I miti greci: l'alba di Zeus

di
genere
comici

Premetto che questa è una storia vera, successa 5000 anni fa circa, ma è una storia vera.
A quel tempo Zeus, che non era ancora diventato la divinità piú importante, viveva in un monolocale a pochi passi dalla stazione centrale di Atene.
Era già un gran bel figo, con pizzetto e baffetti da sparviero, un vero latin lover ante litteram. Era sposato infelicemente con una vegana che ormai non gliela dava più.
Passava il tempo tra un sano autoerotismo e l'altro, in attesa della sua grande occasione; sognava di scoparsi divinità biondissime con minigonne in jeans e sorrisi smaglianti. Fece qualche scampagnata sul monte Olimpo ma niente, nessuna gliela dava neppure a pagamento.
Sognava biondissime fanciulle un po' dee e un po' zoccole, che si masturbavano alle lezioni di greco, sognava di parlarci, di scambiare quattro chiacchiere roventi, sognava di sculacciarle e sognava che loro si mettevano in posizione per essere sculacciate.
Era già uno irascibile, non era ancora in grado di far tuonare, ma poteva emettere flatulenze rumorose che mettevano a disagio le persone che aveva accanto. Era un inizio.
Se per caso qualcuno lo prendeva un po' in giro si arrabbiava, insultava, piú che una divinità sembrava un maschietto frustrato che ha paura delle donne, quelle vere.
Una notte non riusciva proprio a dormire, usciì di casa e andó nella parte alta della città, nel posto in cui secoli dopo sarebbe stato costruito il famoso Partenone. Allora c'era una discoteca in cui suonavano gruppi importanti tipo i Club Dogo.
Passavano le ore guardando giovani che entravano e uscivano dalla discoteva felici e lui desiderava essere con loro.
Rimase tanto a lungo a fissarle che arrivó il momento in cui sorse il sole: era l'alba.
Era così bella l'alba che rimase incantato. Guardava lo spettacolo con la bocca aperta e pensó tanto intensamente ai suoi sogni che per la prima volta in vita sua fece un miracolo: trasformó i suoi sogni e le sue fantasie in realtà.
Dalle prime luci del giorno, bella biondissima e un po' zoccola, nacque Alba.
Zeus era molto poco autoironico ma molto autoerotico, nel senso che si ammazzava di seghe dalla mattina alla sera e ora tutte erano dedicate a lei, Alba, la sua divinità Erotica.
Niente e nessuno potevano toccarla, in realtà neppure lei, essendo tutto frutto della sua fantasia da disadattato, però si era talmente tanto autoconvinto (oltre che autoeroticizzato da avere le occhiaie grandi quanto la pianura di Maratona) che era certo che fosse tutto reale.
Alba le raccontava le storie meno credibili della storia del mondo, ma lui ci credeva e se qualcuno osava mettere in dubbio la grande favola, si arrabbiava, privava a lanciare fulmini e saette, anche se ancora non ci riusciva ed emetteva solo flatulenze e bavette.
Zeus era Alba e Alba era Zeus.
Alba gli raccontava di come aveva consciuto il suo fidanzato immaginario Cornelio, dopo essersi scopata mezza Magna Grecia, tra cui anche Tartarughio, un uomo mezzo sfigato e mezzo tronista di uomini e donne, che faceva il bagnino sul Pireo e giocava a biliardino con gli amici, la famosa combricola dei fuori di testa.
Un brutto giorno incontrò una vecchia megera, che lo guardò negli occhio e sprezzante gli disse "tutto quello che vedi non è reale, cancella le nuvole nere che affollano la tua mente e sarai il più grande scopatore dell'antichità".
Zeus reagì male, pianse, dalle sue lacrime si crearono i fiumi greci, non ci poteva credere, tutta la sua vita era finta, amici e nemici erano solo frutto della sua immaginazione poco originale.
Provò a convincere la megera che non era tutto falso, che lui Alba la aveva incontrata davvero, ci aveva parlato, le aveva anche mandato delle email. La megera lo guardò e gli disse "ma le hai mai mandato un wahtsapp?".
Lui fu come trafitto da quella domanda, era la prova che tutto era finto.
Fu un brusco risveglio, ma ebbe conseguenze felici per tutta l'umanità, per i fatti che sono ben noti.
Dopo qualche giorno di desolazione, capì tutto, si rese conto di quale era la realtà, un bel giorno si svegliò, prese del viagra e vigoroso urlò "All'alba vincerò", frase che sarebbe rimasta nella storia del mondo.
scritto il
2016-05-28
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