Crema solare allo sperma
di
Doris.night
genere
prime esperienze
Avevo cercato di fotterlo economicamente, era tutto vero, ma non mi aspettavo una risposta di quel tipo.
Era brutto, pelato in testa, peloso come un aborigeno australiano nel corpo, grassoccio e flaccido.
Mi fece prelevare una mattina da due scagnozzi, che mi costrinsero a salire in macchina, fra loro, senza possibilità di scampo.
Mi sbarcarono in una zona periferica e mi infilarono in un garage, dove il mio creditore mi aspettava insieme ad un altro personaggio.
Quando gli comparvi davanti il tipo sembrava allegrissimo:
Mi volevi fottere e invece sarai tu ad essere fottuto – mi apostrofò, senza preamboli, poi - ti presento Fulvio, un bravo barbiere, vedrai!
E rivolto ai due che mi avevano portato lì da lui ordinò:
Spogliatelo e impastoiatelo agli appositi bracciali – poi rivolto a quello presentatomi come barbiere – e tu preparamelo come sai!
Non potei neanche emettere un fiato, che i due scagnozzi mi misero subito una specie di mordacchia che mi permetteva solo di gemere e i miei gemiti sembravano soddisfare grandemente tutti.
Naturalmente, poi, in ottemperanza agli ordini, venni denudato integralmente e allacciato alle caviglie a dei braccialetti ancorati al pavimento e, ai polsi, ad altri braccialetti, ancorati a corde che pendevano da anelli a loro volta ancorati al soffitto e che dunque potevano essere manovrate a distanza per tenermi in elevazione o lasciarmi piegare schiena e braccia.
Il tipo si era assentato un momento ed era riemerso avvolto in una vestaglia che svolazzava, aperta sul suo corpo nudo e ributtante, peloso e sudaticcio e con addosso un profumo volgare da bagascia.
Quanto al barbiere era somparso anche lui e ricomparso con una certa attrezzatura.
Mi si avvicinò come per studiarmi meglio e allungò subito una mano grassoccia per pizzicarmi il culo, dilatarmi le natiche e indagarmi nel e intorno al buco. Semrava godere anche lui quando mi alzò le palle da dietro e mi afferrò il pene e cominciò a mungerlo con un movimento masturbatorio.
Insistette in quello fino ad ottenere da me un consolidarsi di erezione forzosa.
Solo allora impugnò una specie di macchinetta tosacani con la quale mi liberò rapidamente del pelo pubico e di quel poco di pelo pettorale e ascellare che avevo.
Seguii con ansia il prosieguo della sua azione: nelle sue mani brillò il manico metallico di un pennello da barba e uno dei due scagnozzi gli porse una concolina con la saponata che subito cominciò a passarmi sulle parti depilate, dandomi, per la prima volta un brivido di piacere irreprimibile.
Fui insaponato cone una vergine sacrificale e, constatati gli effetti, con insietenza sadica, mentre il mio cazzo, arrivato alla sua massima dimensione veniva masturbato con la bocca del pennello che ruotava intorno al mio glande completamente estroflesso con l'evidente scopo di provocarmi dei primi spasmi eiaculatori.
Spasmi che non mancarono di arrivare, facendomi divincolare nelle strette di un piacere non ascondibile ed assolutamente scomposto.
Non solo, ma il sadismo che mi venne imposto constava di un ulteriore passaggio: il pennello, morbido e ferocemente rotante sulla sensibilissima superficie del glande, assorbì la totalità della mia eiaculazione, la raccolse miscelata alla schiuma e mi venne strofinato in faccia e in bocca finchè non fui forzato a leccare e...ingoiare.
Ero un ragazzo alto e prestante ma il rasoio che seguì il pennello mi rese una morbida fanciulla ormai schiavizzata, almeno nel mio immaginario di quegli istanti, e quando fui obbligato a piegarmi, col ventre su un tavolaccio ero ormai pronto a subire l'estremo oltragio...e il piacere della penetrazione e dello sverginamento anale.
