Neve bollente -parte terza-

di
genere
etero

Il rumore del potente motore del “Gatto delle Nevi” in servizio per la battitura notturna delle piste da sci destò entrambi dal sonno. Iris era calda sotto le lenzuola mentre l’ ambiente si era raffreddato spegnendosi la stufa al piano di sotto. Nick si alzò, prese dei boxer e una maglietta puliti e scese da basso. Trovò alcuni pezzetti di brace e li raggruppò con il ferro arcuato, posò dei legnetti e sopra due tronchetti di legna, mentre sentì le fiamme schioppettare si affacciò alla finestra e notò scostando di poco l’imposta dalla finestra che aveva smesso di nevicare. Lanciò poi un occhiata all’orologio e vide che erano da poco passate le 22, si accorse che aveva fame e doveva averne anche quella ragazza. Si sentì arrossire al pensiero che non aveva avuto modo di presentarsi e di conoscere il nome di quella splendida creatura. Mise a bollire l acqua sopra un piano elettrico a induzione e nell’altro del sugo di pomodoro e olive.
La piccola cucina era vicina all’ingresso ma completa di tutto, la struttura era realizzata in tavole di legno rosso di larice, un tavolone spesso diversi centimetri di castagno formava il piano cucina creando un piacevole contrasto con il lavabo in acciaio inox.
Iris al piano di sopra si era infilata una camicia di flanella a quadri trovata nel cassettone aperto poco prima da Nick, sentiva il profumo del sugo che saliva lungo le scale e sentì brontolarle lo stomaco dalla fame. Scese le scale e trovò Nick intento ad impiattare le penne al sugo, appena lei si avvicinò al tavolo lui in modo un po’ impettito le porse la mano presentandosi, lei gliela strinse e con uno sguardo divertito fece la sua conoscenza. Scostò la sedia e la fece accomodare e mangiarono con appetito, Iris tra una forchettata e l’altra raccontava in inglese la sua disavventura, l’uscita di pista e la perdita del cellulare cadendo.
Finito di cenare andò in bagno e si rivestì con i suoi abiti che nel frattempo si erano asciugati, chiese in prestito il cellulare a Nick e riuscì a contattare la sua amica Annette con la quale divideva la stanza d’albergo. Nick ascoltava la ragazza parlare velocemente in cecoslovacco, non capiva nemmeno una parola e temeva che una volta terminata la conversazione quella ragazza in piedi davanti a lui uscisse dalla sua vita. A un tratto della conversazione notò la ragazza voltarsi verso di lui osservandolo e sorridendo concluse la telefonata con delle parole di saluto. Nick era visibilmente in attesa di sapere cosa sarebbe successo di lì a poco. Iris raccontò dell’ incidente alla sua amica e di aver trovato un bellissimo ragazzo che l’ha soccorsa e che si sarebbe trattenuta fuori la notte, di non preoccuparsi e che si sarebbero viste l’indomani mattina. Nick più che alla spiegazione in inglese aveva colto l’eccitazione negli occhi di lei nel comunicargli l’intenzione di trascorrere l’intera notte con lui, sentì infatti una scarica scuotergli i testicoli mentre vedeva Iris accennare un piccolo movimento da scolaretta monella in cerca della sua approvazione. Lui si appoggiò sollevato allo schienale del divanetto con una smorfia di finta severità, era felice di quel regalo inaspettato.
Fecero l’amore per il resto della notte alternando momenti di romanticismo ad altri di sesso sfrenato e solo alle prime luci dell’alba si concessero un po’ di riposo. Il sole aveva da poco superato le maestose montagne innevate e spargendo i suoi raggi illuminava e riscaldava le piste e i boschi di abete. Dopo una bella doccia ed una colazione con fette biscottate, marmellata e caffè uscirono dalla baita. Iris trovò i suoi sci e i bastoncini accanto a quelli di Nick, mentre evidentemente lei dormiva lui era uscito in cerca dello sci e del telefonino della ragazza trovando sotto la neve solamente il resto dell’attrezzatura.
