Storia di una notte clandestina

di
genere
incesti

sono seduta in aula all’università, ma non riesco a concentrarmi, non riesco nemmeno a stare seduta ferma. tutto il mio corpo è attraversato da una “vibrazione”. “Tanto vale che me ne vado” penso. Prendo lo scooter me ne vado a casa. In fretta prendo il borsone della palestra e esco di nuovo. Di sicuro allenarmi mi farà bene. Arrivo in palestra mi cambio e saluto la segretaria.
-Ciao Ru come mai così presto??- Mi dice la segretaria.
Non riesco e concentrarmi e allora sono venuta qua.
Hai fatto bene. Mi risponde
Vado in sala pesi e poi faccio un po’ di cardio. Sento la tensione sciogliersi.
Ciao Rudina che ci fai qui a quest’ora?? Mi volto e vedo un mio ex fidanzato.
Bisogno di liberare la testa. Rispondo.
Pene d’amore?? Chiede.
Non rispondo verbalmente ma con un eloquente dito medio. Però ci ha preso il bastardo. Corro ancora per un po’ e poi vado a farmi la doccia. l’acqua quasi bollente che scorre sul mio corpo muscoloso mi da una sensazione di benessere. esco dalla doccia l’aria fredda dello spogliatoio mi mi fa rizzare i capezzoli. in quel momento sento arrivare un messaggio sul cellulare. mi vesto e poi prendo il cellulare. l’anteprima del messaggio promette bene il mittente è “amore”. lo leggo: “stasera 19:30 al principe di savoia aspetta il numero della stanza prima di entrare”. rispondo con una sola emoticon del segno di OK. Sono solo le 14.30 non so cosa fare fino alle 19:30. prendo il cellulare scorro la rubrica…. Lisa hair… chiamo.
Ciao sono Rudina lo so che è tardi ma avresti posto per oggi?? Anche adesso sono qui vicina. Ok arrivo.
La mia parrucchiera è poco distante potrei andare con lo scooter ma preferisco fare quattro passi. Arrivo al negozio e una delle ragazze mi fa’ subito accomodare al lava teste. Dopo un veloce lavaggio mi fa’ accomodare.
Ciao Ru come li facciamo?
Non saprei ho voglia di una sistemata.
Come mai?? Serata Galante?
Intenzioni bellicose. Rispondo un ghigno “malefico”.
Di quelli che poi esci spettinata? Mi chiede.
Si . rispondo seccamente.
La parrucchiera comincia il suo lavoro. il passare delle sue mani sulla mia testa ha un effetto rilassante. Poco dopo finisce. Pago esco e guardo l’orologio. Sono solo le 16:00. Ritorno verso lo scooter, “ottima idea quello dello scooter dopo la parrucchiera” peso. Arrivo a casa poco dopo. Ho voglia di toccarmi tantissima voglia di toccarmi, ma voglio resistere voglio aspettare il piacere che mi darà lui questa notte. spalanco l’armadio della camera per decidere cosa mettere. Gonna a taglio asimmetrico nera camicetta nera con manica larga e un po’ scollata. Niente calze fa’ freddino la sera ma so che lui adora le mie gambe scoperte. “che scarpe mi metto” penso. E subito dopo i miei occhi cadono su un paio di Laboutine che mi aveva regalato lui quest’estate.
sono quasi le 19:00 gli mando un messaggio: “macchina o taxi??”. Pochi secondi dopo arriva la sua risposta: “taxi… poi ti do i soldi…xoxo”.
Sono le 19:25 chiamo il taxi e chiedo di portarmi al luogo dell’appuntamento. per tutto il viaggio guardo il cellulare in attesa di un suo messaggio. Eccolo: “815 vai direttamente all’ascensore”. In quel momento il taxi si ferma davanti l’hotel.
sono 35 euro dice il tassista.
Pago e quasi di corsa entro nell’hotel. il cuore comincia a battere forte. Nel silenzio dell’ascensore ho quasi la sensazione che il rumore del mio cuore si possa sentire. il “din don” dell’ascensore mi riporta alla realtà. Percorro tutto il lungo corridoio fino a raggiungere la stanza 815. Busso nel mio solito modo che è anche il suo, due colpi veloci piccola pausa e poi altri due. La porta si apre e compare lui, colui che mi ha impegnata la mente tutto il giorno, lui l’uomo che mi fa battere il cuore. Un quarantenne alto quasi 1.90 dal fisico scultoreo che si nota anche sotto l’abito di taglio classico che indossa, dalla stretta di mano ferma e decisa.
Vieni entra.
Ciao. Rispondo con un filo di voce.
Ti hanno fatto storie alla reception??
No nessuna storia.
Vieni mettiamoci comodi. Niente giaccone??
No meglio senza. Rispondo
Basta che non ti prendi qualcosa.
Ci accomodiamo nel salottino della stanza (una junior suite) che è antistante la camera da letto. Mentre mi siedo lo vedo dirigersi verso la porta, la apre e appende il segale di non disturbare alla maniglia della porta.
Allora ufficialmente dove sei stasera? chiedo con un sorrisino tra il provocante e l’ironico.
Ufficialmente a Torino. Ufficiosamente a letto con te.
Rispondo con un sorriso.
-Vuoi qualcosa da bere?? Mi chiede.
Quello che bevi tu.
Io Bevo una birra. Risponde.
Anche io.
Piano con le birre Ru.
Anche tu dovresti andarci piano. Rispondo con uno sguardo tra il serio e lo scherzoso.
Figlia di un avvocato. Risponde.
Bicchiere o bottiglia??
Bottiglia. Rispondo.
