Il negrone
di
Patrizia V.
genere
orge
Partiamo la mattina dopo, di buon’ora.
Le ragazze sono già alla Città dei ragazzi; la Serenissima ha fatto il pieno di carburante ed è stata controllata da cima a fondo da Hamid e da Fabio; Elena ci ha accompagnate al porto con la mia macchina (di cui le lascio le chiavi in caso di necessità); perfino Aldo è venuto a salutare (e a rimorchiarsi via Elena, che probabilmente si sbatterà già sulla mia macchina, che rabbia!).
La mia amica saluta con un casto bacio sulla guancia sia me che sua sorella, poi noi ci carichiamo dei nostri bagagli e saliamo a bordo mentre loro salutano con la mano.
Aldo ha già una mano platealmente sul culo di Elena, che chiaramente è già su di giri e non aspetta altro che allargare le cosce e farsi fottere dal vitellone.
Fabio e Daniel ci accolgono a bordo, mentre Hamid è già in plancia a controllare le ultime cose.
Eva ci aspetta nel salottino in coperta con una bibita fresca.
Poi Hamid scende a staccare gli ormeggi, Daniel va a prua a controllare che l’ormeggio anteriore sia già mollato, e Fabio siede ai comandi per portare la Serenissima in mare aperto.
Noi ragazze ci godiamo le bibite nel salottino e chiacchieriamo un po’... Angela in realtà fa tappezzeria visto che io e Eva parliamo in inglese, ma del resto di lei ci frega ben poco. E’ lì solo per cucinare, e per manutenzionare le palle di Hamid, naturalmente.
Appena siamo in mare aperto, Eva si prende Angela per farle vedere in cambusa le vettovaglie che ha acquistato con Daniel al supermercato e la mette al lavoro: che si guadagni il passaggio, che diamine!
Io raggiungo il Fabio in plancia, ansiosa di approfondire la conoscenza sul funzionamento dello yacht: in fondo, anche se Daniel ci sa fare, il proprietario è il mio amante ultracinquantenne, e ne sa molto di più.
Gli dimostro di aver capito quel che mi ha insegnato il giovane irlandese, e lui si mostra ben disposto ad approfondire la lezione. Prima di pranzo mi lascia addirittura i comandi e mi permette di manovrare un po’, compreso un paio di cambiamenti di rotta e una comunicazione via radio con le autorità portuali di Rimini, che avverto della nostra rotta per sicurezza.
Punto a nord-nord-est, direzione Capo Promontore: la punta estrema dell’Istria, da dove procederemo verso sud seguendo la linea più esterna delle isole dalmate.
Quando Angela annuncia il “tutti a tavola!” siamo in mezzo all’Adriatico, e sullo schermo del radar il segnale più vicino è quello di un mercantile sloveno che si sta allontanando verso sud a più di venti miglia da noi. Inserisco il pilota automatico sotto lo sguardo attento di Fabio, poi raggiungiamo insieme gli altri nel salottino dove Angela sta servendo il risotto ai frutti di mare.
Dopo mangiato, mentre Angela ripulisce tutto nella cambusa e Hamid fa il suo turno in plancia, noi quattro ci stendiamo sui lettini di poppa a prendere il sole nudi e a digerire l’ottimo pranzo che ci ha servito (va detto) la sorella stronza della mia amica Elena.
Il sole picchia, e io sono già insonnolita dalla digestione, così all’inizio non mi accorgo di niente.
Sono fra Daniel e Eva, che a sua volta ha Fabio dall’altra parte. I lettini sono uno accanto all’altro, vicinissimi, così è normale che Eva, stesa accanto a me, mi posi una mano sulla coscia.
E’ anche normale sentire il contatto del corpo di Daniel dall’altra parte, e poi anche di quello di Eva stessa lungo il fianco, e magari anche fra le gambe, e sul seno...
Un momento. Ma quante mani ha la mia amica?
E quante bocche?
Mi sento baciare, mentre qualcuno mi succhia i capezzoli... Tutti e due.
Qualcuno mi sta toccando la figa... Anzi no, mi sta masturbando.
Allargo le gambe per concedere maggiore accesso, e mi sento schiudere le valve della fica, ma anche sollecitare lo sfintere.
Apro le labbra per rispondere al bacio, e vengo invasa da una lingua.
Mi mordono un capezzolo, e fremo di lussuria.
Apro gli occhi.
Li ho addosso tutti e tre.
Eva mi sta baciando, mentre Fabio e Daniel mi succhiano i capezzoli, ed entrambi mi frugano fra le cosce, masturbandomi un buco ciascuno. Mi sento come un’ape regina.
Poi Fabio scivola fra le mie cosce spalancate e va a leccarmi la fica; Eva lascia andare la mia bocca per andare a sostituire Fabio sul mio petto, lasciandomi libera di gemere il mio languore.
Fabio mi penetra l’ano con un dito, poi con due e infine con tre, e intanto mi lavora il clito con la lingua.
E’ troppo bello, comincio a guaire come una cagnetta in calore.
Mi lavorano per un’eternità, alternandosi nelle posizioni ogni volta che sono prossima a godere, così ogni volta devo ricominciare da capo. E’ bellissimo e terribile, frustrazione e sollazzo si rimescolano nel mio cervello e nelle mie viscere così tanto che alla fine non capisco più niente.
- Mi fate morire... – annaspo, stremata.
E’ allora che Eva mi trafigge la fica con la lingua e mi fa esplodere all’improvviso in un orgasmo bruciante, quasi doloroso, che mi lascia intontita ed esausta.
Annaspo in cerca di aria, riapro gli occhi, e vedo che Fabio si è portato alle spalle di Eva e la sta montando alla pecorina, mandandola a sbattere col viso contro la mia vulva... Ecco com’è successo che mi sia arrivata di colpo così a fondo!
Eva geme di piacere sotto la cavalcata del suo uomo, e ora che mi ha fatta godere sembra essersi disinteressata di me.
Ne approfitta Daniel, che passa all’azione: smette di lavorarmi le tette, mi gira sul fianco e mi inforna alla grande dall’alto.
- Auh! – rantolo io, sentendomi invadere la vagina dal suo attrezzo durissimo.
Stringo le cosce intorno ai suoi fianchi e mi dispongo per una scopata prolungata: ho la figa bella aperta dopo il mio recente orgasmo, e ci metterò una vita a venire di nuovo.
Scopiamo per venti minuti buoni, quando il Fabio propone allegramente: - Cambio?
I due maschi si scambiano gioiosamente, lasciando noi nelle stesse reciproche posizioni.
Scopata alla missionaria dal Fabio, che è un po’ più grosso, mi avvicino più rapidamente all’estasi.
Pianto le unghie nella schiena del maschio, chiudo gli occhi, stringo i denti, e mi lascio andare inarcandomi con tanta forza che quasi lo disarciono.
- Aahhh... Aahhh... – grido, in preda all’orgasmo – Godooo!!!
Fabio mi fa godere a lungo, mantenendo il ritmo della scopata attraverso tutto il mio orgasmo, e da amante esperto qual è evita di venirmi dentro a sua volta.
Ha un’altra idea, il nostro capitano.
Mi fa alzare in ginocchio e si stende al posto mio, poi fa cenno a Eva, che si è appena sbrodolata addosso a sua volta, di andare a impalarsi sul suo cazzo, bello duro e lubrificato dalla mia sbroda.
