Jotaro, il mio amore giapponese - Capitolo 6

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genere
gay

Capitolo Sei

Venne settembre, e con lui l’inizio della scuola. Ci domandavamo quali materie avremmo avuto quell’anno.
Io ero un po’ nervoso la prima mattina, ma Jotaro mi sostenne. Avevamo comunque la saggezza di essere cauti nell’interagire a scuola. Non volevamo avere problemi con gli altri studenti. Le materie erano sempre quelle ed in più quell’anno facevo parte del coro. Mi piaceva cantare (e mi piace ancora ma gli unici due luoghi dove posso farlo sono la doccia e la mia macchina!) e fui ammesso facilmente. A Jotaro piaceva sentirmi cantare.
“Sei veramente bravo, continua.” Diceva.
Ed io lo facevo, non sarei mai stato un cantante di classe mondiale, ma mi piaceva e mi divertiva. Lui continuò ad aiutarmi con la matematica, il suo italiano ora era davvero buono, così non aveva bisogno di alcun aiuto in quell'area. Due volte la settimana avevamo laboratorio di scienze naturali.
Per educazione fisica avevamo i due armadietti vicini. C’era anche studi sociali e Jotaro aveva interesse in quel campo. Gli piaceva esplorare le diverse strutture sociali dei vari paesi per vedere come la gente viveva. Le cose in questo paese sono cambiate piuttosto significativamente dai miei giorni di liceo. Sono sicuro che Jotaro avrebbe trovato tutti quei cambiamenti interessanti.

La nostra vita amorosa aveva avuto più di una pausa ora che c’era di nuovo la scuola. Le volte che riuscivamo a stare insieme e fare l'amore erano sempre attese. Facevamo in modo di godere di tutti i piaceri per essere soddisfatti fino alla volta successiva. Non ne avevo mai abbastanza di come mi toccava, di come mi amava, del modo in cui mi baciava e delle cose che faceva. Lui godeva delle cose che io facevo a lui. Ogni volta che facevamo l’amore scoprivamo quanto ci amavamo. In una di queste volte cominciammo a parlare del nostro futuro. Io avevo appena compiuto diciassette anni e cominciavo a chiedermi cosa avrei fatto nella vita.
“Sto pensando al futuro.” Disse Jotaro.
“Oh? A proposito di che?” Chiesi baciandolo sulla guancia.
“Alla vita dopo il liceo, quello che faremo.”
“Io non ci ho pensato molto.” Dissi accoccolandomi vicino a lui.
Lui mi tirò ancora più vicino, il suo corpo nudo pigiò contro il mio.
“È ora che tu lo faccia. Dobbiamo decidere cosa faremo quando usciremo dalla scuola. Andremo a subito lavorare? Prenderemo una casa insieme? Faremo la carriera insieme? Queste sono le domande che mi girano per la testa da qualche settimana. Io sto dando un’occhiata al campo degli elaboratori e sembra un buon affare. È in continua crescita.” Affermò.
“Ho un po’ di interesse per i computer, ma non ne ho una grande conoscenza.” Dissi.
“Una buona ragione per frequentare dei corsi di PC e conoscerli. Io sono sicuro che ci sono alcuni negozi di computer che insegnerebbero come usarlo alla persona che lo comprasse.”
“Allora andiamo a cercarlo domani. Come per il vivere insieme, sarebbe così figo. Dobbiamo farlo. Noi andiamo così d'accordo! Mettersi in affari insieme, l’unica cosa che posso dire è: proviamoci.”
Jotaro mi abbracciò: “Pensa a quanto ci divertiremo insieme!”
“Io l’ho sempre sognato.” Gli dissi.
“Bei sogni, spero. Saremmo così felici insieme” Lui disse.
“Di sicuro!” Dissi ridendo.
Le cose stavano andando veramente bene per me. Se avessi saputo cosa stava per accadere, avrei fatto di tutto per trattenerlo. Avevo continuamente sognato di essere innamorato e vivere con un ragazzo prima di incontrare Jotaro. Pensavo che questa fosse l'opportunità che stavo aspettando. Lo tenni fra le mie braccia a lungo dopo che lui si era addormentato, sperando che i nostri progetti per il futuro si avverassero.
Nei giorni seguenti ci iscrivemmo insieme ad un corso di computer. Imparammo molto dei vari sistemi, come funzionavano, come installare le memorie ed altri componenti, come ripararli. La tecnologia è avanzata considerevolmente dai primi anni 80 e faccio fatica a tenermi aggiornato mentre i miei giovani nipoti mi fanno sfigurare. Vai a capire.
Comunque comprammo un vecchio computer e lo riparammo. Avevamo fatto tutto per il meglio perché funzionò davvero bene. Quello era un segnale incoraggiante di sicuro. Quindi proseguimmo. Jotaro si interessava della sua programmazione. Io tentai di imparare il basic ma non lo capivo completamente. Quindi mi dedicai alla parte hardware mentre lui studiava il linguaggio di programmazione. Era un piacere aprire un computer non funzionante e ripararlo. Alcuni erano una vera sfida, altri erano facili da aggiustare. Alla fine fummo d'accordo che ci saremmo messi insieme a riparare PC.

