Ricordi (8)
di
pallera
genere
bisex
Ricordi (8)
Comunque ripeto il fatto che C. non avesse fatto un bocchino a me dopo che io glielo avevo fatto non mi disturbava più di tanto. In quel periodo stavo aspettando di poterlo fare a mio fratello e la cosa un po’ mi impensieriva. Primo perché non avendoli mai fatti non mi sentivo sufficientemente esperto, secondo perché, anche se C. si era dimostrato super soddisfatto, pensando alle dimensioni del cazzo di mio fratello rispetto a quelle del mio amico, una certa ansia mi prendeva.
Per cui nei giorni successivi, ogni volta che se ne presentava l’occasione, ero sempre io a chiedere a C. di farselo succhiare per potermi esercitare. E devo dire che nemmeno a lui la cosa dispiaceva troppo!
Dopo un po’ di tempo prenderlo in bocca a C., succhiarlo e farmi sburrare dentro ingoiando tutto mi riusciva sempre più facile e devo dire sempre più piacevole. Avevo capito dai gemiti del mio amico quali erano le cose che più lo eccitavano: passare con la lingua sopra la cappella, leccarne tutto il bordo inferiore e cercare di forzare con la punta della lingua il foro in cima. Mentre poi succhiavo tutto quanto e facevo entrare ed uscire dalla bocca quel paletto infuocato, con le mani accarezzavo, palpavo e stringevo senza esagerare le sue palle come se potessi strizzare fuori lo sburro che alla fine mi schizzava sul palato.
Ogni volta che sentivo quelle gocce bollenti colpire il mio palato godevo anch’io di un piacere fisico oltre che mentale. Far sentire tutto quel gusto al mio amico ma soprattutto provarne tanto anch’io nel provocarlo mi esaltava tantissimo. Oltre che piacermi da morire quell’odore e il sapore del suo cazzo e del suo sburro ero più che soddisfatto di quello che stavo facendo e delle espressioni riconoscenti che poi vedevo nel suo viso. Per cui se dopo lui non mi faceva niente (a volte nemmeno una sega!) non m’importava e mi segavo più tardi da solo annusando le mie dita odorose di sburro.
Non vedevo l’ora di poter restituire il bocchino a mio fratello e il pensiero di poter prendere in bocca quel cazzone grosso e profumato mi eccitava da morire.
Mi aspettavano nuove ed emozionanti esperienze !! Dovevo solo pazientare che arrivasse il momento giusto per entrambe.
Nel frattempo continuavo ad “allenarmi” con C. e avevo capito finalmente perché preferiva che fossi io a farglielo. Un giorno proprio mentre glielo succhiavo cominciò a confessarmi che lui e suo fratello era da un po’ di tempo che facevano queste cose. Era stato il fratellone, com’era successo a me, a cominciare il tutto e, a differenza del mio, a pretendere che C. gli facesse un po’ di tutto senza contraccambiare. Insomma il mio povero amico doveva fargli seghe e bocchini quando il fratello ne aveva voglia avendo per contropartita solo qualche sega ogni tanto.
-Ha un cazzo molto grande – poi mi diceva - una cappella che a mala pena riesco a prendere in bocca e quando sburra devo farlo uscire più volte perché la quantità è talmente tanta che non riesco a tenerglelo dentro e poi sono costretto ad ingoiare più volte.
Per questo fare bocchini è diventato per lui più un dovere che un piacere.
-Non preoccuparti – gli dico – a me piace un sacco.
E approfittando della sua confessione anch’io gli racconto tutto di me e mio fratello non tralasciando il fatto che sto aspettando di poter soddisfare questa mia curiosità.
-Beh spero che a te piaccia più che a me – mi risponde – e se sarà così potrei anche proporlo a mio fratello!!!
