Money & Club 3°
di
Tara
genere
sadomaso
“ La signora che propongo alle vostre attenzioni, egregi soci, ritiene che io sia un lercio figuro da denunciare, o magari, persino da fare ammazzare, visto che ho scoperto di quali infimi piaceri si ciba, nel campo della pedofilia. Pertanto, l’affido a voi, confidando espressamente nelle vostre capacità correttive e punitive, affinché impari che non si può vivere di sole nefandezze al modico prezzo di dieci dollari a prestazione; e perché siate convincenti al massimo, restituirò i soldi a chi di voi la sollazzerà con più energia: sono stato chiaro? ”, intervenne, Sonny Pirsey, senza svelare chiaramente cosa, l’accozzaglia di sadici presenti nella sala del biliardo, avrebbe dovuto fare alla moglie di Gootman. “ Non permetterai a questi porci di sfiorarmi, vero Adam? ”, chiese Fatima a suo marito. “ Beh, non posso certo impedirglielo, visto che io ho approfittato del corpo di Tara e poi anche di Ines ”, ammise Adam, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi. “ Perché non dai loro dei soldi? Qualunque cifra esigono … I dollari non ti mancano. Oppure, se preferiscono, li puoi pagare in diamanti ”, propose Fatima, supplichevole. “ Lo farei, certo, ma sono convinto che loro non accetterebbero di barattare il tuo corpo, con dei diamanti, anche se di valore … ”, le rispose lui, mostrandosi rammaricato, anche se, intimamente, il pensiero di vedere sua moglie, inerte, nelle mani di quel drappello di pervertiti, lo stuzzicava a tal punto da avvertire persino il suo membro sollevarsi. “ Tuo marito ha perfettamente ragione, Fatima. Io non baratto affatto il tuo abboccamento orale con un insignificante pezzo di vetro ”, aggiunse, Nat Bird, mentre le si avvicinava, arrapato da far paura, strapazzandosi il pene con tale foga da rischiare di godere già prima di metterglielo fra le labbra. Ma prima che ciò accadesse, agguantò Fatima per le spalle e, con forza l’indusse a piegarsi davanti a lui e ad ingoiare il cocente virgulto che sembrava animato da 2000 wolt. Anche se riluttante, da principio, il buon sapore della carne viva che le impediva di respirare normalmente, agevolò nella donna un certo piacere intimo, così intenso, da cagionarle persino la secrezione di un umore vaginale irrefrenabile, oltre il conseguente mugolio di piacere che segnò l’avvio dell’arrembaggio degli altri soci, ognuno di loro indaffarato a sondarla in tutti gli antri che possedeva. “ A me il suo dietro, ragazzi …! ”, pretese Adam, il marito, consapevole che Fatima, all’inizio della pratica, aveva bisogno di una certa preparazione per essere invasa nel dietro senza soffrire. “ E sia! ”, concesse Marcos mentre s’apprestava a sostituire Nat nella bocca di lei, ormai riempita in tutti i suoi buchi fisici. “ Ma dopo tuo marito tocca a me metterlo dentro quelle belle chiappe che ti ritrovi, Fatima ”, prenotò, Marcos, mentre adagiava tutto il suo pene nella bocca di lei, in modo così invasivo da soffocarla, quasi. “ Okay, Marcos. Ma non devi essere violento. Lei non è abituata a prendere delle misure maggiori della mia, nell’ano. Si sfalda subito e poi non smette di sanguinare …”, confessò Adam, senza fermare l’ondeggiare che imprimeva al suo membro, sempre saldamente inserito nelle viscere di sua moglie. “ Certo. Sarò gentilissimo con lei, non temere! ”, rispose Marcos ghignando, sibilando come un crotalo in fase d’assalto. “ E chiederò anche agli altri di essere teneri con la tua bella moglie, socio. Li obbligherò a farle solo quello che hanno fatto alla mia, niente di più …! ”, lo rassicurò Marcos, mentre indicava a Nat di avvicinarsi nuovamente e occupare in contemporanea la bocca di Fatima, e alla quale poi ordinò di suggerli e ospitarli entrambi, altrimenti avrebbe subito violenze maggiori di quelle a cui aveva assistito, quando al posto suo c’era Ines. “ Non cela farò mai a contenerli entrambi. La mia bocca è troppo piccola ”, bofonchiò Fatima, dilatando le labbra il più possibile senza riuscire a lambire che una minima parte del pene di Nat Bird, mentre era impegnata con quello di Marcos, di per se, piuttosto ben fornito. “ Non ci siamo proprio, Marcos …! ”, lo riprese Sonny, tramite i due altoparlanti del salone. “ Vorrei un trattamento più impegnato nei riguardi della signora succhia bambini bisognosi …! ”. “ In che senso, Boss? ” “ Non chiederlo a me. Sei tu il fantasista del club in fatto di sevizie a buon mercato. Nelle situazioni più disparate hai saputo inventarti sadismi e torture degne del marchese De Sade, mi risulta. Dalle rivelazioni fatte da Ines, alle amiche nella stanza rosa, sono venuto a sapere di quella volta che, tornando da una serata in un club privato, per espletare una necessità impellente, ti sei fermato con il Suw ai margini di una radura vicina alla statale e sei sceso lasciando la portiera aperta, e di conseguenza, la luce di emergenza accesa attirando la curiosità dei guardoni che frequentavano quel luogo. Al tuo ritorno hai notato che un uomo di mezz’età spiava dentro l’auto le gambe di tua moglie, la quale, inconsapevolmente, le aveva appoggiate sulla base del finestrino aperto, lasciando così intravvedere il pube privo di slip, l’indumento che tu le proibivi d’indossare quando uscivate la sera. “ Fai finta di nulla ”, le dicesti. “ C’è uno che ti guarda, nascosto fra i cespugli ”. Impaurita, Ines si ricompose, azionò la chiusura automatica di vetri e porte e ti sollecitò di andare via al più presto. “ No …, ma che fai? Lasciati guardare …! ”, la sollecitasti, sollevandole la gonna fino sull’inguine e sbottonandole la camicetta fino a liberarle il seno privo di sostegno. A quel punto il guardone si era avvicinato al Suw ed aveva incominciato a masturbarsi, mentre voi, dentro l’auto, continuavate ad esibirvi in azioni sessuali prive di ogni contegno. “ Ora apro il vetro di pochi centimetri, Ines, e tu gli chiedi di metterlo dentro perché glielo vuoi succhiare ”. “ Ma che schifo! Non lo farò mai …, scordalo! ”, si rifiutò tua moglie. Allora tu l’hai presa con la forza, messa alla pecorina sul sedile dell’auto, e, dopo averla penetrata da dietro, le hai spinto il capo, con una mano, verso il sesso dell’uomo, il quale, per mettersi all’altezza, si era appeso al porta sci, infilando, nello spazio acconsentito dal vetro, tutto il pene e persino i testicoli. Mentre tu con l’altra mano facevi scattare la chiusura del vetro quel tanto da intrappolarlo in quella inconcepibile e dolorosa posizione.
