In Volo con Tina – San Francisco 2016
di
Marco Demma
genere
masturbazione
“Stiamo ora imbarcando i passeggeri business class e priority”, tuona squillante l’assistente di volo.
Sono le 8.15 di sera, il terminal 3 dell’aeroporto SFO è quasi deserto a quest’ora. Sullo sfondo gestori di ristoranti e negozi stanno annoiatamente riassettando nell'attesa di nuovi avventori. Un bambino in coda davanti a me, esausto per la giornata di viaggio, cerca di trascinare la madre verso le sedie di plastica nera su cui siamo stati tutti ordinatamente seduti fino a pochi minuti fa.
Mi vibra il telefono: Tina.
Leggo il messaggio e rispondo semplicemente “te lo prometto!” prima di rimettere il telefono in tasca.
Ci conosciamo da pochi giorni, ma c’è qualcosa in te che crea dipendenza. Sei una ragazza chiaramente molto sicura di ciò che vuole e con un piacevole curiosità per la vita. Una famelica lettrice di romanzi e assidua giocatrice di video-games.
Mi hai contattato dopo aver letto i miei racconti online e in breve tempo abbiamo scoperto di essere entrambi della stessa città. Beh, perlomeno quando anche io sono in Italia.
Da quel momento è iniziato un piacevole gioco a stuzzicarci: foto più o meno esplicite, messaggi spinti e desideri sessuali palesati. Ho scoperto che pure tu sei molto brava a scrivere, anche se non lo vuoi ammettere, e l’immagine che mi hai regalato di te sotto la doccia mentre ti accarezzi pensando a me ancora risuona nella mia testa.
La fila di imbarco procede pigramente, ma finalmente mi ritrovo seduto al mio posto: 9F, proprio sull’uscita di sicurezza per avere spazio extra per le gambe.
L’equipaggio di bordo finisce l’imbarco e con mio sollievo nessuno si siede di fianco a me. Si decolla.
Il volo dura solo 50 minuti, troppo pochi perché valga la pena iniziare a guardare un film sul tablet o per provare a dormire. Mi ritorni in mente tu. Prendo il cellulare, rigorosamente in modalità aerea, e scorro la nostra chat fino a trovare il punto che mi interessa: “Entro in doccia, il vapore denso mi si incolla addosso…prendo il bagnoschiuma e faccio scorrere le mani sulle mie cosce, mentre il getto d’acqua contribuisce a scaldarmi”.
In un secondo sento qualcosa muoversi nei pantaloni. Mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno guardi e con una mano in tasca comincio a massaggiarmi continuando a leggere: “ti immagino con me e sogno che siano le tue mani a accarezzarmi i seni… il mio respiro si fa affannoso e irregolare”.
L’erezione ormai fa capolino fuori dai pantaloni macchiando la camicia con qualche gocciolina all’altezza dell’ombelico.
Con aria indifferente mi alzo e mi dirigo verso le toilette al fondo dell’aereo. Sorrido cortesemente alla hostess, apro le porte pieghevoli del bagno e le richiudo velocemente dietro di me.
Solo, chiuso in questa stanzetta di un metro quadro di ampiezza nessuno può raggiungermi. Slaccio i pantaloni calandoli fino alle caviglie insieme ai boxer, telefono con una tua foto in intimo in una mano e cazzo nell’altra.
Inizio a immaginarmi li, abbracciandoti da dietro con la mia erezione premuta contro di te. Le mie mani scivolano sul tuo corpo nudo cercando ogni angolo della tua pelle. Mi soffermo sui tuoi capezzoli, stuzzicandoli finché non li sento turgidi tra le mie dita.
Mi sento durissimo mentre aumento il ritmo delle pompate, realizzo di non aver molto tempo per darmi piacere e mi concentro di più su di te. Poso il telefono chiudo gli occhi e affogo il cazzo tra due mani, una sopra l’altra, lasciando spuntare solo la cappella. Chiudo gli occhi, tendendo gli addominali e le natiche e trasferendo questa ulteriore tensione al mio membro ormai gonfio. Cerco di immaginare il sapore dei tuoi baci, l’odore della tua pelle, il suono del tuo orgasmo.
Il mio corpo viene percorso da scarica di passione che con impeto spinge la mia libidine in ogni angolo del corpo. Serro le mani intorno alla mia asta quasi per strozzarla, sbatto la schiena contro la parete alle mie spalle proprio mentre vengo con grossi schizzi gonfi di caldo piacere.
Mi rivesto trafilato e ripulisco tutto in fretta, esco dal bagno sorridente chiudendo la porta alle mie spalle senza lasciare alcuna traccia in quel bagno se non un marcato odore di sesso.