In quel momento ci abbiamo riso tutti e due ma poi, quella notte ripensando alle sue parole e alla descrizione del cazzo del fratello devo dire che mi venne una certa impertinente curiosità……
(continua)
Comunque ripeto il fatto che C. non avesse fatto un bocchino a me dopo che io glielo avevo fatto non mi disturbava più di tanto. In quel periodo stavo aspettando di poterlo fare a mio fratello e la cosa un po’ mi impensieriva. Primo perché non avendoli mai fatti non mi sentivo sufficientemente esperto, secondo perché, anche se C. si era dimostrato super soddisfatto, pensando alle dimensioni del cazzo di mio fratello rispetto a quelle del mio amico, una certa ansia mi prendeva.
Per cui nei giorni successivi, ogni volta che se ne presentava l’occasione, ero sempre io a chiedere a C. di farselo succhiare per potermi esercitare. E devo dire che nemmeno a lui la cosa dispiaceva troppo!
Dopo un po’ di tempo prenderlo in bocca a C., succhiarlo e farmi sburrare dentro ingoiando tutto mi riusciva sempre più facile e devo dire sempre più piacevole. Avevo capito dai gemiti del mio amico quali erano le cose che più lo eccitavano: passare con la lingua sopra la cappella, leccarne tutto il bordo inferiore e cercare di forzare con la punta della lingua il foro in cima. Mentre poi succhiavo tutto quanto e facevo entrare ed uscire dalla bocca quel paletto infuocato, con le mani accarezzavo, palpavo e stringevo senza esagerare le sue palle come se potessi strizzare fuori lo sburro che alla fine mi schizzava sul palato.
Ogni volta che sentivo quelle gocce bollenti colpire il mio palato godevo anch’io di un piacere fisico oltre che mentale. Far sentire tutto quel gusto al mio amico ma soprattutto provarne tanto anch’io nel provocarlo mi esaltava tantissimo. Oltre che piacermi da morire quell’odore e il sapore del suo cazzo e del suo sburro ero più che soddisfatto di quello che stavo facendo e delle espressioni riconoscenti che poi vedevo nel suo viso. Per cui se dopo lui non mi faceva niente (a volte nemmeno una sega!) non m’importava e mi segavo più tardi da solo annusando le mie dita odorose di sburro.
Non vedevo l’ora di poter restituire il bocchino a mio fratello e il pensiero di poter prendere in bocca quel cazzone grosso e profumato mi eccitava da morire.
Mi aspettavano nuove ed emozionanti esperienze !! Dovevo solo pazientare che arrivasse il momento giusto per entrambe.
Nel frattempo continuavo ad “allenarmi” con C. e avevo capito finalmente perché preferiva che fossi io a farglielo. Un giorno proprio mentre glielo succhiavo cominciò a confessarmi che lui e suo fratello era da un po’ di tempo che facevano queste cose. Era stato il fratellone, com’era successo a me, a cominciare il tutto e, a differenza del mio, a pretendere che C. gli facesse un po’ di tutto senza contraccambiare. Insomma il mio povero amico doveva fargli seghe e bocchini quando il fratello ne aveva voglia avendo per contropartita solo qualche sega ogni tanto.
-Ha un cazzo molto grande – poi mi diceva - una cappella che a mala pena riesco a prendere in bocca e quando sburra devo farlo uscire più volte perché la quantità è talmente tanta che non riesco a tenerglelo dentro e poi sono costretto ad ingoiare più volte.
Per questo fare bocchini è diventato per lui più un dovere che un piacere.
-Non preoccuparti – gli dico – a me piace un sacco.
E approfittando della sua confessione anch’io gli racconto tutto di me e mio fratello non tralasciando il fatto che sto aspettando di poter soddisfare questa mia curiosità.
-Beh spero che a te piaccia più che a me – mi risponde – e se sarà così potrei anche proporlo a mio fratello!!!
In quel momento ci abbiamo riso tutti e due ma poi, quella notte ripensando alle sue parole e alla descrizione del cazzo del fratello devo dire che mi venne una certa impertinente curiosità……
(continua)
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