L’olandesina è lesta a obbedire al suo amante, e s’infigge con un lungo lamento di piacere sul suo uccello.
Daniel, rimasto provvisoriamente a secco, si avvicina all’in piedi e le porge il cazzo orfano di fica, perché sia soddisfatto dalla bocca.
Io penso che non sia una cosa equa: per quanto deliziosa, la boccuccia di Eva non è all’altezza della sua fichetta... Così aggiungo la mia bocca alla sua, trasformando un semplice pompino in un bocchino stereo.
Da sotto, Fabio approva con un grugnito le nostre iniziative, e aggiunge il suo estro per completare l’ammucchiata: mi afferra una chiappa e se la tira contro il viso.
Io colgo l’idea e vado ad accucciarmi sulla sua faccia per farmi leccare la fica, mettendomi comoda di fronte alla mia amica e allungandomi verso di lei in modo da continuare a succhiare il cazzo di Daniel.
La figura è un po’ complessa, ma funziona bene: Fabio sotto, Eva che s’impala su di lui a smorzacandela e io che mi offro in connilinguo, e Daniel in piedi in mezzo a noi che si fa ciucciare il cazzo. Il tutto supportato dal lento sciabordio della nave lanciata a quindici nodi sull’Adriatico in piena bonaccia.
Le lingue mia e di Eva si avvinghiano al cazzo di Daniel, giocano coi testicoli, danzano sul glande, s’attorcigliano fra loro e tornano a scivolare sull’asta dell’uccello, seguendo il ritmo della danza che a sua volta è dettato dal mare.
Daniel ci accarezza i capelli, io accarezzo le tette di Eva, e Fabio accarezza le mie, mentre la sua lingua scava nelle profondità della mia vagina fradicia di piacere.
Daniel resiste quanto può, ma alla fine esplode.
La sua sborra ci zampilla in faccia, inzaccherando tutto il viso di Eva e scolandomi poi sulle tette, imbrattandomi tutta di seme denso e appiccicoso.
Gli succhio per bene la cappella per essere sicura di svuotargli del tutto i coglioni, mentre Eva a sua volta li spreme come fossero limoni mentre mi lecca lo sperma dai capezzoli bagnati.
L’irlandese è finito, e noi due ci baciamo e ci abbracciamo, scambiandoci a vicenda la sua sborra e spalmandocela addosso strofinandoci l’una contro l’altra.
Allora anche Fabio arriva al capolinea, sfogandosi finalmente dentro Eva, che riceve il suo seme vitale dentro di sé con un rantolo di piacere...
Il bello di fare una crociera su un’imbarcazione di proprietà, è che puoi accelerare o rallentare a piacere, e addirittura fermarti del tutto.
Basta ordinare ad Hamid di arrestare i motori, e noi possiamo farci un tuffo rinfrescante nel bel mezzo dell’Adriatico per ripulirci della sborra di cui Daniel ci ha coperte.
Siamo entrambe provette nuotatrici, ci tuffiamo di testa e nuotiamo allegramente tutto intorno alla Serenissima, rinfrescandoci e sciogliendoci le membra intorpidite dal sesso.
I maschi, sfiniti, ci guardano dalla coperta dello yacht mentre, completata la nuotata, ci baciamo appassionatamente dentro all’acqua, a pochi metri dalla poppa.
Quando torniamo a bordo e Hamid fa ripartire i motori, siamo piacevolmente senza fiato. Ci adagiamo sui lettini, soddisfatte sia sessualmente che muscolarmente, e ci appisoliamo al sole.
Fabio ha deciso che sono abbastanza brava coi comandi per poter fare anche io il mio turno di plancia.
Magnifico, così ho la possibilità di approfondire un po’ la mia conoscenza dei comandi della Serenissima, e mi godo la sensazione di manovrare questo mostro...
Eva viene a trovarmi spesso, ma anche i tre uomini capitano continuamente a controllare che vada tutto bene, così non è che mi senta sola. Fabio mi ha anche scherzosamente messo in testa il suo cappello da capitano per la durata del mio turno di guardia, e immagino di essere abbastanza buffa, nuda e col cappello in testa ai comandi della barca.
Però mi diverto, e molto.
Durante il mio turno il tempo cambia e le onde si fanno più lunghe e alte, mentre il vento comincia a soffiare da nord, rallentandoci parecchio. Non è certo una tempesta, ma ho il mio battesimo di mare grosso.
Sono anche io la prima ad avvistare, prima sul radar e poi anche a occhio nudo, le scogliere di Capo Promontore e gli isolotti di Brioni: significa che abbiamo completato l’attraversamento dell’Adriatico e adesso possiamo cominciare a solcare il Quarnaro e le isole esterne della Dalmazia.
Sotto lo sguardo vigile di Fabio, cambio rotta per sud-sud-est, e presto il Capo sparisce alle nostre spalle.
E’ ora di cena, e devo lasciare il timone a Hamid (che ha mangiato in cambusa con Angela mentre questa cucinava) per raggiungere gli altri nel quadrato. Il maltempo ha portato un po’ di vento freddo e la minaccia della pioggia, e non è il caso di cenare fuori.
Zuppa di pesce: Angela ha superato sé stessa... Una cena da re, anzi da dogi, e niente affatto pesante devo dire.
La nostra cuoca si prende un sacco di complimenti, e soprattutto il capitano è prodigo di elogi. Al punto che dopo il caffè le molla una sonora pacca sul culo e se la porta in cabina per elargirle personalmente la meritata ricompensa...
Mi sembra giusto. Lui è il capitano, e ancora non se l’è trombata.
Io e Eva ci sgomitiamo ridacchiando, e io noto che il più soddisfatto di tutti sembra Daniel, rimasto solo con noi.
Ma Eva mi fa notare che Fabio non è l’unico a non aver ancora assaggiato un altro membro dell’equipaggio...
- Tu ancora non hai provato il cazzo di Hamid, vero? – mi fa, con l’aria sbarazzina.
In effetti è vero: sono molto curiosa. Eva mi ha raccontato delle dimensioni abnormi e della potenza della monta del nigeriano, e io provo un misto di desiderio di provare e di timore per l’integrità della mia passera. Sapete bene che in generale preferisco le donne, ma gli uomini mi piacciono comunque, e molto... Non sono mai stata con un nero: ho sempre provato una pigra fantasia di farmi fottere da uno di loro, ma non mi è mai capitato. Cominciare con un superdotato mi intimorisce un po’, ma è un fatto che Angela, assai più piccolina e fragolina di me, se lo prende in corpo tre o quattro volte al giorno, apparentemente senza problemi...
- Facciamo così – mi propone la mia amante – Io vado in plancia e te lo riscaldo per bene, mentre tu e Daniel vi divertite un po’ qui. Poi, quando ti senti pronta, ci raggiungete di sopra... Vi va?
Ci va, eccome. Anche Daniel mi sembra particolarmente contento dell’idea.
Eva mi bacia appassionatamente in bocca, e prima di staccarsi da me mi sussurra: - Così magari ti faccio anche vedere qualcosa che non ti aspetti...
E mi lascia così, curiosa come una scimmia... Sale in fretta le scale e scompare di sopra, per andare a farsi sbattere dal negrone di bardo.
Provo una breve fitta di gelosia, poi mi sento afferrare le tette da Daniel e ho altro cui pensare.
