Jack e Carlo (Quarta parte)
di
Aramis
genere
gay
Carlo era ancora sdraiato sul letto quando sentì un scoppio improvviso di musica; per un momento rimase confuso finché non comprese che si trattava del telefono. L'afferrò dal comodino di fianco al letto e l'aprì senza guardare di chi si trattasse.
“Pronto?” Disse tirandosi addosso il piumino.
“Ehi Carlo, sono io.” Rispose Max , la sua voce non mostrava alcuna emozione.
Carlo non ebbe bisogno di chiedere chi era, lo riconosceva dalla voce. “Ciao. Te ne sei andato questa mattina?”
“Doveva andarmene e non volevo svegliarti.” Disse Max con noncuranza.
“Perché mi chiami?” Sospirò pesantemente Carlo; non voleva entrare nel problema voleva solo finire velocemente.
“Sono stato stupido questa notte, vuoi dimenticarlo?”
Era il modo di chiudere la questione ma Carlo si morse un labbro ed esitò prima di rispondergli. Fino a quella mattina non aveva pensato a Jack in alcun altro modo se non come amico ma ora le cose erano diverse. “Sì, dimenticherò.” Borbottò.
“Cosa stai facendo, baby?” La voce di Max perse il suo tono duro e divenne civettuola.
L’uccello di Carlo si indurì immediatamente al solo suono di quella voce e sorrise, aveva bisogno di distrarre la sua mente da Jack. “Adesso? Sono a letto, nudo e fottutamente duro.” Rispose tentando di distrarsi dal pensare di nuovo al suo amico.
Max rise con la sua risata gutturale. “Oh sì? Vuoi che venga lì?”
“Faresti bene, sono così fottutamente eccitato.”
“Sono già in viaggio.” Disse Max chiudendo la comunicazione.
Dopo poco bussarono alla porta e Carlo andò per aprire; era nudo ed il suo corpo ben fatto aveva un aspetto più fantastico che mai. L'argento che gli forava il capezzolo ed i tatuaggi sul torace davano al diciannovenne una sembianza provocantemente pericolosa. Aprì la porta e Max sorrise furbescamente, i suoi occhi guizzarono sul corpo dell’amico, chiuse la porta e lo baciò rudemente sulle labbra. Carlo gemette mentre il corpo del ragazzo si pigiava contro il suo facendoglielo diventare ancora più duro. Sentiva la protuberanza nei jeans di Max ed abilmente glieli sbottonò e aprì con una mano facendoli cadere sul pavimento.
Max si tirò via la t-shirt mentre usciva da boxer e jeans e tirò di nuovo Carlo a se carezzandogli il torace e baciandolo profondamente. Carlo avvolse le braccia intorno al suo collo e lasciò che il piercing della sua lingua strofinasse contro la lingua di Max, sapendo quanto lui amava quella sensazione.
Poi si tolse dalle labbra del ragazzo e si girò per andare verso la camera da letto ma Max gli prese una mano e non si mosse. “Voglio incularti proprio qui sul pavimento.” Gli mormorò eccitante in un orecchio: “Mettiti in ginocchio, baby.” Chiese guardandolo negli scuri occhi marroni.
Carlo fece come gli era stato detto e si mise su mani e ginocchia sul pavimento, il tappeto era fastidioso sotto la pelle nuda ma non ci fece caso. Inginocchiandosi dietro di lui, Max gli allargò le natiche inalando il profumo di cui era dipendente e si piegò a leccare il caldo buco rosa. Lo stuzzicò con leccate leggere e Carlo rispose lamentandosi e spingendo indietro il culo per costringere la lingua dentro di sè. “Oh cazzo, Max, mettimi la lingua nel culo. Diiooo, ohhh così baby, più forte!” Si lamentò Carlo.
“Ti piace, huh? Piccola puttana.” Gemette Max togliendo la lingua.
“Non fermarti!” anelò,Carlo più eccitato che mai. “Fottimi dannatamente Max, io voglio il tuo cazzo. Inculami!” Implorò. Max aveva sempre questo effetto su di lui, gli piaceva inculare ed essere inculato ma Max era di solito il dominante ed ora Carlo non aveva problemi.
