La Puttana del Cremlino

di
genere
etero

Al mattino, quando raggiungiamo Tanya in sala, Boris non c’è.
Facciamo colazione insieme noi tre, e la padrona di casa ci spiega che il vecchiaccio è uscito presto per concludere un altro affare importante.
- La firma di ieri con te era quel che gli serviva per definire l’ultimo dettaglio di un accordo molto più grande col suo amico Vladimir – ci spiega Eva, parlando con evidente indifferenza del Presidente federale – Boris era molto eccitato per questo, si è perfino fatto la barba prima di uscire… Lo fa solo per incontrare i pochi che non considera suoi inferiori, come Vladimir e Cyrill.
- Cyrill?
- Il Patriarca.
- Oh.
- Hmmm… - bofonchia Eva con la bocca piena, niente affatto impressionata – E noi adesso cosa facciamo?
Tanya sorride radiosa: - Beh, visto che siamo fra ragazze… Cosa ne pensate di un giro turistico della città? Mi piacerebbe farvi da guida, anche se io non sono esattamente di qui.
Per la prima volta, Eva e Tanya si scambiano uno sguardo di simpatia.
Sorrido fra me: evidentemente l’esperienza saffica è piaciuta alla brunetta… Non mi sento esclusa, ma avverto anche che dopo aver fatto sesso con me, l’interesse di Tanya si è spostato verso la mia compagna, a lei anagraficamente più vicina. Immagino che alla giovane modella, sposata a un vecchio maiale come Boris, non capiti spesso di passare del tempo con ragazze della sua età.
Bene: questo dovrebbe curare la gelosia dell’olandesina.

In effetti, passiamo una splendida giornata in giro per il centro di Mosca.
Fa un freddo cane, ma c’è comunque un sacco di gente in giro. La neve è sporca ma si cammina abbastanza bene, e c’è anche un pallido sole che accende i colori della città.
La Piazza Rossa, il Cremlino, il Bolshoi… Mangiamo in un ristorante carissimo del centro ma Tanya offre lei, quindi va bene così.
Il ghiaccio fra le mie due compagne di letto è finalmente rotto, e le due ragazzine ridono e scherzano fra loro la maggior parte del tempo.
All’inizio credo che Eva mi tenga un po’ a distanza per punirmi di aver fatto l’amore con Tanya, poi però quando si è rilassata e scopre anche lei quanto sia simpatica la brunetta, si riscalda anche con me.
A pranzo mi sfiora anche le labbra con un bacio, ma Tanya ci raccomanda discrezione: i moscoviti sono piuttosto omofobi e sarebbe imbarazzante se qualcuno chiamasse la polizia.
- Ci sono leggi molto severe contro gli omosessuali – ci avverte – Il Governo ce l’ha soprattutto con i gay maschi, ma anche le lesbiche sono nel mirino.
- Io non sono lesbica – protesta Eva con una risatina – Ho passato la notte con tuo marito… Siete voi due che dovreste preoccuparvi!
Sorridiamo anche noi. Naturalmente, come sempre quando si ha a che fare con l’ipocrisia di Stato, è tutta questione di apparenza.
- Ho messo la signora Tzarovskaya sulla cattiva strada? – chiedo con tono fintamente preoccupato.
- Hmmm… Se stiamo alla lettera della legislazione sulla pubblica decenza, mi hai quasi pervertita – sorride Tanya – Quanto a voi, se la vostra relazione diventasse pubblica, costituirebbe oltraggio alla moralità e alla religione.
- Uh. Sarà il caso di scoparci qualche bel cosacco, tanto per mettere in chiaro che ci piacciono anche gli uomini?
Tanya ci pensa su un momento: - Vediamo… Di cosacchi per la verità non ne conosco molti, ma potrei farvi conoscere qualcuna delle Guardie del Cremlino. Vi interessa?
Eva alza un dito, seria: - O cosacchi, o niente. Vero, Pat?
- Assolutamente. Non ci accontenteremo di niente di meno.