Naturalmente il mio violatore usò il sistema più sfiancante e vergognoso per ottenere la mia seconda eiaculazione e la sua completa soddisfazione sessuale dentro di me, usando prima le dita, poi la lingua e infine un cazzo di tutto rispetto.
Sembrava mi volesse scopare tutto a cominciare dai capezzoli che ormai preludevano a sensuali tettine, su cui sembrava non voler smettere di insistere col suo glande bavoso e intriso di schiuma e sperma – il mio – che mi aveva tolto di bocca forzandomi ad assaggiarglielo.
Poi sembrò volermi scopare le ascelle e continuò a strusciarsi e premersi col suo peloso ciuffo pubico su tutto il mio corpo, prima di arrivare apenetrarmi e fottermi, impazzando lungamente nella schiuma di cui ero ancora coperto e masturbato dalle mani del barbiere, per sua estrema soddisfazione e mia massima umiliazione.
Ma la mia umiliazione si era ormai trasformata in un godimento sconfinato quanto inusitato, anche il barbiere e i due scagnozzi si erano denudati. Il barbiere mi aveva spruzzato dello stesso volgare profumo del loro capo e i due scagnozzi mi avevano slegato e costretto, gettato a giacere su di un materasso buttato per terra, a subire il loro assalto congiunto.
Consumarono così su di me il prosieguo dello stupro iniziato dal loro padrone ed usarono senza ritegno tutte le anse e le pieghe del mio corpo per prendersi la soddisfazione di più di una sborrata e un orgasmo ciascuno. Ero stato sborrato più o meno dapertutto e avevo lo sperma di tutti quei ceffi che mi sporcava dalla faccia ai capezzoli, ai fianchi, sotto le ascelle e su ventre, ombelico, pube, cosce, chiappe e culo, oltre tutto quello che mi avevano fatto ingoiare.
Inoltre mi avevano trovato fotogenico e proposto un contratto come attore porno, che naturalmente ho accettato.
Era brutto, pelato in testa, peloso come un aborigeno australiano nel corpo, grassoccio e flaccido.
Mi fece prelevare una mattina da due scagnozzi, che mi costrinsero a salire in macchina, fra loro, senza possibilità di scampo.
Mi sbarcarono in una zona periferica e mi infilarono in un garage, dove il mio creditore mi aspettava insieme ad un altro personaggio.
Quando gli comparvi davanti il tipo sembrava allegrissimo:
Mi volevi fottere e invece sarai tu ad essere fottuto – mi apostrofò, senza preamboli, poi - ti presento Fulvio, un bravo barbiere, vedrai!
E rivolto ai due che mi avevano portato lì da lui ordinò:
Spogliatelo e impastoiatelo agli appositi bracciali – poi rivolto a quello presentatomi come barbiere – e tu preparamelo come sai!
Non potei neanche emettere un fiato, che i due scagnozzi mi misero subito una specie di mordacchia che mi permetteva solo di gemere e i miei gemiti sembravano soddisfare grandemente tutti.
Naturalmente, poi, in ottemperanza agli ordini, venni denudato integralmente e allacciato alle caviglie a dei braccialetti ancorati al pavimento e, ai polsi, ad altri braccialetti, ancorati a corde che pendevano da anelli a loro volta ancorati al soffitto e che dunque potevano essere manovrate a distanza per tenermi in elevazione o lasciarmi piegare schiena e braccia.
Il tipo si era assentato un momento ed era riemerso avvolto in una vestaglia che svolazzava, aperta sul suo corpo nudo e ributtante, peloso e sudaticcio e con addosso un profumo volgare da bagascia.
Quanto al barbiere era somparso anche lui e ricomparso con una certa attrezzatura.
