Non era un gioco

di
genere
tradimenti

Il suono del campanello la fa trasalire, il cuore balza prepotente in gola bloccandole il respiro. Le quindici e quarantatré minuti, quasi un quarto d’ora di ritardo.
Aveva iniziato a temere… o forse a sperare…
È un po’ confusa.
Si alza dal divano con gambe tremanti, cerca di abbassare la gonna ma più di così non scende, avrebbe dovuto sceglierne una più lunga.
Da troppi giorni aspetta questo momento e da troppi lo teme, non è più sicura di nulla. La bocca è arida, non ha più salivazione, cerca velocemente una gomma da masticare mentre il campanello suona per la seconda volta.
Uno sguardo indeciso alle sue spalle, si sforza di sorridere, di rilassare i muscoli del viso.
La mano si avvicina al pomello del portoncino con un leggero tremito, lo afferra, lo ruota… un ultimo profondo sospiro e infine apre. Ora non si torna indietro.
“Ciao…”
“Buon pomeriggio Giorgia,” un delicato bacio sulla guancia. “Scusa il ritardo, non è stato facile trovarti in questo paesino desolato.”
Giorgia sorride, la tensione leggermente si allenta. “Accomodati.”
Lui entra, è senza soprabito, jeans scoloriti, maglioncino griffato con scollo a V. Si guarda attorno e annuisce. “Carino qui…”
“Vuoi qualcosa da bere?” chiede quasi per rito.
“No grazie, a metà pomeriggio preferisco di no…” le rivolge uno sguardo compiaciuto che evidenzia con un leggero cenno della testa. “Sei davvero bellissima.”
Giorgia solleva le spalle cercando di non farsi prendere dall’emozione, in fondo quante volte ha già sostenuto un colloquio simile? Fa un giro su sé stessa come fosse un’indossatrice sulla passerella, deve mostrarsi disinvolta. “Beh, sono la stessa che hai visto nei giorni scorsi, trovi qualcosa di diverso?”
Lui ride, una risata calda e rassicurante. “Trovo che sei vera. I giorni scorsi ti ho vista attraverso il monitor di un computer, pensavo ci fosse qualche trucco ed invece sei veramente così. Bellissima e molto giovane…”
Anche Lorenzo (così si chiama ‘lui’) è come appariva attraverso il computer. Sui quaranta abbondanti, non bello ma interessante, fisico asciutto, folti capelli brizzolati dal taglio giovanile.
Capelli veri, non una parrucca noleggiata per l’occasione.
Non è Michele l’uomo che si sta sedendo al suo fianco sul comodo divano. Per la prima volta non è Michele. E mentre l’ansia cresce i dubbi tornano ad assalirla, come cavolo ha fatto ad arrivare a questo punto?

Per gioco, ecco come c’è arrivata, un buffo gioco iniziato quasi per sfida un sabato sera di qualche mese fa. Assieme a Michele, il suo ragazzo, stava tornando dal cinema in auto, erano presi in una futile discussione su tradimenti, trasgressione e prostituzione. Ognuno era fermo sulle proprie posizioni, punti di vista completamente contrapposti, così un po’ per scherzo e un po’ per provocazione Giorgia si è calata nei panni della puttana col suo cliente. Dopo un bizzarro teatrino lo ha stupito proponendogli un pompino lì, sull’auto, in cambio di cinquanta euro. Decisa a sorprenderlo fino in fondo ha anche accettato le condizioni imposte dall’ipotetico cliente e per un leggero sovrapprezzo gli ha concesso il suo primo pompino con l’ingoio, disgustoso e allo stesso tempo incredibilmente eccitante.
Qualche giorno dopo si sono ripetuti ed è stato ancora più divertente. Senza capire come né perché si sono resi conto che quel gioco delle parti li entusiasmava, Michele poteva liberamente chiederle di essere più porca e trasgressiva e Giorgia trovava gli incoraggiamenti e le sollecitazioni di cui aveva bisogno per potersi spingersi oltre, per vincere le sue reticenze e vivere liberamente l’erotismo nascosto dentro di lei.