Tanya sorride: - Bene. Vedremo…
Scoppiamo a ridere tutte e tre.
Poi, più seria, Tanya ammette che il suo matrimonio con Boris non è esattamente monogamo. Il vecchio porco continua a divertirsi come e più di prima, e anche a lei capitano diverse occasioni… Specie quando ci sono le famose “cene d’affari”. Però rimane il fatto che lei adesso è una donna sposata e deve osservare un certo decoro.
Sospira: - A volte mi manca un po’ la mia libertà… Però ammetto che non mi manca affatto la folla dei produttori e degli impresari che volevano scoparmi tutti i giorni, e non mi mancano neanche i creditori che volevano soldi o fica per l’affitto e le bollette. Quindi non mi lamento!
Beh, noi non ci aspettavamo certo che il suo fosse un matrimonio d’amore… Per quanto l’avventura agghiacciante in Adriatico possa aver creato legami fra noi sopravvissuti e in particolare con Boris che in fondo ha il merito di averci salvati tutti, è difficile dimenticare che il vecchio bastardo potrebbe essere il nonno della bella Tanya.

Quando rientriamo all’imbrunire, troviamo Boris che si rilassa a casa, di ottimo umore.
A cena, ci spiega di aver concluso davanti al suo amico Vladimir un ottimo accordo col Ministero della Difesa per la fornitura di materiale ad alto contenuto tecnologico.
- Essere accordo molto conveniente, da… - ammette, soddisfatto – E io potuto chiudere solo grazie a vostro aiuto. Senza prodotti di vostra ditta, io non ha vantaggio su concorrenza. Ma dopo firma tuo documento, Patrizia, io convito Vladimir; e amico Vladimir convinto Ministro. Ora io e Tanya è molto più ricchi, e amico Vladimir molto più contento, anche…
La scusa è buona per l’ennesimo brindisi.
Faccio finta di mandare giù la vodka, poi Boris butta giù la bomba.
- Vladimir così contento che invitato me a cena a Cremlino dopodomani sera per festeggiare firma di contratto a maniera russa… Così io bisogna compagna per venire con me.
Trasecolo. Cena al Cremlino col Presidente? Festeggiamento alla russa?
Vedo chiaramente che Tanya s’irrigidisce. E’ già stata scambiata per festeggiare altri contratti, e chissà con chi è già finita a letto… Perché la disturba l’idea di farsi scopare dal suo Presidente?
Boris si accorge dell’espressione di sua moglie, ma sembra far finta di niente.
Si rivolge a me: - Io detto amico Vladimir di bella italiana con cui chiuso contratto, e lui detto con entusiasmo io porta lei… Tu contenta cenare a Cremlino con amico Vladimir, vero Patrizia?
Rimango di sale: Boris vuole che mi faccia scopare dal suo Presidente!
Vedo accanto a me che Eva è basita, mentre Tanya si rilassa un po’.
Non so cosa dire… Quindi non dico niente.
Boris ridacchia: - Tanya no piace amico Vladimir… Io no capisce ragione, ma lei donna e moglie, quindi diritto dire nyet… Qualche volta! Inoltre, Vladimir ha debole per italiane. E tu, Patrizia, è parte di affare, quindi chi meglio di te?
Beh, l’“amico Vladimir” non è esattamente un cesso. Ha fama di sciupafemmine. Ed è un bel trofeo… Considerato che sono una puttana, devo considerarmi professionalmente lusingata…
Sorrido: - Ma Boris, sarà un piacere!

Mi serve un abito da sera, cazzo.
Tanya ed Eva mi fanno provare qualcosa di loro, ma io ho le spalle larghe e sono troppo muscolosa per le loro cose…
Il mattino dopo ci precipitiamo ai magazzini GUM e passiamo tre ore a scegliere l’occorrente per la serata. Spendiamo una fortuna… Io storco il naso vedendo il conto, ma Tanya è svelta a tirare fuori la sua Platinum Card.