Max pigiò la testa del suo 23 centimetri contro il buco del culo del suo ragazzo. “E’ questo che vuoi, baby? Lo vuoi proprio nel tuo bel sedere stretto?” Cominciò a spingere il cazzo enorme dentro Carlo che gridò per il dolore iniziale. “So che vuoi questo, puttana!” Gemette scivolando ulteriormente nel culo stretto. Il ragazzo si lamentò rumorosamente, troppo preso da quello che gli si stava facendo per rispondere. “Sì, così, continua a prendere il mio cazzo, uhhh...” Gemette Max mentre spingeva il suo uccello più profondamente. Continuò a spingere sempre più a fondo finché tutta la sua lunghezza non fu nel caldo buco del suo boyfriend.
“Mhmmm, è fottutamente bello!” si lamentò Carlo inarcandosi indietro per il piacere mentre sentiva Max che lo riempiva completamente. Il ragazzo lo estrasse fino a che solamente la testa non rimase dentro, e poi lo spinse dentro dal principio alla fine, facendo gridare in estasi l’amico. Cominciò a spingere più velocemente, stringendo ermeticamente le anche di Carlo per sostenersi. Mentre l’uccello sprofondava nel suo sedere, Carlo chiuse gli occhi e vide la faccia di Jack dietro le palpebre chiuse. Immaginò che fosse Jack a fottergli il sedere ed i suoi lamenti divennero più forti. Max affondò i denti nella spalla di Carlo facendolo ritornare alla realtà, erano ambedue eccitati ed i loro corpi erano sudati per la chiavata appassionata. Max fece scivolare una mano tra le gambe del ragazzoo e cominciò a menarglielo all’unisono con le sue spinte profonde. Carlo gettò indietro la testa lamentandosi per il piacere intenso. “Ohh sì Max!” Si lamentò.
“Vuoi che ti venga nel culo, baby?” Max spingeva più velocemente comprendendo che stava per eiaculare.
“Oh sì, sborrami nel culo...” Disse Carlo ansando.
I due ragazzi vennero simultaneamente; Max sparò il suo sperma profondamente nel sedere di Carlo mentre fiotti di seme caldo sprizzavano dal cazzo dell’amico. Crollarono insieme sul pavimento, caldi, sudati ed esauriti.
“Devo andare al lavorare, sono in ritardo...” Borbottò Max, gettando uno sguardo al suo orologio. “Sei stato stupendo baby!” Sorrise furbescamente e baciò la guancia di Carlo mentre raccoglieva i suoi vestiti. “Ci vediamo più tardi.” Gli baciò rapidamente le labbra e se ne andò.
Carlo si alzò lentamente dirigendosi verso il bagno per una doccia. Sotto il getto di acqua calda comprese che quello che sentiva per Max non poteva essere amore, lussuria chiaramente, ma non amore e d’altra parte amava tutto di Jack. Voleva tenerlo nelle sue braccia e non lasciarlo andare più. Voleva dire a Jack quanto l'amava con tutto il suo cuore e che voleva essere con lui e con nessun altro. Carlo non aveva mai sentito qualcosa di così forte per qualcuno prima di allora; non poteva sapere se Jack provava lo stesso. Doveva dirglielo.
Il tempo di uscire dalla doccia e vestirsi e Jack era arrivato a casa. Vedendolo il cuore di Carlo cominciò a battere forte ed il sorriso illuminò la sua faccia. “Ehi,” Disse tentando di tenere la voce normale.
“Ehi...” Borbottò Jack senza guardarlo negli occhi. Dio, quanto l’amava, ma baciarlo era stato un tale errore. Se Carlo avesse saputo quello che sentiva probabilmente sarebbe cambiata la loro amicizia e questo era qualche cosa che Jack non voleva rischiare. “Mi spiace per prima, è stato uno stupido impulso; non so a cosa stavo pensando!” Jack si costrinse a sorridere. “Non preoccuparti, non ho mire su di te.” Scherzò tentando di non mostrare quanto soffriva a non dire onestamente quello che sentiva.
Carlo sentì il cuore fermarsi e tutto quello che riuscì a fare fu accennare. Amava Jack ed aveva pensato che anche Jack l'amasse. “Non preoccuparti.” Riuscì a borbottare prima di girarsi e scomparire nel bagno chiudendo la porta a chiave dietro di se. Si sedette sul pavimento e raccolse le ginocchia contro il torace. L’uscita di Jack lo faceva stare male, così male, gli doleva il torace, si sentiva come se il cuore gli si fosse spaccato in due.
