Sara 'Rose'

di
genere
etero

All’interno dell’abitacolo regna un silenzio strano, imbarazzato, rotto solo dal fruscio dell’aria condizionata e dal rumore provocato dall’asfalto sconnesso della banchina.
Dopotutto è comprensibile, fino a meno di un’ora fa eravamo due perfetti sconosciuti, che dialogo può esserci fra di noi?
Avrei potuto accendere l’autoradio, lo so, ma farlo ora è come ammettere un senso di disagio.
Con la coda dell’occhio osservo il suo profilo illuminato a intermittenza dai lampioni che si susseguono lungo la strada, ha uno sguardo assente fisso dinnanzi a sé, pensieroso.
Certo che è davvero bella, da questa prospettiva spiccano le labbra piene e carnose, appena dischiuse, il naso piccolo e gli zigomi alti.
Un profilo alla francese si potrebbe dire, invece è italianissima e dal suo vago accento direi che ha origini venete o friulane.
Sente il mio sguardo e si volta.
“A che stai pensando?” sorride rompendo il nostro silenzio.
Rifletto qualche istante prima di rispondere. “A questa strana festa di Ferragosto. Neppure volevo andarci, i miei amici hanno insistito allo sfinimento per convincermi. E come ampiamente previsto mi stavo annoiando a morte quando…”
“Quando una ragazza maleducata ti ha fregato il drink!”
Ridiamo assieme e nella mente rivedo la scena, il barman che mi porge il bicchiere e una mano da dietro le spalle che mi anticipa.
Mi volto e c’è lei, bella e imbronciata che porta alla bocca il mio Mojito, non mi degna neppure di uno sguardo.
“Scusa!” grido per sovrastare la musica, “ti dispiace?”
Si accorge di me, sbatte i grandi occhioni nocciola come per mettere a fuoco la situazione. “E’ il tuo?” domanda seria porgendomi il bicchiere. “Scusami, ne avevo ordinato uno uguale…”
Accenno un sorriso condiscendete. “Allora tienilo, a questo punto aspetterò il tuo.”
Lei si guarda attorno, come in cerca qualcuno, poi torna a concedermi attenzione. “Ci sono due cannucce, che ne dici di dividerlo? Per me sarebbe il terzo in meno di un’ora, forse sto esagerando…”
Ci siamo conosciuti così, più o meno un’ora fa, alla festa di Ferragosto più esclusiva della riviera romagnola.
A dire il vero l’avevo già notata, impossibile farne a meno, la sua bellezza non passa inosservata e tanto meno la sua eleganza. L’avevo notata così come avevo notato decine di altre belle ragazze, su questo i miei amici avevano ragione, indiscutibilmente la festa con la più alta percentuale di strafiche.
Però sono riuscito comunque ad annoiarmi, da un po’ di tempo non sono in vena di socializzare e non amo i luoghi affollati, merito senza sconti il soprannome ‘Grizzly’ che mi porto dietro ormai da diversi mesi.
Nonostante la mia passiva indifferenza ho conosciuto questo gran pezzo di ragazza, evento più raro di una vincita milionaria al Superenalotto.
Ben presto però ho capito il motivo di tanta inattesa fortuna.
L’ex ragazzo l’ha lasciata da neppure un mese per mettersi con un’altra e guarda caso erano entrambi alla stessa festa.
“Veronica mi aveva giurato che lui non ci sarebbe stato!” si è sfogata con me visibilmente irritata, “ma lei voleva venire qua a tutti i costi, ha i suoi motivi, i suoi interessi, se ne frega se io sto male!”
Veronica è l’amica del cuore, insistente e ostinata come il mio gruppetto di amici.
Insomma, entrambi trascinati controvoglia ad una festa che non gradiamo, un comune denominatore che ci ha inconsciamente unito. Abbiamo bevuto altri due Mojito e con la lingua più sciolta dall’alcool mi ha raccontato le sue disavventure come se ci conoscessimo da sempre.