- Ci mancherebbe che pagassi tu, Pat! – esclama – Mi stai togliendo da una situazione molto imbarazzante…
Una volta all’aperto, ci spiega l’arcano.
Tanya non è russa: è ucraina. Viene da Tarnopol, in Bucovina… La zona più nazionalista del suo Paese. E apparentemente, Vladimir non ha molto rispetto per la nazione ucraina.
- Ci considera un misto di russi irredenti e di polacchi rinnegati – chiarisce – Non fa mistero del suo disprezzo, e ha chiaramente detto in TV che l’Ucraina è artificiale e dovrà alla lunga essere reincorporata nella Grande Madre Russia, magari lasciando la Galizia alla Polonia. Boris sa che lo detesto. Se non ci fossi stata tu, Pat, sarebbe stato difficile dire di no al Presidente…
Hmmm… Non ho un’opinione precisa sul personaggio, anche se non mi è piaciuto molto come si è comportato con la povera Georgia. Ammetto che concedermi a uno degli uomini più potenti del mondo solletica un po’ la mia vanità. Ma soprattutto, sono lieta di dare una mano a Tanya.
Il vecchiaccio deve essere ben consapevole dei sentimenti di Tanya per il suo amico, perché questa notte, Boris sceglie di dormire con sua moglie; e quindi Eva ed io siamo di nuovo nello stesso letto…

La limo che ci conduce alla cena non è quella di Boris: ha un gagliardetto ufficiale della Presidenza Federale ed è guidata da un valletto del Cremlino con scorta armata.
L’auto ci conduce direttamente all’interno della zona ristretta della cittadella, dove veniamo discretamente controllati dagli uomini della Sicurezza presidenziale.
Sono tutti molto rispettosi di Boris, ma trattano me come una volgare baldracca, dal che ne deduco che in passato il Presidente federale abbia ricevuto visite dello stesso tipo di quelle apprezzate dal mio Presidente del Consiglio…
Sorvoliamo sui controlli umilianti che devo subire, e veniamo al dunque.
Raggiungiamo una sala d’aspetto barocca, un po’ pacchiana ma pulitissima, dove finalmente la Sicurezza si dissolve e un valletto ci informa cerimoniosamente che il Presidente ci raggiungerà a minuti.
Boris fa appena in tempo a scusarsi con un sorriso per gli eccessi della Sicurezza, ma mi spiega anche che i terroristi sono sempre in agguato e il Presidente deve per forza stare attento a quel che fa…
Poi la porta si apre ed entra Vladimir.
Sapete? E’ molto più basso di quel che si crede. I suoi addetti al Protocollo sono bravissimi a nascondere la cosa, quasi quanto i nostri che lavorano per il Cavaliere.
Però ha fascino, va detto. Un sorriso seducente, una stretta di mano sicura e un fisico perfettamente in forma considerata l’età… Comunque un giovanotto in confronto a Boris.
Con lui c’è una sciacquetta bionda piccolina e slavata di circa vent’anni. So che Vladimir è divorziato, quindi si tratta di una troia recuperata apposta per scambiarla con me e far divertire Boris. Mi sento professionalmente un po’ offesa: come puttana d’alto bordo, io valgo sicuramente di più.
Ma se Boris si accontenta…
Scopro con orrore che in confronto a quello di Vladimir, l’inglese di Boris è quasi da Oxford. La sciacquetta poi (non ho mai capito il suo nome), non sa neanche dire “yes”.
Vladimir fa uno sforzo, e cerca di essere galante: mi dice qualcosa sulle donne italiane tanto sexy, e sul suo amicone Silvio tanto simpatico; poi Boris gli ricorda che oltre ad essere un bel pezzo di carne ho anche un cervello e sono io quella che ha consentito il loro affare del giorno prima… Vladimir sorride compiaciuto, mi ringrazia, e da quel momento non ho più idea di cosa venga detto a tavola perché tutti passano al russo.
Mi ritrovo seduta accanto a Boris ma di fronte a Vladimir, che non disdegna di spogliarmi con gli occhi per tutta la cena, senza però rivolgermi più la parola.