“ Apri, apri! ”, Urlava il poveretto, mentre tu mettevi in moto il Suw e partivi ad andatura molto sostenuta. “ Così glielo tranci …! Tu sei matto! ”, ti rimproverò Ines mentre azionava il pulsante elettrico del vetro per liberare quel povero malcapitato, che cadde in terra rischiando persino di finire sotto le ruote del mezzo. Venendo a conoscenza di questi e altri tuoi sadici comportamenti, mi sento in dovere di pretendere da te innovative sadiche imposizioni, molto più impegnative di quelle che hai praticato su mia moglie, prima, e sulla tua dopo. Impegnati di più, mi raccomando socio, se vuoi che rivedo la tua posizione con meno astio ”, terminò Sonny chiudendo l’audio del salone biliardo per passarlo alla camera rosa. “ La recita, care signore, continua. E gli attori sono sempre gli stessi, ma con un’attrice diversa, una vera star nei panni della schiava perfetta. “ Non conosco ancora la trama, ma visto che il regista, continua ad essere Marcos, credo ne vedremo delle belle. Accomodatevi, e …, buona visione! ”, le salutò Sonny Pirsey, per poi chiudere subito la comunicazione. La prima immagine apparsa sul televisore nella camera delle donne fu quella di Fatima impegnata a soddisfare con le mani, la bocca, il sesso e l’ano, l’orda di predatori che si immettevano in lei senza alcun riguardo, mentre lei gemeva, non certo di dolore. “ Fermatevi! ”, intimò Marcos, sollevandosi in piedi sul biliardo, brandendo la solita pistola, nella mano destra. “ Il presidente, vuole che riserviamo un trattamento particolare a questa porca, ed ha delegato me come ideatore delle varie pratiche che adatteremo al suo egoismo sessuale. Tu, Adam, non sei tenuto a partecipare, e tanto meno a contrastarci, qualunque cosa escogiteremo per godere di lei; le piaccia o meno ”, continuò Marcos, sventolando ancora l’arma. Timoroso, Adam, annuì con il capo senza avere il coraggio di replicare. “ Bene, allora incominciamo subito. Voi legatela alla sponda corta del biliardo lasciandole i glutei bene in vista e le gambe aperte ”, ordinò a Rod e a Jimmi, che eseguirono subito l’ordine di Marcos. Fatima non disse una sola parola, anzi parve che sentirsi indifesa, e alla mercé di tutti quegli uomini, suscitasse in lei una certa piacevolezza, e anche una secrezione violenta di umori che in breve tempo scesero a infradiciarle tutte le cosce.
Sobbalzò, ma non più di solo piacere, quando Marcos cominciò a sculacciarla violentemente con la mano, per poi passare a colpirla con un piccolo tagliere, recuperato in un cassetto del mobile bar. “ Basta, Marcos, ti prego! Fa troppo male ! Colpiscimi soltanto con le mani. Se continui con quell’aggeggio, mi spellerai tutto il sedere ”, lo supplicò Fatima. “ Non ci penso proprio, bella. Mi rovinerei le mani sul tuo dietro così sodo. Ma non temere. Ora facciamo un gioco diverso che ti farà godere invece che soffrire. Quand’eri ragazzina, avrai giocato anche tu alla dottoressa e il malato, vero? Bene, adesso ti faremo fare l’ammalata e ti cureremo secondo le tue indicazioni ”, l’informò Marcos. “ Tu indicherai, di volta in volta, chi di noi ti visiterà e curerà con il medicinale che riterrai più pertinente alla bisogna. “ Io non voglio imbottirmi di medicinali …! ”, dissentì lei, preoccupata. “ Adam …, fai qualcosa …! Non lasciare che questi mi droghino ”, l’ implorò Fatima. “ I medicinali che intendo io, sono ipotetici. Colui che ti visiterà, ti chiederà quale oggetto che c’è nell’ambiente, vuoi ricevere dentro di te, e in quale antro ”, specificò Marcos, credendo di lenire l’agitazione cresciuta in Fatima, che invece si agitò oltre, apparendo persino epilettica, benché le funi con le quali era stata legata, attenuassero il tremolio. “ Non temere, cara! Sorveglierò io che non esagerino ”, la confortò il marito. “ Ecco, vedi? Sei in una botte di ferro. Ci pensa tuo marito a proteggerti. Cosa vuoi di più …? ”, seguitò Marcos, facendo l’occhiolino a Peeter. “ Non rimane che cominciare, signora Bootman. Scelga il medico che la visiterà accuratamente ”, la spronò con un tono di voce professionale Marcos, ma poi, vedendo che lei rimaneva muta. “ Okay, capito; ci devo pensare io ad eleggere il primo dottore. Vada lei, professor Jimmi. Noi tutti, siamo ansiosi di conoscere quale patologia affligge madame Fatima, e quale cura le prescrive ”, lo derise con sarcasmo, Marcos. “ Subito, egregio primario! ”, rispose Eston, trotterellando come un eunuco fino a raggiungere Fatima, il cui corpo, denudato dalla vita in giù, sembrava pietrificato. “ Ora, le controllo la temperatura dall’ano, e dopo, magari, anche in bocca, prima di decidere quale cura devo prescrivere ”, disse Jimmi, mentre si abbassava la cerniera dei pantaloni, lo tirava fuori e, senza attendere, glielo infilava fra i glutei con chiara soddisfazione. “ Caspita, ha una febbre da cavallo …! ”, dichiarò Jimmi. “ Dici? ”, domandò Adam, fingendosi preoccupato. “ Certamente! E le prescrivo una crioterapia urgente, che le adatterò io stesso ”, dichiarò, Jimmi Eston, mentre si recava a prendere del ghiaccio nel frigo del bar. Quando tornò, prese ad infilarle i vari cubetti di ghiaccio, prima nell’ano e subito dopo le riempì il sesso con tutti quelli rimasti, costringendola a dimenarsi come se fosse stata morsa da una tarantola per espellere le fiamme ghiacciate che la stavano ustionando dentro. “ Bene, adesso tocca al dottor Rod Como, esprimere la sua edotta diagnosi”, lo interpellò, Marcos, sorprendendolo mentre si tastava spasmodicamente il membro, eccitato in modo persino doloroso tanto aveva gustato la scena di prima. “ Dunque, vediamo un po’ di misurarle la temperatura variando l’introduzione rettale con quella orale”, decise il marito di Sofia, salendo sul biliardo e, dopo essersi accovacciato di fronte a lei, ad imboccarla con tutto il suo misero augello, così vibrante ed indurito da causare nella donna un magnifico effetto di pienezza, di schiavismo e di piacevole sottomissione; emozioni che Fatima non riuscì trattenere, e che la portarono a godere in un modo stratosferico, così intenso da lasciarla addirittura senza fiato. “ Non erano questi gli accordi, Marcos …! ”, intervenne Sonny Pirsey. “ Abbi pazienza capo. Adesso, viene il bello, non dubitare . Investirò subito il dottore Wladison, a periziare la paziente, la quale, dopo la sua visita, credo, non sarà più tanto paziente. A Lei, dottor Peeter, il piacere di curare la nostra malata ”.