“Si è messo con una mia amica, ci crederesti?” ha confidato con occhi pieni di rabbia, “con la più troia del gruppo, famosa per…” ci ha pensato un po’, quasi imbarazzata, “insomma, per le sue presunte doti a letto.”
Non sapevo che dire, ogni commento mi è sembrato superfluo, quasi consolatorio, e il suo sguardo fiero mi ha fatto capire che non voleva essere consolata.
Una ragazza così sa di essere bella, non ha bisogno che glielo dica io.
Infatti con una certa teatralità si è tolta la giacca dell’elegante abitino a gonna corta, mettendo in evidenza l’ampia scollatura posteriore della canotta in seta.
Meravigliosamente sexy.
Ho così potuto ammirare la sua schiena nuda trovando conferma ai miei dubbi: niente reggiseno.
Da quel momento mi è risultato difficile distogliere lo sguardo dal lento ondeggiare dei seni all’interno della canotta, con la forma dei capezzoli in risalto oltre il sottile tessuto.
Poco più tardi, mentre incantato fissavo quel miracolo della natura, senza alcun preavviso mi ha buttato le braccia al collo e mi ha folgorato con un sorriso stupendo.
Immagino di averle risposto con una buffa espressione stupita ma non mi ha lasciato il tempo per illudermi.
“Sono dietro di te,” ha sussurrato al mio orecchio, “il bastardo e la troietta. Per favore tienimi stretta.”
Potevo rifiutarmi?
Potevo deludere questa ragazza triste e sofferente?
Ho continuato ad abbracciarla accarezzando la pelle setosa della sua schiena e premendo il mio torace contro quel morbido seno.
Pensavo succedesse solo nei film, invece stava succedendo a me.
Peccato che non sia durato a lungo.
“Mi porteresti via da qui?” ha chiesto irritata, deglutendo a fatica.
Ho guardato l’orologio, le undici e qualche minuto. “E dove vorresti andare a quest’ora?”
“Conosco almeno altre cinque feste interessanti qui a Rimini, chi se ne frega se non sono nello yatch più esclusivo con tutti i fighetti della riviera!”
Più che uno yatch sembrava una piccola nave da crociera, tre ponti, due sale da ballo e persino la piscina, il biglietto mi è costato una fortuna.
Ma fra il continuare ad annoiarmi a quel costosissimo party e accompagnarla ad un’altra festa non ho avuto dubbi.

E così eccoci qua, che attraversiamo una caotica Rimini nella torrida serata di ferragosto.
“Questa ragazza maleducata ti sta rovinando il ferragosto, vero?” mi chiede con un profondo sospiro.
“Assolutamente no, rilassati. Mi stavo annoiando a morte, te l’ho detto, qualunque novità non può che essere gradita.”
La vedo buttare la giacca sul sedile posteriore e girare il corpo verso di me. “Allora ce l’ho io una novità in mente, è qualche minuto che ci penso.”
Allunga le mani verso di me ed inizia a slacciarmi la cintura dei pantaloni.
“Sara, che stai facendo?” le domando sgranando gli occhi.
“Tu pensa a guidare!” risponde allontanando la mia mano. “Rallenta ma rimani concentrato sulla guida. E magari allontanati un po’ dal centro.”
Non è possibile, ora mi palpa anche.
Mi palpa proprio lì.
“Sara, ma che fai?” cerco di sorridere. “Dai, non così, non ha senso…”
Ha già abbassato la cerniera e sta armeggiando con l’elastico dei miei slip. “Oh, invece per me ha molto senso, non immagini quanto!”
Raggiunge il mio cazzo e lo trova ancora parzialmente rilassato, preso alla sprovvista. Sono confuso e combattuto, non vorrei che fosse così, non per ripicca, per vendetta.
Ma la natura ha il sopravvento, le sue mani delicate abbassano lo slip fin sotto lo scroto e massaggiano con estrema abilità, portandomi ben presto alla totale erezione.
