Io e mia figlia Nicole 5
di
The Body
genere
prime esperienze
Nei giorni successivi io e mia figlia ci dammo dentro nelle nostre prestazioni sessuali e lei non ne fu mai sazia, voleva il mio cazzo a ogni ora del giorno, sia in bocca, in mano e in ogni suo buco.
La domenica successiva, Pasqua, mia figlia mandò un messaggio alla Federica dicendole che il giorno dopo saremmo partiti alle 8,30 per andare a fare il picnic e di portare con sè lo zaino con il necessario per prendere il sole ed eventuale cambio nel caso fossero avessero sudato, lei rispose poco dopo che andava bene e sarebbe venuta lei da noi, così non dovevamo fare un giro largo per andare da lei.
La mattina dopo io e mia figlia ci alzammo alle 7,30 e mi raggiunse in cucina completamente nuda; vedendola così di primo mattino mi aveva fatto voglia di sbattermela lì sul pavimento e fu così che la presi e le ficcai il cazzo nella figa e quasi subito venne sbrodolandosi di umori e mi disse:
"Grazie papà, ne avevo una gran voglia e non vedevo l'ora".
Si eran fatte ormai le 7,55, facemmo colazione con caffè e brioche; lei andò a lavarsi per tirarsi via la mia e la sua sborra e a vestirsi ed io intanto preparai il necessario per il picnic.
Dopo 15 minuti, mia figlia era pronta con il suo zaino con dentro il necessario per prendere il sole e il cambio dei vestiti se avesse sudato e si era vestita con maglietta bianca con l'ombelico scoperto, pantaloncini di jeans corti che coprivano appena il culo (sarebbe stata una giornata quasi estiva), calzini neri e scarpe da ginnastica.
Presi con me la roba per il picnic e mia figlia si mise in spalla lo zaino e uscimmo di casa, preparai la macchina, mettemmo tutta la roba nel baule e poco dopo arrivò la Federica (maglietta bianca con l'ombelico scoperto, pantaloncini di cotone leggeri semitrasparenti che coprivano appena il culo, calzini neri e scarpe da ginnastica) e mise anche lei il suo zaino nel baule e partimmo; saremmo andati in un parco nudista circondato da piante e un lago privato (si poteva anche stare in costume se si voleva) dove non c'era nessun altro oltre a noi.
Si sedettero sui sedili posteriori e poco dopo dallo specchietto retrovisore vidi che si toccavano e si baciavano a vicenda (come avrei voluto prenderle e mettere il cazzo nella loro figa, ma non potevo lì in mezzo alla strada, così decisi di rimandare il mio pensiero al pomeriggio).
Ad un certo punto dissi:
"Avete già addosso il bikini o dovete ancora mettervelo?".
"Ce l'abbiamo già!"
"Ok. Siamo quasi arrivati e siccome andiamo in un parco nudista dove si può stare se non in bikini o completamente nude; io direi: fino all'ora di pranzo state in bikini, dopo mangiato potete spogliarvi nude; perciò spogliatevi qua in macchina, così quando arriviamo siete già pronte".
Decisero di rimanere in costume (io le guardavo dallo specchietto retrovisore mentre si spogliavano): mia figlia si tolse la maglietta bianca e i pantaloncini di jeans e rimase con il bikini rosso; la Federica si tolse la maglietta bianca e i pantaloni di cotone leggeri semitrasparenti e rimase con il bikini azzurro e rimasero tutte e due con scarpe e calzini.
Alle 10,30 arrivammo al parco, prendemmo con noi gli zaini, i vestiti che si erano tolte e le altre cose che avevamo portato e ci avviammo verso il parco.
Le ragazze erano bellissime con i loro bikini colorati e con scarpe e calzini.
Quando fummo all'interno del parco, mia figlia e la Federica aprirono i loro zaini e distesero gli asciugamani che si erano portate sul prato e si sedettero; si tolsero le scarpe da ginnastica e i calzini neri e li riposero dentro una borsina che misero nello zaino e stettero tutto il giorno a piedi nudi.
Passeggiarono fino al lago, distante appena cento metri e si bagnarono solo piedi e gambe, perché sentirono che l'acqua era un po' fredda e per il bagno avrebbero rimandato al pomeriggio.
Dopo essersi bagnate tornarono indietro a prendere il pallone che la Federica aveva portato e si avviarono verso una zona senza alberi e si misero a giocare a pallavolo.
