Neve bollente
di
Lord Cuk
genere
etero
Erano i primi di febbraio in una ridente località sciistica delle Alpi italiane ed Iris, splendida ragazza cecoslovacca, vi era giunta in vacanza con diversi suoi connazionali.
Stava sciando assieme ad alcuni coetanei già dalle prime ore della giornata ma verso mezzogiorno il tempo cambiò e il sole lasciò il posto a nuvole dense e scure.
I fiocchi di neve da prima sparuti iniziarono a cadere sempre più copiosi riducendo di molto la visibilità e rendendo la pista da sci simile ad una pista da motocross.
Mancava poco alla chiusura delle piste e Iris uscì un po “alticcia” dal ristoro dove, per colpa della stanchezza di un intera giornata sugli sci e le diverse birre in compagnia dei suoi amici, a fatica bloccò gli sci ai suoi scarponi.
Cominciarono tutti insieme a ridiscendere le piste da sci per ritornare in paese perdendosi di tanto in tanto a causa della neve che fitta scendeva intorno a loro. Iris un po' in difficoltà cominciò a perdere il contatto con i suoi amici, fu' nel tentativo di recuperare terreno che impattando un cumulo di neve fresca perse il controllo dei propri sci finendo con un capitombolo fuori dalla pista.
Rimase stordita per alcuni istanti, sentiva un forte dolore pulsare all’altezza del suo ginocchio sinistro.
La sfortuna volle che di li a poco il personale che chiudeva la pista passasse senza accorgersi di lei.
Il paese non era molto lontano e così decise che sarebbe scesa a piedi, si guardò intorno scrollandosi di dosso la neve che come un manto l’avvolgeva e trovò un solo sci che spuntava dalla neve fresca; si appoggiò ad esso come se fosse una stampella e cominciò a scendere.
Riuscì a fare appena un centinaio di metri, poi esausta si fermò e decise che avrebbe chiamato i suoi amici , ma frugandosi in tasca non trovò più il cellulare. Un brivido le percorse d’ un tratto la schiena, lo aveva certamente perso uscendo di pista e finendo nella neve fresca . Stava per mettersi a piangere quando nel buio iniziò a sentire il suono di un saxofono, riprese coraggio per la presenza forse di qualcuno e riprese a scendere la pista verso quel richiamo.
Il volume aumentava passo dopo passo diventando più nitido, proveniva sicuramente da uno stereo, pensò.
Fu allora che iniziò a scorgere tra i fiocchi la flebile luce di una lanterna, essa era posta fuori da una piccola baita ristrutturata da poco, in sasso e legni di larice. Le finestre erano chiuse da imposte in legno che tuttavia lasciavano fuoriuscire da alcune fessure una luce calda ed invitante.
Il profumo del fumo di legna aveva nel frattempo riempito le sue narici, rendendola felice di trovare aiuto ed anche un riparo caldo e accogliente dove riposare e riscaldarsi.
Nicola che fin da piccolo veniva chiamato Nick, aveva da poco posato il bollitore pieno d’acqua a scaldare sui cerchi della piccola stufa a legna e si era diretto in bagno per godersi una doccia calda. A dire di molti era un bel giovane uomo, alto , moro con gli occhi verdi, non era uno sportivo ma amava la vita all’aria aperta, abbronzato in viso per le tante giornate al sole, aveva il petto villoso e braccia muscolose. La sua corporatura e il suo volto tradivano le sue origini montane.
Da metà autunno complice la crisi e la perdita del suo lavoro aveva abbandonato la città ed era ritornato su i suoi monti decidendo di vivere nella baita restaurata anni prima, prendendosi del tempo per sé.
Uscito dalla doccia si infilò l’accappatoio quando sentì bussare alla porta, vista l’ora del thé pensò che era arrivato Diego suo caro amico che lavorava nel servizio impianti.
