Il lato B di mia madre Carla

di
genere
incesti

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Mia madre Carla;
Mia madre Carla 2;
Mia nonna Anita:
Fra le braccia di mia nonna;
Mia nonna vuole diventare madre;
Mia madre Carla 3;
Sono trascorsi 5 anni. Un periodo pieno di novità. Basti pensare che è stata approvata una legge che stabilisce che la maggiore età viene raggiunta allorché si raggiungono i 16 anni. Ma il fatto che più mi ha esaltato è stato quello di veder nascere due miei figli. Il primo è un bel maschietto e poi è stata la volta di una bella bambina. Inutile dire che la madre è mia nonna. La seconda gravidanza è stato un incidente di percorso. Anita ha partorito da appena due mesi che entro nel suo letto e la monto ingravidandola ancora una volta. Tenne fede alla promessa fattami. Mi fece succhiare il latte che sgorgava abbondante dal suo rigoglioso seno. Anche mia madre si abbeverò alle mammelle della suocera. Un’altra nota positiva è quella di aver visto sparire mio padre dalla vita della nonna. Quando seppe che la madre era incinta e che il responsabile ero io, sparì dalla circolazione. Non sapemmo più niente di lui. Nemmeno Carla, sua moglie, mia madre, riuscì a convincerlo di non separarsi dalla madre. Per quanto mi riguarda ne sono contento. Sono rimasto solo io a godere dei favori di mia nonna e di mia madre. Due donne di una bellezza straordinaria. Due donne sessualmente sconvolgenti. Fare sesso con loro significa raggiungere l’apoteosi del piacere. Sempre più spesso ci troviamo a trastullarci nello stesso letto. In quale angolo del mondo è possibile vedere un uomo che si chiava la propria madre e la propria nonna ingravidandola per ben due volte. Il nostro è un magnifico, osceno e insano rapporto. Tra le due quella che mi fa impazzire è Carla: mia madre. Dopo la sparizione di mio padre si trasferì nella villa della nonna. Il mio amore per lei è smisurato. Non ha freni. Quando sono nel suo letto do libero sfogo alle mie perversioni. Lei mi asseconda in tutto. La chiavo nelle posizioni più impensate. La posizione che la manda in delirio è quando è completamente distesa a pancia sotto ed io le sono sopra con il mio fallo dentro il suo ventre. Un unico desiderio è rimasto inappagato. Chiavarla nel culo. Dopo averne parlato anni addietro non ho più affrontato l’argomento. Eppure ogni volta che facciamo sesso si lascia leccare il buchetto del culo senza reclamare. Ogni volta che la mia lingua si lancia ad esplorare il suo sfintere lancia piccole grida di piacere. Le piace farsi leccare il buchetto. Un diavoletto mi dice che si lascerebbe sodomizzare. Sono convinto che se le poggiassi il glande sul buco anale si lascerebbe penetrare. Perché non lo faccio? Boh! Forse perché le sue parole mi ronzano ancora nel cervello. Disse che mai il mio cazzo avrebbe violato il suo culo. Deve esserci un modo per chiavarla nel culo. Devo assolutamente parlarne con Anita. Un giorno che sono solo in casa con mia nonna (i bambini sono al nido e mamma è al lavoro) decido di affrontare l’argomento. Anita è in cucina. La raggiungo. “Nonna posso chiederti un parere?” Lei si gira a guardarmi. “Sono ormai 6 anni che sei il mio dolce amante e sei il padre dei miei due figli e non riesci ancora a chiamarmi per nome. Quando mi appelli per “nonna” mi fai sentire una vecchia. Ti costa tanto chiamarmi Anita?” Ora ha 51 anni e nonostante abbia partorito altre due volte il suo corpo è ancora attraente. Le due gravidanze l’hanno giovata. Solo a guardarla il cazzo scatta sull’attenti. Mi avvicino e l’abbraccio. Premo