voleva che Carlo fosse felice ma pensava che meritasse qualche cosa di meglio di Max. L’irritazione si squagliò quando Carlo lo strinse, sentì il calore del suo torace nudo contro di sè e si rilassò nelle sue braccia.
Con un sospiro Carlo lo lasciò andare e gli sorrise debolmente. “Mi spiace per la notte scorsa, Max era incazzato con me per una fottuta stupida ragione...” Scosse la testa per mostrare il suo dispiacere.
“Lo era? Non mi è sembrato.” Jack si costrinse a ridere e tentò di fare in modo che il tono fosse il più leggero possibile.
Carlo alzò le spalle ed incontrò gli occhi dell’altro ragazzo. Dio, non si era mai reso conto di quanto erano blu, si scosse: perché aveva iniziato a pensare a Jack in quella maniera? “Sì, è un gran coglione e mi ha fottuto prima che mi svegliassi.” Alzò le spalle tentando di essere noncurante.
“Awh...” sospirò Jack e sporse le labbra mentre si sedeva a gambe incrociate sul pavimento con la sua tazza di tè. Carlo rise e gli si sedette di fronte appoggiando la testa alla sua spalla. Jack mise la tazza sul pavimento e si appoggiò al mobile. Sempre con la tazza piena di caffè in mano Carlo chiuse gli occhi e si rilassò contro l’amico che gli mise le braccia intorno alla vita spostandosi per mettersi in una posizione più comoda. Gettò uno sguardo ed immediatamente sentì dell’amore per lui. Carlo era così più premuroso e vulnerabile di qualsiasi altra persona per cui sentisse affetto ma sapeva quanto fosse dolce.
Un impulso improvviso prese Jack che sfiorò leggermente con le labbra il collo deliziosamente profumato di Carlo che piagnucolò mentre il bacio inaspettato dell’amico gli abbassava la guardia e gli spediva un brivido lungo la spina dorsale.
“Cazzo! Mi spiace, io... non dovevo fare... no dovevo avere...” le parole di Jack uscirono violentemente e le sue guance divennero rosa pallido. Si maledì per essere così stupido, perché dannazione l’aveva fatto!
Carlo piegò la testa per guardarlo ed aprì la bocca per rispondere ma Jack si era già alzato in piedi. “Mi spiace,” ripetè, “Sarà meglio che vada... Ci vediamo.” E si precipitò fuori dell'appartamento, dimenticando la giacca e le chiavi nella fretta.
Carlo si alzò e ritornò in camera sua, mentre era sdraiato ripeteva nella sua mente quello che era accaduto. Jack l'aveva baciato. Carlo non si era reso conto dei sentimenti del suo amico per lui e fu sorpreso ancora di più di provare le stesse sensazioni. Anche se le labbra del ragazzo gli avevano appena toccato il collo, il suo corpo aveva formicolato al contatto. Poteva sentire il suo cazzo indurirsi solo pensandoci.
Sapeva bene che Jack era vergine, aveva detto che non voleva gettare la sua verginità con qualcuno a cui non importava niente di lui e Carlo lo capiva. Ma in qualche modo il pensiero che non era mai stato con qualcuno era eccitante per lui. Gli stava diventando ancora più rigido immaginando come sarebbe stato baciargli le labbra, far correre le mani attraverso i suoi capelli morbidi e lentamente togliere tutti i vestiti da quel corpo perfetto.
Ora il suo cazzo duro come pietra stava perdendo liquido pre seminale e lui fece scivolare giù i pantaloni del pigiama per poi lanciarli sul il pavimento. Prese il suo grosso uccello ed iniziò a farsi una sega, strofinò col pollice la testa provocando un tremore nelle gambe; chiuse gli occhi mentre immaginava come sarebbe stato bello sentire le labbra di Jack avvolte intorno al pene e la sua bocca calda e bagnata che scivolava su e giù sulla verga. Gemette e cominciò a masturbarsi più velocemente allargando le gambe sul letto. Immaginò di spingere il corpo snello di Jack sull’orlo del letto, sbattere il cazzo duro nel culo vergine ed incularlo duramente e profondamente fino a farlo gridare di piacere. La fantasia fu sufficiente per spingerlo all'orlo e lo sperma sprizzò dalla cima del cazzo mentre lui si lamentava rumorosamente per la liberazione. Il respirò tornò regolare edi aprì gli occhi dopo un momento.
Ora si sentiva confuso. Non capiva quello che sentiva per Jack, già sapeva di amarlo ma non era mai accaduto che l'amasse più di come si ama un buon amico...
di
scritto il
2014-07-09
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