“Sara,” insisto con tono sempre meno convinto, “abbiamo bevuto troppo, domani te ne pentirai, rifletti…”
Slaccia la cintura di sicurezza e si china verso di me. “Ci ho già riflettuto, non me ne pentirò, tranquillo…”
Sento il calore umido delle sue labbra avvolgermi il glande e scendere lentamente, una sensazione sublime che avevo quasi scordato.
“Sara…” cerco l’ultimo briciolo di razionalità, “Sara…”
Ma lei non mi ascolta anzi si sistema meglio col corpo, trova la posizione ideale per non intralciarmi alla guida.
Mentre nell’abitacolo si diffonde il fastidioso suono di alert delle cinture di sicurezza slacciate lei inizia a farmi morire con un su-e-giù intenso e regolare nel quale non posso fare a meno di percepire l’incredibile morbidezza di quelle labbra carnose.
“Oh cazzo Sara…” mi sfugge a denti stretti, “cazzo è fantastico…”
Fortunatamente l’auto ha il cambio automatico e non mi servono grandi manovre per ridurre la velocità, ormai sto viaggiando a quaranta all’ora. Ho anche spostato il sedile di guida un po’ all’indietro e lei ne ha approfittato subito, la sua testa si muove più agevolmente senza il rischio di urtare il volante, ora può davvero dare il meglio di sé.
Mi è sempre più difficile rimanere concentrato sulla guida eppure devo farlo, devo uscire dal traffico del centro o finiremo davvero per dare spettacolo.
Con una manovra azzardata svolto alla prima laterale che incontro, ci sono ancora molte auto attorno a noi ma almeno non costeggiamo i marciapiedi affollati di pedoni, lì iniziava ad essere davvero imbarazzante.

Poco fa, alla festa, ha parlato quasi solo lei, non c’è stato tempo per raccontarle la mia vita, per spiegarle che vengo anch’io da una grossa delusione sentimentale.
Non so se Francesca ora stia con un altro, preferisco non saperlo, ma mi ha lasciato da quasi sei mesi e ancora non me ne sono fatto una ragione. Da allora non c’è stata nessun’altra, mi sono chiuso nel mio dolore diventando l’Orso Grizzly che dicono gli amici.
Questo quindi è il mio primo approccio sessuale da quasi sei mesi e mi rendo conto che ci voleva una così, una che prendesse l’iniziativa, una che mi sorprendesse a questo modo. E che allo stesso tempo fosse bella come lei, una alla quale era impossibile resistere.
Cavolo non è solo bella è anche incredibilmente brava e vorace, quelle fantastiche labbra iniziano a mettermi in difficoltà.
“Sara fermati, è troppo bello…” gemo accarezzandole i capelli, “fermati, non credo di poter resistere ancora a lungo…”
Alza su di me uno sguardo carico di malizia. “Allora accosta…” sorride e riprende a succhiare con maggior foga.
Non è così semplice accostare, sto uscendo dal centro ma vi sono auto parcheggiate ovunque, è la sera più caotica dell’anno in una città già caotica di suo.
“Sara ti supplico,” deglutisco, “almeno rallenta un attimo…”
Alza la testa per rivolgermi uno sguardo divertito. “Spicciati a trovare un parcheggio…”
Svolto alla prima traversa che mi sembra addentrarsi in periferia, ci sono auto anche qui ma c’è molto meno traffico e ormai non me ne importa più, sento brividi lungo tutto il corpo e il sangue si sta concentrando pericolosamente al centro del mio inguine. Salgo con le ruote sul cordolo e mi fermo dove capita, distendo le gambe fra i pedali e reclino leggermente lo schienale.
Posso finalmente abbassare lo sguardo, posso osservare nella penombra dell’abitacolo quella chioma di lucidi capelli castani che si muove ritmicamente sul mio grembo, e soprattutto posso concentrarmi sul mio piacere.