“ Per il momento, mi astengo …! ”, esclamò improvvisamente Peeter, andandosi a sedere su uno sgabello accanto al divano. “ Non puoi farlo …”, lo riprese Sonny. “ Altrimenti, mi costringi a far venire tua moglie Magda, a sostituirla, e non credo che lei ne sarebbe tanto felice, non credi? ”. “ Penso proprio di no, presidente. Farò quello che desideri, anche se le mie capacità sessuali sono alquanto debilitate, al momento, dopo la mia performance con Ines ”, rispose Peeter Wladison . “ Puoi anche usare dei surrogati, socio, come avete fatto con mia moglie, invece del pitone di cui sei stato magnanimamente dotato dalla natura … E sono ben certo che, alla perversa amante dei ragazzini, procurerai più gusto che dolore aiutandola ad ospitare durezze diverse da quelle da lei acquistate in giro per il mondo per pochi spiccioli ...”, lo incitò Sonny, sempre usando il microfono collegato agli altoparlanti del salone. Sentire il consiglio che il capo aveva dato a Peeter, a Fatima era gelato il sangue nelle vene, soprattutto perché ricordava perfettamente le scene viste e dove sia Tara che Ines avevano subito quel tipo di sevizie che, per lei, piuttosto stretta di bacino e non soltanto, avrebbe significato un lacerazione vaginale ed anale irreversibile. Nella terribile attesa che qualcosa avvenisse, Fatima chiuse gli occhi per non vedere quale oggetto Peeter avrebbe poi scelto da infilarle nel corpo per soddisfare la voglia di vendetta del presidente; periodo di tempo in cui non riuscì a trattenere il liquido terrore che sfuggì dalla sua vescica, infradiciandole gambe e pavimento sottostante. “ Oh, poverina! ”, la canzonò Marcos. “ Se l’è fatta sotto ancora prima di iniziare la cura; figuratevi quando la colmeremo davvero! ”. Mai come in quel momento Fatima si era vergognata. Continuava a trattenere le palpebre chiuse ed il capo bene appoggiato sul tappeto verde, senza riuscire a muoversi da quella posizione prona in cui era stata legata per abusare di lei come meglio credevano. Quando avvertì un leggerissimo spostamento d’aria sfiorarle i glutei, comprese che il momento fatidico era arrivato. Dopo un attimo, un freddo e morbido oggetto, prese ad entrarle nella vagina lentamente, ondeggiando su e giù, sospinto dalle mani di Peeter, il quale, aveva trovato delle banane nel reparto frutta del frigorifero del bar. Senza nemmeno sbucciarla poi, gliela aveva infilata tutta trattenendola dal picciolo del frutto. Quel contatto pressoché naturale, per Fatima, che da ragazza inesperta ne aveva adattate molte al suo sesso, agì da palliativo al timore iniziale, fino ad attizzare in lei un senso di piacere strano, e al tempo stesso così piacevole da stimolarle fantasie retroattive di almeno venti e più anni. E soprattutto quando avvertì un’altra banana profanarle il retto sino ad aderire, internamente, con la prima che Peeter continuava a muovere in lei con cadenza ossessiva. “ Nel mentre io la preparo a ricevere frutti ben più consistenti, qualcuno si adoperi a spargere della segatura sul pavimento, se non volete rischiare di scivolare, ragazzi ”, li incitò Wladison. “ Io suggerirei di cambiare semplicemente sponda … : che ne dite, amici? ”, propose Nat, attivandosi per primo a slegare la donna, aiutato da Peeter che, dopo avere estratto le banane dal corpo di lei, aveva iniziato a sciogliere la corda dalle gambe, dopodiché l’aveva sollevata, distesa sul divano con il sedere verso l’alto e il pube adagiato sul bracciolo laterale, in una posa non dissimile da quella di prima, ma con i glutei molto più in alto, ed il sesso più aperto e visibile. Posizione non certo elegante, nella quale Fatima si era lasciata mettere, senza protestare, nel tentativo di ritardare il più possibile le sevizie richieste dal Presidente. Più presto di quanto si aspettasse, avvertì un corpo estraneo ruvido profanarle l’ano con circospezione, quasi come se volesse sondare le sue capacità contenitive, la resistenza di quell’antro soltanto saltuariamente usato dai vari amanti che si erano succeduti ai suoi piaceri personali. Subito dopo una seconda intrusione, molto più consistente ma meno ruvida, anche se alcune parti spigolose del coso che la stava dilatando le fecero venire in mente qualcosa di umano, un grosso pugno chiuso, ben umettato, scivoloso al massimo e che s’incanalò dentro il suo corpo con facilità, benché la sua misura fosse di rilievo. Un intruso animato che apriva e serrava i suoi tentacoli ossuti per adattarsi meglio all’interno del sesso di Fatima, ormai consapevole che quell’inconfondibile divaricatore della sua vagina, altro non era che la mano ed il polso di suo marito, estremità che lui aveva lubrificato con del burro, alimento che, senza farsi notare, aveva spalmato anche su gran parte della mazza da baseball, recuperata nel magazzino retrostante il bar, che Marcos tentava di introdurle dietro senza per altro vincere momentaneamente la resistenza posta dalla moglie di Adam. “ Non mi costringere a sondarti con il trapano elettrico che ho visto dentro lo sgabuzzino, zoccola …! ”, l’insultò, continuando a sventolare in alto la pistola a mo di diffida verso i soci, raffreddando eventuali velleità di quei codardi che prima lo avevano aggredito alle spalle e legato come una salamella di campagna. “ Non dirai sul serio, vero Marcos …? ”, le chiese Fatima, con un filo di voce. “ Tu …, continua a serrare i glutei e constaterai, a tue spese, la mia determinazione ”,
l’informò serio. “ Ti conviene assoggettarti alla sua volontà, tesoro, altrimenti questo pazzo ti sevizierà peggio di quanto a fatto con sua moglie ”, le suggerì piano, in un orecchio, Adam.
“ E’ inutile che bisbigli, socio. Tua moglie deve ricevere la sua parte di piacevole sofferenza se vogliamo che Sonny ci perdoni per quello che abbiamo fatto a Tara. “ Dai, su, Fatima, lascialo entrare. Sacrificati un po’ per il bene di tutti ”, la supplicò lui, soprattutto per calmare un po’ l’evidente disappunto del suo socio invasato. Appena Fatima annuì con il capo, Marcos iniziò ad affondare in lei con più determinazione, smanettando in tondo col manico della mazza per slabbrare in modo malvagio le pareti interne dell’ano della donna che, ad un certo momento, si ritrasse sconvolta dal dolore acuto che sentiva dentro le budella. “ Ora però non esagerare, socio, altrimenti, va a finire che mi invalidi la moglie …”, lo rimproverò Adam, in modo molto deciso, senza smettere di scandagliare il ventre di Fatima, nel quale, era già penetrato con più di metà polso. “ Certo, amico socio. Io le tolgo la mazza, però, il nostro presidente, esige che la puniamo, e al momento, io non ho idee più pertinenti a tale scopo ”, confessò Marcos. “ Beh, si può variare la penetrazione innaturale con quella più naturale, denominata Peeter ”, propose Adam. “ Eviteremo la devastazione del suo dietro con un attrezzo non pulsante ... dilatandola invece a dismisura con un pene spropositato che però non sarà la causa di lesioni di carattere insanabile”, continuò, convincendo anche gli altri partecipanti che il banchetto sessuale, forse, non sarebbe degenerato in modo irreparabile.