Il nostro simpatico amico irlandese mi prende lì, contro il tavolo dove abbiamo appena mangiato: mi infilza da dietro, schiacciandomi contro il bordo del tavolo, e mi dà una bella ripassata all’in piedi. Poi mi rovescia completamente sopra il tavolo di schiena, mi spalanca le gambe e me lo sbatte di nuovo dentro di forza, trivellandomi a dovere la fica fino a farmi godere.
Poi si stacca e mi sorride ammiccando, indicandomi la scaletta.
Gli chiedo se non vuole che lo faccia sborrare prima, ma lui scuote la testa, e dice che c’è tempo.
Io sono calda come non mai, e la curiosità in effetti mi divora.
Nuda come mamma mi ha fatto, mi arrampico su per la scaletta, con Daniel che mi segue col cazzo a penzoloni, ancora semiduro e voglioso.
In plancia troviamo gli altri due in piena azione.
Il pilota automatico è acceso, Eva è stesa di schiena sull’ampio sedile del capitano, e Hamid se la sta facendo alla missionaria, strappandole un gemito ad ogni colpo che le sferra nel ventre.
Ammiro le larghe natiche nere e muscolose che pompano con forza fra le lunghe gambe spalancate della mia amica, e che sembrano doverla smembrare da un momento all’altro.
Daniel mi stringe la mano per incoraggiarmi, e io mi avvicino, eccitata come una quindicenne.
Hamid si è accorto di noi, ma non sembra minimamente intenzionato a smettere di fottere Eva.
Timidamente, io accarezzo una coscia della mia amica, che si dimena e si contorce tutta sotto i colpi del nero che la sta scopando, e sembra ignorarmi per un attimo, poi mi accarezza a sua volata il braccio prima di tornare ad artigliare le spalle del suo maschio.
Allora io poso la mano sul possente dorso del nero, e fremo nel sentire la durezza dei suoi muscoli.
Gli accarezzo lo splendido culo nerboruto, come se volessi aiutarlo a fottere la mia amante lesbica. Poi chino il capo per osservare fra le gambe del maschio la sua possente virilità che trivella la fica biondissima della donna sotto di lui.
I suoi testicoli sono enormi, gonfi, durissimi e neri come la notte. Sbattono come pungiball da boxe contro il culo di Eva, che adesso strilla sempre più forte sotto i colpi tremendi che lui le sferra in pancia.
Daniel si avvicina a sua volta, mi scavalca e si porta vicino alla testa di Eva per baciarla in bocca. Peccato non averci pensato prima io... Ma in fondo sono affascinata da quell’arnese maschile che sta distruggendo la passerina deliziosa della mia dolce amichetta.
Dolce amichetta che all’improvviso alza il volume dei suoi strilli di giubilo, solleva i piedi verso la luna, arriccia le dita e si inarca come se cercasse di disarcionare il negrone che la sta montando.
- Godo... Godo... Oh mio dio, godooo! Oohhh...
Eva ha sborrato.
Adesso ho davvero voglia di Hamid...
Il negrone estrae il suo coso mostruoso dalla fica martoriata di Eva, lasciandola malamente slabbrata e aperta, e io sono lesta ad impugnarlo e a ficcarmelo in bocca.
Mi inginocchio, abbraccio quelle colonne d’ebano che sono le gambe del negrone, e comincio il pompino più difficile della mia vita.
Quel cazzo è davvero enorme. Almeno trenta centimetri, e grosso in proporzione... Meno duro di quel che mi aspettavo, ma sempre roba tosta. E nero da far paura.
Ho difficoltà a ingoiare la cappella: mi sta a fatica in bocca. Impugno l’asta a due mani, e ancora mi avanza cazzo fino ai coglioni, che sono due palle da tennis nere, dure e pelose.
Insomma, un coso da paura.
Ma io adoro le sfide.
Mi metto a succhiare e a segare con energia, e il negrone deve apprezzare, perché comincia ad accarezzarmi la testa e a muovere i fianchi per scoparmi in bocca.
Ha un buon sapore, forse perché è intriso della sbroda di Eva, ma comunque mi piace proprio.
Con la coda dell’occhio vedo che Daniel lo ha messo in bocca a Eva, e che la mia amica sta dandosi da fare anche lei...
Dev’essere esausta, ma d’altra parte il suo compito è assai più facile del mio: a confronto del negrone, il nostro amico irlandese è quasi effeminato, e il suo attrezzo pallido è circa la metà di quello nero.
Spompiniamo come due buone amiche i rispettivi uccelli per almeno dieci minuti, e a quel punto io sono pronta a provare a prenderlo dentro.
Mi alzo in piedi e mi appoggio allo schienale del sedile del capitano. Hamid mi viene dietro e me lo appoggia fra le chiappe, spingendo fra le valve della fica.
Mi allargo le labbra pelose con le dita e mi piego in avanti, inarcandomi un po’, per facilitare la penetrazione...
E mi sento riempire lentamente ma inesorabilmente dal pitone nero del nostromo, che mi affonda lentamente nelle viscere.
Annaspo in preda al panico: quel coso è ancora più grosso del dildo che usiamo io e Eva per scoparci a vicenda... E quello sì che è enorme!
Sembra non finire mai... Entra, e continua a entrare, centimetro dopo centimetro. A un centimetro al secondo, ci mette mezzo minuto a entrare tutto. Quando arriva a fondo corsa, mi sento piena in modo innaturale, e ho una strana sensazione al ventre; deve essermi entrato fino ad aprirmi la cervice, e la cappella deve essersi affacciata nell’utero.
- Oh madonna... – rantolo – Ce l’ho dentro fino in fondo. Mi riempie tutta...
Hamid mi prende per i fianchi e comincia a muoversi dentro di me. Dapprima movimenti appena accennati, poi più decisi e profondi.
Mi scopa.
Un’esperienza nuova, diversa... Sconvolgente.
Scopata da un nero. E da un nero superdotato, per di più.
Eva, presa da Daniel accanto a me, mi strizza l’occhio e sorride, complice.
Per un po’ veniamo scopate insieme, una accanto all’altra, e i nostri gemiti e rantoli di piacere si mescolano nella notte, poi Eva decide di staccarsi dal suo compagno e viene a baciarmi.
Immagino che, dopo essere stata montata da Hamid, chiavare con Daniel sia un po’ come sditalinarsi con una matita.
Le nostre lingue si avviluppano e ci scambiamo la saliva. Sento le sue lunghe dita che mi accarezzano i capezzoli.
Anche Daniel si è avvicinato. Mi accarezza la schiena e l’altra tetta. Bacio anche lui.
Si prendono cura di me mentre subisco quella nerchia micidiale... Quasi mi commuovo per la loro sollecitudine.
Mentre Hamid continua imperterrito a fottermi con l’aria di uno capace di andare avanti tutta la notte, Eva e Daniel si dispongono ai miei fianchi, mi lavorano una tetta ciascuno, mi accarezzano la schiena, le cosce... Sento le loro mani arrivare a giocare col mio grilletto, e immagino che Eva si diverta anche ad accarezzare i coglioni di Hamid quando arrivano a sbattermi contro a fondo corsa.
- Aahhh... Aahhh...
I miei gemiti di lussuria si perdono sul mare argentato dalla luna, ormai quasi piena.
Hamid cambia gioco: lo tira fuori per raffreddarlo, e poi me lo ribatte dentro con violenza.
- Aahhh! – strillo io, sentendomi trafiggere in malo modo... Ma è una dolce morte quella che sento pervadermi ad ogni affondo.