Si diresse, allacciandosi l’ accappatoio, verso la porta e la aprì verso di sé, una bufera di neve e vento lo colpì in pieno.Il suo sguardo incontrò gli splendidi occhi blu di Iris, passò dalle lunghe ciglia alle piccole efelidi che correvano delineando un nasino delicato. Le gocce di neve sciolta imperlavano il suo viso, le labbra dal contorno dolce ripartite da pieghette che sparivano verso l’interno. Nick si scostò lasciandole spazio e ammirò entrare questa bellezza straniera cosi inusuale rispetto alle ragazze italiane. Era alta quasi quanto lui, fisico snello e molto seducente che non veniva nascosto dalla tuta da sci inzuppata. Nick allora pensò tra sé, se fosse reale ciò che gli stava accadendo, si accorse poco dopo che la ragazza zoppicava e premuroso la fece sedere sul divanetto accanto alla stufa.
Con un gesto Iris confermò che le doleva il ginocchio,perché purtroppo non parlavano la stessa lingua, allora lui le porse un asciugamano per il viso e i suoi lunghi capelli rossi racchiusi in una splendida treccia. Vedendola con i vestiti fradici afferrò dalla testiera del divano una plaid di pile, Iris si tolse allora la giacca e il maglioncino rimanendo con il solo reggiseno. Nick non poté non incappare con lo sguardo in quei due magnifici seni almeno di una taglia terza raccolti in quel reggiseno sportivo nero. Vide tra la scollatura, risaltata dal pallore della carnagione di Iris, una tenue spruzzata di efelidi. Passò un breve istante e subito nell’aria si sparse un odore intenso di sudore misto a birra che fece imbarazzare Iris, lui le propose allora in un inglese poco preciso che poteva farsi una doccia e lei accettò. Nick ebbe il tempo così di stendere gli abiti della ragazza e mettere in infusione una bustina di Thé. Era immerso nei suoi pensieri e si chiedeva chi fosse quella ragazza e soprattutto come aveva fatto ad incontrarla in quella situazione. Aveva finito da poco di aggiungere due tronchetti di legna nella stufa che sentì arrivare la ragazza.
Iris era avvolta in un accappatoio in microfibra, aveva sciolto la treccia e aveva raccolto i suoi capelli in una coda alta che ondulando le carezzava la base del collo, le sue gambe erano affusolate e nervose, sul ginocchio sinistro era evidente un grosso ematoma. Nick la fece accomodare e le offrì una tazza di Thé fumante e la abbandonò un istante per recarsi nel bagno e tornare poco dopo con una pomata antinfiammatoria.
Vedendo la ragazza propensa a farsi medicare si inginocchiò ai suoi piedi e cominciò a spalmargliela partendo dal contorno fino al centro del livido.
Il contatto delle sue mani sulla pelle di Iris provocò un brivido in entrambi, lei socchiuse gli occhi mentre Nick si sentì pervadere da uno stato di eccitazione che come un formicolio cominciò ad insistere sul suo basso ventre facendolo arrossire ed Iris se ne accorse.
Nella doccia e sotto lo scroscio d’acqua calda i pensieri di Iris si erano concentrati su quel giovane che non aveva esitato ad accoglierla, lo spavento per la difficoltà di trovare aiuto aveva lasciato spazio alla trepidazione. Pensò tra se che era stata fortunata a trovare un bel ragazzo in quella baita.
Nel frattempo l’eccitazione del contatto fisico ed il fresco della pomata stavano stimolando anche lei facendole indurire i capezzoli che cominciarono a vedersi sotto l’ accappatoio.
Nick smise di massaggiarla e rimase fermo inginocchiato di fronte alle sue gambe, era diventato tutto rosso in viso a causa dell’ erezione che non era stato in grado di controllare e che ora gli impediva di rimettersi in piedi.
Iris si sentiva grata a quell’uomo e ne provava attrazione, al contrario dei suoi amici e connazionali, i quali erano per lo più biondi o castani, i suoi capelli neri non troppo lunghi, e quella carnagione scura e abbronzata la intrigavano.
Nick era frustrato da quella situazione di stallo in cui era finito, stringeva i denti cercando di riprendere il controllo sulla sua eccitazione quando sentì le dita di Iris farsi strada tra i suoi capelli.