“ Voi, fate sempre i conti senza l’oste, ragazzi! Il qui presente Wladison, non è affatto in grado di partecipare, almeno per il momento, a nessun gioco erotico. Forse fra due o tre ore, ma non di certo adesso ”, precisò Peeter, il quale, per assistere a ciò che gli altri facevano a Fatima, si era seduto sulla spalliera del divano, vicinissimo al volto della donna, che per paura di sentirsi reinserire nuovamente la mazza da Basebaal, allungò una mano, recuperò il fallo inanimato lì accanto e cominciò a suggerlo con tanta foga da riuscire a rianimarlo con appena pochi colpi di lingua e tanti succhiotti lungo tutta la proboscide umana impiantata su quel maschio fuori misura. “ Questo significa che desideri sentirmi dentro di te, Fatima? ”, le chiese. “ Ti prego, impegnami subito! ”, lo supplicò, la moglie di Adam, inserendo nella voce l’ansia che distingue la spasmodica attesa di una donna quando la voglia di essere invasa da un uomo diventa quasi incontenibile. “ Se continui a succhiarmi in questo modo, bambola, puoi giurarci che ti prendo molto prima di quello che prevedevo … ”, l’avvisò, Peeter, premendo il capo di Fatima ancora di più sulla sua asta, procurandole un conato di vomito tanto l’aveva imboccata in profondità. Non appena riuscì a riprendere fiato: “ Dai, su; compensa la mia pienezza dietro come fa mio marito nel mio davanti. Non perdere tempo, forza, sbrigati ”, lo supplicò Fatima, senza calare la voce e nemmeno perdere di vista Marcos che continuava a girarle intorno con la mazza fra le mani e la pistola inserita nella cinghia dei pantaloni, mentre gli altri soci tifavano per Peeter e lo incitavano ad impossessarsi celermente dell’ano della donna che lo supplicava di fronte a tutti loro, senza vergogna. Dopo essersi portato dietro Fatima, Peter: “ Eccoti servita. Prendi, vacca, e dimmi se è di tuo gusto il mio augello …! ”, le disse, mostrando una cattiveria che non aveva. Subito dopo, indirizzò il mostro fra i glutei allargati con entrambe le mani, puntò il suo fallo sul fiorellino rosa di Fatima e, senza attesa, iniziò a penetrarla, dapprima, con dolcezza è lentamente, poi, man mano che l’eccitazione aumentava, con sempre maggiore impeto fino a entrare in lei con tanta di quella determinazione da lacerarla a tal punto da farla sanguinare in modo serio, oltre a imporle un dolore lancinante che quasi la fece svenire. “ Fermati Peeter.
Ora basta, non ne posso più. Sei troppo grosso. Mi hai rotta tutta …! ”, si lamentò piangendo, Fatima, pur restando ferma in quella posizione, con metà braccio del marito dentro di se e il membro del mulo umano interamente a contatto delle pareti interne del suo dietro. “ Dimmi che non ti è piaciuto, Fatima, il trattamento che hai subito …? ”, la canzonò Marcos, che nel frattempo si era posizionato davanti alla bocca di lei ed ora le stava spingendo il membro fra le labbra. “ Non farmi arrabbiare, troia! Apri la bocca se non vuoi che te l’apra con la mazza da baseball ”, l’intimidì Marcos. Fatima sapeva benissimo che se non avesse obbedito a quel comando, lui, probabilmente le avrebbe devastato le labbra, se non addirittura tutti i denti. S’affrettò ad aprirla, anzi a spalancarla in modo che lui potesse entrarle dentro fino alla gola, se solo l’avesse desiderato. D’altronde, era un male minore avvertire un po’ di nausea anziché farsi rovinare, in modo irreparabile, tutta la dentatura. “ Voi due continuate pure a sbatterla con massima lena. Voglio sentirla urlare di piacere o di dolore, ma comunque, deve urlare più di una sirena o di una bestia sgozzata ”, continuò Marcos mostrando uno sguardo da invasato.
Per Fatima, il momento divenne tragico. Oltre il membro da mulo che la lacerava e sfondava nel didietro ed il pugno con tanto di polso inserito nella sua vagina dal marito, le veniva pure impedito di emettere liberamente la sua sofferenza tramite le corde vocali, tamponate nel loro vibrare dal pene che Marcos aveva affondato nella sua gola, limitandole quasi totalmente la respirazione; impedimento che la rese paonazza e in fine, priva di sensi in modo pericoloso, da defibrillatore cardiaco.
“ Adesso lasciatela stare …! ”, intervenne Adam Gootman, strattonando malamente i soci per poi accogliere la moglie fra le braccia ed allontanarsi verso l’ufficio laterale, dove prima aveva visto sistemare Ines.
“ Queste donne moderne non hanno la tempra delle donne di una volta … ”, ironizzò Marcos, rivolgendosi verso la telecamera posta sopra il monitor del televisore, con la chiara intenzione di coinvolgere il presidente, che infatti intervenne ponendo un quesito: “ Chi volete ora delle donne rimaste nella stanza rosa? A voi la scelta. Magari giocatevela ai dadi, visto che per voi è una pratica piacevole ”, propose Sonny, sarcastico. “ Ottimo suggerimento ”, ribadì Adam che nel frattempo stava tornando dopo avere lasciato la moglie nell’ufficio laterale.“ Ecco i dadi ”, proseguì estraendo dal solito taschino della camicia il sacchettino contenente i due cubetti neri punzonati di rosso. “ Io direi di tirare un solo dado, e chi di noi fa il numero più alto, decide ”, intervenne Jmmi Eston, porgendo la mano ad Adam, affinché gli ponesse il sacchetto dei dadi, dopodiché ne lanciò uno risultante il numero tre. Il numero sei, fra tutti gli altri, toccò a Rod Como, che subito indicò proprio la moglie di Jimmi, l’ex prostituta Jessica Palmer, alla quale, le dimensioni regolari del pene del marito, per lei abituata a clienti molto più ben forniti, non davano alcuna soddisfazione, per cui, egli stesso le faceva conoscere vari uomini, soprattutto se ben dotati, qualsiasi fosse la loro etnia, che lei si portava a letto, con lui presente, anche se non direttamente partecipe. “ Posso conoscere la ragione per la quale hai scelto proprio mia moglie, Rod? ”. “ Perché quella gran puttana di tua moglie, non si è mai voluta fare sbattere da me, nonostante le avessi promesso un sacco di soldi. Faceva la smorfiosa … Si atteggiava a gran signora nonostante che io sapessi bene qual era il suo antico mestiere. Sai cos’aveva la spudoratezza di dire? Che ti amava, e perciò non poteva tradirti, la troia …! Benché io fossi venuto a sapere, da uno di quelli che se la sbatteva, con il tuo beneplacito, che se ne portava a letto anche una decina alla volta. “ Ma non dire stupidaggini, Rod ”, tentò di zittirlo, Jimmi, toccandosi la tempia con il dito indice della mano sinistra. “ Va bene, se io dico delle fesserie ”, lo riprese Rod “ chiediamo a Marcos? ”, continuò Rod, accalorato.
“ Non c’è bisogno che lo confermi io, socio. Ci faremo dire da lei qual è la verità non appena il nostro presidente avrà la gentilezza di mandarcela ”, concluse Marcos inumidendosi le labbra con la lingua, in segno di prematura degustazione.
L’entrata di Jessica, sempre accompagnata dal lottatore di Sumo, attrasse subito l’attenzione di tutti i presenti. Il leggero e corto tubino che indossava, risaltava stupendamente quel corpo cesellato dalla natura. Chi conosceva la sua vecchia attività di Escord non riusciva a concepire il fatto che una così stupenda creatura non avesse trovato occasione migliore per vivere senza doversi concedere per pochi dollari a prestazione. Il suo fisico, appena velato dal minuto tubo di colore latteo, non lasciava nulla all’immaginazione. L’aderente stoffa dell’abito, contornava ogni piega, dosso o avvallamento come se fosse una seconda pelle; e specialmente la forma a V del pube risaltava il suo intimo nella forma più eccitante. Come d’altronde i suoi capezzoli, di misura veramente eccezionale: grosse olive che puntavano tanto da rischiare di forare l’abito.