Scendendo verso il paese non poté non osservare il bel culetto di Iris mentre ondeggiava sinuoso curva dopo curva. La velocità faceva svolazzare la chioma rossa di lei come la coda di una volpe, ma era Nick il predatore e la puntava come fosse la sua preda succulenta.
Arrivati in paese si offrì di accompagnarla all’albergo e lungo il tragitto portò anche i suoi sci sulle spalle, Iris fu’ contenta della galanteria del giovane uomo.
Alloggiati gli sci entrarono nella hall dell’albergo frequentato in quel periodo per lo più da stranieri, trovando Annette ad aspettarli. Era seduta a guardare le immagini di una rivista di gossip, e non appena riconobbe Iris si avvicinò a loro. Una ragazza mora, carina dalla pelle chiara ed un viso pulito e delicato, poco più bassa di Iris. Aveva la vita stretta, fianchi larghi e gambe tornite e leggermente arcuate dalla muscolatura, un bel seno prosperoso di almeno una quarta misura. Nick suppose essere una sportiva oppure la corporatura era da attribuire ai caratteri genetici delle donne dell’est, ma nonostante questo la trovò decisamente eccitante.
Si trattenne con loro un altro po’ bevendo un caffè, sentendosi in imbarazzo man mano che il tempo passava cominciò a guardare l’orologio sopra la specchiera del piano bar. Iris propose a Nick di vedersi la sera dopo cena per uscire tutti assieme in qualche locale lì vicino e salutandole aggiunse che avrebbe portato con sé il suo amico Diego.
Approfittando della splendida giornata di sole Nick decise di andare a sciare, aspettando la pausa pranzo del suo amico per comunicargli il programmino della serata.
Di qualche anno più giovane era biondo con la pelle scottata dal sole, aitante e molto simpatico ma soprattutto di buona forchetta. Lavorava negli impianti da sci come macchinista da qualche anno, passando intere giornate a flirtare allegramente con le sciatrici e in particolare con le giovani maestre di sci. A suo dire purtroppo era tanto dotato quanto sfortunato in amore, le sue uniche conquiste si limitavano a qualche bacio fugace con qualche ragazza dietro la rimessa dei gatti delle nevi. Aveva da poco addentato un boccone di spezzatino quando Nick seduto davanti a lui nella saletta del ristoro iniziò a confidargli l’avventura avuta la notte prima con Iris. Sentendo il racconto quasi trasognato del suo amico, Diego perse completamente l’appetito cambiando umore afflitto, ma appresa la notizia dell’appuntamento e di una ragazza per lui si fece euforico.
Iris e la sua amica trascorsero la giornata a fare shopping nelle vie ricche di negozi del paese acquistando dei cosmetici per la serata, e il pomeriggio si dedicarono ai preparativi e alla cura del loro aspetto, volevano essere sicure di fare colpo sui due uomini.