Dopo cinque anni assieme, dopo aver fatto l’amore centinaia di volte e dopo aver spartito segreti e complicità, avevano scoperto solo allora, grazie ad un gioco osceno improvvisato, il loro vero erotismo, il comune piacere per la trasgressione.

“Sei molto silenziosa,” le dice Lorenzo prendendole una mano, “Qualcosa non va?”
“No scusami, ero soprappensiero.”
“Hai davvero ventiquattro anni?” le domanda.
“Sì, compiuti qualche mese fa, lo scorso novembre per la precisione.”
“Studentessa in cosa?”
“Economia e commercio, all’ultimo anno.”
“Interessante,” si gira verso di lei anche col busto e sfodera un affascinante sorriso. “Sono socio in un prestigioso studio commerciale di Bologna, se ti servisse una mano per fare pratica…”
“Vedremo dopo la laurea,” annuisce senza mostrare troppo entusiasmo. Erano d’accordo per l’anonimato e intende mantenerlo ad ogni costo.
“E sei anche fidanzata.”
“Esatto, ma preferisco non parlarne.”
“Sì, capisco,” annuisce piano. “Non volevo sembrare invadente, era solo per fare un po’ di conversazione, mi sembri tesa, quasi a disagio. Dipende forse da me?”
“No che dici…” si sforza di sorridere. “Tu sei perfetto, carino e gentile.”
“Allora? Qualcos’altro non va?”
Giorgia si stringe nelle spalle e scuote il capo. “Tutto bene, sono sempre un po’ tesa e imbarazzata all’inizio. In fondo questo per me non è un lavoro, non sono una professionista.”
“Oh beh,” sorride annuendo, “non avevo alcun dubbio, lo si capisce a prima vista. Lo fai da molto?”
Lo sguardo di Giorgia si perde nel vuoto. “No, non da molto. Sono solo pochi mesi.”
“Pochi mesi,” ripete compiaciuto. “E… quante volte, finora?”
Già, quante volte.
Dipende. Dipende da come vuole contare i travestimenti di Michele.

Dopo alcune spassose esperienze in auto, con tanto di trattativa accanto al lampione, Michele ha deciso di affittare un appartamentino tutto per loro, magari al mare, dove d’inverno l’affitto costa poco. Un rifugio segreto per avere ampia libertà e poter dare massimo sfogo alla fantasia.
È lì che si incontrano da alcuni mesi con una cadenza impressionante, quel gioco ha dato nuova linfa alla loro sensualità, nuovo impulso ai loro desideri. E per calarsi ancor meglio nella parte Michele si traveste ogni volta da un uomo diverso, noleggia parrucche, barbe o baffi finti, indossa occhiali e cambia modo di vestire.
L’ha fatto molti volte e con molti uomini se la si guarda sotto l’aspetto del gioco, ma non è più un gioco.

“Non molte,” si limita quindi a rispondere rimanendo sul vago. “Ti ripeto, non è una professione. Lo faccio per soldi, è vero, perché ne ho un disperato bisogno, ma non potrei mai farlo solo per soldi.”
“Spiegati meglio.”
Si stringe nelle spalle. “E’ come ti ho già detto in chat…”
“Lo so,” la mano si appoggia sul ginocchio, “ma in chat è un’altra cosa.”
Vuole farla parlare, è evidente, spera di metterla maggiormente a suo agio. Beh, contento lui, gli rifilerà nuovamente la storiella preparata con cura a tavolino.
Il sesso le piace moltissimo, spiega, col passare degli anni le piace sempre di più, così ha deciso di sfruttare quella sua naturale passione unendo l’utile al dilettevole. Per riuscirci però deve trovare l’uomo giusto, l’uomo che le ispiri sesso.