“Pronto?” Disse tirandosi addosso il piumino.
“Ehi Carlo, sono io.” Rispose Max , la sua voce non mostrava alcuna emozione.
Carlo non ebbe bisogno di chiedere chi era, lo riconosceva dalla voce. “Ciao. Te ne sei andato questa mattina?”
“Doveva andarmene e non volevo svegliarti.” Disse Max con noncuranza.
“Perché mi chiami?” Sospirò pesantemente Carlo; non voleva entrare nel problema voleva solo finire velocemente.
“Sono stato stupido questa notte, vuoi dimenticarlo?”
Era il modo di chiudere la questione ma Carlo si morse un labbro ed esitò prima di rispondergli. Fino a quella mattina non aveva pensato a Jack in alcun altro modo se non come amico ma ora le cose erano diverse. “Sì, dimenticherò.” Borbottò.
“Cosa stai facendo, baby?” La voce di Max perse il suo tono duro e divenne civettuola.
L’uccello di Carlo si indurì immediatamente al solo suono di quella voce e sorrise, aveva bisogno di distrarre la sua mente da Jack. “Adesso? Sono a letto, nudo e fottutamente duro.” Rispose tentando di distrarsi dal pensare di nuovo al suo amico.
Max rise con la sua risata gutturale. “Oh sì? Vuoi che venga lì?”
“Faresti bene, sono così fottutamente eccitato.”
“Sono già in viaggio.” Disse Max chiudendo la comunicazione.
Dopo poco bussarono alla porta e Carlo andò per aprire; era nudo ed il suo corpo ben fatto aveva un aspetto più fantastico che mai. L'argento che gli forava il capezzolo ed i tatuaggi sul torace davano al diciannovenne una sembianza provocantemente pericolosa. Aprì la porta e Max sorrise furbescamente, i suoi occhi guizzarono sul corpo dell’amico, chiuse la porta e lo baciò rudemente sulle labbra. Carlo gemette mentre il corpo del ragazzo si pigiava contro il suo facendoglielo diventare ancora più duro. Sentiva la protuberanza nei jeans di Max ed abilmente glieli sbottonò e aprì con una mano facendoli cadere sul pavimento.
Max si tirò via la t-shirt mentre usciva da boxer e jeans e tirò di nuovo Carlo a se carezzandogli il torace e baciandolo profondamente. Carlo avvolse le braccia intorno al suo collo e lasciò che il piercing della sua lingua strofinasse contro la lingua di Max, sapendo quanto lui amava quella sensazione.
Poi si tolse dalle labbra del ragazzo e si girò per andare verso la camera da letto ma Max gli prese una mano e non si mosse. “Voglio incularti proprio qui sul pavimento.” Gli mormorò eccitante in un orecchio: “Mettiti in ginocchio, baby.” Chiese guardandolo negli scuri occhi marroni.
Carlo fece come gli era stato detto e si mise su mani e ginocchia sul pavimento, il tappeto era fastidioso sotto la pelle nuda ma non ci fece caso. Inginocchiandosi dietro di lui, Max gli allargò le natiche inalando il profumo di cui era dipendente e si piegò a leccare il caldo buco rosa. Lo stuzzicò con leccate leggere e Carlo rispose lamentandosi e spingendo indietro il culo per costringere la lingua dentro di sè. “Oh cazzo, Max, mettimi la lingua nel culo. Diiooo, ohhh così baby, più forte!” Si lamentò Carlo.
“Ti piace, huh? Piccola puttana.” Gemette Max togliendo la lingua.
“Non fermarti!” anelò,Carlo più eccitato che mai. “Fottimi dannatamente Max, io voglio il tuo cazzo. Inculami!” Implorò. Max aveva sempre questo effetto su di lui, gli piaceva inculare ed essere inculato ma Max era di solito il dominante ed ora Carlo non aveva problemi.