L’orgasmo arriva improvviso, impetuoso, quasi violento, come una intensa scossa che mi attraversa tutto il corpo fino alla radice dei capelli.
Non riesco neppure ad avvisarla ma lei ha capito, si sposta appena in tempo e mi fa godere con le mani fin quando la imploro di fermarsi.
Si solleva ridendo, ha tracce del mio seme sul viso e persino nei capelli.
“Accidenti, non finivi più!” ghigna, “avevi qualche arretrato?”
“Sapessi…” sospiro ansante senza aggiungere altro.
Si sistema a sedere e con alcune salviette si pulisce le mani e il viso. “Ho cercato di fare meno danni possibile, spero di non aver macchiato il sedile ma di sicuro ti ho sporcato la camicia e i pantaloni…”
“Guarda che semmai li ho fatti io i danni,” rido, “mica tu.”
“No è che… io non riesco a finire con la bocca, lo so che voi maschietti ne andate pazzi ma proprio non ce la faccio.”
“Io vado pazzo per quello che hai fatto, Sara, è stato stupendo così. Ci manca solo che ti giustifichi dopo tutto il piacere che mi hai regalato!”
Sembra lusingata dalla mia affermazione spontanea e sorride in maniera molto dolce. “Il mio ex invece ci teneva e me lo faceva pesare. Ora sarà felice, la troia è famosa per i suoi pompini con l’ingoio!”
Quello è tutto scemo penso.
Peccato che nella ressa della festa non sia riuscito a distinguerlo, sarei curioso di vedere come gli è andata nel cambio.
“E ora che si fa?” mi chiede. “Sono quasi le undici e mezza, mica puoi andare ad una festa così conciato…”
Guardo verso il basso, neppure riesco a chiudere i pantaloni tanto sono imbrattati di sperma. “No, direi proprio di no. L’appartamento che divido con i miei amici non è molto distante, che ne dici se passo a cambiarmi?”
Si osserva i capelli allo specchietto. “Sì, magari mi do una sistemata anch’io…”

L’ho avvisata, è un appartamento occupato da quattro ragazzi single, affittato per tutta la stagione balneare, il caos regna sovrano.
Non se ne preoccupa, le basta lo specchio in soggiorno per ravvivare trucco e capelli, quando esco dal bagno con i jeans nuovi e la camicia pulita è sul terrazzo, le mani appoggiate alla ringhiera e lo sguardo che vaga all’orizzonte.
La sua splendida figura spicca contro il cielo stellato, gambe lunghe e affusolate, un bellissimo sedere inguainato dalla gonna corta e la semplice canotta in seta che lascia scoperta gran parte della schiena.
Quella schiena nuda è come miele per gli orsi.
Per gli orsi Grizzly.
Mi avvicino silenzioso e l’abbraccio da dietro, baciandole il collo.
“Sei pronto?” mi chiede senza voltarsi.
Porto le mani sulla sua schiena e le faccio scivolare lentamente in avanti, entrando dai lati della canotta. Trovo subito i seni generosi, morbidi e sostenuti. Li massaggio emozionato, mi sembrano bellissimi, da troppo tempo non toccavo una donna. I capezzoli rispondono subito al mio tocco, le aureole si increspano e le punte si fanno sode fra le mie dita.
Lei sospira e si appoggia a me, il sedere arriva a contatto con la mia erezione.
Ride. “Non intendevo pronto in quel senso…”
La attiro forte a me, strusciandomi contro quelle natiche sode. “Io invece sì… ti voglio da impazzire, Sara.”
“Sento…” risolino, “lo sento eccome!”
Sposta le mie mani dai seni e si gira fra le mie braccia, ha uno sguardo strano, indefinito.
“Però si sta facendo tardi,” dice stringendo le spalle, “se non ci muoviamo rischiamo di non entrare più in nessuna festa.”
Il suo tono è gentile ma deciso, sembra che il momento magico sia già svanito però mi sento incredibilmente audace, non mi capiterà mai più un’occasione come quella.