Posa su di lui un timido sguardo che vuole essere un segno di apprezzamento, si schiarisce la voce e prosegue. “Per questo la chat sul sito di incontri erotici, per questo i ripetuti contatti e scambi di informazioni e per questo finora ho avuto poche esperienze. Devo trovare l’uomo giusto, con cui mi vada di farlo, un uomo che sia però anche disposto a spendere non poco per una puttana dilettante.”
La storiella non è interamente inventata, è vera la parte iniziale e anche quella finale, sono solo i soldi che non c’entrano nulla. E manca l’informazione fondamentale, la reale motivazione, i retroscena che l’hanno portata fin lì.
E per quanto la voce le sia uscita pacata e sicura, in realtà si sente ancora molto turbata, ha lo stomaco in subbuglio.
“Dal momento che siamo arrivati alla parte economica che ne dici se la regoliamo?” le domanda col suo solito sorriso da uomo arrivato. “Così ci togliamo un pensiero.”
“D’accordo.”
“Duecentocinquanta all’ora, giusto?”
“Esatto.”
Una bella differenza rispetto alla tariffa di Michele, pensa trattenendo a fatica il sorriso. Ma con lui era un cifra simbolica, tanto per rimanere al gioco, poi tutti i soldi confluivano in una scatola comune destinata al loro prossimo viaggio insieme.
“Duecentocinquanta all’ora per…” la fissa con incredibile intensità, “per tutto, avevamo detto. Sei disposta a tutto, se non sbaglio.”
Le manca il respiro, ora quel subbuglio si è sparso all’intero ventre. “Esclusi baci in bocca, violenza e giochi sado-maso. Per il resto…” deve riprendere fiato o non le usciranno le parole, “per il resto tutto quello che vuoi.”
Pronunciare quel ‘tutto’ le è sembrato stranissimo, da quanto è così spregiudicata? Deve essere veramente impazzita.
Lorenzo sfila lentamente il portafoglio dai jeans, estrae cinque banconote da cento euro e le appoggia sul tavolino. “Per il momento ti anticipo due ore. Se poi dopo volessimo…”
“Oh no,” lo interrompe con un sorriso spontaneo e ingenuo, “due ore saranno più che sufficienti…” non riesce a crederci, cinquecento euro! E poi due ore, dovrà fare sesso per due ore con quello sconosciuto!
“Con una ragazza bella come te nulla è sufficiente…” la mano sale sulla coscia. “Se fosse possibile, ti terrei per me per l’intero week-end.”
Giorgia continua a sorridere, in fondo è gratificante sentirsi così apprezzata. “Non credo che il mio ragazzo gradirebbe se gli dessi buca tutto il week-end, dovrai accontentarti di due ore, però…” cercando di superare l’emozione gli prende la mano e la accompagna sotto la gonna, supera il pizzo elastico delle calze autoreggenti, prosegue sul caldo lembo di coscia nuda fino ad appoggiarla sulle mutandine in raso. “Però per queste due farò in modo che ne valga la pena.”
Le dita dell’uomo spostano l’elastico dello slip, si insinuano sotto, trovano la fica già incredibilmente umida.
È una sorpresa anche per Giorgia, non se ne era resa conto, lo capisce da come quelle dita scivolano fra le pieghe calde del suo sesso e fatica a crederci. Temeva fosse quello il problema maggiore: rompere il ghiaccio e trovare l’eccitazione. E invece è già eccitata, prima ancora di rompere il ghiaccio.
Inconsapevolmente eccitata, come diavolo è successo?
È davvero così troia?
“So già che ne varrà la pena…” sussurra lui. “Mi è bastato sfiorarti per averne la certezza.”
Giorgia inspira mordendo il labbro inferiore, quelle carezze le stanno già regalando i primi brividi, non credeva fosse possibile. Non subito, quanto meno, non così in fretta.
Allarga maggiormente le cosce e si abbandona contro lo schienale del divano, i suoi occhi socchiusi vanno a cercare il piccolo obiettivo nascosto fra i libri dello scaffale difronte.
