Fra le braccia di mia nonna

di
genere
incesti

Episodi precedenti:
Mia madre Carla;
Mia madre Carla 2;
Mia nonna Anita;
Il racconto della nonna mi ha messo in uno stato di eccitazione. Ho il cazzo che preme negli slip. “Nonna?” “Dimmi.” “Mi sarebbe piaciuto essere al posto di mio padre. Tu sei una bella donna. E non solo. Sei talmente arrapante che faresti ricrescere i testicoli ad un eunuco.” “Oh! Oh! Il nipotino si sente attratto da una vecchia gallina. Ti sembra corretto dire alla propria nonna di volerla chiavare? Sei l’amante di tua madre da un giorno e già vuoi tradirla?” “Nonna io amo mamma, ma vorrei essere anche il tuo amante?” “Questa è bella. Vuoi che io ti accetti nel mio letto? Tua madre cosa dirà? Ti senti talmente forte da poter soddisfare due giumente come me e Carla? Guarda che io sono una mantide. Se mi ci metto l’uomo che mi possiede lo distruggo.” “Nonna anche mio padre frequenta il letto di mamma ed anche il tuo. Regge benissimo ai vostri assalti. Perché non potrei reggerli anch’io?” “Stai parlando seriamente? Veramente vuoi essere il mio amante? Non è che mi stai prendendo in giro? Cosa vedi in me che ti attizza tanto?” “Cosa ci trovo in te da desiderarti? Hai un computer collegato con internet?” “Si. È di là, nella mia camera.” Mi alzo, la prendo per mano e mi faccio guidare nella sua stanza. La faccio sedere davanti al PC e le dico di accedere ad internet. Una volta collegata le chiedo di cercare un sito di donne nude. Lei mi guarda interrogandomi con gli occhi. Le sorrido e le dico di cercare A. E. Sul video appaiono foto di nudo della diva in questione. “Guardala bene e dimmi che non sei tu spiaccicata.” “Dio. Hai ragione. Le rassomiglio molto. Posso benissimo essere la sua sosia. Anche tu mi vedi cosi somigliante?” Sto dietro di lei. Ho le mani poggiate sulle sue spalle. Dalla posizione in cui mi trovo vedo la scollatura del pullover nella quale si intravede il solco che separa le sue grosse mammelle. Faccio scorrere le mani nello spacco del pullover e vado ad artigliare i suoi meloni. “Nonna come sei morbida ed al tempo stesso soda.” “Sei proprio un birbante. Hai approfittato della mia distrazione. Veramente le trovi sode?” “Sì nonna. Lascia che le pastrugni. Mi attizza molto palpare le tue bianche mammelle.” “Non le vuoi anche vedere?” “Dopo. Ora voglio godermele manipolandole.” “Guarda che la mia micia sta già lacrimando.” “E tu lasciala piangere. Gli farà bene.” Le mie mani si divertono a spaziare su quelle grosse rotondità. Il corpo di Anita sotto il tocco delle mie mani trema. I suoi capezzoli si sono induriti. Li artiglio con le dita e li strizzo. La nonna mugola. Solleva la testa e mi guarda. I suoi occhi sono lucidi e pieni di libidine. Le sue narici fremono. “Baciami.” Chino la testa e le mie labbra sono sulle sue carnose e caldi labbra. Faccio guizzare la lingua verso l’esterno e con essa penetro la bocca di mia nonna. La sua lingua viene incontro alla mia e si attorciglia intorno ad essa. L’avviluppa come fosse un serpente. Ci gioca. La succhia. La ricaccia indietro, nella mia bocca. È la volta della mia lingua a duellare con la sua. Senza smettere di baciarla mi porto sul davanti. Intanto sto continuando a strizzarle i grossi capezzoli. Le mani di mia nonna sono impegnate a slacciarmi i pantaloni che scivolano sul pavimento. Poi infila le dita nei bordi degli slip e li abbassa. Il mio cazzo, non più costretto a stare nelle mutande, esplode verso il suo viso. Anita smette di baciarmi e fionda la sua testa sul mio fallo. Le sue labbra avvolgono il mio glande in un caldo abbraccio. Sento la sua lingua vibrare sul glande. Un gemito mi esce dalla bocca. Mia nonna sposta le mani sulle mie natiche e mi attira verso di se. Il mio cazzo sprofonda nella sua bocca. Anita comincia a succhiarlo. La sento mugolare. Abbasso lo sguardo e vedo le sue labbra avvolte intorno al mio ariete. La sua lingua vibra veloce sul grosso glande. Porto le mani sulla sua testa e ne blocco il movimento. Muovo il bacino avanti e indietro. La chiavo nella bocca. Ad ogni affondo nella sua bollente bocca sento la sua lingua dare delle leccatine veloci sul lato inferiore del mio cazzo. Una sua mano ha avvolto la borsa scrotale e la carezza. Il piacere si sta impossessando del mio corpo. Lo sento salire lungo il condotto uretrale. Esplodo nella bocca di mia nonna. Una sequela di fiotti di denso liquido seminale invadono la bocca di Anita. Gliela riempio. La sento deglutire. Sta ingoiando il mio sperma. I miei muscoli si allentano. La nonna, dopo una serie di linguate date al glande per raccogliere le ultime gocce di sperma, si alza dalla sedia; si sfila il pullover e le sue magnifiche mammelle si mostrano ai miei occhi. Sono grosse. Nonostante l’età riescono ancora a stare su. Pendono