“Nel frigorifero c’è senz’altro qualcosa con cui brindare per cui…” sfodero il mio miglior sorriso, “potremmo farla qui, a due, la festa di ferragosto.”
Scappa un sorriso anche a lei, deve stringere le labbra per rimanere seria. “In genere sono una brava ragazza, non vado a letto col primo che capita...”
“Ne sono convinto. Neppure io per abitudine cerco di portarmi a letto ragazze appena conosciute, ma per una sera nella vita si può fare un’eccezione, non credi?”
“Oh beh, quanto all’eccezione…” abbassa lo sguardo e si morde il labbro inferiore, “non sono neppure una che fa un pompino in auto a uno sconosciuto, se è per questo, se non è un’eccezione questa…”
Il mio cazzo ha un sussulto nel sentirla parlare così.
“E, se mi permetti… che pompino!”
Scoppia a ridere. “Ti ringrazio, mi fa piacere che tu abbia gradito!” poi si ricompone e torna seria. “Ma decisamente non è da brava ragazza quello che ho fatto…”
Non dico nulla, le sollevo il mento e cerco le sue labbra.
È un lungo attimo di attesa, di indecisione e di emozione. Le nostre bocche si sfiorano, gli occhi si fissano, sento i suoi capezzoli turgidi contro il torace e lei sente il mio cazzo granitico contro il ventre.
La vedo inspirare profondamente, si morde nuovamente il labbro. “Sai credo… credo di non voler fare la brava ragazza, stasera.”
Non poteva dirmi frase più bella.
La bacio con trasporto e pochi secondi dopo siamo distesi sul mio letto.
Le ho già sfilato gonna e canotta, è rimasta solo con un sensualissimo perizoma bianco, cazzo quant’è bella.
Mi rannicchio fra le sue gambe e inizio a baciarla ovunque mentre con mani emozionate tolgo anche l’ultimo indumento. Scopro che ha il pube completamente depilato, è la prima volta che mi capita una donna così, trovo sia straordinariamente sensuale. Noto anche un piccolo tatuaggio appena sopra l’inguine, una rosa rossa con alcune spine sullo stelo.
Strano posto per un tatuaggio, di certo a lei piacciano, ne ha uno anche sulla spalla ed un altro alla caviglia, ma sull’inguine non me lo aspettavo. Mentre scendo a baciarla nell’intimità trovo che ci sia una certa analogia fra la rosa tatuata e la sua fica, soprattutto così glabra. Le labbra vaginali sembrano petali rosei, uno dentro l’altro, carnosi e umidi di rugiada.
Quando glielo dico ride, confidandomi che il suo ex ragazzo non è mai stato così poetico.
“Mi chiedo però cosa rappresentino le spine…” sussurro leccandole il grosso clitoride particolarmente sviluppato.
Lei geme forte e mi accarezza i capelli, invitandomi a continuare. “Ti giuro che non pungo!”
Mi piace da impazzire la sua fica così depilata, trovo sia estremamente piacevole da baciare. Inoltre la sua pelle ha un profumo leggero e molto gradevole, un misto di ambra e spezie orientali.
“Ora fermati ti prego!” mi implora dopo un po’, “è bellissimo ma io ti voglio, muoio di voglia adesso…”
Anch’io muoio di voglia e per quanto mi stessi divertendo la accontento immediatamente. Non mi lascia il tempo per alzarmi, mi è già addosso e prende lei il comando, vuole proprio dimostrarmi che stasera non sarà una brava ragazza.
Mi fa sdraiare supino e mi sale cavalcioni con una smania inaspettata, mi bacia, mi cerca, ripete che mi desidera. Quando si abbassa su di me emette un forte sospiro a bocca spalancata e gli occhi guardano il soffitto con un’espressione che sembra dire: ‘Finalmente…’
Dopo aver appoggiato le mani aperte sul mio torace inizia a cavalcarmi inarcando la schiena e dimenando il sedere, è davvero scatenata, una bellissima dea dell’amore.