‘Avevi ragione tu…’ sta dicendo mentalmente, ‘forse sono davvero porca come dicevi, come mi volevi…’
C’è Michele oltre l’obbiettivo di quella videocamera, è di là, in cucina, seduto davanti al computer che osserva in diretta la sua ragazza alla prima vera esibizione da puttana di lusso.

L’idea della candid-camera era nata con un altro scopo, serviva per riprendere le loro sceneggiate erotiche e riguardarle poi con calma. Per diverse settimane ha svolto quella funzione, un ulteriore variante erotica del loro appassionante gioco, fin quando una sera…
Erano sdraiati sul letto, il computer portatile aperto sulle lenzuola, riguardavano la loro ultima performance.
“Quella parrucca e quel pizzetto ti stanno alla grande!” ha riso Giorgia divertita, “sembri davvero un altro!”
Anche Michele è scoppiato a ridere. “E’ vero, in giacca e cravatta poi sono assolutamente irriconoscibile! Sembra che tu stia facendo un pompino ad un altro uomo, la mia bella maialina che fa un pompino ad un altro, fantastico!”
“Come fantastico!” si è finta offesa schiaffeggiando delicatamente il cazzo che lui le aveva avvicinato al volto con ovvie intenzioni. “Vuoi dire che troveresti divertente guardarmi mentre lo succhio ad un altro uomo?”
Ghignata a labbra serrate, fra il serio e il faceto. “Beh, divertente non lo so, forse no, ma eccitante sicuro!”
“Eccitante?” lo ha fissato con aria provocante. “Non posso crederci, ti ecciteresti se questo fosse il cazzo di un altro uomo?” glielo ha succhiato per un po’, senza mai distogliere gli occhi dai suoi. “Dai, dimmelo, ti ecciteresti?”
Si è morso il labbro per trattenere il sorriso. “Da impazzire, bella bocchinara!”
“Oh ma sei scemo?” è schizzata a sedere. “Stai dicendo sul serio o scherzi? Perché se davvero vuoi vedermi basta dirlo, ci metto niente a trovare un uomo disposto a spendere duecento euro per farsi una puttana di lusso come me!”
Ovviamente la sua era una battuta, una provocazione, ma la luce negli occhi di Michele è improvvisamente cambiata.
“Micky…” ha abbassato la voce incredula. “Che cazzo stai pensando?”

Ecco com’è arrivata fino a questo punto, pensa mentre lui le solleva una gamba portandosela sulla spalla. Le ha già sfilato lo slip, ora la sua fica nuda è esposta senza pudore, glabra e lucida di umori, lui la sta osservando in silenzio visibilmente ammirato. Inclina la testa di lato e si china in un bacio estremamente sensuale, la bocca a contatto con le labbra vaginali, la lingua che si insinua abile e vigorosa in tutte le parti più sensibili della sua intimità. Ha sempre gradito quel tipo di attenzioni ma stasera le sembrano speciali, cento volte più piacevoli del solito; o lui dall’alto della sua esperienza è davvero molto bravo, o lei stasera è particolarmente sensibile. Forse un mix delle due cose, l’unica certezza è che non riesce a trattenere i gemiti, vorrebbe ma non ci riesce.
Con sguardo languido cerca nuovamente la piccola lente dell’obbiettivo, cerca una sorta di contatto col suo Michele, col suo amore. È per lui che sta godendo così, saperlo a pochi metri di distanza, sapere che la sta osservando, è qualcosa di sconvolgente, ha un effetto devastante sui suoi sensi. Mai in vita sua si è sentita così porca ed eccitata, così piena di libidine.
Chi poteva immaginarlo fino a qualche giorno fa? Dopo quello scambio di battute si è prestata alle richieste di Michele, ha frequentato siti di incontri erotici, ha dialogato in video-chat con diversi sconosciuti e per alcuni giorni è stato un vero spasso. Michele se ne stava nascosto in un angolo mentre lei riceveva decine di proposte oscene, sottovoce le dava suggerimenti e consigli, la sollecitava a mostrarsi disponibile e spregiudicata, poi passavano ore a riderci su, a eccitarsi con la fantasia.