Poi venne Natale. Jotaro ed io festeggiammo il nostro piccolo Natale insieme una settimana prima. Lui ed i suoi genitori stavano ritornando in Giappone per fare visita a dei parenti. Fui fortunato e passai la notte a casa sua.
Gli avevo comprato una piccola catena d’oro da portare al polso e a lui piacque molto. Lui mi diede un anello con le nostre iniziali. Ma i migliori regali che ci siamo fatti l’un l'altro siamo stati noi stessi. Il nostro fare l’amore quella notte fu lento, delicato e dolce. Facemmo insieme di tutto per tentare di dare piacere all'altro. Volevo che lui fosse felice, fosse soddisfatto prima di partire la mattina dopo.
“Mi piace la catena d’oro, amore. Penserò a te quando la porterò. Ma il dono più bello che mi hai fatto questa notte sei stato tu. Mi rendi così felice!” Bisbigliò nel mio orecchio mentre mi inculava lentamente.
“Sei il benvenuto.” Mormorai piano mentre sentivo il suo uccello forte e duro che si muoveva dentro di me.
Mi fotteva lentamente per farmi godere al massimo le sensazioni di lui dentro di me. Lo sentivo lamentarsi piano, mentre bisbigliava il mio nome e diceva quanto mi amava. Improvvisamente rabbrividì ed sentii il suo cazzo contrarsi con forza alcune volte.
“Vengo, amore. Vengo!” Sospirò nel mio orecchio.
Voltai la testa in modo che potessimo baciarci. La sua lingua scivolò nella mia bocca e la mia strofinò la sua mentre ricominciava a fottermi. Sentii il suo cazzo ritornare duro dentro di me.
“Oh, baby!” Gemetti di piacere.
Lui rotolò sulla schiena portandomi con sé. Io mi alzai appoggiandomi alle mani e lui cominciò a spingere dentro di me.
“Sto venendo!” Ansò spingendo il cazzo duro profondamente in me.
Sospirò e si rilassò dopo che ebbe finito di eiaculare dentro di me. Io mi tolsi e lo baciai. Lui mi sorrise mentre prendeva il mio cazzo, lo tirava vicino a sé e poi dentro di lui. Scivolai dentro completamente e lui baciò e leccò i miei capezzoli. Lo inculai il più lentamente possibile, entrando poi profondamente in lui. Lui mi teneva stretto baciandomi e carezzandomi. Il suo toccarmi mi fecero partire. Lo carezzavo dappertutto, godendo della morbidezza tenera del suo corpo vicino al mio. Poi ci addormentammo abbracciati.

Le feste passarono bene ed io ero felice che lui fosse in Giappone coi suoi parenti, ma mi mancava. Sognai di lui la Vigilia di Natale. Eravamo insieme, comodi sul divano, a guardare il fuoco nel camino. Ci baciammo e poi facemmo l’amore. Mi svegliai quella mattina soddisfatto. Non vedevo l’ora di rivederlo. Si dice che l'assenza fa diventare il cuore più affettuoso, beh in questo caso era vero. Quando ritornò a casa tre giorni dopo l'anno nuovo, ero felicissimo di vederlo ed anche lui lo era; mi aveva portato un chimono dal Giappone. Era blu, caldo e comodo. Lo portai sempre per anni fino a che non fu distrutto. Era la mia cosa favorita da portare in casa. Mi piacerebbe averlo ancora.
Lui mi mostrò fotografie della sua casa in Giappone e dei suoi parenti. Aveva decisamente una bella famiglia. Poi mi diede una cartolina per me che avevano firmato tutti. Quella cartolina mi fece bene, mi fece sapere che altri nella sua famiglia mi avevano accettato. Facemmo programmi per andare in Giappone dopo aver finito il liceo.

Ciao a tutti, se ci siete battete un colpo, come sempre attendo con ansia i vostri commenti
di
scritto il
2017-05-09
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