Che cavolo cercava di più, il suo ex?
Il lungo digiuno mi sta probabilmente influenzando, vivo questa esperienza con emozioni eccessive ma ciò non toglie che lei sia stratosferica, bellissima ed incredibilmente sensuale.
Osservo incantato il meraviglioso seno che sobbalza al ritmo dei suoi movimenti e mi godo i suoi gemiti sempre più forti e ansanti. Lentamente i sospiri diventano parole sussurrate poi brevi frasi cariche di intenso erotismo. Mi dice che le piace, le piace da impazzire, le piace il mio cazzo e le piace fare l’amore con me. Mi manda in estasi sentirla parlare così, in quel momento sto appagando tutti i miei sensi, guardarla e ascoltarla amplifica il mio già immenso piacere.
All’improvviso il cielo oltre la finestra si illumina di lampi colorati e subito dopo ci giunge il fragore in lontananza dei fuochi artificiali.
Tutta quella confusione non distrae Sara che anzi mette maggiore impegno nella sua danza su di me, e con un sorriso incredulo raggiunge il suo primo orgasmo gridando a voce alta i suoi ‘Sì!’ per sovrastare il baccano che ci circonda.
Mi crolla addosso sfinita, il torace si alza e si abbassa con ansimi profondi.
“Buon ferragosto, Sara.”
Lei ride con la testa affondata sul mio collo. “Buon ferragosto anche a te, un ferragosto davvero incredibile se penso a com’era iniziato…” sbuffa e ride nuovamente. “Fortuna che ti ho incontrato, mi hai portato via da quella festa terribile e ora… beh, sei il mio salvatore, non so proprio come sdebitarmi!”
Le bacio i capelli. “Oh sì che lo sai, hai appena iniziato a sdebitarti!”
Mi giro e le sono addosso, ha goduto solo lei, io ho ancora molta energia in corpo e moltissimo eros. Voglio amarla ancora, non sto nella pelle dal desiderio.
“Fammi riprendere fiato…” sospira baciandomi. “Che ne dici di quel famoso brindisi?”
In meno di un minuto sono già di ritorno con una bottiglia di Pignoletto ghiacciato, non è Champagne e neppure Prosecco, ma son sempre bollicine. Stappiamo e brindiamo felici facendo tintinnare i calici, poi lei posa uno sguardo malizioso sul mio sesso ancora completamente eretto. “Conosco un modo più piacevole per bere il vino!”
Rovescia lentamente il calice sul mio glande e inizia a leccare famelica, raccogliendo con cura ogni goccia che cola lungo il cazzo.
Lecca e succhia a lungo, decisa a mostrarmi nuovamente le sue doti innate in quel tipo di rapporto, poi torniamo a fare l’amore.
Lo facciamo in tutte le posizioni che conosco ma ogni volta che posso la invito a girarsi di spalle e la prendo da dietro, mi piace osservare il suo bellissimo culo rotondo.
Ed è da quella prospettiva che voglio godere, inginocchiato alle sue spalle. Aggrappato ai suoi fianchi la amo con tutte le residue energie, sbatto vigorosamente il pube contro quelle natiche meravigliose fin quando la sento annunciare il suo imminente orgasmo.
A quel punto posso mollare le redini e accingermi al mio canto del cigno, l’ultimo bellissimo acuto che mi consente di venire assieme a lei, all’unisono.
Rimaniamo a lungo distesi sulle lenzuola, ansanti ed appagati, a riprendere fiato.
In quel momento squilla il cellulare, sono gli amici.
Me ne sono andato dalla festa senza neppure avvisarli.
Li tranquillizzo. Tutto bene, mi stavo annoiando e me ne sono andato.
“Non gli hai detto di me?” ride stupita.
“Non ci avrebbero mai creduto.” Sollevo le sopracciglia scuotendo la testa. “Mai.”