Giocarono finchè non furono sudate e allora decisero di togliersi i bikini che avevano addosso: mia figlia si tolse il bikini rosso e la Federica si tolse il bikini azzurro e continuarono a giocare nude finché non fu ora di pranzo.
Raccolsero i loro bikini, li misero nello zaino e si sedettero sugli asciugamani per il picnic: c'erano toast, tramezzini, riso freddo, panini, melone, anguria, aranciata, limonata e pepsi; mangiarono a sazietà e ne rimase anche per il pomeriggio o la sera se ancora avevano fame.
Quando ebbero mangiato, si distesero supine e nude al sole e mi dissero di spalmare loro la crema per non scottarsi, allora io presi il barattolo della crema e la spalmai su tutto il corpo, compreso seno e figa, poi dopo un po' mi chiesero se mi andava di chiavarle.
Allora tirai fuori il mio cazzo e prima glielo diedi in mano a mia figlia in modo da farlo diventare bello duro e poi glielo infilai nella sua bella figa ed entrai senza problemi dal momento che era bagnata fradicia e spinsi spinsi... sempre più forte (ormai mia figlia era abituata alle mie spinte), finchè non la sentii urlare di piacere e la inondai internamente del mio seme e lei poco dopo venne con un flusso abbondante di umori.
Poi toccò alla Federica prenderlo nella figa, ma dovetti prima ungerla con un po' di crema per entrare e poi piano piano arrivai fino in fondo e la sentii esplodere in urli di piacere e si fece inondare anche lei internamente del mio seme e venne con un flusso normale di umori.
Furono felici che anche lì le avessi prese e poi mi chiesero se più tardi, prima di tornare a casa, glielo mettessi ancora dentro, perché, soprattutto la Federica voleva provare l'ebbrezza di venire almeno due volte in una giornata; ed io dissi che si poteva anche fare.
Finito il primo momento sessuale, si alzarono e camminarono fino al lago ed entrarono, prima con i piedi e poi, sentendo che l'acqua era abbastanza calda, si distesero e si bagnarono, giocando e schizzandosi l'acqua addosso, e poi tornarono sui loro asciugamani e si distesero ancora al sole, stavolta a pancia in giù e dovetti spalmarle di crema abbronzante, soprattutto sul culo.
Chiusero gli occhi e verso le 15,50, mi dissero di possederle di nuovo (sembravano insaziabili del mio seme) ed io che ormai ci avevo preso gusto a montarle, non ci pensai su due volte e stavolta lo presero nel culo, che ormai già mostravano al cielo.
Tirai fuori di nuovo il mio cazzo e glielo infilai nel culo a mia figlia, ed entrai senza problemi dal momento che gliel'avevo già unto precedentemente e spinsi spinsi... sempre più forte, finchè non la sentii urlare di piacere, venni fuori dal suo culo e la inondai su tutto il corpo del mio seme e lei poco dopo venne con un flusso abbondante di umori.
Poi toccò alla Federica prenderlo nel culo, ed anche lì entrai senza problemi dal momento che gliel'avevo unto precedentemente ed arrivai fino in fondo e la sentii esplodere in urli di piacere, venni fuori dal suo culo e inondai il suo corpo del mio seme e venne con un flusso normale di umori.
Quando ebbero finito la 2° sessione di quella giornata, si ributtarono nel lago e poi fecero merenda con toast e pepsi e si sentirono appagate della giornata appena trascorsa.
Ormai si erano fatte le 17,00 ed era ora di tornare a casa e dissi che era ora di rivestirsi che saremmo tornati a casa.
Aprirono lo zaino e tirarono fuori il necessario per rivestirsi: mia figlia si mise il reggiseno nero, le mutandine nere, i pantaloncini di jeans corti, la maglietta bianca con l'ombelico scoperto e le infradito; la Federica si mise il reggiseno nero, le mutandine nere, i pantaloncini di cotone leggeri semitrasparenti, la maglietta bianca con l'ombelico scoperto e le infradito.
Quando furono pronte, prendemmo su la nostra roba e ci avviammo verso la macchina, dove mettemmo tutto nel baule e prendemmo la strada verso casa.
Feci entrare in casa la Federica e le offrii un bicchiere d'aranciata fresca e mi disse che era stata una giornata meravigliosa e ne avrebbe passate volentieri delle altre insieme a me e mia figlia, se volevo e le dissi che ci avrei pensato; poi ci salutò ed andò a casa.