La sera i due arrivati davanti all’albergo videro uscire le due ragazze che erano decisamente uno schianto, Iris in jeans chiari stivaletti neri al ginocchio con il tacco e un giubbino bianco con girocollo in pelo lungo anch’esso bianco, aveva i capelli rossi arricciati, lucida labbra e mascara, due orecchini lunghi e sottili parevano slanciare ancor di più il suo esile collo. Annette fuseaux neri attillati scarpe a dècolletè nere e un giubbino rosso molto provocante con pelo rosso, i capelli neri erano anch’essi arricciati e rossetto rosso. Nick e Diego si diedero un occhiata di stupore molto colpiti, sembravano due clienti facoltosi accompagnati da due escort dell’est scovate su internet. Dopo essersi presentati e incamminati verso il locale Nick e Iris osservavano divertiti e distanti qualche passo i loro amici, Diego che non sapeva neanche una parola di inglese sembrava tuttavia trovarsi a suo agio con quella donna prosperosa, non fecero neanche un centinaio di metri che già le aveva cinto le spalle con il braccio. Arrivarono al locale, un disco pub ed entrarono sperando di trovare da sedersi, era già affollato, la musica alta le luci intermittenti, una splendida ragazza immagine stava ballando sul cubo illuminata dalle luci stroboscopiche e Diego riconobbe che era Glory la sua coscritta. Nick si guardò attorno e salutò Allan un suo amico che gli fece cenno di venire verso di lui. Allan era un maestro di sci poco più grande di Nick, alto affascinante e moro, aveva il viso abbronzato e segnato dalla grande maschera da sci, era in compagnia di una donna molto più grande di lui, sposata ma affascinante e accattivante, doveva trattarsi di una sua cliente speciale a cui di giorno insegnava con professionalità la tecnica dello sci e la sera passava in sua compagnia il tempo in attesa del ritorno di suo marito. Dopo essersi presentati e accomodati ordinarono da bere in abbondanza. Le conversazioni di rito lasciarono posto ai primi baci fugaci alternati alle sonore risate, per poi passare a vere e intense pomiciate. Anita, la donna che Allan intratteneva era inizialmente indispettita per l’intromissione della comitiva e dopo qualche drink iniziò una tacita sfida con le due straniere che ai suoi occhi apparivano come ragazzine volgari e senza gusto. Ella era sposata da 7 anni con un industriale del nord Italia, senza figli aveva mantenuto il fisico da indossatrice di diversi anni prima, lunghi capelli biondi e lisci viso segnato da rughe impercettibili, qualche ritocchino chirurgico la facevano sembrare una star del porno, al collo una collana di perle e alla mano fede e brillante, gambe lunghe velate da collant scuri e tubino nero sopra il ginocchio, la pelliccia di visone al suo lato che le copriva la borsa firmata.
Diego scatenato sulla pista da ballo faceva divertire un mondo la sua compagna Annette, si piacevano ed erano belli da guardare, Nick e Iris seduti accostati sui divanetti si guardavano tanto intensamente da imbarazzare chiunque li avesse guardati, si desideravano con ardore.
Passate un paio d’ore e dopo aver visitato un altro pub decisero di terminare la serata con una bevuta nella baita di Nick. Percorsero ciascuno con la propria donna la pista da sci in sella a tre potenti motoslitte. Arrivati in baita trovarono un caldo tepore che riscaldò le tre donne infreddolite dal breve percorso, si stapparono bottiglie di spumante e messa un po’ di musica la serata continuò spensierata. Il clima di baldoria e l’alcool riscaldarono l’atmosfera, ciascuno cominciò a concentrarsi sulla propria compagna. Fu’ così che Iris e Nick salirono in camera da letto, Allan e Anita saliti anch’essi si fermarono invece nel salottino lasciando Diego e Annette al piano di sotto sul divano accanto alla stufa a legna.
I fumi dell’alcool alteravano i sensi amplificando le sensazioni e gli stimoli, Iris si sentiva sprofondare nel soffice letto di Nick mentre lui le sfilava i jeans stretti dai fianchi facendoli correre lungo le sue splendide gambe depilate poche ore prima. Lui accortosi della lucentezza non sdegnò di percorrerle a tratti con la lingua e i suoi baci carnosi salendo per scoprire un perizoma color avorio. Appoggiatosi sopra le labbra sentì la consistenza della seta e chiudendo gli occhi inspirò il dolce profumo di femmina che Iris eccitata emanava. Scostandolo leggermente iniziò a regalarle sensazioni stupende, baciò sapientemente le piccole labbra socchiuse sentendole piano piano irrorarsi dall’eccitazione. Iris chiuse gli occhi sentendosi sulle nuvole in balia dell’angelo della passione, Nick aveva desiderato quel momento da ore, tutto dal battito del suo cuore accellerato ai suoi sensi annebbiati era rivolto a soddisfare quella splendida donna. Lui la considerava ormai come una dea del fuoco, sentiva che le era entrata nel sangue e non voleva perderla, era stregato dal suo corpo e dalla sua chioma che per lui era intensa e ammaliante quanto una fiamma che al suo calore avrebbe reso persino la neve bollente!