Mi prende il telefono dalle mani, si rannicchia nuda fra le mie braccia con la bottiglia di Pignoletto fra di noi e scatta un selfie.
“Ora ci crederanno.”
Brindiamo nuovamente, mangiamo qualcosa direttamente dal frigorifero e ci concediamo una lunga doccia assieme.
L’acqua calda e il suo corpo stupendo hanno uno strano potere, ben presto mi ritrovo con la terza erezione della serata.
Da quanto non mi capitava?
Lei non sembra affatto dispiaciuta. “Eh sì,” ghigna insaponandomi con cura, “devi avere davvero parecchi arretrati!”

Alle due di notte mi lascio cadere sul cuscino con tutti i muscoli che tremano indolenziti, è stata una scopata meravigliosa, interminabile, non finivo più. Sara ha perso il conto dei suoi orgasmi, mi ha confessato languida, lo ha definito un “amplesso travolgente ed esaltante”.
Faccio una gran fatica a nascondere il sorriso che mi sorge spontaneo, sono orgoglioso di me stesso, pazzo di felicità, contento di averla appagata.
Non c’è mai una seconda volta per dare una prima impressione, mi dico fiero, e con una ragazza così la prima impressione era fondamentale.
Con quel pensiero in testa mi assopisco abbracciato a lei, le mani sui suoi seni e il cazzo ormai sfinito appoggiato alle sue natiche.

La mattina seguente non c’è, se n’è andata senza svegliarmi.
Sul tavolo del soggiorno trovo un biglietto con una bella grafia.
‘E’ stato bellissimo, giuro. Da tempo non stavo così bene, da troppo tempo… Grazie di tutto, una notte indimenticabile, un ferragosto favoloso. Sara.’
Subito sotto l’impronta delle sue labbra col rossetto.
Niente altro, non un cognome, un numero di telefono, un indizio qualsiasi.
Osservo sul telefono la foto che ci siamo scattati durante la notte, si vede parte del seno destro schiacciato contro il mio torace e il suo sensuale sorriso, ma ha fatto in modo che i lunghi capelli coprissero la parte alta del viso rendendola quasi irriconoscibile.
È comunque l’unica cosa che ho di lei e con quella parziale immagine passo giornate intere a cercare informazioni. Gli amici mi prendono in giro ma non importa, farò di tutto per ritrovarla.
Dopo in paio di settimane sono costretto ad arrendermi, nessuno la conosce a Rimini, nella lista degli invitati al festa sullo yacht non esisteva nessuna Sara e nessuna Veronica. Non significa nulla, le liste sono molto approssimative in quei tipi di feste, però non trovo alcun riscontro, neanche minimo. Se non fosse per quel selfie e per il biglietto con l’impronta delle sue labbra penserei di averla sognata, di essermi ubriacato e aver immaginato tutto.

Invece no, non l’ho immaginata e per puro caso, un paio di mesi più tardi, arrivo al bandolo della matassa.
L’estate è finita, sono tornato nel mio appartamento da single a Bologna, è notte tardi, non riesco a dormire e cazzeggio col computer. Da qualche settimana frequento una ragazza, c’è molta simpatia reciproca ma è una che non ama correre, baci passionali, qualche fugace carezza e nulla più. Non ci pensa proprio a darmela, ci conosciamo da troppo poco a suo dire, e così ogni volta che passo la sera con lei torno a casa col cazzo di granito. A volte sento la necessità fisica di sfogare tutta quella eccitazione e finisco per navigare su siti hard, attività propedeutica ad una sana masturbazione.
Come stanotte.
Me ne sto col cazzo in mano a guardare qualche clip amatoriale quando all’improvviso scorgo una rosellina tatuata sull’inguine della protagonista.
Sobbalzo, blocco l’immagine e torno indietro, sono finito casualmente in questo sito, indirizzato da vari link che reclamizzano ‘amatoriali italiani’. Mi sono accorto subito che non era amatoriale, la qualità dell’immagine è troppo definita e c’è una mano professionale dietro la telecamera, ma ho fatto partire comunque. È una specie di mini film porno che racconta in maniera banale di un marito che convince la giovane moglie ad accettare un amico nei loro giochi erotici.