Mi si avvicinò come per studiarmi meglio e allungò subito una mano grassoccia per pizzicarmi il culo, dilatarmi le natiche e indagarmi nel e intorno al buco. Semrava godere anche lui quando mi alzò le palle da dietro e mi afferrò il pene e cominciò a mungerlo con un movimento masturbatorio.
Insistette in quello fino ad ottenere da me un consolidarsi di erezione forzosa.
Solo allora impugnò una specie di macchinetta tosacani con la quale mi liberò rapidamente del pelo pubico e di quel poco di pelo pettorale e ascellare che avevo.
Seguii con ansia il prosieguo della sua azione: nelle sue mani brillò il manico metallico di un pennello da barba e uno dei due scagnozzi gli porse una concolina con la saponata che subito cominciò a passarmi sulle parti depilate, dandomi, per la prima volta un brivido di piacere irreprimibile.
Fui insaponato cone una vergine sacrificale e, constatati gli effetti, con insietenza sadica, mentre il mio cazzo, arrivato alla sua massima dimensione veniva masturbato con la bocca del pennello che ruotava intorno al mio glande completamente estroflesso con l'evidente scopo di provocarmi dei primi spasmi eiaculatori.
Spasmi che non mancarono di arrivare, facendomi divincolare nelle strette di un piacere non ascondibile ed assolutamente scomposto.
Non solo, ma il sadismo che mi venne imposto constava di un ulteriore passaggio: il pennello, morbido e ferocemente rotante sulla sensibilissima superficie del glande, assorbì la totalità della mia eiaculazione, la raccolse miscelata alla schiuma e mi venne strofinato in faccia e in bocca finchè non fui forzato a leccare e...ingoiare.
Ero un ragazzo alto e prestante ma il rasoio che seguì il pennello mi rese una morbida fanciulla ormai schiavizzata, almeno nel mio immaginario di quegli istanti, e quando fui obbligato a piegarmi, col ventre su un tavolaccio ero ormai pronto a subire l'estremo oltragio...e il piacere della penetrazione e dello sverginamento anale.
Naturalmente il mio violatore usò il sistema più sfiancante e vergognoso per ottenere la mia seconda eiaculazione e la sua completa soddisfazione sessuale dentro di me, usando prima le dita, poi la lingua e infine un cazzo di tutto rispetto.
Sembrava mi volesse scopare tutto a cominciare dai capezzoli che ormai preludevano a sensuali tettine, su cui sembrava non voler smettere di insistere col suo glande bavoso e intriso di schiuma e sperma – il mio – che mi aveva tolto di bocca forzandomi ad assaggiarglielo.
Poi sembrò volermi scopare le ascelle e continuò a strusciarsi e premersi col suo peloso ciuffo pubico su tutto il mio corpo, prima di arrivare apenetrarmi e fottermi, impazzando lungamente nella schiuma di cui ero ancora coperto e masturbato dalle mani del barbiere, per sua estrema soddisfazione e mia massima umiliazione.
Ma la mia umiliazione si era ormai trasformata in un godimento sconfinato quanto inusitato, anche il barbiere e i due scagnozzi si erano denudati. Il barbiere mi aveva spruzzato dello stesso volgare profumo del loro capo e i due scagnozzi mi avevano slegato e costretto, gettato a giacere su di un materasso buttato per terra, a subire il loro assalto congiunto.
Consumarono così su di me il prosieguo dello stupro iniziato dal loro padrone ed usarono senza ritegno tutte le anse e le pieghe del mio corpo per prendersi la soddisfazione di più di una sborrata e un orgasmo ciascuno. Ero stato sborrato più o meno dapertutto e avevo lo sperma di tutti quei ceffi che mi sporcava dalla faccia ai capezzoli, ai fianchi, sotto le ascelle e su ventre, ombelico, pube, cosce, chiappe e culo, oltre tutto quello che mi avevano fatto ingoiare.
Inoltre mi avevano trovato fotogenico e proposto un contratto come attore porno, che naturalmente ho accettato.
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