Mi piace, e dopo due o tre di questi servizietto, decido di volgere il capo, perché immagino che fra un affondo e l’altro, quando l’ariete nero è fuori, Eva ne approfitti per dargli una saporita succhiata.
Giro la testa, e sgrano gli occhi.
Eva, che con una mano continua a giocare con un mio capezzolo, è in ginocchio e in effetti sta succhiando la cappella enfiata del negrone... Ma non è sola.
Daniel è in ginocchio accanto a lei, e mentre con una mano mi tormenta il clito, con l’altra accarezza le natiche di Hamid, e intanto gli lecca con gusto le palle.
Poi, quando Eva lascia andare la cappella per leccare un po’ l’asta, Daniel chiude le labbra alla base del glande e comincia a spompinare a sua volta.
Accidenti, avevo appena pensato che il nostro amico fosse un po’ effeminato, ma non l’avevo proprio immaginato che potesse essere un bi!
Non faccio in tempo a riprendermi dalla sorpresa che Hamid me lo rischiaffa nelle pancia, strappandomi un singhiozzo di piacere.
Tre-quattro guzzate, ed è fuori di nuovo per farsi spompinare in stereo da quei due porci.
Due-tre gollate a testa, ed eccolo di nuovo sprofondare dentro di me...
- Ough! Oohhh...
Mi strabuzzano gli occhi dalle orbite, come se il cazzone mi fosse arrivato fin nel cervello a spingere fuori le orbite. Urlo.
- Ah! Aahhh...
Godo. Godo come una puttana sposata che si è fatta appena sbattere da un cazzone nero...
I muscoli della vagina mi si contraggono spasmodicamente nell’orgasmo, ma lui non viene. Me lo sento dentro, bello grosso, caldo e palpitante, ma non pulsa.
Mi affloscio come un palloncino bucato, e il negrone me lo tira fuori, disinteressandosi completamente a me.
Deve aver deciso di sborrare in bocca a quei due porci.
Annaspando, sempre abbracciata allo schienale del sedile, mi giro per guardare.
Sì, Eva e Daniel si stanno dando da fare di bocca e di mani, e Hamid sta letteralmente scopando loro la faccia con assoluta imparzialità.
No, mi sbagliavo.
Daniel smette di succhiare e spinge Eva in ginocchio contro il sedile. La mia amica sorride contenta e si mette a pecora, appoggiando i gomiti sul sedile accanto a me. Le nostre labbra si sfiorano in un breve bacio, poi lei si mette bene in posizione, mentre Daniel interrompe a sua volta la sua fellatio e si dispone alle spalle dell’olandesina per prenderla di nuovo da dietro.
Vedo il cazzo pallido e durissimo di Daniel scomparire fra le gambe di Eva, che bramisce di piacere sentendosi penetrare bruscamente da quel paletto di frassino.
Hamid, lasciato a sé stesso, osserva un istante l’irlandese che si scopa l’olandesina, poi emette un grugnito bestiale e si piazza a sua volta dietro a Daniel.
Io sbarro gli occhi guardando le manone del nigeriano che afferrano i fianchi di Daniel, e quasi svengo quando vedo il mostruoso cazzo nero che gli affonda fra le chiappe.
Daniel grugnisce di dolore, ma se lo becca con stile... Accidenti, deve essere davvero allenato per prenderselo così nel culo. Io avrei strillato come un’aquila, e sì che il mio buco non è certo vergine.
E’ un trenino: Daniel scopa Eva, e Hamid scopa Daniel... E’ un po’ come se Hamid si stesse ingroppando Eva attraverso il corpo di Daniel, e in effetti la ragazza strilla come se il nigeriano lo avesse messo in culo a lei. E’ il negrone che imprime il ritmo alla scopata, e i suoi colpi si ripercuotono disastrosamente nella figa di Eva, strappandole grida di piacere ad ogni affondo.
Così è questa la sorpresa di cui mi aveva accennato Eva... Ammetto di essere stata colta di contropiede. Però non posso lamentarmi, ho goduto come una pazza.
Però, a pensarci bene, un po’ mi secca essere messa da parte mentre gli altri si divertono.
Mi sono ripresa, e voglio giocare anch’io.
Mi alzo in piedi e vado accanto a Hamid. Lo bacio per ringraziarlo di avermi fatta godere.
Poi bacio anche Daniel, che mi ha fatto godere anche lui...
Infine bacio Eva. La troietta non mi ha ancora fatto godere, ed è ora che si ricordi di essere la mia amante primaria...
Dopo averla baciata, le sbatto la fica in faccia, bella umida e spatasciata dopo la ripassata che mi ha dato Hamid, e con le mani la costringo a schiacciare il viso nel mio grembo. Non che lei opponga resistenza, anzi...
Sento la sua lingua farsi strada nella peluria e fra le valve, per andare a raccogliere le abbondanti secrezioni del mio sesso direttamente alla sorgente dentro di me...
- Aahhh... – gemo, rovesciando indietro la testa e stringendo le cosce nude intorno alla sua testa – Sì, leccami tutta, troia!
Eva mi lecca la fica, Daniel scopa Eva, Hamid sodomizza Daniel. Mi sembra quasi di sentire il cazzone di Hamid che mi spinge in fica dopo aver attraversato i corpi degli altri due...
E’ stupendo, adoro essere leccata da Eva. Dopo tanto cazzo, finalmente una lingua di donna. Mi ricordo di essere prima di tutto una lesbica, e sono la prima a godere.
Urlo di goduria, venendo in bocca a Eva, aggrappata alla sua nuca, intontita dal piacere.
Eva annaspa, semi soffocata, cercando di deglutire tutti i miei succhi, e il senso di asfissia la porta oltre il limite estremo, strappando anche a lei un orgasmo bruciante e inaspettato.
La fica di Eva deve contrarsi come una morsa sul cazzo di Daniel, che viene letteralmente spremuto fino a risucchiare lo sperma dai testicoli: anche lui gode, ragliando come un asino.
Hamid, il più maschio, è l’ultimo a cedere: le contrazioni di Daniel fanno capitolare anche lui, che esplode a sua volta nel buco che sta riempiendo in quel momento.
Che ammucchiata da sballo... Sto per lasciarmi andare fra le braccia di Morfeo, esausta, quando sento dei passi felpati e vedo Angela, che si avvicina barcollando dalla scaletta del quadrato. Deve aver omaggiato il capitano fino a poco prima, perché cammina a gambe larghe come una che l’ha preso in culo per più di un’ora, e probabilmente è esattamente quel che è avvenuto.
Rimane a bocca aperta nel vedere il negrone del suo cuore col cazzo immerso fino alle palle in un culo maschile; poi si avvicina ugualmente, un po’ perplessa, finché Hamid la branca con una manona e se la tira contro per baciarla sonoramente in bocca.
Eva si tira in piedi e mi porge una mano per aiutare anche me ad alzarmi. Ci baciamo teneramente.
Poi lei mi prende per mano e mi guida dabbasso verso la nostra cabina, lasciando gli altri ad arrangiarsi per la notte.
La nostra alcova ci aspetta.
Troviamo Fabio già addormentato sul lettone, e ci stendiamo accanto a lui... Ma questa volta non lo teniamo in mezzo fra di noi. Lui dorme, e noi ci abbracciamo teneramente tra noi, baciandoci ed accarezzandoci dolcemente, finché non scivoliamo in un sonno d’amore tutto nostro.
Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
Le ragazze sono già alla Città dei ragazzi; la Serenissima ha fatto il pieno di carburante ed è stata controllata da cima a fondo da Hamid e da Fabio; Elena ci ha accompagnate al porto con la mia macchina (di cui le lascio le chiavi in caso di necessità); perfino Aldo è venuto a salutare (e a rimorchiarsi via Elena, che probabilmente si sbatterà già sulla mia macchina, che rabbia!).
La mia amica saluta con un casto bacio sulla guancia sia me che sua sorella, poi noi ci carichiamo dei nostri bagagli e saliamo a bordo mentre loro salutano con la mano.
Aldo ha già una mano platealmente sul culo di Elena, che chiaramente è già su di giri e non aspetta altro che allargare le cosce e farsi fottere dal vitellone.
Fabio e Daniel ci accolgono a bordo, mentre Hamid è già in plancia a controllare le ultime cose.
Eva ci aspetta nel salottino in coperta con una bibita fresca.
Poi Hamid scende a staccare gli ormeggi, Daniel va a prua a controllare che l’ormeggio anteriore sia già mollato, e Fabio siede ai comandi per portare la Serenissima in mare aperto.
Noi ragazze ci godiamo le bibite nel salottino e chiacchieriamo un po’... Angela in realtà fa tappezzeria visto che io e Eva parliamo in inglese, ma del resto di lei ci frega ben poco. E’ lì solo per cucinare, e per manutenzionare le palle di Hamid, naturalmente.
Appena siamo in mare aperto, Eva si prende Angela per farle vedere in cambusa le vettovaglie che ha acquistato con Daniel al supermercato e la mette al lavoro: che si guadagni il passaggio, che diamine!
Io raggiungo il Fabio in plancia, ansiosa di approfondire la conoscenza sul funzionamento dello yacht: in fondo, anche se Daniel ci sa fare, il proprietario è il mio amante ultracinquantenne, e ne sa molto di più.
Gli dimostro di aver capito quel che mi ha insegnato il giovane irlandese, e lui si mostra ben disposto ad approfondire la lezione. Prima di pranzo mi lascia addirittura i comandi e mi permette di manovrare un po’, compreso un paio di cambiamenti di rotta e una comunicazione via radio con le autorità portuali di Rimini, che avverto della nostra rotta per sicurezza.
Punto a nord-nord-est, direzione Capo Promontore: la punta estrema dell’Istria, da dove procederemo verso sud seguendo la linea più esterna delle isole dalmate.
Quando Angela annuncia il “tutti a tavola!” siamo in mezzo all’Adriatico, e sullo schermo del radar il segnale più vicino è quello di un mercantile sloveno che si sta allontanando verso sud a più di venti miglia da noi. Inserisco il pilota automatico sotto lo sguardo attento di Fabio, poi raggiungiamo insieme gli altri nel salottino dove Angela sta servendo il risotto ai frutti di mare.
Dopo mangiato, mentre Angela ripulisce tutto nella cambusa e Hamid fa il suo turno in plancia, noi quattro ci stendiamo sui lettini di poppa a prendere il sole nudi e a digerire l’ottimo pranzo che ci ha servito (va detto) la sorella stronza della mia amica Elena.
Il sole picchia, e io sono già insonnolita dalla digestione, così all’inizio non mi accorgo di niente.
Sono fra Daniel e Eva, che a sua volta ha Fabio dall’altra parte. I lettini sono uno accanto all’altro, vicinissimi, così è normale che Eva, stesa accanto a me, mi posi una mano sulla coscia.
E’ anche normale sentire il contatto del corpo di Daniel dall’altra parte, e poi anche di quello di Eva stessa lungo il fianco, e magari anche fra le gambe, e sul seno...
Un momento. Ma quante mani ha la mia amica?
E quante bocche?
Mi sento baciare, mentre qualcuno mi succhia i capezzoli... Tutti e due.
Qualcuno mi sta toccando la figa... Anzi no, mi sta masturbando.
Allargo le gambe per concedere maggiore accesso, e mi sento schiudere le valve della fica, ma anche sollecitare lo sfintere.
Apro le labbra per rispondere al bacio, e vengo invasa da una lingua.
Mi mordono un capezzolo, e fremo di lussuria.
Apro gli occhi.
Li ho addosso tutti e tre.
Eva mi sta baciando, mentre Fabio e Daniel mi succhiano i capezzoli, ed entrambi mi frugano fra le cosce, masturbandomi un buco ciascuno. Mi sento come un’ape regina.
Poi Fabio scivola fra le mie cosce spalancate e va a leccarmi la fica; Eva lascia andare la mia bocca per andare a sostituire Fabio sul mio petto, lasciandomi libera di gemere il mio languore.
Fabio mi penetra l’ano con un dito, poi con due e infine con tre, e intanto mi lavora il clito con la lingua.
E’ troppo bello, comincio a guaire come una cagnetta in calore.
Mi lavorano per un’eternità, alternandosi nelle posizioni ogni volta che sono prossima a godere, così ogni volta devo ricominciare da capo. E’ bellissimo e terribile, frustrazione e sollazzo si rimescolano nel mio cervello e nelle mie viscere così tanto che alla fine non capisco più niente.
- Mi fate morire... – annaspo, stremata.
E’ allora che Eva mi trafigge la fica con la lingua e mi fa esplodere all’improvviso in un orgasmo bruciante, quasi doloroso, che mi lascia intontita ed esausta.
Annaspo in cerca di aria, riapro gli occhi, e vedo che Fabio si è portato alle spalle di Eva e la sta montando alla pecorina, mandandola a sbattere col viso contro la mia vulva... Ecco com’è successo che mi sia arrivata di colpo così a fondo!
Eva geme di piacere sotto la cavalcata del suo uomo, e ora che mi ha fatta godere sembra essersi disinteressata di me.
Ne approfitta Daniel, che passa all’azione: smette di lavorarmi le tette, mi gira sul fianco e mi inforna alla grande dall’alto.
- Auh! – rantolo io, sentendomi invadere la vagina dal suo attrezzo durissimo.
Stringo le cosce intorno ai suoi fianchi e mi dispongo per una scopata prolungata: ho la figa bella aperta dopo il mio recente orgasmo, e ci metterò una vita a venire di nuovo.
Scopiamo per venti minuti buoni, quando il Fabio propone allegramente: - Cambio?
I due maschi si scambiano gioiosamente, lasciando noi nelle stesse reciproche posizioni.
Scopata alla missionaria dal Fabio, che è un po’ più grosso, mi avvicino più rapidamente all’estasi.
Pianto le unghie nella schiena del maschio, chiudo gli occhi, stringo i denti, e mi lascio andare inarcandomi con tanta forza che quasi lo disarciono.
- Aahhh... Aahhh... – grido, in preda all’orgasmo – Godooo!!!
Fabio mi fa godere a lungo, mantenendo il ritmo della scopata attraverso tutto il mio orgasmo, e da amante esperto qual è evita di venirmi dentro a sua volta.
Ha un’altra idea, il nostro capitano.
Mi fa alzare in ginocchio e si stende al posto mio, poi fa cenno a Eva, che si è appena sbrodolata addosso a sua volta, di andare a impalarsi sul suo cazzo, bello duro e lubrificato dalla mia sbroda.
L’olandesina è lesta a obbedire al suo amante, e s’infigge con un lungo lamento di piacere sul suo uccello.