Fu allora che il loro sguardo tornò ad incontrarsi, questa volta gli occhi di Nick scesero sul contorno degli zigomi e le guance per soffermarsi poi sulla linea delle labbra e di nuovo tra quelle pieghette del labbro.
Iris si sporse lentamente verso Nick e i due sentirono nuovamente quella scarica di eccitazione e adrenalina che avevano provato poco prima.
Il loro bacio dapprima lento, quasi al rallentatore era un assaggiarsi, un indugiare, qualunque cosa dal più piccolo rumore poteva interrompere questa esplorazione. Non appena però entrambi chiusero gli occhi i loro sensi cominciarono ad annebbiarsi, le loro orecchie ad ovattarsi, persero il senso del tempo e i loro baci aumentarono il ritmo, l’ intensità. Le loro lingue cominciarono a incontrarsi prima fugacemente poi sempre più.
Con quei baci si era creato un “ponte” tra i due e ora ogni altro gesto sembrava più naturale.
Le mani di Iris ritornarono su Nick questa volta sul suo volto e poi dietro la nuca. Le mani di lui che fino a un attimo prima erano rimaste inanimate per l’ intensità dei baci si posarono sull’accappatoio di Iris all’altezza delle cosce e poi spostarono entrambi i lembi mostrando le gambe affusolate e forti di lei. Cominciò a tastarne la compattezza e la setosità, le percorse oltre che con le mani pure con lo sguardo e si fermò non appena un ciuffetto di peli color rame gli indicò la meta.
Vedendo il desiderio negli occhi di lui divaricò lentamente le gambe mettendo in luce la sua passerina sapientemente depilata con alla cima un ciuffetto impertinente.
L’ erezione aveva ripreso violentemente a farsi sentire, Nick da tempo era ancora inginocchiato e così si alzò in piedi per distendere le gambe, in questa posizione nemmeno l’ accappatoio era in grado di mascherare la sua forte eccitazione; Iris allora lo aprì e rimase piacevolmente sorpresa. Come prima cosa notò che il suo cazzo era circonciso, le dimensioni di per sé nella media italiana erano accentuate dall'entità dell’erezione, un groviglio di vene e venuzze pulsavano, la cappella lucida e gonfia era tesa e i testicoli parevano pesanti, gonfi e duri.
Iris diede un rapido sguardo al volto di lui e vide la mascella tesa che stringeva i denti, decise quindi di dedicare le sue attenzioni a quel cazzo teso e scalpitante. Lo infilò piano nella sua bocca cominciando a tastarlo con la lingua e le labbra, lo insalivò per bene; nella sua bocca pareva ingrossarsi ancora di più. Nick sentiva la lingua di Iris vorticare, era certamente abile a fare pompini e gliene stava dando la prova. Sentiva il suo ventre e i suoi testicoli agitarsi in preda a spasmi e contrazioni, sentiva che non avrebbe retto il ritmo con cui lo stava spompinando. Essa infatti decise che voleva gustarsi il nettare che a fatica Nick riusciva a contenere nei suoi coglioni doloranti. Le bastarono pochi colpetti di lingua ben assestati per sentire il corpo di Nick irrigidirsi d’un tratto e percorso da fremiti scaricarle in bocca violenti fiotti di seme caldo. I primi due le sbatterono in fondo al palato finendole dritti in gola, i successivi densi e carichi le riempirono la bocca, Iris inghiottiva quella linfa una, due volte; poi con la mano percorse tutto il cazzo dalla base fino alla punta facendo fuoriuscire le ultime goccioline di seme che succhiò con le labbra.
Nick stava per godersi quel breve istante in cui tutti i suoi muscoli che prima erano contratti ora si stiravano rilassandosi, tutto ciò in contrasto con il suo respiro che trattenuto durante l’ orgasmo ora riprendeva accellerato. Sentì la tensione sciogliersi, i suoi testicoli svuotati nello stomaco di Iris non gli dolevano più, così come il suo cazzo che si stava sgonfiando appagato.
Ora era Nick a sentirsi in debito con quella splendida creatura, decise quindi che l’ avrebbe appagata in tutti i modi possibili, donandole orgasmi e sensazioni forti mettendo in campo tutte quelle fantasie che nelle lunghi notti passate in solitudine aveva avuto modo di perfezionare.