il mio pube contro il suo. “Lo senti. Lui ogni volta che ti vede incomincia a dare i numeri. Tu per lui sei la sua “vecchia”. Chiamarti nonna mi arrapa di più. Io ti amo perché sei mia nonna. Donne della tua stessa età ne conosco ma nessuna mi eccita quanto te. E sai perché? Perché sei mia nonna e lo sei anche quando siamo a letto e ti monto.” Lei si stringe a me. strofina il suo ventre contro la mia patta. “Quello che mi fa impazzire di te è che sei sempre pronto. Continua pure a chiamarmi nonna purché non mi farai mai mancare il tuo amore. Ora dimmi cosa vuoi.” “In questo momento? Desidero chiavarti. Ma posso rimandare. Devo parlarti di un desiderio che mi assilla. Come ben sai io frequento il letto di mia madre cosi come frequento il tuo.” Anita mi interrompe. “Per essere precisi tu con Carla ti incontri più spesso che con me. Continua pure.” “Che fai. Tieni il registro di quante volte sto con mia madre e quante volte sto con te? Allora sei gelosa?” “Un poco sì. Vai avanti.” “Si tratta del culo di mamma.” “Oh dio! Vuoi sodomizzarla?” “Sì. Mi piacerebbe tanto metterglielo nel culo.” “Solo metterlo? Ti rendi conto che con il cazzo che ti ritrovi il culo glielo sfonderesti. Sai il dolore che sentirebbe?” “Non esagerare. Con le dovute precauzioni i danni sarebbero ridotti al minimo. Per il dolore ci sarebbe un analgesico che non lo eliminerebbe ma la farebbe soffrire di meno.” “Che io sappia non ci sono analgesici che tengano.” “Nonna ne parli come se l’avessi già fatto. Per caso in gioventù ti sei fatta inculare?” “Non essere stupido. Il mio culo è vergine. Nessuno lo ha mai visitato. Quello che so sul rapporto anale l’ho sentito dire. Ma tu ne hai parlato con tua madre?” “Ne parlammo quando tu eri incinta al primo mese. Si incavolò. Disse che mai e poi mai si sarebbe fatta inculare e, quindi, mi impose di non parlarne più. Mi disse di chiederlo, tenuto conto che anche tu hai un culo da far impazzire, a te.” “Cosa dovevi chiedermi?” “Se eri disposta a farti chiavare nel culo.” “Che troia. Tu cosa gli rispondesti,” “Che lo avrei fatto se non fossi stata incinta e che sicuramente mi avresti permesso di sodomizzarti.” “Stai dicendo che il mio culo ti attira e che se non ero gravida mi avresti chiesto se sarei stata disposta a farmi impalare?” “Mi ha sempre attirato. Si, nonna te l’avrei chiesto.” “Ne hai ancora desiderio? Saresti disposto a mettermelo dietro? Bè, sì, insomma, vorresti chiavarmi nel culo?” “Sì.” “E con tua madre come la metti?” “Con il tuo aiuto mi farei anche il culo di mamma.” “Sei proprio un maiale. Parlami un po’ dell’analgesico. Non è un farmaco altrimenti ne avrei sentito parlare.” “Nonna il dolore non lo calma lo allevia. Insomma al momento della penetrazione mamma dovrebbe trovarsi con la testa fra le tue cosce e succhiarti il clitoride in modo da provocare in te un senso di piacere.” Anita mi guarda con occhi sbarrati. “Chi ti ha detto di questo?” “È stata tua nuora. Disse che lo aveva sentito dire da una sua amica che si faceva impalare dal marito mentre un’altra donna le succhiava il clitoride.” “E tu vuoi fare lo stesso. Vuoi che sia io a stare con la testa fra le cosce di tua madre mentre la inculi..” “Nonna sarebbe il coronamento di un sogno.” “Beh, non proprio. Per chiudere il cerchio manca ancora qualcosa.” “Cosa manca? Tu e mamma siete le mie amanti. Tu mi hai dato due figli. Cosa è che non quadra?” “Amore. dovresti ingravidare tua madre. Solo questo è quello che manca per chiudere il cerchio con tua madre. Devi fare un figlio con lei.” Strabuzzo gli occhi. “Mi stai