Dalla fantasia ai desideri il passo è stato breve, introdotto da reciproche domande esplicite, “Ma davvero vorresti che io…”, “E tu, amore, gli faresti…”, “Non posso crederci, ti piacerebbe guardarmi mentre…”, “Dai, dimmelo, lo faresti sapendo che io…”.
Per un po’ Giorgia ha cercato di autoconvincersi che stessero scherzando, che fosse l’ennesima variante al loro gioco erotico, ma dentro di sé sapeva che non era così. Non era più un gioco.
Michele rideva nel farle quelle domande sconce però nei suoi occhi brillava una luce vera, intensa, la luce di un’eccitazione che non ricordava di aver mai visto.
E lo stesso accadeva a lei. L’idea le sembrava assurda e innaturale, fare la puttana con un altro uomo davanti agli occhi del suo ragazzo, inconcepibile, eppure… eppure ogni volta che ne parlavano, che viaggiavano con la fantasia, sentiva un immediato calore avvampare fra le cosce.
Poi qualche giorno fa Michele, col suo tono semi-serio, le ha sussurrato: “Se riesci a immaginarlo… allora riesci anche a farlo.”
Non si sbagliava.
Evidentemente la conosce meglio di quanto non si conosca lei stessa. Per cinque anni hanno fatto l’amore come una coppia qualsiasi, senza eccessi o particolari slanci trasgressivi, poi all’improvviso, nel giro di pochi mesi, quella incredibile escalation.
Gli ultimi giorni sono stati per lei i più difficili, un susseguirsi inarrestabile di emozioni contrastanti. Si sentiva presa in mezzo fra un desiderio indecente che la torturava giorno e notte e il timore che fosse tutto un grosso errore. Una parte di lei non vedeva l’ora che arrivasse il momento e l’altra parte sentiva crescere l’ansia e la voglia di mollare tutto. Il timore principale era di non riuscire a farcela, di trovarsi davanti allo sconosciuto e bloccarsi, senza più il coraggio per andare oltre.

Ora sa che non è così, sa quale sentimento ha prevalso dentro di lei. È molto più troia di quanto non si fosse immaginata e sapere che Michele la vuole esattamente così la rende ancora più disinibita.
Le è servito un po’ di tempo per vincere paure e reticenza ma ora che c’è riuscita si sente incredibilmente a suo agio ed è già alle prese con un primo fantastico e inatteso orgasmo. Ha le gambe spalancate, una col piede appoggiato a terra l’altra allungata sulla spalliera del divano e tiene le mani fra i capelli di Lorenzo mentre il suo corpo è scosso da un lungo e vibrante piacere.
Al termine, esausta, deve implorarlo di fermarsi; lui sembra molto soddisfatto mentre solleva uno sguardo divertito senza spostare il volto dalla sua fica. Probabilmente non gli capita spesso di far godere per davvero una puttana, con lei c’è riuscito anche solo con la lingua. E ha certamente capito che non era una finzione, i gemiti si possono anche simulare ma non le reazioni fisiologiche e l’orgasmo di Giorgia è sempre molto evidente.
“Hai un sapore delizioso,” sussurra baciandole l’interno coscia, “avrei continuato per ore…”
Giorgia scoppia in una squillante risata. “Meglio di no,” sospira riprendendo fiato, “non che non mi piacerebbe, anzi,” sorrisino falsamente ingenuo, “però il tempo vola ed io ho altro in mente per le prossime ore…”
“A partire da?” le domanda interessato.
Si toglie la gomma da masticare, la appiccica sopra un fazzolettino e si sporge verso di lui. “A partire dal ricambiare quanto appena ricevuto.”
“E’ proprio ciò che avevo in mente,” annuisce tornando a sedersi, “è il mio antipasto preferito, non ci rinuncio mai. E in genere voglio godermelo fino… fino in fondo.”
Giorgia inclina la testa, sguardo malizioso e sorriso appena accennato. “E’ proprio ciò che avevo in mente…” ripete con le sue stesse parole.