Daniel, rimasto provvisoriamente a secco, si avvicina all’in piedi e le porge il cazzo orfano di fica, perché sia soddisfatto dalla bocca.
Io penso che non sia una cosa equa: per quanto deliziosa, la boccuccia di Eva non è all’altezza della sua fichetta... Così aggiungo la mia bocca alla sua, trasformando un semplice pompino in un bocchino stereo.
Da sotto, Fabio approva con un grugnito le nostre iniziative, e aggiunge il suo estro per completare l’ammucchiata: mi afferra una chiappa e se la tira contro il viso.
Io colgo l’idea e vado ad accucciarmi sulla sua faccia per farmi leccare la fica, mettendomi comoda di fronte alla mia amica e allungandomi verso di lei in modo da continuare a succhiare il cazzo di Daniel.
La figura è un po’ complessa, ma funziona bene: Fabio sotto, Eva che s’impala su di lui a smorzacandela e io che mi offro in connilinguo, e Daniel in piedi in mezzo a noi che si fa ciucciare il cazzo. Il tutto supportato dal lento sciabordio della nave lanciata a quindici nodi sull’Adriatico in piena bonaccia.
Le lingue mia e di Eva si avvinghiano al cazzo di Daniel, giocano coi testicoli, danzano sul glande, s’attorcigliano fra loro e tornano a scivolare sull’asta dell’uccello, seguendo il ritmo della danza che a sua volta è dettato dal mare.
Daniel ci accarezza i capelli, io accarezzo le tette di Eva, e Fabio accarezza le mie, mentre la sua lingua scava nelle profondità della mia vagina fradicia di piacere.
Daniel resiste quanto può, ma alla fine esplode.
La sua sborra ci zampilla in faccia, inzaccherando tutto il viso di Eva e scolandomi poi sulle tette, imbrattandomi tutta di seme denso e appiccicoso.
Gli succhio per bene la cappella per essere sicura di svuotargli del tutto i coglioni, mentre Eva a sua volta li spreme come fossero limoni mentre mi lecca lo sperma dai capezzoli bagnati.
L’irlandese è finito, e noi due ci baciamo e ci abbracciamo, scambiandoci a vicenda la sua sborra e spalmandocela addosso strofinandoci l’una contro l’altra.
Allora anche Fabio arriva al capolinea, sfogandosi finalmente dentro Eva, che riceve il suo seme vitale dentro di sé con un rantolo di piacere...
Il bello di fare una crociera su un’imbarcazione di proprietà, è che puoi accelerare o rallentare a piacere, e addirittura fermarti del tutto.
Basta ordinare ad Hamid di arrestare i motori, e noi possiamo farci un tuffo rinfrescante nel bel mezzo dell’Adriatico per ripulirci della sborra di cui Daniel ci ha coperte.
Siamo entrambe provette nuotatrici, ci tuffiamo di testa e nuotiamo allegramente tutto intorno alla Serenissima, rinfrescandoci e sciogliendoci le membra intorpidite dal sesso.
I maschi, sfiniti, ci guardano dalla coperta dello yacht mentre, completata la nuotata, ci baciamo appassionatamente dentro all’acqua, a pochi metri dalla poppa.
Quando torniamo a bordo e Hamid fa ripartire i motori, siamo piacevolmente senza fiato. Ci adagiamo sui lettini, soddisfatte sia sessualmente che muscolarmente, e ci appisoliamo al sole.
Fabio ha deciso che sono abbastanza brava coi comandi per poter fare anche io il mio turno di plancia.
Magnifico, così ho la possibilità di approfondire un po’ la mia conoscenza dei comandi della Serenissima, e mi godo la sensazione di manovrare questo mostro...
Eva viene a trovarmi spesso, ma anche i tre uomini capitano continuamente a controllare che vada tutto bene, così non è che mi senta sola. Fabio mi ha anche scherzosamente messo in testa il suo cappello da capitano per la durata del mio turno di guardia, e immagino di essere abbastanza buffa, nuda e col cappello in testa ai comandi della barca.
Però mi diverto, e molto.
Durante il mio turno il tempo cambia e le onde si fanno più lunghe e alte, mentre il vento comincia a soffiare da nord, rallentandoci parecchio. Non è certo una tempesta, ma ho il mio battesimo di mare grosso.
Sono anche io la prima ad avvistare, prima sul radar e poi anche a occhio nudo, le scogliere di Capo Promontore e gli isolotti di Brioni: significa che abbiamo completato l’attraversamento dell’Adriatico e adesso possiamo cominciare a solcare il Quarnaro e le isole esterne della Dalmazia.
Sotto lo sguardo vigile di Fabio, cambio rotta per sud-sud-est, e presto il Capo sparisce alle nostre spalle.
E’ ora di cena, e devo lasciare il timone a Hamid (che ha mangiato in cambusa con Angela mentre questa cucinava) per raggiungere gli altri nel quadrato. Il maltempo ha portato un po’ di vento freddo e la minaccia della pioggia, e non è il caso di cenare fuori.
Zuppa di pesce: Angela ha superato sé stessa... Una cena da re, anzi da dogi, e niente affatto pesante devo dire.
La nostra cuoca si prende un sacco di complimenti, e soprattutto il capitano è prodigo di elogi. Al punto che dopo il caffè le molla una sonora pacca sul culo e se la porta in cabina per elargirle personalmente la meritata ricompensa...
Mi sembra giusto. Lui è il capitano, e ancora non se l’è trombata.
Io e Eva ci sgomitiamo ridacchiando, e io noto che il più soddisfatto di tutti sembra Daniel, rimasto solo con noi.
Ma Eva mi fa notare che Fabio non è l’unico a non aver ancora assaggiato un altro membro dell’equipaggio...
- Tu ancora non hai provato il cazzo di Hamid, vero? – mi fa, con l’aria sbarazzina.
In effetti è vero: sono molto curiosa. Eva mi ha raccontato delle dimensioni abnormi e della potenza della monta del nigeriano, e io provo un misto di desiderio di provare e di timore per l’integrità della mia passera. Sapete bene che in generale preferisco le donne, ma gli uomini mi piacciono comunque, e molto... Non sono mai stata con un nero: ho sempre provato una pigra fantasia di farmi fottere da uno di loro, ma non mi è mai capitato. Cominciare con un superdotato mi intimorisce un po’, ma è un fatto che Angela, assai più piccolina e fragolina di me, se lo prende in corpo tre o quattro volte al giorno, apparentemente senza problemi...
- Facciamo così – mi propone la mia amante – Io vado in plancia e te lo riscaldo per bene, mentre tu e Daniel vi divertite un po’ qui. Poi, quando ti senti pronta, ci raggiungete di sopra... Vi va?
Ci va, eccome. Anche Daniel mi sembra particolarmente contento dell’idea.
Eva mi bacia appassionatamente in bocca, e prima di staccarsi da me mi sussurra: - Così magari ti faccio anche vedere qualcosa che non ti aspetti...
E mi lascia così, curiosa come una scimmia... Sale in fretta le scale e scompare di sopra, per andare a farsi sbattere dal negrone di bardo.
Provo una breve fitta di gelosia, poi mi sento afferrare le tette da Daniel e ho altro cui pensare.