CONTINUA …
Stava sciando assieme ad alcuni coetanei già dalle prime ore della giornata ma verso mezzogiorno il tempo cambiò e il sole lasciò il posto a nuvole dense e scure.
I fiocchi di neve da prima sparuti iniziarono a cadere sempre più copiosi riducendo di molto la visibilità e rendendo la pista da sci simile ad una pista da motocross.
Mancava poco alla chiusura delle piste e Iris uscì un po “alticcia” dal ristoro dove, per colpa della stanchezza di un intera giornata sugli sci e le diverse birre in compagnia dei suoi amici, a fatica bloccò gli sci ai suoi scarponi.
Cominciarono tutti insieme a ridiscendere le piste da sci per ritornare in paese perdendosi di tanto in tanto a causa della neve che fitta scendeva intorno a loro. Iris un po' in difficoltà cominciò a perdere il contatto con i suoi amici, fu' nel tentativo di recuperare terreno che impattando un cumulo di neve fresca perse il controllo dei propri sci finendo con un capitombolo fuori dalla pista.
Rimase stordita per alcuni istanti, sentiva un forte dolore pulsare all’altezza del suo ginocchio sinistro.
La sfortuna volle che di li a poco il personale che chiudeva la pista passasse senza accorgersi di lei.
Il paese non era molto lontano e così decise che sarebbe scesa a piedi, si guardò intorno scrollandosi di dosso la neve che come un manto l’avvolgeva e trovò un solo sci che spuntava dalla neve fresca; si appoggiò ad esso come se fosse una stampella e cominciò a scendere.
Riuscì a fare appena un centinaio di metri, poi esausta si fermò e decise che avrebbe chiamato i suoi amici , ma frugandosi in tasca non trovò più il cellulare. Un brivido le percorse d’ un tratto la schiena, lo aveva certamente perso uscendo di pista e finendo nella neve fresca . Stava per mettersi a piangere quando nel buio iniziò a sentire il suono di un saxofono, riprese coraggio per la presenza forse di qualcuno e riprese a scendere la pista verso quel richiamo.
Il volume aumentava passo dopo passo diventando più nitido, proveniva sicuramente da uno stereo, pensò.
Fu allora che iniziò a scorgere tra i fiocchi la flebile luce di una lanterna, essa era posta fuori da una piccola baita ristrutturata da poco, in sasso e legni di larice. Le finestre erano chiuse da imposte in legno che tuttavia lasciavano fuoriuscire da alcune fessure una luce calda ed invitante.
Il profumo del fumo di legna aveva nel frattempo riempito le sue narici, rendendola felice di trovare aiuto ed anche un riparo caldo e accogliente dove riposare e riscaldarsi.
Nicola che fin da piccolo veniva chiamato Nick, aveva da poco posato il bollitore pieno d’acqua a scaldare sui cerchi della piccola stufa a legna e si era diretto in bagno per godersi una doccia calda. A dire di molti era un bel giovane uomo, alto , moro con gli occhi verdi, non era uno sportivo ma amava la vita all’aria aperta, abbronzato in viso per le tante giornate al sole, aveva il petto villoso e braccia muscolose. La sua corporatura e il suo volto tradivano le sue origini montane.
Da metà autunno complice la crisi e la perdita del suo lavoro aveva abbandonato la città ed era ritornato su i suoi monti decidendo di vivere nella baita restaurata anni prima, prendendosi del tempo per sé.
Uscito dalla doccia si infilò l’accappatoio quando sentì bussare alla porta, vista l’ora del thé pensò che era arrivato Diego suo caro amico che lavorava nel servizio impianti.