Max pigiò la testa del suo 23 centimetri contro il buco del culo del suo ragazzo. “E’ questo che vuoi, baby? Lo vuoi proprio nel tuo bel sedere stretto?” Cominciò a spingere il cazzo enorme dentro Carlo che gridò per il dolore iniziale. “So che vuoi questo, puttana!” Gemette scivolando ulteriormente nel culo stretto. Il ragazzo si lamentò rumorosamente, troppo preso da quello che gli si stava facendo per rispondere. “Sì, così, continua a prendere il mio cazzo, uhhh...” Gemette Max mentre spingeva il suo uccello più profondamente. Continuò a spingere sempre più a fondo finché tutta la sua lunghezza non fu nel caldo buco del suo boyfriend.
“Mhmmm, è fottutamente bello!” si lamentò Carlo inarcandosi indietro per il piacere mentre sentiva Max che lo riempiva completamente. Il ragazzo lo estrasse fino a che solamente la testa non rimase dentro, e poi lo spinse dentro dal principio alla fine, facendo gridare in estasi l’amico. Cominciò a spingere più velocemente, stringendo ermeticamente le anche di Carlo per sostenersi. Mentre l’uccello sprofondava nel suo sedere, Carlo chiuse gli occhi e vide la faccia di Jack dietro le palpebre chiuse. Immaginò che fosse Jack a fottergli il sedere ed i suoi lamenti divennero più forti. Max affondò i denti nella spalla di Carlo facendolo ritornare alla realtà, erano ambedue eccitati ed i loro corpi erano sudati per la chiavata appassionata. Max fece scivolare una mano tra le gambe del ragazzoo e cominciò a menarglielo all’unisono con le sue spinte profonde. Carlo gettò indietro la testa lamentandosi per il piacere intenso. “Ohh sì Max!” Si lamentò.
“Vuoi che ti venga nel culo, baby?” Max spingeva più velocemente comprendendo che stava per eiaculare.
“Oh sì, sborrami nel culo...” Disse Carlo ansando.
I due ragazzi vennero simultaneamente; Max sparò il suo sperma profondamente nel sedere di Carlo mentre fiotti di seme caldo sprizzavano dal cazzo dell’amico. Crollarono insieme sul pavimento, caldi, sudati ed esauriti.
“Devo andare al lavorare, sono in ritardo...” Borbottò Max, gettando uno sguardo al suo orologio. “Sei stato stupendo baby!” Sorrise furbescamente e baciò la guancia di Carlo mentre raccoglieva i suoi vestiti. “Ci vediamo più tardi.” Gli baciò rapidamente le labbra e se ne andò.
Carlo si alzò lentamente dirigendosi verso il bagno per una doccia. Sotto il getto di acqua calda comprese che quello che sentiva per Max non poteva essere amore, lussuria chiaramente, ma non amore e d’altra parte amava tutto di Jack. Voleva tenerlo nelle sue braccia e non lasciarlo andare più. Voleva dire a Jack quanto l'amava con tutto il suo cuore e che voleva essere con lui e con nessun altro. Carlo non aveva mai sentito qualcosa di così forte per qualcuno prima di allora; non poteva sapere se Jack provava lo stesso. Doveva dirglielo.
Il tempo di uscire dalla doccia e vestirsi e Jack era arrivato a casa. Vedendolo il cuore di Carlo cominciò a battere forte ed il sorriso illuminò la sua faccia. “Ehi,” Disse tentando di tenere la voce normale.
“Ehi...” Borbottò Jack senza guardarlo negli occhi. Dio, quanto l’amava, ma baciarlo era stato un tale errore. Se Carlo avesse saputo quello che sentiva probabilmente sarebbe cambiata la loro amicizia e questo era qualche cosa che Jack non voleva rischiare. “Mi spiace per prima, è stato uno stupido impulso; non so a cosa stavo pensando!” Jack si costrinse a sorridere. “Non preoccuparti, non ho mire su di te.” Scherzò tentando di non mostrare quanto soffriva a non dire onestamente quello che sentiva.
Carlo sentì il cuore fermarsi e tutto quello che riuscì a fare fu accennare. Amava Jack ed aveva pensato che anche Jack l'amasse. “Non preoccuparti.” Riuscì a borbottare prima di girarsi e scomparire nel bagno chiudendo la porta a chiave dietro di se. Si sedette sul pavimento e raccolse le ginocchia contro il torace. L’uscita di Jack lo faceva stare male, così male, gli doleva il torace, si sentiva come se il cuore gli si fosse spaccato in due.
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