proponendo di fare un figlio con mia madre? Sarebbe veramente chiudere il cerchio, ma non posso ingravidarla. È mia madre.” Anita mi guarda come fossi un extraterrestre. “Quando mi hai ingravidata e per ben due volte non ti sei posto il problema che ero tua nonna? Ora hai problemi di coscienza?” “Nonna tu volevi che ti fecondassi.” “E chi ti dice che tua madre non voglia essere fecondata. Ne avete parlato?” “No.” “Fallo. Vedrai che le cose non sono cosi come credi. Torniamo al problema iniziale. Vuoi fare il culo a tua madre? Ti aiuterò. Approfitta di quando tua madre viene a stare con me. Ed ora vattene altrimenti ti violento.” In verità anch’io la violenterei. La costringerei a stendersi sul tavolo, le farei allargare le cosce e la penetrerei. Sarebbe una magnifica chiavata. Mi controllo. Giro i tacchi e sparisco dalla sua vista. Nonna mi ha suggerito del quando potrei inculare mia madre. Resto in trepidante attesa. Il pensiero di sodomizzare Carla mi tiene in perenne eccitazione. Quando accadrà dovrò farlo senza che lei lo sappia. Ed ecco che il giorno arriva. E’ già sera avanzata quando mia nonna e mia madre decidono di andare a letto. lo fanno tenendosi per mano. È un chiaro segno che questa notte le mie due amanti occuperanno lo stesso letto e si ameranno. È l’occasione che aspetto da giorni. È notte fonda quando decido di avvicinarmi alla camera di mia nonna. Accosto l’orecchio alla porta e sento forti gemiti provenire dall’interno. Le due si stanno dando da fare. Lentamente e senza fare il benché minimo rumore apro la porta ed entro. La richiudo. I miagolii non hanno subito interruzioni. Il che significa che non si sono accorte della mia presenza. Mi tolgo il pigiama e mi avvicino al letto. Il mio inquilino è ben sveglio e pronto all’azione. I miei occhi si sono abituati all’oscurità. Riesco a vedere i contorni delle due figure che si agitano sul letto. Sono nella posizione del 69. È la posizione descritta da Carla quando mi ha parlato dell’amica. Sono al massimo dell’eccitazione. Ho il fallo che pulsa. Con un balzo felino salto sul letto e mi catapulto sul corpo che mi è davanti. Poggio le mani sulle maniglie dell’amore ed esercito una pressione tale da non permettere una sua reazione negativa. Non c’è segno di ribellione. Né di sorpresa. Imperterrite continuano nella loro azione. Il mio fallo è già fra le natiche del favoloso culo che mi è davanti. La punta del glande è in posizione. Spingo. Nessun lamento mi giunge. Aumento la pressione. “Ahia!” Un debole gemito di dolore rompe il silenzio della stanza. Il glande valica il buchetto dello sfintere. Il grido di dolore è molto forte. La voce di Carla mi giunge all’orecchio. “Brutto depravato. Sei riuscito nel tuo intento. Stai realizzando il tuo desiderio. Dai completa l’opera. Spingi. Affonda la tua mazza nelle mie viscere. Sfondami il culo.” “Mamma. Scusami. Tu non mi avresti mai lasciato chiavare il tuo culo di tua volontà. Sapevo che volevi essere impalata. Tu stessa mi hai suggerito il come farlo. Ne ho parlato con la nonna e lei mi ha detto di aspettare il momento del vostro incontro amoroso.” “So tutto. Tua nonna mi ha raccontato di quello che le hai detto. Non ho protestato. Hai ragione. Anch’io desideravo essere impalata, ma non avevo il coraggio di dirtelo. Eccomi qua. Con il tuo cazzo piantato nel mio culo e con tua nonna che mi sta spazzolando la funny con la sua lingua.” È in quel momento che sento le labbra della nonna avvolgere i miei testicoli e succhiarli. Ho un balzo in avanti e il cazzo scivola nel culo di mia madre fino alla