“ Vieni avanti, amica mia. Fai vedere a questi bifolchi quando sei bella e gradevole ”, l’incitò Marcos, inchinando in segno d’invito medievale. Vedendo l’indecisione della moglie, Jimmi si avvicinò a lei porgendole il braccio, ma lei lo rifiutò con disgusto disegnato sul volto. “ Non mi toccare, lurido bastardo! Mi fai schifo! E’ per colpa tua se mi trovo qui, in questa situazione ”, lo accusò, guardandolo con odio. Poi, rivolgendosi verso gli altri soci: “ Ragazzi, non c’è alcun bisogno di aggredirmi. Io mi metterò completamente a vostra disposizione, di tutti, intendo, e anche singolarmente o in gruppo, come ognuno di voi preferisce ”, li rassicurò Jessica, mentre con il pollice e l’indice segnava al marito che per lui non valeva l’offerta. Il disprezzo mostrato dalla moglie, inviperì assai Jimmi che si disinteressò di quello che avveniva nella sala biliardo e preferì andare a sedersi su uno sgabello del bar, a scolarsi la bottiglia di Wischy lasciata da Marcos. “ Prima però voglio assicurarmi delle condizioni di salute di Ines e di Fatima, poi mi concederò come desiderate ”, chiese Jessica, preoccupata per l’assenza delle sue amiche nella sala del biliardo. “ Vieni, te le faccio vedere io … ”, la invitò Nat Bird, aprendo la porta dello ufficio laterale. Le due donne erano raggomitolate entrambe su un grande divano e coperte con dei teli che sembravano delle tovaglie da tavolo, o forse, dei copri divano. Sembrava che dormissero poiché la loro respirazione era piuttosto regolare, ed il loro colorito, seppure un po’ cereo, non destava preoccupazioni.
“ Sei soddisfatta …? ”, l’apostrofò sempre Nat, richiudendo la porta alle sue spalle. “ Sì ”, le rispose lei, anche se avrebbe voluto dialogare con le due ragazze che invece erano ferme e con gli occhi chiusi, come se fossero immerse in un sonno profondo.
“ Bene, allora datti da fare !”, la punzecchiò Adam, girandole intorno, proprio come se volesse valutarla, o magari scegliere la parte del suo corpo più allettante. Per tutta risposta, Jessica si sollevò il tubino sopra il capo e con un solo gesto lo fece volare verso Marcos, poi si sganciò il reggiseno e lanciò anche quello, ma questa volta verso il marito, che nemmeno si voltò. Prima di levarsi gli slip in pizzo nero chiese: “ Chi offre di più per questo indumento, zeppo di umori freschi di giornata? ”, chiese Jessica, arricciando lievemente l’indumento e lasciando appena intravvedere qualche ricciolo scuro del suo pube. “ Mille dollari …! ”, propose d’istinto Rod. “ Non prendo nemmeno in considerazione una miseria simile ”, rifiutò energicamente lei, con una smorfia sul viso, tipica di chi sente un cattivo odore. “ Perché, il tuo prezzo è maggiore? ”, le chiese sempre Rod Como, sorridendole come fa un ebete. “ Ovvio! La base d’asta è minimo centomila dollari con un rialzo di almeno cinquantamila per volta ”, propose lei sollevando il busto impettita. “ Centocinquantamila! ”, urlò Peeter mentre si versava anche lui un Wischy.
“ Trecento ”, rilanciò Adam, già accaldato al solo pensiero di annusare le mutandine bagnate di umore della bellissima Jessica. “ Io dico che ne valgono almeno cinquecento … ”, rilanciò di punto in bianco Nat Bird mostrando il telefono col quale avrebbe fatto subito la transazione se nessun’altro avesse offerto di più. “ Un milione di dollari ”, gridò il marito, senza nemmeno voltarsi a guardare quale espressione si era disegnata sul volto della moglie. “ Per farti vedere che non sono venale e che prima avevo offerto soltanto una cifra simbolica, offro due milioni di dollari per le tue mutandine fradice ”, si ripropose Rod, piuttosto seriamente.
“ Apri, apri! ”, Urlava il poveretto, mentre tu mettevi in moto il Suw e partivi ad andatura molto sostenuta. “ Così glielo tranci …! Tu sei matto! ”, ti rimproverò Ines mentre azionava il pulsante elettrico del vetro per liberare quel povero malcapitato, che cadde in terra rischiando persino di finire sotto le ruote del mezzo. Venendo a conoscenza di questi e altri tuoi sadici comportamenti, mi sento in dovere di pretendere da te innovative sadiche imposizioni, molto più impegnative di quelle che hai praticato su mia moglie, prima, e sulla tua dopo. Impegnati di più, mi raccomando socio, se vuoi che rivedo la tua posizione con meno astio ”, terminò Sonny chiudendo l’audio del salone biliardo per passarlo alla camera rosa. “ La recita, care signore, continua. E gli attori sono sempre gli stessi, ma con un’attrice diversa, una vera star nei panni della schiava perfetta. “ Non conosco ancora la trama, ma visto che il regista, continua ad essere Marcos, credo ne vedremo delle belle. Accomodatevi, e …, buona visione! ”, le salutò Sonny Pirsey, per poi chiudere subito la comunicazione. La prima immagine apparsa sul televisore nella camera delle donne fu quella di Fatima impegnata a soddisfare con le mani, la bocca, il sesso e l’ano, l’orda di predatori che si immettevano in lei senza alcun riguardo, mentre lei gemeva, non certo di dolore. “ Fermatevi! ”, intimò Marcos, sollevandosi in piedi sul biliardo, brandendo la solita pistola, nella mano destra. “ Il presidente, vuole che riserviamo un trattamento particolare a questa porca, ed ha delegato me come ideatore delle varie pratiche che adatteremo al suo egoismo sessuale. Tu, Adam, non sei tenuto a partecipare, e tanto meno a contrastarci, qualunque cosa escogiteremo per godere di lei; le piaccia o meno ”, continuò Marcos, sventolando ancora l’arma. Timoroso, Adam, annuì con il capo senza avere il coraggio di replicare. “ Bene, allora incominciamo subito. Voi legatela alla sponda corta del biliardo lasciandole i glutei bene in vista e le gambe aperte ”, ordinò a Rod e a Jimmi, che eseguirono subito l’ordine di Marcos. Fatima non disse una sola parola, anzi parve che sentirsi indifesa, e alla mercé di tutti quegli uomini, suscitasse in lei una certa piacevolezza, e anche una secrezione violenta di umori che in breve tempo scesero a infradiciarle tutte le cosce.