Non sono in vena di recite pietose e così ho saltato tutto l’antefatto per arrivare al clou, riprendendo da quando l’ospite affonda il volto nella fica della mogliettina recalcitrante. È in quel momento che ho notato il tatuaggio.
Ora, guardando con attenzione anche la parte dei dialoghi iniziali, la riconosco. È lei, la Sara della notte di Ferragosto, la mia Sara, quella per cui avevo perso la testa. Indossa una parrucca biondo platino che mi aveva tratto in inganno ma osservandola bene non vi è alcun dubbio, ha persino i tatuaggi sulla spalla e sulla caviglia.
Come in trance riguardo tutta la clip, da quando si finge contrariata a quando si scatena tuffandosi in un pompino a due cazzi. Gli attori sono particolarmente dotati e lei bella come la ricordavo, ma quelle scene invece di eccitarmi mi smontano. Il cazzo mi si affloscia in mano mentre lei si fa sbattere a turno dai due energumeni spompinando con foga l’altro.
Mi sento deluso, frustrato, mi crolla un mito. Avevo catalogato quella notte fra i ricordi più belli di sempre, la mia avventura erotica da sogno, una notte indimenticabile, e invece tutto si trasforma in un colossale bluff. La bellissima ragazza tradita e delusa è in realtà una pornoattrice, una troia professionista, pagata per fingere orgasmi. E nel filmino non si fa alcun problema a farsi godere in bocca dai due attori, mentre io ho ancora il sedile dell’auto macchiato!
Con me ha recitato molto meglio!
Mi accorgo solo ora che il titolo della clip cita: ‘Sara Rose e l’amico di troppo.’
Sara Rose.
Faccio un’altra ricerca inserendo quel nome d’arte e ben presto giungo al suo sito. Accompagnatrice e hostess, si dichiara, una lunga serie di foto eleganti, mai troppo sconce, e un numero di cellulare.
Sono tentato di infamarla ma resisto.
Piuttosto chiamo Jack, quel gran figlio di buona donna del mio amico, di certo l’ideatore dello scherzetto.
“Che cazzo vuoi a quest’ora?” mi risponde la sua voce assonnata.
“Quanto vi è costata, bastardi?”
Ci mette un po’ a riprendersi della sorpresa ma poi capisce e non cerca neanche di negare.
“Un bel po’, credimi. Ma ne è valsa la pena, no?”
“Fanculo stronzo! Perché non me lo avete detto? Ho passato giorni interi a cercarla come un deficiente!”
“Oh fantastico, un gran ringraziamento, davvero riconoscente. Noi ci siamo svenati per trovarti la più bella escort in circolazione, giovane e italiana, e tu mi mandi affanculo?”
“Ok, forse avrei gradito il regalino se il giorno dopo mi aveste raccontato tutto, invece vi siete fatti delle gran risate alle mie spalle, vero?”
“No, sbagli di grosso. Volevamo che ti rimanesse il ricordo bello, la serata speciale, l’evento memorabile. Ti serviva quello per uscire dalla tua apatia, per risvegliare il Grizzly dal letargo. E se non sbaglio è servito, sei uscito dal letargo e hai già trovato un’altra…”
Sto per replicare irritato ma mi blocco, pensieroso.
Sul monitor del computer c’è ancora la foto di Sara Rose che mi osserva col suo elegantissimo abito da sera e un sorriso invitante; è bellissima, esattamente come quella sera.
Ha ragione lui, è stato meglio non sapere.
Ci ho sofferto ma è servito per sentirmi ancora vivo, desideroso di lottare e di provare altre emozioni simili.
“Jack…” cambio tono.
“Che cazzo c’è ancora?”
“Grazie. E ringrazia anche gli altri.”

scritto il
2016-08-07
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