Il nostro simpatico amico irlandese mi prende lì, contro il tavolo dove abbiamo appena mangiato: mi infilza da dietro, schiacciandomi contro il bordo del tavolo, e mi dà una bella ripassata all’in piedi. Poi mi rovescia completamente sopra il tavolo di schiena, mi spalanca le gambe e me lo sbatte di nuovo dentro di forza, trivellandomi a dovere la fica fino a farmi godere.
Poi si stacca e mi sorride ammiccando, indicandomi la scaletta.
Gli chiedo se non vuole che lo faccia sborrare prima, ma lui scuote la testa, e dice che c’è tempo.
Io sono calda come non mai, e la curiosità in effetti mi divora.
Nuda come mamma mi ha fatto, mi arrampico su per la scaletta, con Daniel che mi segue col cazzo a penzoloni, ancora semiduro e voglioso.
In plancia troviamo gli altri due in piena azione.
Il pilota automatico è acceso, Eva è stesa di schiena sull’ampio sedile del capitano, e Hamid se la sta facendo alla missionaria, strappandole un gemito ad ogni colpo che le sferra nel ventre.
Ammiro le larghe natiche nere e muscolose che pompano con forza fra le lunghe gambe spalancate della mia amica, e che sembrano doverla smembrare da un momento all’altro.
Daniel mi stringe la mano per incoraggiarmi, e io mi avvicino, eccitata come una quindicenne.
Hamid si è accorto di noi, ma non sembra minimamente intenzionato a smettere di fottere Eva.
Timidamente, io accarezzo una coscia della mia amica, che si dimena e si contorce tutta sotto i colpi del nero che la sta scopando, e sembra ignorarmi per un attimo, poi mi accarezza a sua volata il braccio prima di tornare ad artigliare le spalle del suo maschio.
Allora io poso la mano sul possente dorso del nero, e fremo nel sentire la durezza dei suoi muscoli.
Gli accarezzo lo splendido culo nerboruto, come se volessi aiutarlo a fottere la mia amante lesbica. Poi chino il capo per osservare fra le gambe del maschio la sua possente virilità che trivella la fica biondissima della donna sotto di lui.
I suoi testicoli sono enormi, gonfi, durissimi e neri come la notte. Sbattono come pungiball da boxe contro il culo di Eva, che adesso strilla sempre più forte sotto i colpi tremendi che lui le sferra in pancia.
Daniel si avvicina a sua volta, mi scavalca e si porta vicino alla testa di Eva per baciarla in bocca. Peccato non averci pensato prima io... Ma in fondo sono affascinata da quell’arnese maschile che sta distruggendo la passerina deliziosa della mia dolce amichetta.
Dolce amichetta che all’improvviso alza il volume dei suoi strilli di giubilo, solleva i piedi verso la luna, arriccia le dita e si inarca come se cercasse di disarcionare il negrone che la sta montando.
- Godo... Godo... Oh mio dio, godooo! Oohhh...
Eva ha sborrato.
Adesso ho davvero voglia di Hamid...
Il negrone estrae il suo coso mostruoso dalla fica martoriata di Eva, lasciandola malamente slabbrata e aperta, e io sono lesta ad impugnarlo e a ficcarmelo in bocca.
Mi inginocchio, abbraccio quelle colonne d’ebano che sono le gambe del negrone, e comincio il pompino più difficile della mia vita.
Quel cazzo è davvero enorme. Almeno trenta centimetri, e grosso in proporzione... Meno duro di quel che mi aspettavo, ma sempre roba tosta. E nero da far paura.
Ho difficoltà a ingoiare la cappella: mi sta a fatica in bocca. Impugno l’asta a due mani, e ancora mi avanza cazzo fino ai coglioni, che sono due palle da tennis nere, dure e pelose.
Insomma, un coso da paura.
Ma io adoro le sfide.
Mi metto a succhiare e a segare con energia, e il negrone deve apprezzare, perché comincia ad accarezzarmi la testa e a muovere i fianchi per scoparmi in bocca.
Ha un buon sapore, forse perché è intriso della sbroda di Eva, ma comunque mi piace proprio.
Con la coda dell’occhio vedo che Daniel lo ha messo in bocca a Eva, e che la mia amica sta dandosi da fare anche lei...
Dev’essere esausta, ma d’altra parte il suo compito è assai più facile del mio: a confronto del negrone, il nostro amico irlandese è quasi effeminato, e il suo attrezzo pallido è circa la metà di quello nero.
Spompiniamo come due buone amiche i rispettivi uccelli per almeno dieci minuti, e a quel punto io sono pronta a provare a prenderlo dentro.
Mi alzo in piedi e mi appoggio allo schienale del sedile del capitano. Hamid mi viene dietro e me lo appoggia fra le chiappe, spingendo fra le valve della fica.
Mi allargo le labbra pelose con le dita e mi piego in avanti, inarcandomi un po’, per facilitare la penetrazione...
E mi sento riempire lentamente ma inesorabilmente dal pitone nero del nostromo, che mi affonda lentamente nelle viscere.
Annaspo in preda al panico: quel coso è ancora più grosso del dildo che usiamo io e Eva per scoparci a vicenda... E quello sì che è enorme!
Sembra non finire mai... Entra, e continua a entrare, centimetro dopo centimetro. A un centimetro al secondo, ci mette mezzo minuto a entrare tutto. Quando arriva a fondo corsa, mi sento piena in modo innaturale, e ho una strana sensazione al ventre; deve essermi entrato fino ad aprirmi la cervice, e la cappella deve essersi affacciata nell’utero.
- Oh madonna... – rantolo – Ce l’ho dentro fino in fondo. Mi riempie tutta...
Hamid mi prende per i fianchi e comincia a muoversi dentro di me. Dapprima movimenti appena accennati, poi più decisi e profondi.
Mi scopa.
Un’esperienza nuova, diversa... Sconvolgente.
Scopata da un nero. E da un nero superdotato, per di più.
Eva, presa da Daniel accanto a me, mi strizza l’occhio e sorride, complice.
Per un po’ veniamo scopate insieme, una accanto all’altra, e i nostri gemiti e rantoli di piacere si mescolano nella notte, poi Eva decide di staccarsi dal suo compagno e viene a baciarmi.
Immagino che, dopo essere stata montata da Hamid, chiavare con Daniel sia un po’ come sditalinarsi con una matita.
Le nostre lingue si avviluppano e ci scambiamo la saliva. Sento le sue lunghe dita che mi accarezzano i capezzoli.
Anche Daniel si è avvicinato. Mi accarezza la schiena e l’altra tetta. Bacio anche lui.
Si prendono cura di me mentre subisco quella nerchia micidiale... Quasi mi commuovo per la loro sollecitudine.
Mentre Hamid continua imperterrito a fottermi con l’aria di uno capace di andare avanti tutta la notte, Eva e Daniel si dispongono ai miei fianchi, mi lavorano una tetta ciascuno, mi accarezzano la schiena, le cosce... Sento le loro mani arrivare a giocare col mio grilletto, e immagino che Eva si diverta anche ad accarezzare i coglioni di Hamid quando arrivano a sbattermi contro a fondo corsa.
- Aahhh... Aahhh...
I miei gemiti di lussuria si perdono sul mare argentato dalla luna, ormai quasi piena.
Hamid cambia gioco: lo tira fuori per raffreddarlo, e poi me lo ribatte dentro con violenza.
- Aahhh! – strillo io, sentendomi trafiggere in malo modo... Ma è una dolce morte quella che sento pervadermi ad ogni affondo.