La sciacquetta, per parte sua, non apre neanche bocca.
Boris e Vladimir invece non stanno mai zitti, e parlano anche mentre mangiano e bevono allegramente.
Poco a poco, l’atmosfera si fa sempre più calda, e alla fine della cena (ottima, devo dire…), mi ritrovo un bicchiere di vodka in mano per il brindisi finale.
Boris passa un secondo all’inglese (naturalmente, il suo inglese) per informarmi che il brindisi è all’accordo firmato il giorno prima col Ministero della Difesa, e quindi è dedicato anche a me.
Mi do un contegno e partecipo seriamente al brindisi, guardandomi bene dal vuotare il bicchiere.
E poi…
Vladimir si alza in piedi e mi porge la mano con un sorriso affascinante dei suoi.
Boris balza in piedi a sua volta, afferra la sciacquetta per il braccio, mi fa l’occhiolino e se la porta via con l’aria di chi sa esattamente cosa stia facendo e perché.
Rimasta sola col Presidente federale, sospiro e accetto di farmi condurre per mano verso l’alcova presidenziale.
Dev’essere stata una stanza usata dagli zar per scoparsi le contesse di passaggio lontano dallo sguardo delle zarine.
Un vero lupanare roccocò, pieno di stucchi dorati e di affreschi sul soffitto, con un magnifico lettone a baldacchino, lenzuola di seta e federe ricamate.
E’ stato lì che mi sono prostituita a Vladimir, per fare un favore a Boris e soprattutto alla mia amica Tanya.

Devo dire che si è trattato di un’esperienza molto particolare. Non ero mai andata a letto con un uomo così potente… E l’importanza del maschio con cui una donna si accoppia, è un coefficiente importante nel valore che questa attribuisce al rapporto; e influisce anche sul piacere che la donna trae dalla consumazione del rapporto stesso.
Vladimir mi ha spogliata con classe, baciandomi in bocca, succhiandomi le tette e masturbandomi con una certa perizia, in modo che quando mi sono ritrovata nuda davanti a lui, ero eccitata e disponibile a qualunque maialata il mio partner desiderasse.
Ho continuato ad accarezzarmi la fica mentre si spogliava anche lui, guardandomi fisso e chiaramente interessato…
L’uccello glie lo tiro fuori io, e ammetto di essere un po’ sorpresa. Avete presente la leggenda sulla famosa regola della “L”? Beh, è una leggenda: non è affatto vero che gli uomini bassi ce l’hanno più lungo e viceversa… Il pene presidenziale è un modesto 15cm. In compenso, è bello duro… Anzi, durissimo. Nascondo la delusione e mi adatto a godermi quel che passa il convento (anzi, il Cremlino).
Lo prendo in bocca, e osservo che l’arnese è davvero duro… In modo quasi innaturale. Probabilmente i due amiconi usano le stesse pillole.
Bene, questo va detto: Vladimir ce l’ha piccolino, ma lo sa usare bene.
Lo succhio solo un poco, e lui mi rovescia subito sul lettone con un ghigno soddisfatto.
Io allargo le gambe mettendo bene in mostra le mie grazie, e lui pare apprezzare ciò che gli sta davanti. Infila rapidamente un preservativo, dimostrando una certa familiarità con l’equipaggiamento, e mi monta sopra.
Mi penetra con un colpo deciso, da padrone, e mi scopa con forza. Senza troppa fantasia, ma con molta sicurezza di sé e soprattutto molto a lungo.
Sotto di lui, io ricevo supinamente la monta presidenziale ed emetto un adeguato repertorio di gemiti e sospiri.
Simulo un orgasmo ragionevolmente credibile, e Vladimir, chiaramente compiaciuto della sua prestazione, mi rivolta per prendermi anche da dietro.
Mi afferra saldamente per i fianchi e m’infilza col suo coso corto e duro, strappandomi un grugnito di dolore.