Iris prese a stringere i cuscini a lato della sua testa con le mani, voleva godere dal modo in cui Nick la leccava, il giramento della sua testa non le permetteva di decidere lucidamente tempi e ritmi da impartire al suo devoto discepolo. Lui era abile e soprattutto paziente e non dava peso al male che quelle estenuanti leccate provocavano alla sua mandibola, per lui contava soltanto farle raggiungere intensamente l’estasi. Non tardò molto ad arrivare il gridò liberatorio che l’orgasmo sconquassante fece scaturire dalla gola di Iris, si sentì in paradiso per molto più tempo del solito merito dell’alcool oppure della maestria con cui la lingua di Nick aveva continuato impercettibilmente a carezzare il suo roseo e lucente clitoride.
Nella stanzetta accanto abiti ovunque sul tappetto e il pavimento erano la prova che Anita bramava quel suo giovane maestro e voleva essere lei ad impartirgli una bella lezione, era inginocchiata davanti ad Allan eseguendo uno splendido pompino mentre con le mani afferrava i suoi quadricipiti guizzanti e sodi. Nel piano sottostante Annette cercava da un pezzo di rianimare il pene di Diego che colpa dell’alcool non voleva sentire ragioni oppure era colpa dell’ansia da prestazione. Lei che voleva avere quell’affare di 30 centimetri dentro di sé si decise di provare con le maniere dure. Afferrò dunque un ferro della stufa la cui estremità aveva il manico tornito in legno e dopo aver insalivato per bene la rosellina dell’ano di Diego glielo infilò piano. Lui perse il fiato per un istante arrossendo in viso e vedendo poco dopo alzarsi il cazzo indurito. Sfilato l’attrezzo che da lui d’ora in poi sarà considerato un vero e proprio attizzatoio, senza perdere tempo e con pochi colpetti entrò nella figa calda e bagnata di Annette. Iniziò un movimento repentino dettato dalla foga che però Annette non ostacolò temendo di rimanere insoddisfatta, e così assecondò le pulsioni frenetiche di quel giovane che non era stato in una donna da chissà quanto tempo. Lui cambiò posizioni rapidamente quasi volesse sperimentarle tutte, ma un po’ l’inesperienza e un po’ la fretta non riuscì a solleticare a dovere il piacere della formosa ed eccitante ragazza e senza che neanche lui lo volesse venne prematuramente facendo almeno in tempo ad indirizzare i caldi fiotti del suo seme sul petto di Annette, e terminando il suo godimento osservando le cinque colate lattiginose percorrerle rapide i seni prosperosi.
Intanto gli scricchiolii provenienti dal soffitto in legno sopra le loro teste smorzavano l’intensità degli affondi che Anita riceveva nel suo ventre dalla virilità del suo giovane e vigoroso atleta. La qualità del sesso che la stava appagando doveva essere spettacolare, le fibre muscolari di Allan erano contratte e dure come il marmo, i movimenti del suo bacino regolari e intensi. Anita esternava il suo godimento segnando con le sue unghie lunghe graffiate che arrosavano i quadricipiti e gli addominali di Allan. Di fronte a quella tigre divoratrice di uomini che osservava le gocce di sudore che imperlavano la fronte di lui, allenato a resistere aspettò che ella ebbe raggiunto l’orgasmo e solo dopo allora si lasciò andare. Si protese verso di lei e le prese saldamente i seni roteandoli, iniziò a far ciondolare il capo facendo grondare goccioline di sudore sul ventre dai suoi capelli neri. Dopo gli ultimi colpetti sentì che era giunto il momento e con un tempismo da record uscì rapido dalla sua figa schizzando violentemente il frutto dei suoi testicoli inondandole il ventre piatto e arrivando a colpirle i seni duri e perfetti. Anita era soddisfatta di vedere tanto sperma da creare un laghetto con al centro il suo ombelico e passatoci il dito come un cucchiaino se lo portava voluttuosa alla bocca assaporando il suo dolce maestro.

Continua …
scritto il
2016-04-01
3 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Neve bollente -parte seconda-

racconto sucessivo

Neve bollente -parte quarte-
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.