Si diresse, allacciandosi l’ accappatoio, verso la porta e la aprì verso di sé, una bufera di neve e vento lo colpì in pieno.Il suo sguardo incontrò gli splendidi occhi blu di Iris, passò dalle lunghe ciglia alle piccole efelidi che correvano delineando un nasino delicato. Le gocce di neve sciolta imperlavano il suo viso, le labbra dal contorno dolce ripartite da pieghette che sparivano verso l’interno. Nick si scostò lasciandole spazio e ammirò entrare questa bellezza straniera cosi inusuale rispetto alle ragazze italiane. Era alta quasi quanto lui, fisico snello e molto seducente che non veniva nascosto dalla tuta da sci inzuppata. Nick allora pensò tra sé, se fosse reale ciò che gli stava accadendo, si accorse poco dopo che la ragazza zoppicava e premuroso la fece sedere sul divanetto accanto alla stufa.
Con un gesto Iris confermò che le doleva il ginocchio,perché purtroppo non parlavano la stessa lingua, allora lui le porse un asciugamano per il viso e i suoi lunghi capelli rossi racchiusi in una splendida treccia. Vedendola con i vestiti fradici afferrò dalla testiera del divano una plaid di pile, Iris si tolse allora la giacca e il maglioncino rimanendo con il solo reggiseno. Nick non poté non incappare con lo sguardo in quei due magnifici seni almeno di una taglia terza raccolti in quel reggiseno sportivo nero. Vide tra la scollatura, risaltata dal pallore della carnagione di Iris, una tenue spruzzata di efelidi. Passò un breve istante e subito nell’aria si sparse un odore intenso di sudore misto a birra che fece imbarazzare Iris, lui le propose allora in un inglese poco preciso che poteva farsi una doccia e lei accettò. Nick ebbe il tempo così di stendere gli abiti della ragazza e mettere in infusione una bustina di Thé. Era immerso nei suoi pensieri e si chiedeva chi fosse quella ragazza e soprattutto come aveva fatto ad incontrarla in quella situazione. Aveva finito da poco di aggiungere due tronchetti di legna nella stufa che sentì arrivare la ragazza.
Iris era avvolta in un accappatoio in microfibra, aveva sciolto la treccia e aveva raccolto i suoi capelli in una coda alta che ondulando le carezzava la base del collo, le sue gambe erano affusolate e nervose, sul ginocchio sinistro era evidente un grosso ematoma. Nick la fece accomodare e le offrì una tazza di Thé fumante e la abbandonò un istante per recarsi nel bagno e tornare poco dopo con una pomata antinfiammatoria.
Vedendo la ragazza propensa a farsi medicare si inginocchiò ai suoi piedi e cominciò a spalmargliela partendo dal contorno fino al centro del livido.
Il contatto delle sue mani sulla pelle di Iris provocò un brivido in entrambi, lei socchiuse gli occhi mentre Nick si sentì pervadere da uno stato di eccitazione che come un formicolio cominciò ad insistere sul suo basso ventre facendolo arrossire ed Iris se ne accorse.
Nella doccia e sotto lo scroscio d’acqua calda i pensieri di Iris si erano concentrati su quel giovane che non aveva esitato ad accoglierla, lo spavento per la difficoltà di trovare aiuto aveva lasciato spazio alla trepidazione. Pensò tra se che era stata fortunata a trovare un bel ragazzo in quella baita.
Nel frattempo l’eccitazione del contatto fisico ed il fresco della pomata stavano stimolando anche lei facendole indurire i capezzoli che cominciarono a vedersi sotto l’ accappatoio.
Nick smise di massaggiarla e rimase fermo inginocchiato di fronte alle sue gambe, era diventato tutto rosso in viso a causa dell’ erezione che non era stato in grado di controllare e che ora gli impediva di rimettersi in piedi.
Iris si sentiva grata a quell’uomo e ne provava attrazione, al contrario dei suoi amici e connazionali, i quali erano per lo più biondi o castani, i suoi capelli neri non troppo lunghi, e quella carnagione scura e abbronzata la intrigavano.
Nick era frustrato da quella situazione di stallo in cui era finito, stringeva i denti cercando di riprendere il controllo sulla sua eccitazione quando sentì le dita di Iris farsi strada tra i suoi capelli.
Fu allora che il loro sguardo tornò ad incontrarsi, questa volta gli occhi di Nick scesero sul contorno degli zigomi e le guance per soffermarsi poi sulla linea delle labbra e di nuovo tra quelle pieghette del labbro.