Chiaramente a lui la posizione piace perché è più da macho… A me piace meno, perché così non mi arriva più al punto G. Affondo la faccia nel cuscino e mi porto una mano al clito per masturbarmi e recuperare l’onda del piacere appena perduta.
Ho avuto amanti migliori, ma anche peggiori… Per esempio mio marito.
Vladimir è nella media. Anzi, mediocre.
Preferisco cento volte Boris: grigio, grasso, peloso, e quasi vent’anni più vecchio ma decisamente più virile. In quel momento invidio un po’ la sciacquetta che si sta facendo sbattere da lui in qualche altra ala nel palazzo.
Però io sono con il Presidente… Mi concentro su questo pensiero, sul valore erotico di essere la femmina di un uomo così potente, e questo – combinato con il lavoro esperto delle mie dita in mezzo alle gambe – mi conduce all’orgasmo.
Questa volta non simulo, godo davvero: liberamente e rumorosamente.
Vladimir apprezza la sua e mia performance, e me lo fa capire con una bella sculacciata mentre si stacca da me.
Resisto alla tentazione di guardare l’orologio che ho ancora addosso, e mi offro di cavalcarlo.
Ma Vladimir deve pensare che stare sotto una donna sia una posizione non consona a un Presidente, così mi rotola su un fianco e mi prende a cucchiaio col suo coso sempre innaturalmente durissimo.
Mi chiedo se gli piacerebbe incularmi, ma non oso offrirmi in quel modo: potrebbe pensare sia una cosa sporca, da mujik.
Mi piace farlo di fianco, ma per la verità comincio ad annoiarmi… Ricomincio a masturbarmi, e questa volta con la mano libera mi carezzo anche i capezzoli.
Hmmm… La sto dando al Presidente di Tutte le Russie… Chissà cosa direbbe quel cornuto di mio marito se lo sapesse! Che bello, il mio dito… Uh! Hmmm…
- Aahhh… Vengo! Vengo…
Vladimir è nuovamente compiaciuto, e decide di cambiare ancora posizione.
Mi rimette di schiena e mi prende di nuovo alla missionaria, ma questa volta dopo pochi colpi mi solleva le gambe portandosele sopra le spalle.
Grufola qualcosa in russo e riprende a fottermi, sempre con lo stesso ritmo un po’ meccanico.
Ripeto, non è male… Ho solo provato di molto meglio. Forse sono io che sono viziata… O magari ho la luna storta.
Non posso masturbarmi in questa posizione, ma posso fantasticare… Hmmm… Sono sotto lo zar! Mi scopa proprio lì, dentro il Cremlino…
Questa volta lui mi precede.
All’improvviso si ferma, estrae il suo coso, si strappa il preservativo e se lo mena come un forsennato sopra di me.
Vorrei prenderglielo in bocca e aiutarlo a godere, ma evidentemente preferisce fare da solo.
Grugnisce qualcosa in russo, getta la testa all’indietro, e all’improvviso mi viene addosso. Emette uno schizzo iniziale piuttosto lungo e violento che mi prende in piena faccia; poi arriva una vera secchiata di sborra che mi si rovescia sul petto, inzaccherandomi il collo, le tette e lo stomaco… Che maiale, è peggio di un ragazzino sbrodolone.
Ma evidentemente a lui piace così.
Non si stende accanto a me per riposare: mi guarda tutta imbrattata di sperma, sorride soddisfatto dell’opera sua, e mi concede un simpatico buffetto.
Poi si alza e si riveste velocemente.
Fruga in un cassetto, tira fuori una scatolina e me la porge con un sorriso condiscendente.
Apro, e trovo un bel paio di orecchini d’oro di Cartier… Mi ha pagata.
Per un attimo provo l’impulso di tirarglieli in faccia, poi ci ripenso: sono di gusto, e hanno entrambi un bel diamante al centro. Probabilmente valgono più di un anno di attracco della Serenissima…
In fondo sono una puttana, quindi va bene così.

Sulla limo che ci riporta a casa sua, Boris appare soddisfatto dalla serata.