Mi piace, e dopo due o tre di questi servizietto, decido di volgere il capo, perché immagino che fra un affondo e l’altro, quando l’ariete nero è fuori, Eva ne approfitti per dargli una saporita succhiata.
Giro la testa, e sgrano gli occhi.
Eva, che con una mano continua a giocare con un mio capezzolo, è in ginocchio e in effetti sta succhiando la cappella enfiata del negrone... Ma non è sola.
Daniel è in ginocchio accanto a lei, e mentre con una mano mi tormenta il clito, con l’altra accarezza le natiche di Hamid, e intanto gli lecca con gusto le palle.
Poi, quando Eva lascia andare la cappella per leccare un po’ l’asta, Daniel chiude le labbra alla base del glande e comincia a spompinare a sua volta.
Accidenti, avevo appena pensato che il nostro amico fosse un po’ effeminato, ma non l’avevo proprio immaginato che potesse essere un bi!
Non faccio in tempo a riprendermi dalla sorpresa che Hamid me lo rischiaffa nelle pancia, strappandomi un singhiozzo di piacere.
Tre-quattro guzzate, ed è fuori di nuovo per farsi spompinare in stereo da quei due porci.
Due-tre gollate a testa, ed eccolo di nuovo sprofondare dentro di me...
- Ough! Oohhh...
Mi strabuzzano gli occhi dalle orbite, come se il cazzone mi fosse arrivato fin nel cervello a spingere fuori le orbite. Urlo.
- Ah! Aahhh...
Godo. Godo come una puttana sposata che si è fatta appena sbattere da un cazzone nero...
I muscoli della vagina mi si contraggono spasmodicamente nell’orgasmo, ma lui non viene. Me lo sento dentro, bello grosso, caldo e palpitante, ma non pulsa.
Mi affloscio come un palloncino bucato, e il negrone me lo tira fuori, disinteressandosi completamente a me.
Deve aver deciso di sborrare in bocca a quei due porci.
Annaspando, sempre abbracciata allo schienale del sedile, mi giro per guardare.
Sì, Eva e Daniel si stanno dando da fare di bocca e di mani, e Hamid sta letteralmente scopando loro la faccia con assoluta imparzialità.
No, mi sbagliavo.
Daniel smette di succhiare e spinge Eva in ginocchio contro il sedile. La mia amica sorride contenta e si mette a pecora, appoggiando i gomiti sul sedile accanto a me. Le nostre labbra si sfiorano in un breve bacio, poi lei si mette bene in posizione, mentre Daniel interrompe a sua volta la sua fellatio e si dispone alle spalle dell’olandesina per prenderla di nuovo da dietro.
Vedo il cazzo pallido e durissimo di Daniel scomparire fra le gambe di Eva, che bramisce di piacere sentendosi penetrare bruscamente da quel paletto di frassino.
Hamid, lasciato a sé stesso, osserva un istante l’irlandese che si scopa l’olandesina, poi emette un grugnito bestiale e si piazza a sua volta dietro a Daniel.
Io sbarro gli occhi guardando le manone del nigeriano che afferrano i fianchi di Daniel, e quasi svengo quando vedo il mostruoso cazzo nero che gli affonda fra le chiappe.
Daniel grugnisce di dolore, ma se lo becca con stile... Accidenti, deve essere davvero allenato per prenderselo così nel culo. Io avrei strillato come un’aquila, e sì che il mio buco non è certo vergine.
E’ un trenino: Daniel scopa Eva, e Hamid scopa Daniel... E’ un po’ come se Hamid si stesse ingroppando Eva attraverso il corpo di Daniel, e in effetti la ragazza strilla come se il nigeriano lo avesse messo in culo a lei. E’ il negrone che imprime il ritmo alla scopata, e i suoi colpi si ripercuotono disastrosamente nella figa di Eva, strappandole grida di piacere ad ogni affondo.
Così è questa la sorpresa di cui mi aveva accennato Eva... Ammetto di essere stata colta di contropiede. Però non posso lamentarmi, ho goduto come una pazza.
Però, a pensarci bene, un po’ mi secca essere messa da parte mentre gli altri si divertono.
Mi sono ripresa, e voglio giocare anch’io.
Mi alzo in piedi e vado accanto a Hamid. Lo bacio per ringraziarlo di avermi fatta godere.
Poi bacio anche Daniel, che mi ha fatto godere anche lui...
Infine bacio Eva. La troietta non mi ha ancora fatto godere, ed è ora che si ricordi di essere la mia amante primaria...
Dopo averla baciata, le sbatto la fica in faccia, bella umida e spatasciata dopo la ripassata che mi ha dato Hamid, e con le mani la costringo a schiacciare il viso nel mio grembo. Non che lei opponga resistenza, anzi...
Sento la sua lingua farsi strada nella peluria e fra le valve, per andare a raccogliere le abbondanti secrezioni del mio sesso direttamente alla sorgente dentro di me...
- Aahhh... – gemo, rovesciando indietro la testa e stringendo le cosce nude intorno alla sua testa – Sì, leccami tutta, troia!
Eva mi lecca la fica, Daniel scopa Eva, Hamid sodomizza Daniel. Mi sembra quasi di sentire il cazzone di Hamid che mi spinge in fica dopo aver attraversato i corpi degli altri due...
E’ stupendo, adoro essere leccata da Eva. Dopo tanto cazzo, finalmente una lingua di donna. Mi ricordo di essere prima di tutto una lesbica, e sono la prima a godere.
Urlo di goduria, venendo in bocca a Eva, aggrappata alla sua nuca, intontita dal piacere.
Eva annaspa, semi soffocata, cercando di deglutire tutti i miei succhi, e il senso di asfissia la porta oltre il limite estremo, strappando anche a lei un orgasmo bruciante e inaspettato.
La fica di Eva deve contrarsi come una morsa sul cazzo di Daniel, che viene letteralmente spremuto fino a risucchiare lo sperma dai testicoli: anche lui gode, ragliando come un asino.
Hamid, il più maschio, è l’ultimo a cedere: le contrazioni di Daniel fanno capitolare anche lui, che esplode a sua volta nel buco che sta riempiendo in quel momento.
Che ammucchiata da sballo... Sto per lasciarmi andare fra le braccia di Morfeo, esausta, quando sento dei passi felpati e vedo Angela, che si avvicina barcollando dalla scaletta del quadrato. Deve aver omaggiato il capitano fino a poco prima, perché cammina a gambe larghe come una che l’ha preso in culo per più di un’ora, e probabilmente è esattamente quel che è avvenuto.
Rimane a bocca aperta nel vedere il negrone del suo cuore col cazzo immerso fino alle palle in un culo maschile; poi si avvicina ugualmente, un po’ perplessa, finché Hamid la branca con una manona e se la tira contro per baciarla sonoramente in bocca.
Eva si tira in piedi e mi porge una mano per aiutare anche me ad alzarmi. Ci baciamo teneramente.
Poi lei mi prende per mano e mi guida dabbasso verso la nostra cabina, lasciando gli altri ad arrangiarsi per la notte.
La nostra alcova ci aspetta.
Troviamo Fabio già addormentato sul lettone, e ci stendiamo accanto a lui... Ma questa volta non lo teniamo in mezzo fra di noi. Lui dorme, e noi ci abbracciamo teneramente tra noi, baciandoci ed accarezzandoci dolcemente, finché non scivoliamo in un sonno d’amore tutto nostro.
Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
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