Sobbalzò, ma non più di solo piacere, quando Marcos cominciò a sculacciarla violentemente con la mano, per poi passare a colpirla con un piccolo tagliere, recuperato in un cassetto del mobile bar. “ Basta, Marcos, ti prego! Fa troppo male ! Colpiscimi soltanto con le mani. Se continui con quell’aggeggio, mi spellerai tutto il sedere ”, lo supplicò Fatima. “ Non ci penso proprio, bella. Mi rovinerei le mani sul tuo dietro così sodo. Ma non temere. Ora facciamo un gioco diverso che ti farà godere invece che soffrire. Quand’eri ragazzina, avrai giocato anche tu alla dottoressa e il malato, vero? Bene, adesso ti faremo fare l’ammalata e ti cureremo secondo le tue indicazioni ”, l’informò Marcos. “ Tu indicherai, di volta in volta, chi di noi ti visiterà e curerà con il medicinale che riterrai più pertinente alla bisogna. “ Io non voglio imbottirmi di medicinali …! ”, dissentì lei, preoccupata. “ Adam …, fai qualcosa …! Non lasciare che questi mi droghino ”, l’ implorò Fatima. “ I medicinali che intendo io, sono ipotetici. Colui che ti visiterà, ti chiederà quale oggetto che c’è nell’ambiente, vuoi ricevere dentro di te, e in quale antro ”, specificò Marcos, credendo di lenire l’agitazione cresciuta in Fatima, che invece si agitò oltre, apparendo persino epilettica, benché le funi con le quali era stata legata, attenuassero il tremolio. “ Non temere, cara! Sorveglierò io che non esagerino ”, la confortò il marito. “ Ecco, vedi? Sei in una botte di ferro. Ci pensa tuo marito a proteggerti. Cosa vuoi di più …? ”, seguitò Marcos, facendo l’occhiolino a Peeter. “ Non rimane che cominciare, signora Bootman. Scelga il medico che la visiterà accuratamente ”, la spronò con un tono di voce professionale Marcos, ma poi, vedendo che lei rimaneva muta. “ Okay, capito; ci devo pensare io ad eleggere il primo dottore. Vada lei, professor Jimmi. Noi tutti, siamo ansiosi di conoscere quale patologia affligge madame Fatima, e quale cura le prescrive ”, lo derise con sarcasmo, Marcos. “ Subito, egregio primario! ”, rispose Eston, trotterellando come un eunuco fino a raggiungere Fatima, il cui corpo, denudato dalla vita in giù, sembrava pietrificato. “ Ora, le controllo la temperatura dall’ano, e dopo, magari, anche in bocca, prima di decidere quale cura devo prescrivere ”, disse Jimmi, mentre si abbassava la cerniera dei pantaloni, lo tirava fuori e, senza attendere, glielo infilava fra i glutei con chiara soddisfazione. “ Caspita, ha una febbre da cavallo …! ”, dichiarò Jimmi. “ Dici? ”, domandò Adam, fingendosi preoccupato. “ Certamente! E le prescrivo una crioterapia urgente, che le adatterò io stesso ”, dichiarò, Jimmi Eston, mentre si recava a prendere del ghiaccio nel frigo del bar. Quando tornò, prese ad infilarle i vari cubetti di ghiaccio, prima nell’ano e subito dopo le riempì il sesso con tutti quelli rimasti, costringendola a dimenarsi come se fosse stata morsa da una tarantola per espellere le fiamme ghiacciate che la stavano ustionando dentro. “ Bene, adesso tocca al dottor Rod Como, esprimere la sua edotta diagnosi”, lo interpellò, Marcos, sorprendendolo mentre si tastava spasmodicamente il membro, eccitato in modo persino doloroso tanto aveva gustato la scena di prima. “ Dunque, vediamo un po’ di misurarle la temperatura variando l’introduzione rettale con quella orale”, decise il marito di Sofia, salendo sul biliardo e, dopo essersi accovacciato di fronte a lei, ad imboccarla con tutto il suo misero augello, così vibrante ed indurito da causare nella donna un magnifico effetto di pienezza, di schiavismo e di piacevole sottomissione; emozioni che Fatima non riuscì trattenere, e che la portarono a godere in un modo stratosferico, così intenso da lasciarla addirittura senza fiato. “ Non erano questi gli accordi, Marcos …! ”, intervenne Sonny Pirsey. “ Abbi pazienza capo. Adesso, viene il bello, non dubitare . Investirò subito il dottore Wladison, a periziare la paziente, la quale, dopo la sua visita, credo, non sarà più tanto paziente. A Lei, dottor Peeter, il piacere di curare la nostra malata ”.
“ Per il momento, mi astengo …! ”, esclamò improvvisamente Peeter, andandosi a sedere su uno sgabello accanto al divano. “ Non puoi farlo …”, lo riprese Sonny. “ Altrimenti, mi costringi a far venire tua moglie Magda, a sostituirla, e non credo che lei ne sarebbe tanto felice, non credi? ”. “ Penso proprio di no, presidente. Farò quello che desideri, anche se le mie capacità sessuali sono alquanto debilitate, al momento, dopo la mia performance con Ines ”, rispose Peeter Wladison . “ Puoi anche usare dei surrogati, socio, come avete fatto con mia moglie, invece del pitone di cui sei stato magnanimamente dotato dalla natura … E sono ben certo che, alla perversa amante dei ragazzini, procurerai più gusto che dolore aiutandola ad ospitare durezze diverse da quelle da lei acquistate in giro per il mondo per pochi spiccioli ...”, lo incitò Sonny, sempre usando il microfono collegato agli altoparlanti del salone. Sentire il consiglio che il capo aveva dato a Peeter, a Fatima era gelato il sangue nelle vene, soprattutto perché ricordava perfettamente le scene viste e dove sia Tara che Ines avevano subito quel tipo di sevizie che, per lei, piuttosto stretta di bacino e non soltanto, avrebbe significato un lacerazione vaginale ed anale irreversibile. Nella terribile attesa che qualcosa avvenisse, Fatima chiuse gli occhi per non vedere quale oggetto Peeter avrebbe poi scelto da infilarle nel corpo per soddisfare la voglia di vendetta del presidente; periodo di tempo in cui non riuscì a trattenere il liquido terrore che sfuggì dalla sua vescica, infradiciandole gambe e pavimento sottostante. “ Oh, poverina! ”, la canzonò Marcos. “ Se l’è fatta sotto ancora prima di iniziare la cura; figuratevi quando la colmeremo davvero! ”. Mai come in quel momento Fatima si era vergognata. Continuava a trattenere le palpebre chiuse ed il capo bene appoggiato sul tappeto verde, senza riuscire a muoversi da quella posizione prona in cui era stata legata per abusare di lei come meglio credevano. Quando avvertì un leggerissimo spostamento d’aria sfiorarle i glutei, comprese che il momento fatidico era arrivato. Dopo un attimo, un freddo e morbido oggetto, prese ad entrarle nella vagina lentamente, ondeggiando su e giù, sospinto dalle mani di Peeter, il quale, aveva trovato delle banane nel reparto frutta del frigorifero del bar. Senza nemmeno sbucciarla poi, gliela aveva infilata tutta trattenendola dal picciolo del frutto. Quel contatto pressoché naturale, per Fatima, che da ragazza inesperta ne aveva adattate molte al suo sesso, agì da palliativo al timore iniziale, fino ad attizzare in lei un senso di piacere strano, e al tempo stesso così piacevole da stimolarle fantasie retroattive di almeno venti e più anni. E soprattutto quando avvertì un’altra banana profanarle il retto sino ad aderire, internamente, con la prima che Peeter continuava a muovere in lei con cadenza ossessiva. “ Nel mentre io la preparo a ricevere frutti ben più consistenti, qualcuno si adoperi a spargere della segatura sul pavimento, se non volete rischiare di scivolare, ragazzi ”, li incitò Wladison. “ Io suggerirei di cambiare semplicemente sponda … : che ne dite, amici? ”, propose Nat, attivandosi per primo a slegare la donna, aiutato da Peeter che, dopo avere estratto le banane dal corpo di lei, aveva iniziato a sciogliere la corda dalle gambe, dopodiché l’aveva sollevata, distesa sul divano con il sedere verso l’alto e il pube adagiato sul bracciolo laterale, in una posa non dissimile da quella di prima, ma con i glutei molto più in alto, ed il sesso più aperto e visibile. Posizione non certo elegante, nella quale Fatima si era lasciata mettere, senza protestare, nel tentativo di ritardare il più possibile le sevizie richieste dal Presidente. Più presto di quanto si aspettasse, avvertì un corpo estraneo ruvido profanarle l’ano con circospezione, quasi come se volesse sondare le sue capacità contenitive, la resistenza di quell’antro soltanto saltuariamente usato dai vari amanti che si erano succeduti ai suoi piaceri personali. Subito dopo una seconda intrusione, molto più consistente ma meno ruvida, anche se alcune parti spigolose del coso che la stava dilatando le fecero venire in mente qualcosa di umano, un grosso pugno chiuso, ben umettato, scivoloso al massimo e che s’incanalò dentro il suo corpo con facilità, benché la sua misura fosse di rilievo. Un intruso animato che apriva e serrava i suoi tentacoli ossuti per adattarsi meglio all’interno del sesso di Fatima, ormai consapevole che quell’inconfondibile divaricatore della sua vagina, altro non era che la mano ed il polso di suo marito, estremità che lui aveva lubrificato con del burro, alimento che, senza farsi notare, aveva spalmato anche su gran parte della mazza da baseball, recuperata nel magazzino retrostante il bar, che Marcos tentava di introdurle dietro senza per altro vincere momentaneamente la resistenza posta dalla moglie di Adam. “ Non mi costringere a sondarti con il trapano elettrico che ho visto dentro lo sgabuzzino, zoccola …! ”, l’insultò, continuando a sventolare in alto la pistola a mo di diffida verso i soci, raffreddando eventuali velleità di quei codardi che prima lo avevano aggredito alle spalle e legato come una salamella di campagna. “ Non dirai sul serio, vero Marcos …? ”, le chiese Fatima, con un filo di voce. “ Tu …, continua a serrare i glutei e constaterai, a tue spese, la mia determinazione ”,
l’informò serio. “ Ti conviene assoggettarti alla sua volontà, tesoro, altrimenti questo pazzo ti sevizierà peggio di quanto a fatto con sua moglie ”, le suggerì piano, in un orecchio, Adam.
