Cenerentola #4

di
genere
bondage

Fu un evento tutto sommato indolore: non si può dire che Falkiri si fosse limitata a guardare e non toccare, ma quantomeno non perpetrò alcuna violenza nel verso senso della parola. Quello che fece fu, "semplicemente", palpare - lentamente, va riconosciuto - i caldi seni di Emily e baciarle più volte il petto e il collo. Quando ebbe finito, si tenne alla larga dal pube della ragazza, non la toccò più intimamente e si rialzò. Nella maniera più lenta che potesse impiegare, Falkiri si sfilò la vestaglia color vimini e la gettò sul pavimento, ai piedi di Emily. La ragazza spalancò gli occhi, inarcando notevolmente le sopracciglia, per due evidenti motivi: innanzitutto era terrorizzata da quello che questo gesto potesse voler dire - forse Falkiri voleva continuare la violenza? Inoltre, la bellezza e l'attrattiva della donna erano a dir poco stupefacenti: come Emily, anch'ella non vestiva niente al di sotto di quel saio; i suoi fianchi, non troppo in carne ma nemmeno pelle e ossa, disegnavano onde sinuose e ambrate lungo il suo corpo; gli occhi di Emily, risalendo dalla sua vita fino al petto, incontrarono quei magnifici seni di cui si è già parlato, sodi ma non eccessivamente turgidi, i cui capezzoli, di colore marrone scuro, risaltavano sulla pelle resinata. Persino le spalle e il collo erano dotati di un non so che di sensuale, forse grazie ai capelli corvini che proprio in quel momento Falkiri si era sciolti, facendoli scivolare lungo la schiena.

Fortunatamente, le paure di Emily risultarono relativamente infondate: la donna si chinò nuovamente verso di lei, le prese il mento con la mano destra, affondando le dita nella morbida pelle delle sue guance, e le parlò in maniera ancora più dura di prima. "Ascoltami, ragazza: adesso ho intenzione di toglierti il bavaglio, ma tu non urlare. Anzi, non proferire parola. E che non ti venga nemmeno in mente di spifferare qualcosa alle padrone. D'altronde, la cosa migliore che possa capitarti è che ti ignorino...anche se, non appena avessi il sospetto che tu stia rivelando anche una sola parola, sarei pronta a incastrarti e farti uccidere."
Detto questo, Falkiri le strappò il bavaglio che aveva legato dietro alla sua nuca ed Emily, deglutendo spaventata, aprì la bocca lasciando rotolare via lo straccio che gliela riempiva. La donna, rialzatasi una seconda volta, indietreggiò e si avviò verso la porta. "Ah, un'ultima cosa...quando domattina ti libereranno, inventa pure la scusa che vuoi per la tu nudità ed usa la mia tunica per vestirti. Per quanto mi riguarda, troverò qualcosa di meglio, mentre per stanotte...non mi dà fastidio essere nuda."
Così, Falkiri si allontanò - i suoi fianchi ondeggiavano, facendo notare il fondoschiena sodo e facendo dondolare i capelli sciolti - ed uscì dalla cucina, chiudendo la porta dietro di sé.

Ora, Emily non aveva subito uno stupro di tipo fisicamente violento e perciò non si sentiva né esausta né esanime. Era ben sveglia, con i sensi all'erta e, soprattutto, terrorizzata, alte scariche di adrenalina che continuavano a percorrerle il corpo senza tregua.
Dopo essersi ripresa dallo sbalordimento, cominciò a guardarsi istintivamente intorno. I resti della sua vestaglia giacevano a brandelli sul pavimento sporco, mentre la tunica di Falkiri era davanti a lei, ai suoi piedi: almeno avrebbe avuto qualcosa da indossare.
Improvvisamente le balenò per la mente un'immagine: Falkiri che usciva, chiudendosi dietro la porta. La donna, tuttavia, aveva chiuso solo impiegando la maniglia, senza adoperare alcuna chiave. Ed effettivamente, l'ultima volta in cui Emily aveva visto il mazzo di chiavi era stata quando Falkiri lo aveva riposto nella propria tunica. La stessa tunica che ora giaceva davanti ad Emily.
Senza avere un progetto preciso in mente, la ragazza allungò le gambe e riuscì a prendere con i piedi la vestaglia, tirandola a sé. Tastò con i talloni i vari punti di cucitura, finche non trovò una tasca abbastanza grossa che, al suo tocco, produsse un rumore tintinnante: le chiavi erano lì dentro. Falkiri le aveva lasciato una via di fuga, ma intenzionalmente o per disattenzione?

Senza farsi troppe domande, Emily cominciò a rovistare con l'ausilio dei propri piedi dentro alla tasca, finche non riuscì ad estrarne il mazzo di chiavi. L'anello era abbastanza grosso perché la ragazza riuscisse ad infilarvi la punta di un piede e a sollevarselo fino al viso: contorcendosi leggermente, prese dunque l'anello tra i denti - il sapore ferroso era disgustante, ma era anche l'ultimo dei suoi problemi - e si alzò in piedi. Torcendo il collo, riuscì a passarsi il mazzo tra le dita della mano destra; si ricordava che la chiave degli anelli era piuttosto lunga e massiccia, ma nel mazzo ce n'erano almeno tre che corrispondevano a quell'immagine. Provando più volte e articolando bene il polso, riuscì a trovare quella giusta e ad infilarla nella serratura del catenaccio. Con un semplice movimento, fece scattare i meccanismi e la presa attorno al suo polso si allentò, mentre l'anello si apriva in due. Emily si portò la mano libera alla bocca: si stava liberando! Senza aspettare ulteriormente, aprì anche l'altro anello e, massaggiandosi i polsi, raccolse da terra la veste di Falkiri, per pooi mettersela subito indosso.

A questo punto, Emily decise che non aveva intenzione di starsene con le mani in mano e men che meno di obbedire a ciò che le aveva impartito Falkiri. Certo, la donna aveva avuto ragione a dire che andare a lamentarsi dalle padrone sarebbe stato un suicidio o, quantomeno, una causa persa; tuttavia c'era un'altra persona in casa, ben più disposta ad ascoltare i suoi pianti. L'anziano Dire abitava anch'egli al pianterreno, ma più vicino alle stalle degli animali. Emily aveva intenzione di andare a parlargli e, con lui, organizzare un modo per neutralizzare la minaccia di Falkiri.

Oppure, meglio: Emily voleva vendicarsi e forse aveva già in mente come.
scritto il
2016-05-23
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