Mentre gli slaccia i jeans lo invita a portare le gambe sul divano, vuole che sia nella posizione migliore rispetto alla videocamera, Michele non deve perdere neppure un secondo dello spettacolo che sta per dedicargli.
“Vuoi davvero che lo faccia… venire in bocca?” gli ha domandato poche ore fa, quand’era ancora vittima delle sue ansie.
“Assolutamente sì.”
“E se non me lo chiedesse?”
“Non importa se lui non lo chiederà, sono io a chiedertelo.”
“E’ incredibile,” ha sospirato scuotendo la testa, “non ti disturba neanche un po’ l’idea che avrò la bocca, le labbra e il volto impiastricciati della… della roba di un altro uomo?”
Michele l’ha baciata delicatamente. “Non esiste immagine che possa eccitarmi di più, amore. Da quella volta in auto sei diventata fantastica, i migliori pompini del mondo, ma mentre godo non riesco a gustarmi in pieno la bellezza e l’erotismo del tuo gesto, sono troppo preso dal mio piacere. Mentre lo farai ad un altro, invece… allora sì, potrò finalmente godermi tutto lo spettacolo.”
Dalla famosa sera in auto Giorgia ha affinato la tecnica, ora riesce a farlo godere come piace a lui senza bisogno di ingoiare, cosa che continuava a non amare. Man mano che lui viene lascia scivolare il seme fuori dalle labbra, così può proseguire tutto il tempo che vuole senza essere costretta a deglutire. Sapore e consistenza rimangono poco gradevoli ma sono ampiamente compensati dall’enorme erotismo di quell’atto. Giorgia ama da sempre il sesso orale, il suo divertimento sta nella consapevolezza del piacere che riesce a procurare, per cui sentirlo godere nella sua bocca è diventato qualcosa di irrinunciabile, l’apice del suo divertimento. Più lui gode più lei si diverte, un’equazione che la porta ogni volta a dare il meglio di sé.
A maggior ragione adesso, ora che sono due gli uomini a gustarsi il suo pompino, Lorenzo che lo riceve e Michele che se lo guarda con morboso interesse davanti al monitor, che la vede esattamente come voleva vederla.
“Sono certo,” le ha sussurrato qualche ora fa, poco prima di lasciarla sola, “sono più che certo che ti divertirai anche tu, lo farai morire con le tue labbra e ti piacerà, ti ecciterai più di quando lo fai a me perché saprai che sono lì a guardarti. Sarai la sua puttana per me ed io mi godrò ogni istante, ogni dettaglio della tua esibizione. E quando verrà nella tua fantastica bocca…” l’ha baciata nuovamente, leccandole le labbra in preda ad un’eccitazione perversa, “quello sarà il momento più bello, il nostro momento, fallo impazzire per me!”
Oh sì, lo sta facendo impazzire, ce la sta mettendo davvero tutta. Già per due volte l’ha portato fino al limite, fino sul ciglio del precipizio poi si è fermata, abile a riconoscere i suoi segnali. Si è fermata appena in tempo, strappandogli i gemiti soffocati di chi già stava pregustando l’orgasmo. Si sta divertendo troppo per farlo godere così in fretta, vuole prolungare il suo momento da indiscussa protagonista, vuole farli morire entrambi e ci sta riuscendo, ne è certa.
“Ora però non fare scherzi,” ansima Lorenzo. “Ora fammi godere, non posso resistere oltre. Vorrei,” sorride accarezzandole i capelli, “ti giuro vorrei che non finisse mai, sei veramente fantastica, meglio delle professioniste affermate, peccato che non posso resistere un solo secondo di più…”
Meglio delle professioniste affermate, ha detto. Le scappa da ridere, è diventata addirittura più brava delle puttane professioniste? Forse, pensa mentre si sistema nella posizione migliore per portarlo finalmente all’orgasmo, forse la differenza è che lei non lo sta facendo per lavoro ma perché le piace. Ed ora che lui ha iniziato a venire nella sua bocca fra ansimi e grugniti incontrollati le piace anche di più, si impegna con tutta la sua abilità, con tutta la sua passione. Il suo sguardo languido passa dal volto estasiato del suo cliente all’occhio della videocamera nascosta, decisa a mostrare a entrambi quanto sia brava e troia.