“ E’ inutile che bisbigli, socio. Tua moglie deve ricevere la sua parte di piacevole sofferenza se vogliamo che Sonny ci perdoni per quello che abbiamo fatto a Tara. “ Dai, su, Fatima, lascialo entrare. Sacrificati un po’ per il bene di tutti ”, la supplicò lui, soprattutto per calmare un po’ l’evidente disappunto del suo socio invasato. Appena Fatima annuì con il capo, Marcos iniziò ad affondare in lei con più determinazione, smanettando in tondo col manico della mazza per slabbrare in modo malvagio le pareti interne dell’ano della donna che, ad un certo momento, si ritrasse sconvolta dal dolore acuto che sentiva dentro le budella. “ Ora però non esagerare, socio, altrimenti, va a finire che mi invalidi la moglie …”, lo rimproverò Adam, in modo molto deciso, senza smettere di scandagliare il ventre di Fatima, nel quale, era già penetrato con più di metà polso. “ Certo, amico socio. Io le tolgo la mazza, però, il nostro presidente, esige che la puniamo, e al momento, io non ho idee più pertinenti a tale scopo ”, confessò Marcos. “ Beh, si può variare la penetrazione innaturale con quella più naturale, denominata Peeter ”, propose Adam. “ Eviteremo la devastazione del suo dietro con un attrezzo non pulsante ... dilatandola invece a dismisura con un pene spropositato che però non sarà la causa di lesioni di carattere insanabile”, continuò, convincendo anche gli altri partecipanti che il banchetto sessuale, forse, non sarebbe degenerato in modo irreparabile.
“ Voi, fate sempre i conti senza l’oste, ragazzi! Il qui presente Wladison, non è affatto in grado di partecipare, almeno per il momento, a nessun gioco erotico. Forse fra due o tre ore, ma non di certo adesso ”, precisò Peeter, il quale, per assistere a ciò che gli altri facevano a Fatima, si era seduto sulla spalliera del divano, vicinissimo al volto della donna, che per paura di sentirsi reinserire nuovamente la mazza da Basebaal, allungò una mano, recuperò il fallo inanimato lì accanto e cominciò a suggerlo con tanta foga da riuscire a rianimarlo con appena pochi colpi di lingua e tanti succhiotti lungo tutta la proboscide umana impiantata su quel maschio fuori misura. “ Questo significa che desideri sentirmi dentro di te, Fatima? ”, le chiese. “ Ti prego, impegnami subito! ”, lo supplicò, la moglie di Adam, inserendo nella voce l’ansia che distingue la spasmodica attesa di una donna quando la voglia di essere invasa da un uomo diventa quasi incontenibile. “ Se continui a succhiarmi in questo modo, bambola, puoi giurarci che ti prendo molto prima di quello che prevedevo … ”, l’avvisò, Peeter, premendo il capo di Fatima ancora di più sulla sua asta, procurandole un conato di vomito tanto l’aveva imboccata in profondità. Non appena riuscì a riprendere fiato: “ Dai, su; compensa la mia pienezza dietro come fa mio marito nel mio davanti. Non perdere tempo, forza, sbrigati ”, lo supplicò Fatima, senza calare la voce e nemmeno perdere di vista Marcos che continuava a girarle intorno con la mazza fra le mani e la pistola inserita nella cinghia dei pantaloni, mentre gli altri soci tifavano per Peeter e lo incitavano ad impossessarsi celermente dell’ano della donna che lo supplicava di fronte a tutti loro, senza vergogna. Dopo essersi portato dietro Fatima, Peter: “ Eccoti servita. Prendi, vacca, e dimmi se è di tuo gusto il mio augello …! ”, le disse, mostrando una cattiveria che non aveva. Subito dopo, indirizzò il mostro fra i glutei allargati con entrambe le mani, puntò il suo fallo sul fiorellino rosa di Fatima e, senza attesa, iniziò a penetrarla, dapprima, con dolcezza è lentamente, poi, man mano che l’eccitazione aumentava, con sempre maggiore impeto fino a entrare in lei con tanta di quella determinazione da lacerarla a tal punto da farla sanguinare in modo serio, oltre a imporle un dolore lancinante che quasi la fece svenire. “ Fermati Peeter.
Ora basta, non ne posso più. Sei troppo grosso. Mi hai rotta tutta …! ”, si lamentò piangendo, Fatima, pur restando ferma in quella posizione, con metà braccio del marito dentro di se e il membro del mulo umano interamente a contatto delle pareti interne del suo dietro. “ Dimmi che non ti è piaciuto, Fatima, il trattamento che hai subito …? ”, la canzonò Marcos, che nel frattempo si era posizionato davanti alla bocca di lei ed ora le stava spingendo il membro fra le labbra. “ Non farmi arrabbiare, troia! Apri la bocca se non vuoi che te l’apra con la mazza da baseball ”, l’intimidì Marcos. Fatima sapeva benissimo che se non avesse obbedito a quel comando, lui, probabilmente le avrebbe devastato le labbra, se non addirittura tutti i denti. S’affrettò ad aprirla, anzi a spalancarla in modo che lui potesse entrarle dentro fino alla gola, se solo l’avesse desiderato. D’altronde, era un male minore avvertire un po’ di nausea anziché farsi rovinare, in modo irreparabile, tutta la dentatura. “ Voi due continuate pure a sbatterla con massima lena. Voglio sentirla urlare di piacere o di dolore, ma comunque, deve urlare più di una sirena o di una bestia sgozzata ”, continuò Marcos mostrando uno sguardo da invasato.
Per Fatima, il momento divenne tragico. Oltre il membro da mulo che la lacerava e sfondava nel didietro ed il pugno con tanto di polso inserito nella sua vagina dal marito, le veniva pure impedito di emettere liberamente la sua sofferenza tramite le corde vocali, tamponate nel loro vibrare dal pene che Marcos aveva affondato nella sua gola, limitandole quasi totalmente la respirazione; impedimento che la rese paonazza e in fine, priva di sensi in modo pericoloso, da defibrillatore cardiaco.
“ Adesso lasciatela stare …! ”, intervenne Adam Gootman, strattonando malamente i soci per poi accogliere la moglie fra le braccia ed allontanarsi verso l’ufficio laterale, dove prima aveva visto sistemare Ines.