Noi due invece eravamo stanchi della giornata e ci buttammo sul divano e dormimmo tutta la notte fino al mattino dopo e non sentimmo volare nemmeno una mosca.
La domenica successiva, Pasqua, mia figlia mandò un messaggio alla Federica dicendole che il giorno dopo saremmo partiti alle 8,30 per andare a fare il picnic e di portare con sè lo zaino con il necessario per prendere il sole ed eventuale cambio nel caso fossero avessero sudato, lei rispose poco dopo che andava bene e sarebbe venuta lei da noi, così non dovevamo fare un giro largo per andare da lei.
La mattina dopo io e mia figlia ci alzammo alle 7,30 e mi raggiunse in cucina completamente nuda; vedendola così di primo mattino mi aveva fatto voglia di sbattermela lì sul pavimento e fu così che la presi e le ficcai il cazzo nella figa e quasi subito venne sbrodolandosi di umori e mi disse:
"Grazie papà, ne avevo una gran voglia e non vedevo l'ora".
Si eran fatte ormai le 7,55, facemmo colazione con caffè e brioche; lei andò a lavarsi per tirarsi via la mia e la sua sborra e a vestirsi ed io intanto preparai il necessario per il picnic.
Dopo 15 minuti, mia figlia era pronta con il suo zaino con dentro il necessario per prendere il sole e il cambio dei vestiti se avesse sudato e si era vestita con maglietta bianca con l'ombelico scoperto, pantaloncini di jeans corti che coprivano appena il culo (sarebbe stata una giornata quasi estiva), calzini neri e scarpe da ginnastica.
Presi con me la roba per il picnic e mia figlia si mise in spalla lo zaino e uscimmo di casa, preparai la macchina, mettemmo tutta la roba nel baule e poco dopo arrivò la Federica (maglietta bianca con l'ombelico scoperto, pantaloncini di cotone leggeri semitrasparenti che coprivano appena il culo, calzini neri e scarpe da ginnastica) e mise anche lei il suo zaino nel baule e partimmo; saremmo andati in un parco nudista circondato da piante e un lago privato (si poteva anche stare in costume se si voleva) dove non c'era nessun altro oltre a noi.
Si sedettero sui sedili posteriori e poco dopo dallo specchietto retrovisore vidi che si toccavano e si baciavano a vicenda (come avrei voluto prenderle e mettere il cazzo nella loro figa, ma non potevo lì in mezzo alla strada, così decisi di rimandare il mio pensiero al pomeriggio).
Ad un certo punto dissi:
"Avete già addosso il bikini o dovete ancora mettervelo?".
"Ce l'abbiamo già!"
"Ok. Siamo quasi arrivati e siccome andiamo in un parco nudista dove si può stare se non in bikini o completamente nude; io direi: fino all'ora di pranzo state in bikini, dopo mangiato potete spogliarvi nude; perciò spogliatevi qua in macchina, così quando arriviamo siete già pronte".
Decisero di rimanere in costume (io le guardavo dallo specchietto retrovisore mentre si spogliavano): mia figlia si tolse la maglietta bianca e i pantaloncini di jeans e rimase con il bikini rosso; la Federica si tolse la maglietta bianca e i pantaloni di cotone leggeri semitrasparenti e rimase con il bikini azzurro e rimasero tutte e due con scarpe e calzini.
Alle 10,30 arrivammo al parco, prendemmo con noi gli zaini, i vestiti che si erano tolte e le altre cose che avevamo portato e ci avviammo verso il parco.
Le ragazze erano bellissime con i loro bikini colorati e con scarpe e calzini.
Quando fummo all'interno del parco, mia figlia e la Federica aprirono i loro zaini e distesero gli asciugamani che si erano portate sul prato e si sedettero; si tolsero le scarpe da ginnastica e i calzini neri e li riposero dentro una borsina che misero nello zaino e stettero tutto il giorno a piedi nudi.
Passeggiarono fino al lago, distante appena cento metri e si bagnarono solo piedi e gambe, perché sentirono che l'acqua era un po' fredda e per il bagno avrebbero rimandato al pomeriggio.
Dopo essersi bagnate tornarono indietro a prendere il pallone che la Federica aveva portato e si avviarono verso una zona senza alberi e si misero a giocare a pallavolo.
Giocarono finchè non furono sudate e allora decisero di togliersi i bikini che avevano addosso: mia figlia si tolse il bikini rosso e la Federica si tolse il bikini azzurro e continuarono a giocare nude finché non fu ora di pranzo.