radice. “Fermati. Fammici abituare.” Le do ascolto. Mi immobilizzo. Mi godo il momento. Dopo anni di attesa ho finalmente sfondato il culo di Carla. Avverto i muscoli dello sfintere stringersi intorno al mio fallo. Mi stendo sulla sua schiena. La circondo con le braccia e mi ancoro alle sue poderose mammelle. Mamma gira la testa verso di me. Mi offre la sua bocca. “Baciami.” Mi avvento sulle sue carnose labbra e le ficco la lingua in bocca. Carla la blocca con le sue caldi labbra e la succhia. Le mie mani si dilettano a impastare le sue grosse mammelle. Le mie dita le torturano i grossi capezzoli. Insieme a mia nonna, che non tralascia per un attimo di succhiarle il clitoride, tento di alleviare il dolore provocato dalla penetrazione anale. Ci riusciamo? Non lo so. Quello che so e che mamma mi ingiunge di chiavarla. “Dai, amorino, chiava il culo della tua mammina.” Lentamente incomincio a pompare il pene nel culo di mia madre. Non voglio farle ulteriormente male. Le chiavo il culo con delicatezza. Le espressioni di mamma sono un misto di dolore fuso al piacere. Dopo alcuni minuti avverto il suo corpo tremare. “Dio sto per godere. Non credevo fosse possibile con un cazzo piantato nel culo.” L’orgasmo la coglie di sorpresa. Sono, con l’aiuto di Anita, riuscito a farla godere. Anche per me è giunto il momento. Sento il piacere salire lungo il condotto uretrale. Come un fiume in piena eiaculo nel culo di mia madre un serie di ondate di sperma che vanno a disperdersi nel suo intestino retto. Esausti ci abbattiamo sul letto. Nonna, che nel frattempo è sgusciata via dalle cosce di mamma, scende dal letto. Accende la luce del comodino. Si china sul mio viso. Mi da un bacio sulla bocca. “Vi lascio soli. Il più è fatto. Se volete potete farlo di nuovo. Oramai la strada è aperta.” Esce dalla camera. Mia madre si rannicchia contro il mio corpo. “Ho il culo che mi brucia. Però è stato bello. Ho goduto. Mi è piaciuto.” “Mamma anche per me è stato bello chiavarti nel culo.. Questa notte il tuo culo dovrà ospitare più volte il mio alieno.” “Oh Dio. Vuoi rovinarmi? Domani non avrò più un buchetto ma avrò una caverna.” È una notte travolgente quella che trascorre. Riesco a chiavare mia madre nel culo per altre due volte. Il mattino mi coglie distrutto ma appagato. Mia madre, anche lei disfatta, giace al mio fianco a pancia sotto. Entra mia nonna. Ci porta la colazione. Il suo sguardo cade sul mio fallo. “Hai il cazzo tutto sporco. Vieni in bagno che ti pulisco.” La seguo. Utilizza tutta la sua maestria ma alla fine il mio batacchio è libero da ogni impurità. “Raggiungi tua madre. Credo che al risveglio voglia trovarti al suo fianco.” “Nonna è stata una notte di fuoco. Mamma si è fatta impalare altre volte. È stato bello farle il culo. Spero proprio che questa storia abbia un seguito.” “Cosa intendi per seguito? Oramai sei riuscito nel tuo intento. Hai sodomizzato tua madre. Cosa ti manca? “ La guardo. Mi porto alle sue spalle. L’abbraccio standole dietro. Avvicino la bocca all’orecchio. “Nonna mi manca il tuo culo.” “Vuoi fare a me il servizio che hai fatto a tua madre? Sei proprio un porco. Comunque mi aspettavo questa richiesta. Non sono come tua madre. Non ti farò aspettare. Se te la senti puoi averlo anche subito.” La stringo a me con più forza. “Non oggi. C’è tempo. Come hai detto devo andare da mia madre. Non voglio che svegliandosi si trovi sola.”
continua
P. S.: questo è un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente occasionale.
scritto il
2010-11-14
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