Iris si sporse lentamente verso Nick e i due sentirono nuovamente quella scarica di eccitazione e adrenalina che avevano provato poco prima.
Il loro bacio dapprima lento, quasi al rallentatore era un assaggiarsi, un indugiare, qualunque cosa dal più piccolo rumore poteva interrompere questa esplorazione. Non appena però entrambi chiusero gli occhi i loro sensi cominciarono ad annebbiarsi, le loro orecchie ad ovattarsi, persero il senso del tempo e i loro baci aumentarono il ritmo, l’ intensità. Le loro lingue cominciarono a incontrarsi prima fugacemente poi sempre più.
Con quei baci si era creato un “ponte” tra i due e ora ogni altro gesto sembrava più naturale.
Le mani di Iris ritornarono su Nick questa volta sul suo volto e poi dietro la nuca. Le mani di lui che fino a un attimo prima erano rimaste inanimate per l’ intensità dei baci si posarono sull’accappatoio di Iris all’altezza delle cosce e poi spostarono entrambi i lembi mostrando le gambe affusolate e forti di lei. Cominciò a tastarne la compattezza e la setosità, le percorse oltre che con le mani pure con lo sguardo e si fermò non appena un ciuffetto di peli color rame gli indicò la meta.
Vedendo il desiderio negli occhi di lui divaricò lentamente le gambe mettendo in luce la sua passerina sapientemente depilata con alla cima un ciuffetto impertinente.
L’ erezione aveva ripreso violentemente a farsi sentire, Nick da tempo era ancora inginocchiato e così si alzò in piedi per distendere le gambe, in questa posizione nemmeno l’ accappatoio era in grado di mascherare la sua forte eccitazione; Iris allora lo aprì e rimase piacevolmente sorpresa. Come prima cosa notò che il suo cazzo era circonciso, le dimensioni di per sé nella media italiana erano accentuate dall'entità dell’erezione, un groviglio di vene e venuzze pulsavano, la cappella lucida e gonfia era tesa e i testicoli parevano pesanti, gonfi e duri.
Iris diede un rapido sguardo al volto di lui e vide la mascella tesa che stringeva i denti, decise quindi di dedicare le sue attenzioni a quel cazzo teso e scalpitante. Lo infilò piano nella sua bocca cominciando a tastarlo con la lingua e le labbra, lo insalivò per bene; nella sua bocca pareva ingrossarsi ancora di più. Nick sentiva la lingua di Iris vorticare, era certamente abile a fare pompini e gliene stava dando la prova. Sentiva il suo ventre e i suoi testicoli agitarsi in preda a spasmi e contrazioni, sentiva che non avrebbe retto il ritmo con cui lo stava spompinando. Essa infatti decise che voleva gustarsi il nettare che a fatica Nick riusciva a contenere nei suoi coglioni doloranti. Le bastarono pochi colpetti di lingua ben assestati per sentire il corpo di Nick irrigidirsi d’un tratto e percorso da fremiti scaricarle in bocca violenti fiotti di seme caldo. I primi due le sbatterono in fondo al palato finendole dritti in gola, i successivi densi e carichi le riempirono la bocca, Iris inghiottiva quella linfa una, due volte; poi con la mano percorse tutto il cazzo dalla base fino alla punta facendo fuoriuscire le ultime goccioline di seme che succhiò con le labbra.
Nick stava per godersi quel breve istante in cui tutti i suoi muscoli che prima erano contratti ora si stiravano rilassandosi, tutto ciò in contrasto con il suo respiro che trattenuto durante l’ orgasmo ora riprendeva accellerato. Sentì la tensione sciogliersi, i suoi testicoli svuotati nello stomaco di Iris non gli dolevano più, così come il suo cazzo che si stava sgonfiando appagato.
Ora era Nick a sentirsi in debito con quella splendida creatura, decise quindi che l’ avrebbe appagata in tutti i modi possibili, donandole orgasmi e sensazioni forti mettendo in campo tutte quelle fantasie che nelle lunghi notti passate in solitudine aveva avuto modo di perfezionare.
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