Solo dopo averlo spremuto fino all’ultima goccia si alza per raccogliere un kleenex dal tavolino, ma prima di pulirsi si avvicina il più possibile alla libreria. Trattiene a fatica il sorriso, sa che Michele sta osservando il suo volto in primo piano, le sue labbra impiastricciate di sperma, il suo sguardo malizioso e provocante.
Anche stavolta, sta dicendo quello sguardo, anche stavolta amore avevi ragione tu.


Sono quasi le dieci di sera quando assieme a Michele si sdraia sul letto, il computer è già aperto al loro fianco.
Lorenzo ha lasciato l’appartamento da più di tre ore ma non era il momento per guardare il filmato, erano entrambi visibilmente provati.
Giorgia da due ore di sesso intenso, Michele da due ore di pazzesca eccitazione. Non è rimasto per due ore a cazzo dritto, però, si è preso anche lui le sue pause, le ha confessato di essersi masturbato per ben due volte.
Non appena rimasti soli si sono concessi una lunga passeggiata sulla spiaggia fino quasi al tramonto poi si sono fermati a mangiare una pizza ed ora eccoli lì, ansiosi di gustarsi finalmente il loro spettacolo.
“Non può che essere così,” afferma Michele per l’ennesima volta, “quell’uomo aveva preso qualcosa, Viagra o stimolanti simili, non esiste che uno di quarantacinque anni abbia tre erezioni in così poco tempo.”
Giorgia sorride. “Sapendo di poter chiedere tutto ciò che voleva… si è premunito, deciso a non perdersi nulla.”
“E a te la cosa non è affatto dispiaciuta, vero tesoro?” la accarezza il sedere formoso e tornito, “gli hai concesso proprio tutto-tutto!”
“Beh, per cinquecento euro potevo rifiutarmi?”
“Assolutamente no…” porta le mani sul computer e con pochi gesti fa avanzare le immagini fino all’ultima mezz’ora. “Guarda qua, non male per una che fino a poco tempo fa non aveva mai preso un cazzo nel su bel culetto…”
“Poi tu hai tanto insistito perché io provassi…”
“Ed ora ci hai preso gusto.”
Si baciano con passione.
“Ti ha fatto godere parecchio, vero?” le chiedi ansimandole sulle labbra.
“Sì…” confessa dopo una breve esitazione. “Sapere che mi guardavi era come una droga, un potentissimo afrodisiaco, ero sempre eccitata, sempre in calore…”
“Però non aveva un gran cazzo, ammettilo.”
Giorgia ride e si stringe nelle spalle. “A me è piaciuto.”
“Sì, ho notato. Anche qui…” indica lo schermo, “guarda come godi mentre te lo sbatte nel culo…”
“Era…” chiude gli occhi e sospira, “era bellissimo.”
“Lo so, era bellissimo anche per me…” la bacia ancora, fremente di eccitazione. “Sei la mia troietta…”
“La tua troietta…” sorride, “chi l’avrebbe mai detto, amore?”
Si baciano, si toccano, si cercano, l’atmosfera fra di loro è lava incandescente.
“Esperienza da ripetere?” le chiede mordendole un capezzolo.
“Oh sì amore, ti prego… tutte le volte che vorrai.”
Michele arresta il loro filmato, ci sarà tempo per guardarlo. Le afferra un labbro fra i denti e la fissa in preda ad un erotismo assurdo. “Ora torniamo sul sito di incontri on-line e cerchiamo un nuovo cliente...” a Giorgia sfugge un sorrisino compiaciuto. “Ma questa volta lo sceglierò io, deciderò io chi…”
“Oh!” esclama intrigata. “La cosa si fa ancora più interessante…”

scritto il
2016-09-20
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