leggermente verso la pancia. Ma è dovuto più al peso che alla perdita di consistenza muscolare. “Nonna, sono favolose.” “Davvero le trovi belle? Vieni a stenderti sul letto. Anch’io voglio vedere il gelato che ho leccato e succhiato. La crema che è uscita dal tuo cazzo e che mi ha riempita la bocca ha un buon sapore. Spero, nei giorni avvenire e per il tempo che resterai con me, che, ogni mattina, mi farai fare colazione con il tuo cornetto. E mi farai bere il tuo yogurt.” “Nonna te lo prometto. Ti riempirò di crema.” Raggiungo il letto e mi ci stendo sopra. Nonna mi aiuta a liberarmi degli ultimi indumenti. Sono nudo. Lei fa scorrere i suoi occhi sul mio corpo. “A parte tua madre c’è stata qualche altra che ti ha detto che sei ben fatto?” “Nonna. Tu e mamma siete le mie prime donne e mi auguro che lo siate per molto tempo ancora.” “Mi stai dicendo che la tua prima chiavata l’hai fatta con tua madre?” “Sì. E spero che la mia seconda chiavata posso farla con te.” “Di questo stanne certo. Non ti lascerò andare se prima non hai stantuffato il tuo pistone nel mio cilindro.” Detto fatto. La nonna si libera dei pantaloni e delle mutandine e sale sul letto restando seduta sulle sue gambe. Allunga le mani ed artiglia il mio cazzo. “Ora vediamo le fattezze di quest’arnese di carne. Oh! Oh! È in condizioni pietose. Adesso lo tiriamo su.” Lo circonda con una mano. Lo strizza. Lo massaggia. Il mio arnese, sotto i sapienti movimenti delle mani di mia nonna, incomincia ad allungarsi. Si indurisce. Anita lo mena. Il cazzo oramai è inalberato ed è duro come il granito. “Ecco fatto. E’ cosi che volevo vederlo. Certo è, caro nipotino, che hai un bel cazzo. E’ uno scettro maestoso. Deve essere almeno 20 cm ed è di dura carne.” “Nonna le sue misure sono 20 x 4 di diametro.” “E’ più lungo di quello di tuo padre ed è anche più grosso.” Con una coscia scavalca il mio corpo e si siede sulla pancia dandomi la schiena. guardo le sue spalle. Seguo la linea della sua spina dorsale fin giù alle natiche che poderose sono schiacciate sul mio stomaco. Non solo il davanti è favoloso ma mia nonna anche il di dietro che è una meraviglia. Le poggio le mani sul culo e lo palpo. Anita lo sposta all’indietro fino a mettermelo sul viso. vederlo così da vicino è enorme. un piccolo movimento e mi ritrovo la funny a contatto con la mia bocca. sento la voce della nonna che mi incita a leccargliela. “Dai, porcellino, lecca la fichina di nonna.” Avido sollevo la testa e mi avvento sulla sua meraviglia e comincio a morderla, leccarla su tutta la superficie. I peli mi entrano nella bocca; nelle narici, ma la mia lingua non smette un attimo di leccare quella stupenda pucchiacca. La mia bocca smette di succhiare le sue gonfie piccole labbra ne il luccicante e pronunciato clitoride. Lei intanto ha steso il suo corpo sul mio e la sua testa e fra le mie gambe. La sue labbra hanno avviluppato il mio scettro e lo stanno succhiando. stiamo dando vita ad uno sconvolgente 69. Mia nonna riversa nella mia bocca le sue secrezioni vaginali ed anche il frutto dei più orgasmi che raggiunge nello spazio di pochi minuti. Di colpo smette di succhiarmi il cazzo. Si solleva e porta il bacino sulla verticale del mio scettro. Con una mano afferra il cazzo e lo guida fra le sue grandi labbra. si lascia penetrare. Il mio fallo scivola nel suo ventre fino alla radice. Anita si lascia andare con la schiena sul mio petto. Prende le mie mani e le porta sulle sue mammelle. “Stringimi a te.” Ho il cazzo piantato nel ventre di mia nonna e le mani agganciate alle sue grosse tette con le dita che le strizzano i capezzoli. Cosa voglio di più? Mia madre. Voglio mia madre. Mi manca. scaccio il pensiero e ritorno a mia nonna. Do una spinta al mio corpo e rotoliamo sul letto. Mi trovo sopra di lei. “Ecco. E’ così che ti voglio. Sotto di me. Io sono il toro e tu sei la vacca. Sono io che ti monto.” “Allora galoppa. Fammi sentire il tuo ariete sfondarmi la fica.” L’idea stessa di stare chiavando mia nonna scatena la mia libidine. Sbatto il mio cazzo nella sua pucchiacca con indicibile violenza. Anita ulula come una lupa nelle notti di luna piena. Il suo corpo freme di continuo. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Divento frenetico e mi scateno. Pompo il mio cazzo nella vagina di Anita con indicibile violenza. E’ il mio momento. Dopo aver emesso una serie di grugniti, godo. Un fiume di sperma si riversa nella vagina di mia nonna. Sono sfinito ma contento. Anche Anita è soddisfatta. La tensione che l’attraversa si allenta e, senza aspettare che sfili il cazzo dalla sua funny, s’addormenta.

continua

P. S.: Questo è un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente occasionale.
scritto il
2010-10-29
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