Raccolsero i loro bikini, li misero nello zaino e si sedettero sugli asciugamani per il picnic: c'erano toast, tramezzini, riso freddo, panini, melone, anguria, aranciata, limonata e pepsi; mangiarono a sazietà e ne rimase anche per il pomeriggio o la sera se ancora avevano fame.
Quando ebbero mangiato, si distesero supine e nude al sole e mi dissero di spalmare loro la crema per non scottarsi, allora io presi il barattolo della crema e la spalmai su tutto il corpo, compreso seno e figa, poi dopo un po' mi chiesero se mi andava di chiavarle.
Allora tirai fuori il mio cazzo e prima glielo diedi in mano a mia figlia in modo da farlo diventare bello duro e poi glielo infilai nella sua bella figa ed entrai senza problemi dal momento che era bagnata fradicia e spinsi spinsi... sempre più forte (ormai mia figlia era abituata alle mie spinte), finchè non la sentii urlare di piacere e la inondai internamente del mio seme e lei poco dopo venne con un flusso abbondante di umori.
Poi toccò alla Federica prenderlo nella figa, ma dovetti prima ungerla con un po' di crema per entrare e poi piano piano arrivai fino in fondo e la sentii esplodere in urli di piacere e si fece inondare anche lei internamente del mio seme e venne con un flusso normale di umori.
Furono felici che anche lì le avessi prese e poi mi chiesero se più tardi, prima di tornare a casa, glielo mettessi ancora dentro, perché, soprattutto la Federica voleva provare l'ebbrezza di venire almeno due volte in una giornata; ed io dissi che si poteva anche fare.
Finito il primo momento sessuale, si alzarono e camminarono fino al lago ed entrarono, prima con i piedi e poi, sentendo che l'acqua era abbastanza calda, si distesero e si bagnarono, giocando e schizzandosi l'acqua addosso, e poi tornarono sui loro asciugamani e si distesero ancora al sole, stavolta a pancia in giù e dovetti spalmarle di crema abbronzante, soprattutto sul culo.
Chiusero gli occhi e verso le 15,50, mi dissero di possederle di nuovo (sembravano insaziabili del mio seme) ed io che ormai ci avevo preso gusto a montarle, non ci pensai su due volte e stavolta lo presero nel culo, che ormai già mostravano al cielo.
Tirai fuori di nuovo il mio cazzo e glielo infilai nel culo a mia figlia, ed entrai senza problemi dal momento che gliel'avevo già unto precedentemente e spinsi spinsi... sempre più forte, finchè non la sentii urlare di piacere, venni fuori dal suo culo e la inondai su tutto il corpo del mio seme e lei poco dopo venne con un flusso abbondante di umori.
Poi toccò alla Federica prenderlo nel culo, ed anche lì entrai senza problemi dal momento che gliel'avevo unto precedentemente ed arrivai fino in fondo e la sentii esplodere in urli di piacere, venni fuori dal suo culo e inondai il suo corpo del mio seme e venne con un flusso normale di umori.
Quando ebbero finito la 2° sessione di quella giornata, si ributtarono nel lago e poi fecero merenda con toast e pepsi e si sentirono appagate della giornata appena trascorsa.
Ormai si erano fatte le 17,00 ed era ora di tornare a casa e dissi che era ora di rivestirsi che saremmo tornati a casa.
Aprirono lo zaino e tirarono fuori il necessario per rivestirsi: mia figlia si mise il reggiseno nero, le mutandine nere, i pantaloncini di jeans corti, la maglietta bianca con l'ombelico scoperto e le infradito; la Federica si mise il reggiseno nero, le mutandine nere, i pantaloncini di cotone leggeri semitrasparenti, la maglietta bianca con l'ombelico scoperto e le infradito.
Quando furono pronte, prendemmo su la nostra roba e ci avviammo verso la macchina, dove mettemmo tutto nel baule e prendemmo la strada verso casa.
Feci entrare in casa la Federica e le offrii un bicchiere d'aranciata fresca e mi disse che era stata una giornata meravigliosa e ne avrebbe passate volentieri delle altre insieme a me e mia figlia, se volevo e le dissi che ci avrei pensato; poi ci salutò ed andò a casa.
Noi due invece eravamo stanchi della giornata e ci buttammo sul divano e dormimmo tutta la notte fino al mattino dopo e non sentimmo volare nemmeno una mosca.
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