Mi porge una bottiglia di birra e poi si siede affianco a me sul divanetto. Tutta la stanza è immersa nel più assoluto silenzio, ma non è un silenzio imbarazzante, non c’è imbarazzo tra di noi. Dopo pochi sorsi lo vedo appoggiare la bottiglia sul tavolino che è posto davanti al divanetto.
- Scusa torno subito. Si alza e va verso il bagno chiudendo la porta dietro di se. Io intanto bevo un altro paio di sorsi dalla mia bottiglia.
Dopo pochi minuti lo vedo tornare. Se in abito scuro è un uomo di bella presenza in accappatoio diventa l’incarnazione del dio eros.
Meglio così non credi?? dice.
Non rispondo faccio solo si con la testa. Lui intanto si è seduto su una sedia posta difronte al divanetto dove sono seduta io. Nel sedersi noto subito che fa fatica a celare l’erezione sotto l’accappatoio.
Allora?? Dice
Allora cosa?? rispondo
Buona la birra??
Fa’ schifo. Rispondo
Ho qualcosa di meglio. Risponde aprendo l’accappatoio e mostrando il suo pene.
E’ un pene “di ottima fattura”. Dritto nerboruto di lunghezza e larghezza non esagerata ma certamente al di sopra della media. Si alza in piedi e si avvicina a me, si ferma con il glande gonfio a pochi centimetri dal mio viso. Afferro il suo membro con sole due dita. lo porto alla bocca, con tocco leggero lecco il glande, so che lui adora sentire la parte inferiore della mia lingua sul suo membro. Dopo pochi secondi di questo trattamento mi infilo il suo membro in bocca e lo succhio. la consistenza della sua carne assieme ai “nodi” del suo pene mi danno una sensazione fantastica in bocca. Lui rimane in silenzio ma poco dopo sento la sua mano appoggiarsi sulla mia nuca e con quella mi guida il mio pompino.
Spogliati intanto. Mi ordina.
Non di fermare. Spogliati e continua a succhiare.
Con il suo membro in bocca mi sbottono la camicetta e sciolgo il nodo che tiene chiusa la gonna. In pochi secondi sono nuda.
Senza intimo. Esclama lui. Ferma adesso ti scopo la bocca.
Sento la sua verga entrare e uscire dalla mia bocca a velocità sempre maggiore. Va avanti cosi per un po’, sento la sua mano sulla fronte e il membro uscirmi di bocca, è a pochi cm dal mio viso, turgido e lucido di saliva. In quel momento sento una sensazione di freddo sulla guancia, è lui che mi ha appoggiato la bottiglia della birra sul viso. So cosa vuole, prendo in bocca un sorso di birra e poi il suo cazzo. Un pompino con la birra. Vado avanti e indietro per un po’ e poi deglutisco la birra.
Ru voglio fare una cosa ti va? Se è troppo fermami.
Non rispondo parlando ma con un rapido si fatto con la testa.
Mi da una mano a alzarmi e e mi fa sdraiare a letto, ma in posizione contraria, con i piedi al posto della testa e la testa che pende fuori dal letto. Capisco cosa vuole fare. Lui si pone ai piedi del letto e mi infila il pene in bocca. In quella posizione è difficile deglutire, ma lui è libero di penetrare la mia bocca in piena libertà. i primi colpi sono leggeri e corti ma più passa il tempo e più profondi e forti sono i suoi colpi. Sento il suo glande colpirmi le tonsille, il pene mi provoca conati di vomito che riesco a trattenere. Gli unici rumori che si sentono provengono dalla mia gola e dai gemiti di piacere di lui. Il suo cazzo esce lentamente dalla mia bocca, “o ha finito o il prossimo colpo sarà ancora più potente” penso. Contemporaneamente sento la sua mano sulla nuca che viene a sorreggermi la testa, è fuori.
Ti adoro Ru sei stata fantastica. Ru voglio fare un altra cosa. Voglio farti “il trattamento del tavolino”. Ti va?
Si facciamo ora adesso prendimi da dietro.
Dicendo così mi porto davanti al tavolino del salottino, mi inginocchio affianco al tavolino e mi piego su di esso con con il busto in una posizione simile alla pecorina. Sento una sensazione di fresco sull’ano, è il gel lubrificante. Subito seguito dal glande e da tutta l’asta. Non si ferma per farmi abituare al suo fallo nel mio ano, va direttamente tutto dentro. Dopo una piccola sosta di pochi secondi lo sento retrarsi fino a quasi sfilarsi ma subito dopo si lancia nuovamente in me con tutto il suo peso. Il colpo è talmente forte da togliermi il fiato per pochi secondi. Dopo questo colpo ne seguono altri. Alcuni corti e veloci, alcuni lunghi e pesanti. il suo cazzo mi sta devastando, in quegli attimi penso a cosa mi aveva detto una volta, “il dolore è una lunga strada verso il piacere”.
la devastazione continua ma il piacere la accompagna. I suoi grugniti animaleschi riempiono la stanza, e le mio orecchie. Questi rumori legati ai colpi inferti dal suo membro mi stanno entrando nel cervello e portando verso l’orgasmo. Anche lui è prossimo all’orgasmo. Ecco la scossa una fortissima sensazione che parte dall’ano e dalla vulva e tramite la schiena arriva in cervello, il mio corpo si contrae quasi in preda a una crisi convulsiva. Sento le sue mani che tentando di tenermi ferma e poi il pene uscire dal mio ano violato e subito un getto caldo che si versa sulla mia schiena.
Ti amo Ru.
Ti amo papà.
di
scritto il
2016-03-30
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