Mi chiede com’è andata col suo amico Vladimir, e io gli faccio vedere gli orecchini.
Lui sorride paterno e mi strizza l’occhio: - Vladimir bravo ragazzo… Lui sempre generoso con belle donne, da! Ma lui… Lui soddisfatto Patrizia?
Vedo lo sguardo furbo, e intuisco che il vecchio bastardo sa perfettamente di essere assai più dotato del suo amico… E vuole sentirselo confermare.
Che dire, io ho ancora voglia…
Così lo accontento, mettendogli una mano sulla patta dei pantaloni: - Sai, lui non è male. Ma a me piace che l’uomo sia molto maschio….
Boris sorride a salvadanaio, deliziato.
Mi inginocchio davanti al sedile della limo e glie lo tiro fuori, poi lo prendo in bocca.
Hmmm… Grosso, lungo e duro, proprio come lo ricordavo. Sa un po’ di fica, ma a me non dispiace troppo assaggiare un po’ il sapore della sciacquetta.
Lo succhio per bene, poi quando è bello tosto mi alzo, giro la schiena e sollevo il mio bel vestito nuovo scoprendomi completamente le gambe fasciate di nylon nero.
Mi siedo all’indietro sul suo paracarro, dandogli le spalle e impalandomi lentamente.
- Aahhh! – rantolo, gustandomi la penetrazione – Cazzo, che cazzo che hai, Boris…
Lo dico in italiano, ma immagino che lui intuisca perfettamente, perché mi afferra le tette da dietro e le stringe forte, prima di cominciare a scoparmi con forza da seduto.
E’ una cavalcata breve, ma selvaggia.
Questa volta non ho bisogno di fantasticare né di masturbarmi: il cazzone di Boris mi strofina con forza il punto G, mentre le sue manacce esperte mi strapazzano le tette attraverso il vestito, e io sono eccitata come una cagna.
Godo con un urlo gutturale che l’autista non può non sentire.
Mi contorco come una serpe, e Boris mi sborra dentro con un rantolo, allagandomi la fica con il suo sperma bollente…
Finalmente!

Quando rincasiamo, sono quasi le sei del mattino. E’ ancora buio pesto perché siamo nel Nord e in pieno inverno, però resta il fatto che è veramente tardi… Eva mi manca da morire.
Vado dritta in camera, apro la porta e mi blocco, fulminata dalla sorpresa.
La luce del corridoio illumina il nostro letto: Eva è lì, nuda… Ma non è sola.
Stesa accanto a lei, nuda e addormentata a sua volta, c’è Tanya: accoccolata su un fianco e abbracciata stretta a cucchiaio dall’olandesina, che le tiene ancora un seno colmo nel palmo della mano.
Provo una fitta irrazionale di gelosia nel vederle così: insieme, nel letto in cui hanno consumato la loro notte di passione… Sono bellissime, giovani, e chiaramente soddisfatte.
Ma mi passa subito: la gelosia si trasforma in tenerezza, nel vedere l’espressione serena e beata sul viso della biondina di cui sono innamorata come una scolaretta.
Sullo scendiletto dalla parte di Eva c’è il nostro strapon, chiaramente usato da poco.
Lo raccolgo cercando di non fare rumore, e accosto il naso ai due membri di lattice, riconoscendo gli odori.
E’ stata Eva a indossarlo e a scoparsi la padrona di casa. Raccolgo con la lingua gli avanzi dell’orgasmo di Tanya sul dildo esterno, che ne è letteralmente impregnato. I succhi di Eva su quello interno, più fluidi e sottili, sono già asciutti; ma il suo sapore è ancora lì, inconfondibile.
Sospiro, e mentre con una mano mi accarezzo la fica masturbandomi lentamente, comincio a praticare la fellatio al mio giocattolo preferito, succhiando con cura entrambi i falli di gomma, finché non ne ho raccolto anche l’ultima molecola di piacere sgorgata dal sesso delle due ragazze.

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
scritto il
2016-10-09
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