Promessa mantenuta.
Sono le 8.15 di sera, il terminal 3 dell’aeroporto SFO è quasi deserto a quest’ora. Sullo sfondo gestori di ristoranti e negozi stanno annoiatamente riassettando nell'attesa di nuovi avventori. Un bambino in coda davanti a me, esausto per la giornata di viaggio, cerca di trascinare la madre verso le sedie di plastica nera su cui siamo stati tutti ordinatamente seduti fino a pochi minuti fa.
Mi vibra il telefono: Tina.
Leggo il messaggio e rispondo semplicemente “te lo prometto!” prima di rimettere il telefono in tasca.
Ci conosciamo da pochi giorni, ma c’è qualcosa in te che crea dipendenza. Sei una ragazza chiaramente molto sicura di ciò che vuole e con un piacevole curiosità per la vita. Una famelica lettrice di romanzi e assidua giocatrice di video-games.
Mi hai contattato dopo aver letto i miei racconti online e in breve tempo abbiamo scoperto di essere entrambi della stessa città. Beh, perlomeno quando anche io sono in Italia.
Da quel momento è iniziato un piacevole gioco a stuzzicarci: foto più o meno esplicite, messaggi spinti e desideri sessuali palesati. Ho scoperto che pure tu sei molto brava a scrivere, anche se non lo vuoi ammettere, e l’immagine che mi hai regalato di te sotto la doccia mentre ti accarezzi pensando a me ancora risuona nella mia testa.
La fila di imbarco procede pigramente, ma finalmente mi ritrovo seduto al mio posto: 9F, proprio sull’uscita di sicurezza per avere spazio extra per le gambe.
L’equipaggio di bordo finisce l’imbarco e con mio sollievo nessuno si siede di fianco a me. Si decolla.
Il volo dura solo 50 minuti, troppo pochi perché valga la pena iniziare a guardare un film sul tablet o per provare a dormire. Mi ritorni in mente tu. Prendo il cellulare, rigorosamente in modalità aerea, e scorro la nostra chat fino a trovare il punto che mi interessa: “Entro in doccia, il vapore denso mi si incolla addosso…prendo il bagnoschiuma e faccio scorrere le mani sulle mie cosce, mentre il getto d’acqua contribuisce a scaldarmi”.
In un secondo sento qualcosa muoversi nei pantaloni. Mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno guardi e con una mano in tasca comincio a massaggiarmi continuando a leggere: “ti immagino con me e sogno che siano le tue mani a accarezzarmi i seni… il mio respiro si fa affannoso e irregolare”.
L’erezione ormai fa capolino fuori dai pantaloni macchiando la camicia con qualche gocciolina all’altezza dell’ombelico.
Con aria indifferente mi alzo e mi dirigo verso le toilette al fondo dell’aereo. Sorrido cortesemente alla hostess, apro le porte pieghevoli del bagno e le richiudo velocemente dietro di me.
Solo, chiuso in questa stanzetta di un metro quadro di ampiezza nessuno può raggiungermi. Slaccio i pantaloni calandoli fino alle caviglie insieme ai boxer, telefono con una tua foto in intimo in una mano e cazzo nell’altra.
Inizio a immaginarmi li, abbracciandoti da dietro con la mia erezione premuta contro di te. Le mie mani scivolano sul tuo corpo nudo cercando ogni angolo della tua pelle. Mi soffermo sui tuoi capezzoli, stuzzicandoli finché non li sento turgidi tra le mie dita.
Mi sento durissimo mentre aumento il ritmo delle pompate, realizzo di non aver molto tempo per darmi piacere e mi concentro di più su di te. Poso il telefono chiudo gli occhi e affogo il cazzo tra due mani, una sopra l’altra, lasciando spuntare solo la cappella. Chiudo gli occhi, tendendo gli addominali e le natiche e trasferendo questa ulteriore tensione al mio membro ormai gonfio. Cerco di immaginare il sapore dei tuoi baci, l’odore della tua pelle, il suono del tuo orgasmo.
Il mio corpo viene percorso da scarica di passione che con impeto spinge la mia libidine in ogni angolo del corpo. Serro le mani intorno alla mia asta quasi per strozzarla, sbatto la schiena contro la parete alle mie spalle proprio mentre vengo con grossi schizzi gonfi di caldo piacere.
Mi rivesto trafilato e ripulisco tutto in fretta, esco dal bagno sorridente chiudendo la porta alle mie spalle senza lasciare alcuna traccia in quel bagno se non un marcato odore di sesso.
Promessa mantenuta.
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