Sabato notte lasciati andare
di
Alexia
genere
etero
Io sono sobria, maledizione, perché ero sotto antibiotico fino al giorno prima... E ti vedo, bello come il sole coi tuoi capelli lunghi e la barba appena accorciata, a goderti il tuo quarto amaro.Sei piacevolmente brillo, non mi vergogno a mangiarti con gli occhi mentre siamo al bancone. Cavoli però, ti sta fissando anche la cameriera, ti viene anche a salutare. Una fitta di gelosia mi trapassa, ti accarezzo, ti appoggio una mano sulla spalla e le sorrido "È mio!". Capisce l'antifona, e se ne torna a servire ai tavoli. Io e te parliamo, sono sempre sulle montagne russe con te. Le trasgressioni, gli eccessi alcolici... Tutto si somma ad una cupa e profonda eccitazione che mi attraversa continuamente come una corrente elettrica quando siamo insieme. Mi basta che tu entri in una stanza, ed inizio a sentire il tuo profumo, e sono perduta. Stiamo parlando, mi dici qualcosa sulle armi, ti rispondo. Mi chiedi se verrei al poligono con te, ti rispondo di sì. I tuoi occhi si scuriscono, percepisco il preciso istante in cui diventano una pozza profonda di desiderio... Inizia una delle tue tante fantasie su noi due, e come sempre me la racconti. Incurante di essere in mezzo alla gente, ironia della sorte i nostri amici ci hanno appena raggiunti, potrebbero sentire tutto... Fa parte del gioco, mi hai acceso una fame che non sapevo neanche di avere. Mi pregusto il tuo racconto, mi sto già bagnando (ma quando mai non lo sono quando siamo insieme?). "Poi mi piacerebbe fare un giochino con te, coi bossoli del fucile. Quelli blu e quelli verdi. Hanno peso e spessore diverso..." me lo sussurri piano, all'orecchio, io faccio fatica a respirare per quanto sono eccitata. "Il più pesante te lo infilerei davanti, poi il più leggero dietro, in contemporanea. Poi darei dei colpetti all'innesco, sai, potrebbero esplodere!" Mi rifiuto, rido. Sto impazzendo, so ormai che queste fantasie sono un antipasto. Devo essere rossa in viso, un'amica mi guarda e mi chiede cosa mi hai detto... Rido e non le rispondo, annuncio che ce ne stiamo andando, partono le allusioni su cosa andremo mai a fare... In qualche modo attiviamo a casa, e mi fiondo in bagno. Mi segui, pretendi che sia nuda dalla vita in giù, a momenti mi strappi l'intimo. Io non capisco come faccio a riuscire ancora a connettere. Poi di prepotenza mi infili un dito a fondo dentro, lo sento muoversi. Un'ondata di piacere mi attraversa. Togli il dito, me lo avvicini alla bocca, io lo succhio, poi tu lo succhi, ci baciamo col tuo dito tra le nostre bocche. Andiamo a letto, sono ottenebrata dal desiderio di te. Mi dai delle sberle sul sedere, mi dici che sono stata cattiva, fa parte del gioco, mi sto divertendo. Ho l'inguine in fiamme. Te lo prendo in mano, dopo averti accarezzato la pancia, l'intero coscia. Adoro la tua pelle, quando posso sto ore a toccarti, ma oggi non ne abbiamo il tempo. È durissimo, grosso, grande, completamente in erezione. Te lo massaggio, cercando di darti più piacere possibile. Mi dici che vorresti schiaffeggiarmi il viso col pene, te lo faccio fare. Sei stupito e compiaciuto. Fai fatica a lasciarti andare, mi dici spesso che hai paura di farmi male. Voglio farti capire che non devi averne, che ti accolgo, che per me è un piacere. Sembri sempre combattuto tra il desiderio di fare l'amore in modo selvaggio, con tutte le tue eccitanti fantasie, e la paura di esagerare. Io non ci vedo un bel niente di esagerato, anche perché quello che mi fai mi provoca un piacere tale che mi lascia stordita, in preda alla vertigine. Non avevo mai provato niente del genere. Lo prendo in bocca, dopo che me l'hai sbattuto in faccia. Lo succhio, me lo spingo fino in gola, lo lecco finché con la mano ti massaggio l'asta e le palle. Ti sento ansimare, ti deve piacere, lo spero tanto! Io sono eccitata, al limite, ti salgo a cavalcioni sopra, sei dentro di me. Come sempre devo andare per gradi a prenderlo, è lungo, mi sto adattando alle tue spinte. Sono impaziente, mi stanco di andare con calma e con un movimento di bacino lo faccio affondare totalmente in me, ti sento vibrare di piacere. È lo stesso per me, mi stai facendo impazzire. Ti cavalco, tu inizi a spingere, io divarico le gambe e ricevo tutto il tuo pene, ogni colpo più in fondo. Con un dito mi massaggi il clitoride, massaggi la mia apertura che è tesa nel riceverti. Sto ansimando molto rumorosamente, ho già avuto un orgasmo. Ci giriamo, sei sopra di me, acceleri, ho un altro orgasmo. Ti fermi preoccupato, mi dici che hai paura di farmi male. Ti rassicuro, lo prendo in bocca, salgo su di te. Continuano i tuoi massaggi al clitoride, sono in estasi. Mi giro e da dietro mi penetri, ora con più decisione. Poi sei di nuovo sopra di me, e mi riempi con il tuo abbondante sperma caldo. Ho anch'io il mio orgasmo, tu te ne accorgi. Ti confido che ho avuto più orgasmi, ma te ne eri accorto anche tu. Mi dici che sono la tua bambina, che devi fare più piano. Ti spiace di avermi sbattuto il pene in faccia. Ti dico che sono la tua bambina, è vero, ma che la tua bambina adora giocare con te! Aspetto già il nostro prossimo incontro e non vedo l'ora!
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sono sempre vogliosaracconto sucessivo
Mi sono fatta aprire il culetto
Commenti dei lettori al racconto erotico