“ Queste donne moderne non hanno la tempra delle donne di una volta … ”, ironizzò Marcos, rivolgendosi verso la telecamera posta sopra il monitor del televisore, con la chiara intenzione di coinvolgere il presidente, che infatti intervenne ponendo un quesito: “ Chi volete ora delle donne rimaste nella stanza rosa? A voi la scelta. Magari giocatevela ai dadi, visto che per voi è una pratica piacevole ”, propose Sonny, sarcastico. “ Ottimo suggerimento ”, ribadì Adam che nel frattempo stava tornando dopo avere lasciato la moglie nell’ufficio laterale.“ Ecco i dadi ”, proseguì estraendo dal solito taschino della camicia il sacchettino contenente i due cubetti neri punzonati di rosso. “ Io direi di tirare un solo dado, e chi di noi fa il numero più alto, decide ”, intervenne Jmmi Eston, porgendo la mano ad Adam, affinché gli ponesse il sacchetto dei dadi, dopodiché ne lanciò uno risultante il numero tre. Il numero sei, fra tutti gli altri, toccò a Rod Como, che subito indicò proprio la moglie di Jimmi, l’ex prostituta Jessica Palmer, alla quale, le dimensioni regolari del pene del marito, per lei abituata a clienti molto più ben forniti, non davano alcuna soddisfazione, per cui, egli stesso le faceva conoscere vari uomini, soprattutto se ben dotati, qualsiasi fosse la loro etnia, che lei si portava a letto, con lui presente, anche se non direttamente partecipe. “ Posso conoscere la ragione per la quale hai scelto proprio mia moglie, Rod? ”. “ Perché quella gran puttana di tua moglie, non si è mai voluta fare sbattere da me, nonostante le avessi promesso un sacco di soldi. Faceva la smorfiosa … Si atteggiava a gran signora nonostante che io sapessi bene qual era il suo antico mestiere. Sai cos’aveva la spudoratezza di dire? Che ti amava, e perciò non poteva tradirti, la troia …! Benché io fossi venuto a sapere, da uno di quelli che se la sbatteva, con il tuo beneplacito, che se ne portava a letto anche una decina alla volta. “ Ma non dire stupidaggini, Rod ”, tentò di zittirlo, Jimmi, toccandosi la tempia con il dito indice della mano sinistra. “ Va bene, se io dico delle fesserie ”, lo riprese Rod “ chiediamo a Marcos? ”, continuò Rod, accalorato.
“ Non c’è bisogno che lo confermi io, socio. Ci faremo dire da lei qual è la verità non appena il nostro presidente avrà la gentilezza di mandarcela ”, concluse Marcos inumidendosi le labbra con la lingua, in segno di prematura degustazione.
L’entrata di Jessica, sempre accompagnata dal lottatore di Sumo, attrasse subito l’attenzione di tutti i presenti. Il leggero e corto tubino che indossava, risaltava stupendamente quel corpo cesellato dalla natura. Chi conosceva la sua vecchia attività di Escord non riusciva a concepire il fatto che una così stupenda creatura non avesse trovato occasione migliore per vivere senza doversi concedere per pochi dollari a prestazione. Il suo fisico, appena velato dal minuto tubo di colore latteo, non lasciava nulla all’immaginazione. L’aderente stoffa dell’abito, contornava ogni piega, dosso o avvallamento come se fosse una seconda pelle; e specialmente la forma a V del pube risaltava il suo intimo nella forma più eccitante. Come d’altronde i suoi capezzoli, di misura veramente eccezionale: grosse olive che puntavano tanto da rischiare di forare l’abito.
“ Vieni avanti, amica mia. Fai vedere a questi bifolchi quando sei bella e gradevole ”, l’incitò Marcos, inchinando in segno d’invito medievale. Vedendo l’indecisione della moglie, Jimmi si avvicinò a lei porgendole il braccio, ma lei lo rifiutò con disgusto disegnato sul volto. “ Non mi toccare, lurido bastardo! Mi fai schifo! E’ per colpa tua se mi trovo qui, in questa situazione ”, lo accusò, guardandolo con odio. Poi, rivolgendosi verso gli altri soci: “ Ragazzi, non c’è alcun bisogno di aggredirmi. Io mi metterò completamente a vostra disposizione, di tutti, intendo, e anche singolarmente o in gruppo, come ognuno di voi preferisce ”, li rassicurò Jessica, mentre con il pollice e l’indice segnava al marito che per lui non valeva l’offerta. Il disprezzo mostrato dalla moglie, inviperì assai Jimmi che si disinteressò di quello che avveniva nella sala biliardo e preferì andare a sedersi su uno sgabello del bar, a scolarsi la bottiglia di Wischy lasciata da Marcos. “ Prima però voglio assicurarmi delle condizioni di salute di Ines e di Fatima, poi mi concederò come desiderate ”, chiese Jessica, preoccupata per l’assenza delle sue amiche nella sala del biliardo. “ Vieni, te le faccio vedere io … ”, la invitò Nat Bird, aprendo la porta dello ufficio laterale. Le due donne erano raggomitolate entrambe su un grande divano e coperte con dei teli che sembravano delle tovaglie da tavolo, o forse, dei copri divano. Sembrava che dormissero poiché la loro respirazione era piuttosto regolare, ed il loro colorito, seppure un po’ cereo, non destava preoccupazioni.
“ Sei soddisfatta …? ”, l’apostrofò sempre Nat, richiudendo la porta alle sue spalle. “ Sì ”, le rispose lei, anche se avrebbe voluto dialogare con le due ragazze che invece erano ferme e con gli occhi chiusi, come se fossero immerse in un sonno profondo.
“ Bene, allora datti da fare !”, la punzecchiò Adam, girandole intorno, proprio come se volesse valutarla, o magari scegliere la parte del suo corpo più allettante. Per tutta risposta, Jessica si sollevò il tubino sopra il capo e con un solo gesto lo fece volare verso Marcos, poi si sganciò il reggiseno e lanciò anche quello, ma questa volta verso il marito, che nemmeno si voltò. Prima di levarsi gli slip in pizzo nero chiese: “ Chi offre di più per questo indumento, zeppo di umori freschi di giornata? ”, chiese Jessica, arricciando lievemente l’indumento e lasciando appena intravvedere qualche ricciolo scuro del suo pube. “ Mille dollari …! ”, propose d’istinto Rod. “ Non prendo nemmeno in considerazione una miseria simile ”, rifiutò energicamente lei, con una smorfia sul viso, tipica di chi sente un cattivo odore. “ Perché, il tuo prezzo è maggiore? ”, le chiese sempre Rod Como, sorridendole come fa un ebete. “ Ovvio! La base d’asta è minimo centomila dollari con un rialzo di almeno cinquantamila per volta ”, propose lei sollevando il busto impettita. “ Centocinquantamila! ”, urlò Peeter mentre si versava anche lui un Wischy.
“ Trecento ”, rilanciò Adam, già accaldato al solo pensiero di annusare le mutandine bagnate di umore della bellissima Jessica. “ Io dico che ne valgono almeno cinquecento … ”, rilanciò di punto in bianco Nat Bird mostrando il telefono col quale avrebbe fatto subito la transazione se nessun’altro avesse offerto di più. “ Un milione di dollari ”, gridò il marito, senza nemmeno voltarsi a guardare quale espressione si era disegnata sul volto della moglie. “ Per farti vedere che non sono venale e che prima avevo offerto soltanto una cifra simbolica, offro due milioni di dollari per le tue mutandine fradice ”, si ripropose Rod, piuttosto seriamente.
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